Ho già riportato nel mio: “Sull’esternalizzazione delle analisi in Fvg”, sia il comunicato, datato 18/10/2024, di Furio Honsell che segnalava di aver presentato una interrogazione a Riccardi nel merito della possibile esternalizzazione del settore prelievi e non si sa se anche dei laboratori analisi; sia alcune considerazioni sul legame che pare emergere tra esternalizzazioni in sanità ed aumento della mortalità da una ricerca prodotta in Gran Bretagna ove, d’ufficio si sono esternalizzati molti settori cruciali per la cura e salute dei cittadini; sia quanto mi ha inviato poi, ad articolo pubblicato, Nicola Conficoni, che ringrazio; sia il fatto che, mentre in Asufc Denis Caporale vuole esternalizzare i prelievi, non così invece Asugi.
Ma il consigliere Conficoni mi ha inviato pure la risposta dell’assessore alla sua interrogazione, data il 14 aprile 2024, che voglio qui riportare.

La domanda di Conficoni sulla esternalizzazione dei ‘prelievi’.

Conficoni ha introdotto la sua interrogazione sottolineando sia l’esigenza di un confronto su temi di spessore, come l’esternalizzazione del servizio prelievi, sia il fatto che per esternalizzare i servizi sanitari viene sempre chiamata in causa la carenza di personale. Egli inoltre sostiene che ci sono state delle decisioni che hanno aggravato questa situazione di scarsità di operatori sanitari, mentre alcune soluzioni, per risolvere il problema, ventilate dal Pd e dalla minoranza in consiglio, sono state bocciate. E vi sono in atto dei passaggi al privato che dimostrano che il problema del reperimento del personale c’è, mentre la Regione taglia servizi e ne esternalizza altri, anche interi reparti di settori strategici per la vita degli ospedali, come il pronto soccorso o radiologia.

«Nei mesi scorsi, poi, c’è stato un ‘rumor’ – ha detto Conficoni – anche sulla volontà di privatizzare la gestione dei centri prelievi e quindi, con questa interrogazione, chiediamo se è vero e quali sono le intenzioni della giunta rispetto a questo. Grazie».

Quello che balza all’ attenzione di un profano come me, rispetto a questa domanda, è che un consigliere regionale debba chiedere informazioni su ‘rumors’, in quanto l’argomento, serissimo, anche delle esternalizzazioni pezzo per pezzo della sanità targata Fvg non è mai stato portato in consiglio regionale, mentre le ipotesi dell’assessore sono già al vaglio di Arcs, svilendo di qualsiasi ipotesi propositiva il consiglio stesso e relegandolo al ruolo di approvazione del già deciso. E tutti credo possano capire la gravità del fatto che consiglieri regionali regolarmente eletti, come appunto Conficoni, debbano andare ad ascoltare al bar cosa sta accadendo o leggerlo su di un sito giornalistico o sulla stampa, senza avere neppure qualcosa di più preciso nel merito.  

La risposta dell’assessore che più vaga di così non si può.

Ma vediamo ora cosa ha risposto Riccardo Riccardi al consigliere del Pd.
Riccardo Riccardi ha iniziato chiedendo altro a Carlo Bolzonello che presiedeva l’incontro, quasi che l’argomento davvero scottante proposto da Conficoni fosse per lui secondario. Quindi ha continuato dicendo che il titolo dell’interrogazione è “Appalto al privato” ma non vi è alcuna intenzione di appaltare al privato il settore prelievi bensì vi è una ipotesi di procedura di partnership pubblica privata.

Ma cosa significa, mi chiedo io, questo parolone inglese nella politica aziendale?

Secondo https://www.insidemarketing.it/glossario/definizione/partnership, la partnership «è un rapporto di collaborazione tra due o più imprese finalizzato alla costituzione, alla gestione e alla realizzazione di un progetto comune. Il rapporto di partnership è indipendente dalle dimensioni dell’impresa e dalla loro anzianità di mercato». Ma allora potrebbe andare a finire, come per l’esternalizzazione dei codici bianchi e forse verdi al pronto soccorso di Udine, il più grande della Regione, che personale di una cooperativa senza neppure che alcuno sappia i titoli posseduti, e magari ‘di primo pelo’ andrebbe a svolgere mansioni, in un settore così delicato, alla pari con persone che da anni operano nello stesso, creando difficoltà a tutti, in primo luogo ai cittadini, e possibili nuove rinunce di personale già presente da tempo. Inoltre se un esterno non trova la vena ad una persona, dopo il terzo tentativo, che fa? Chiediamocelo. E comunque vale sempre quello che ho già scritto: il personale che esegue prelievi è di poche unità, se manca un infermiere per malattia o altro, chi dirige il servizio può rivolgersi ad altro personale interno, ma se vi è il partenariato privato diventa il caos, come lo diventa per i prelievi ospedalieri. Ma per questi aspetti rimando al mio: “Sull’esternalizzazione delle analisi in Fvg”.

Inoltre per far cadere un albero si inizia infilando un cuneo ….

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Ma ritorniamo alla risposta di Riccardo Riccardi. Egli ha sottolineato che una ‘partnership’ pubblico privato è cosa ben diversa da una esternalizzazione, e che rispetta le norme vigenti, cosa che Conficoni non aveva messo in dubbio, dato che non aveva accennato a questo, e quindi ha aggiunto che egli guarda con grande favore a queste forme di gestione mista, «perché noi non abbiamo solo un problema di tenere le persone, ma abbiamo anche quello di utilizzarle nella limitata disponibilità che abbiamo rispetto ai servizi che abbiamo». E qui sarà che sono stanca dall’ennesimo viaggio a Roma, ma io non capisco più nulla: di che cosa stiamo parlando? Qualche voce dice che gli utilizzati a fare prelievi sono infermieri distaccati a lavorare fuori dai reparti per motivi di salute, e che Riccardi li vorrebbe reinserire negli stessi a pieno titolo, ma non è vero che sempre e dovunque è così. Infatti nei reparti preleva il personale infermieristico in servizio negli stessi, che io sappia. E comunque i prelievi non di ricoverati durano due ore e mezzo al massimo ogni giorno, non le otto di servizio, e quindi chi esegue prelievi fa poi anche altro. E se l’assessore invece di fare voli pindarici di matrice economicista, facesse un minimo di analisi della realtà prima di fare proposte ‘rivoluzionarie’ che non si sa dove portino, saprebbe questo come lo so io. E se erro correggetemi.

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Ma ritorniamo al dunque. L’assessore a questo punto, e non si sa perché se l’ipotesi precedente è quella a cui egli guarda, ha richiamato il d.l. 77 (credo del 2022 anche se non ha specificato l’anno) cioè quello relativo ai “nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel ssn”, che però non riguarda solo prelievi ed implica per il personale infermieristico ben altre mansioni ed un discorso tutto da costruire, fra case ed ospedali di comunità, MMG che mancano, e telemedicina. 

Infatti il d.l. 77/2022 parla di Case della Comunità; di un nuovo numero unico europeo, il 116117, per casi non urgenti, così di nuovo si propone il problema che sarà l’utente/cittadino a decidere se la situazione è urgente o meno; di una nuova centrale operativa territoriale per questi casi, quando in Fvg anche per l’urgenza esiste solo una centrale unica regionale e non territoriale; dell’Infermiere di Famiglia e Comunità; dell’unità di continuità assistenziale; della continuità assistenziale e dell’assistenza domiciliare; degli ospedali di comunità; della rete delle cure palliative; dei servizi per la salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie, compito dei consultori; della telemedicina, e quindi di ben altro, ed implica un discorso grossissimo. (Cfr. https://www.fnopi.it/aree-tematiche/dm-77-2022-regolamento-recante-la-definizione-di-modelli-e-standard-per-lo-sviluppo-dellassistenza-territoriale-nel-ssn/).

Ma io non capisco, a questo punto, cosa c’entri questo decreto con la proposta di privatizzare in parte i prelievi inserendo personale assunto da privati. Ma sarà limite mio.

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Quindi l’assessore ha continuato ribadendo ancora una volta che la procedura in oggetto è di partnership pubblica/privata, che è già stata formalizzata, che interessa il sistema delle aziende sanitarie regionali per i prelievi, e che è all’attenzione dell’Azienda di Coordinamento per la verifica di corrispondenza a quello che è l’interesse pubblico, come dice la norma. E se l’interesse pubblico sarà riconosciuto, questa operazione, (di cui io però ho capito ben poco), giungerà nelle sedi competenti per essere autorizzata, oppure no.

E, con una frecciata polemica, l’assessore ha aggiunto che si capisce perfettamente perché qualcuno chiami ‘questa cosa’ (sic! Ma è davvero un modo poco chiaro per esprimersi su aspetti così delicati) ‘appalto al privato’ e tenda a far passare per questo una procedura di partenariato pubblico – privato, che nel pubblico verrà sempre più utilizzata. Ed il riferimento fatto dall’assessore è al comune di Udine che appalta i servizi degli asili nido. E se si è giunti a questo, sempre secondo Riccardi, non per convinzione ma perché per il Comune è l’unica soluzione per poter continuare a mantenere i servizi. Ma Conficoni aveva fatto una domanda precisa, e non si sa cosa c’entrino nella risposta Udine e gli asili nido.

Infine Riccardi ha chiuso la sua deludente, a mio avviso, risposta continuando a ripetere sempre quella e cioè che la soluzione per gestire i prelievi da lui proposta non è un appalto ma di partnership pubblica- privata, cioè, da che ho compreso, un inserimento di privati nel pubblico, come il cuneo nell’ albero.

Ma in questa risposta da cavillo terminologico, che però dice ben poco ed evita ogni dato, parlando solo di servizio prelievi come questo fosse avulso dal sistema dei laboratori analisi, l’assessore si è dimenticato di riconoscere che così un settore delicatissimo della sanità passerebbe in parte al privato, cioè verrebbe esternalizzato parzialmente pare per 15 anni.

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Per cercare di capire qualcosa questo ho scritto, senza voler offendere alcuno, e se erro correggetemi. Vorrei infine sapere se questa introduzione del privato nel pubblico da Arcs è stato considerato vantaggioso per noi poveri diavoli, che vorremo dire anche la nostra, ma ormai qui pare che la ‘cittadinanza attiva’ non esista più, ma esistono, in compenso, i rumors, le chiacchiere da bar, gli ‘ indefiniti’, in una società dove la precisione, l’analisi, la programmazione, non hanno più una loro collocazione ma è tutto aria, evanescenza, ipotesi dei pochi da ratificare.

E vi saluto alla fine di questo ennesimo testo sulla sanità pubblica che cade a pezzi, sperando che almeno la risposta all’ interrogazione di Furio Honsell, ora che ormai siamo passati dalla primavera all’ autunno e stiamo per giungere, per dirla con Guccini, a quel novembre che cala con le sue inquietanti nebbie e quando si festeggiano i morti, possa essere più puntuale, precisa, informativa. 

Laura Matelda Puppini

L’immagine che accompagna il testo è tratta da Studio Nord News  e ritrae Riccardo Riccardi. La risposta di Riccardi a Conficoni mi è giunta, registrata, da Conficoni stesso. L. M.P.

 

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