Leggo su Friuli Sera con vero stupore un articolo che mi turba parecchio, a causa dei problemi generali che pone, e che si intitola: “La Regione Fvg vuole mettere la mordacchia alla storia. “Sponsorizza” l’esclusione della casa editrice friulana Kappa Vu dal salone del libro di Torino… politicamente non gradita” (1). Ma poi verrò a sapere che la notizia era stata data anche dal  Messaggero Veneto con un articolo intitolato: “Salone del libro, editore escluso dallo stand del Fvg perché «negazionista delle foibe». Scoppia la polemica”. (2).
Ora escludere un editore dal Salone del libro di Torino non è cosa di poco conto, infatti lo stesso è stato definito, dal Ministro Dario Franceschini «una manifestazione che non ha assolutamente un rilievo torinese o piemontese ma è il Salone del libro italiano» (3).

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Ammesso sia andata come si narra, questa a me pare una delle solite storie di una politica italiana che si regge sulle ‘telefonatine’ (4) in spregio alle norme e prassi imposte dallo stato democratico, ove un soggetto politico si fa forte di una posizione istituzionale anche lavorativa o ricevuta per elezione o meno, per esercitare una pressione su altro soggetto al fine di ottenere quanto personalmente vuole, in sintesi un favore personale.
Perché a mio avviso, vi è un errore nei titoli dei quotidiani citati: la Regione Fvg non mi consta abbia mai deliberato, né a livello di giunta né a livello di consiglio regionale, l’esclusione della casa editrice Kappa – Vu dal Salone di Torino, perché ha ben altro da fare. Se il fatto è esistito, è stato un soggetto che magari fa parte del consiglio regionale o della giunta o che opera a qualche titolo nella Regione Fvg ad aver chiesto detta esclusione all’organizzatore per il nostro territorio, non l’istituzione in quanto tale.

Pertanto, secondo me, è doveroso che la Regione Fvg faccia chiarezza su quanto accaduto, per salvare la sua credibilità ed onorabilità, su cui io non ho dubbi. Insomma, letta come è stata scritta, l’esclusione della Kappa Vu dal Salone di Torino pare proprio una di quelle storie da “una botta e via” (5) che non fanno onore a nessuno, neppure a colui che ha accettato di escludere detta casa editrice dal salone. Quindi il mio plauso va a Furio Honsell, del gruppo misto, che chiederà delucidazioni a chi di dovere nel merito di quanto riportato dalla stampa, e per questo sotto attacco da parte di Novelli, che però non siede in regione, e che ora negherebbe pure il sacrosanto diritto ad un consigliere di domandare e chiedere.  Almeno io ho capito così, e se erro correggetemi. (7).

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Ma perché la casa editrice ‘Kappa Vu’ doveva venir esclusa dal salone di Torino? Roberto Novelli, deputato di F.I. avvezzo a voler narrare lui, in contesti più o meno istituzionali,  a modo suo e senza fonti la storia dei fatti avvenuti, verso la fine della seconda guerra mondiale e dopo la caduta del fascismo, al confine ad est d’Italia, (dando una versione emotivo-truculenta di fatti storici che non convinse neppure la vice Ministro 5 stelle Castelli, e, dimenticando, nel suo intervento alla Camera dei Deputati del 20 febbraio 2020 (6) il 25 luglio 1943 ed i contesti, l’Ozak e sostenendo nella stessa sede, che partigiani italiani filo jugoslavi fossero stati presenti agli arresti, ma non consta, come non consta che tutti gli italiani siano stati considerati nemici del popolo jugoslavo, tanto che vi furono militari italiani che, non riuscendo a ritornare in Italia dopo l’8 settembre 1943, passarono con la resistenza jugoslava, altri che caddero in mano ai nazisti, e, venendo considerati dagli stessi traditori, finirono in campo di concentramento, altri ancora come per esempio alcuni poi partigiani carnici, che riuscirono a ritornare a casa, e via dicendo) ha rilasciato sull’esclusione della Kappa Vu dal Salone di Torino una dichiarazione di personale soddisfazione per quanto avvenuto, intitolata dal noto quotidiano: “Editore escluso a Torino. Novelli: decisione giusta per chi nega esodo e foibe”. (8).

Ora vorrei riproporre un concetto che ho già precisato: un soggetto non può accusare un altro soggetto di essere “negazionista dell’esodo e delle foibe”, ma anche di qualsiasi altra presunta colpa, e quindi condannare e punire lo stesso senza uno straccio di analisi dei fatti e sentenza da parte del sistema giudiziario, che deve chiarire però prima, nello specifico, cosa si configuri come reato o meno nel merito dell’oggetto, perché altrimenti l’accaduto si trasforma in una ‘pena personale inflitta da qualcuno ad altro’, come fossimo tornati all’età della pietra, facendo tra l’altro un’azione che, per inciso, rischia di diventare, questa sì, un reato in base alla già esistente legge italiana.

E sul reato di negazionismo, mi preme qui riportare pure l’opinione di Carlo Giovanardi, avvocato, tratta da: Il Fatto Quotidiano, che, in merito alla proposta di legge sul negazionismo del 2013, a chi voleva già allora parificare fatti al confine orientale con Shoah, così diceva: non si può chiudere la bocca agli storici sostituendosi agli stessi e se la shoah è fatto storicamente noto senza problemi, dover ora scegliere fra mille fatti storici quali siano crimini contro l’umanità è impossibile. Inoltre si introduce il reato di opinione. Ed allora anche la commissione penale della camera ritenne la cosa assurda ed anzi controproducente.

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Ma per ritornare a Novelli, per esempio vorrei sapere dall’onorevole in quali righe dei volumi editi dalla Kappa Vu e da lui citati si neghi, a suo personale avviso, il movimento dei profughi, o si neghino le ‘foibe’, visto che io non ho letto i tre testi di cui egli parla nell’articolo del 14 ottobre 2021, che sono: “Foibe, revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica. Atti del convegno «Foibe la verità: contro il revisionismo storico», che contiene interventi di diversi autori, edito nel 2010, e forse non più reperibile sul mercato; Federico Tenca Montini, Fenomenologia di un Martirologio mediatico. Le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta ad oggi, 2014, il cui autore è ben più noto ora per “La Jugoslavia e la questione di Trieste 1945-1954″, Il Mulino ed., 2020, apprezzatissimo, tutto imperniato su documenti, e “Operazione foibe, tra storia e mito”, di Claudia Cernigoi, ed. 2005. (9). E mi pare, dai titoli, che si sia criticato l’uso politico della storia, non si siano negati fatti, ma attendo lumi nel merito. Inoltre si sa che Matteo Salvini, il 28 febbraio 2015 a Roma, ha invocato pure di cambiare i libri di storia, per centrare tutto sulle foibe (10) e che, in Fvg, appena la giunta regionale ha svoltato a destra, 2 esponenti di Fratelli s’Italia hanno presentato una proposta di legge, che dava ancora soldi, tra l’altro, alla potentissima Anvgd, associazione privata di categoria, per promuovere  interventi per la conoscenza, la diffusione e il ricordo del dramma delle foibe, e dell’esodo istriano – fiumano – dalmata» (11), quasi che gli insegnanti statali fossero tutti incapaci di farlo.

Non da ultimo, chi scrive qualcosa è responsabile di ciò che scrive ben prima dell’editore, e questo vale per i giornali, per i siti online, per gli editori di volumi, ma pare che vi sia chi ha una specie ormai di ossessione verso Alessandra Kersevan. Ma le ossessioni e le fobie non appartengono alla sfera razionale.

Vediamo invece cosa pubblica ora la Kappa Vu: i diari della famiglia Fontanot e gli scritti di Felice Polo, donati dai figli, il primo curato da Anna Digianantonio, da Nerina Fontanot e dal mio gemello Marco Puppini, il secondo solo da quest’ ultimo (11), che hanno fatto un ottimo e certosino lavoro su documenti originali, che però non potranno essere neppure notati in catalogo a Torino a causa di quella ‘telefonatina’, se mai è stata fatta; “Leo su Leo, un poeta si racconta” intervista a Leo Zanier, notissimo anche all’estero, di Stefano Lizier; libretti per bimbi di didattica in friulano, poesie di diversi autori come per esempio “Sfueis d’amôr” di Cristina Noacco, o “Spigolature” di Valerio Marchi, e via dicendo (12). Ma forse qualcuno, in questa storia, non ha neppure visionato il catalogo della friulanissima casa editrice, che non ha certamente in prima pagina i testi citati da Novelli.

Ed in aggiunta, quest’anno al Salone di Torino, in corso, è prevista, all’interno dello spazio per la Regione Fvg, una serie di incontri organizzati a cura delle tredici case editrici del Friuli Venezia Giulia presenti in fiera, e, parallelamente, l’area della regione sarà il punto di riferimento della poesia all’interno del programma complessivo della fiera. (13). Perché, allora, penalizzare pure il volume/cd sul grande Leo Zanier, edito da Kappa – Vu o le memorie di Romano Marchetti, coedite da detta casa editrice? Questi due personaggi fanno parte dell’“orgoglio carnico e nazionale” a tutti gli effetti, ed a loro qualcuno ha chiuso la porta del Salone del libro?

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Inoltre riprendendo a parlare di Novelli a me pare, da quanto ha detto alla Camera, che, in fatto di storia del confine per noi orientale, egli  sposi le teorie dell’estrema destra che chiede bavagli per gli storici e vuole scrivere lei la storia e i libri di storia. (14). E non dobbiamo dimenticare che Novelli, nel 2019, ritenne che l’Anpi non dovesse parlare nelle scuole, sostenendo che «È inopportuno che il Miur deleghi ad una associazione che, per larga parte non riconosce il dramma delle foibe e del popolo dalmata -giuliano, la promozione nelle scuole degli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale» (15), senza uno straccio di prova, e qui con riferimento al popolo dalmata – giuliano, in Parlamento agli italiani, quasi fossero la stessa cosa.  Quindi, non senza motivo, mi sono posta una domanda in un mio articolo: La lettura della storia al confine orientale d’Italia è caduta in mano filofascista? (16).
Ed ancora, sempre Novelli, «In più occasioni le diramazioni locali dell’Anpi si sono distinte per prese di posizione di parte, lesive della verità storica, viziate dall’appartenenza ideologica», che è una pura opinione personalissima, non si sa su cosa basata. (17).

Inoltre pure la coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la presidenza del Consiglio, Milena Santerini, è intervenuta, il 5 giugno 2021 con una lettera a La Repubblica,  in senso contrario alla proposta Ciriani di Fratelli d’Italia di parificare la Shoah a quanto impropriamente definito ‘foibe’, ritenendoli ambedue genocidi, attraverso una modifica alla legge già esistente. E così ha scritto, relativamente alla negazione della Shoah: «Gli esempi in Italia sono molti, dalla banalizzazione del termine, usato a sproposito in varie circostanze, al fiorente mercato di gadget nostalgici del fascismo. In questo quadro, occorre chiedersi come si colloca la proposta di Fratelli d’Italia di evidenziare il fenomeno del negazionismo/minimizzazione a proposito dei massacri delle foibe. (…). Il disegno di legge, presentato nel 2019 e ora in discussione al Senato, propone, appunto, di inserire i massacri delle foibe dopo l’apologia della Shoah. In pratica si chiede di citarli espressamente, con una formulazione autonoma analoga a quella usata per l’Olocausto, equiparandoli. (…). Molto diverso è il caso dei crimini terribili e tragici perpetrati sul confine orientale italiano dal 1943. Si trattò, secondo molti storici di un eccidio politico, realizzato contro gli italiani, non tanto caratterizzati in senso etnico, ma in quanto nemici fascisti. Altri sottolineano l’aspetto etnico. Ma le differenze con la Shoah sono in ogni caso evidenti e profonde». Ma neppure Raoul Pupo ha mai sostenuto che allora ed in quei luoghi fosse stato compiuto un genocidio.

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Ci tengo però a sottolineare che ho parlato di Roberto Novelli a causa di quanto ha dichiarato sul caso “Kappa – Vu esclusa dal Salone di Torino”e che non ho assolutamente nulla contro di lui che non conosco, ma Novelli non sta in Regione ma è un onorevole, e quindi, se la ‘telefonatina’ è partita dalla Regione Fvg, non è stato lui a farla. Ma chi è stato? Forse si potrebbe più facilmente sapere chi ha escluso la Kappa – Vu (che non credo sia a partecipazione azionaria del 100% in mano ad Alessandra Kersevan) dagli editori che rappresentano la regione al Salone di Torino, che è corresponsabile di quanto accaduto tanto quanto chi ha fatto la ‘telefonatina’, o più. Perché uno può darti un consiglio, ma sta a te accettarlo o meno, o dire, come faceva mio padre, che era sordo da un orecchio e non aveva capito bene.

Infine come non ricordare quanto accaduto già a Torino a Alessandra Kersevan, su cui sono intervenuta su www.nonsolocarnia.info con il mio: “10 febbraio a Torino. Su quel convegno che, per qualcuno, “non s’ha da fare”, ma non si capisce perché”?. Ma allora pensai che la dott. Kersevan avesse contro, senza motivo alcuno, anche frange cattoliche, data la presa di posizione del quotidiano ‘Avvenire’.

Pertanto anche io, da cittadina che ama la sua terra, chiedo lumi su chi ha telefonato a chi, e su chi ha impedito a Kappa – Vu di partecipare al Salone di Torino, fatto che secondo la stampa è successo, con grave danno, a mio avviso, per la casa editrice e gli autori, ed ha fatto, secondo Fabio Folisi su Friuli Sera, «Cose da “ventennio” in Fvg e non solo contro i giornalisti ma anche contro gli editori, […]». (17).

Senza offesa per alcuno, ma per trattare di un caso salito all’onore delle cronache ed esprimere il mio pensiero.

 

Laura Matelda Puppini

Note.

(1) https://friulisera.it/la-regione-fvg-vuole-mettere-la-mordacchia-alla-storia-sponsorizza-lesclusione-della-casa-editrice-friulana-kappa-vu-dal-salone-del-libro-di-torino-politicamente-non-gradita/. L’articolo è stato ripreso pure da storiastoriepn.it. (http://www.storiastoriepn.it/la-regione-fvg-vuole-mettere-la-mordacchia-alla-storia-sponsorizza-lesclusione-della-casa-editrice-friulana-kappa-vu-dal-salone-del-libro-di-torino-politicamente-n/).

(2) https://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2021/10/12/news/salone-del-libro-editore-escluso-dallo-stand-del-fvg-perche-negazionista-delle-foibe-scoppia-la-polemica-1.40803348.

(3) Flavia Amabile, Franceschini: «Contrario ai tamponi gratis, orripilante la politica che cavalca le paure, in Messaggero Veneto, 15 ottobre 2021.

(4) Mi ricordo che seguivo, anni fa, Marco Travaglio che teneva una rubrica televisiva non so su quale rete privata, in cui narrava, dalla sua biblioteca piena di volumi, storie non certo eclatanti di politica italica, che si reggevano pure su telefonatine, per esempio a giudici e via dicendo.

(5) La frase è tolta dalla canzone di Fabrizio De André “Una storia sbagliata”.

(6) https://www.facebook.com/watch/?v=192926695126278. Approvato ordine del giorno Novelli contro negazionismo.

La presentazione dell’o.d.g. n. 1110 di Novelli, che richiedeva di non finanziare associazioni, case editrici e negazionisti, giustificazionisti, etc. è il seguente: «Questo ordine del giorno tratta un argomento che in questo periodo dell’anno è molto dibattuto, ed è l’argomento delle foibe, che è stato uno dei drammi del cosiddetto secolo breve, che è stato colpevolmente tenuto nascosto per oltre sessant’ anni. Molti di noi sanno che la prima ondata di violenza esplose dopo la firma dell’Armistizio del 1943, e, con il crollo del regime, i fascisti e tutti gli italiani in Istria vennero considerati nemici del popolo, prima torturati e poi gettati nelle foibe. Morirono nella prima fase circa un migliaio di persone, molte di queste innocenti, e queste furono le prime vittime di una lunga scia di sangue. Dopo il crollo del terzo Reich le cose peggiorarono ulteriormente, e gli uomini di Tito, il IX° Korpus, l’Ozna, con la complicità anche di partigiani italiani che facevano riferimento al IX° Korpus, iniziarono un’azione criminale che per troppi anni, ripeto, è stata tenuta nascosta. La rabbia degli uomini di Tito si scatenò contro persone inermi in una saga degli orrori. Poi i partigiani di Tito, dal maggio giugno 1945 uccisero migliaia e migliaia di persone legandole, anche persone innocenti, dobbiamo dirlo con forza. Le legavano con un filo di ferro ai polsi e le legavano incolonnate, e poi, sparando alle prime, facevano cadere decine di persone dentro le foibe, facendole morire fra i cadaveri tra atroci sofferenze.

Ora, Signor Presidente al governo, è evidente che noi non vogliamo giustificare in alcun modo ciò che fu il fascismo e il nazismo, ma vogliamo tornare a dire con forza che una verità storica, quella delle foibe, sottaciuta, nascosta, a volte svillaneggiata, deve avere un suo riconoscimento. E questo riconoscimento passa attraverso qualcosa che in questo momento noi possiamo fare. Alcune case editrici si sono caratterizzate per la pubblicazione di libri di stampo riduzionista, giustificazionista ed anche negazionista, propagandando le loro tesi anche in convegni pubblici talvolta ospitati in sedi istituzionali, e quindi noi, con questo ordine del giorno, ricordando anche che dal 2004 la Repubblica Italiana riconosce il 10 febbraio quale  giorno del ricordo, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, noi con questo ordine del giorno, chiediamo che il governo si applichi affinché venga revocata ogni forma di finanziamento pubblico concesso a case editrici ed associazioni che, anche in contrasto con il contenuto delle norme istitutive del giorno del ricordo, negano o minimizzano il dramma  delle foibe».

(7) “Editore escluso a Torino. Novelli: decisione giusta per chi nega esodo e foibe”, in Messaggero Veneto, 14 ottobre 2021.

(8) Ivi.

(9)  I tre volumi sono stati citati dall’on. Roberto Novelli in: “Editore escluso a Torino”, op. cit.

(10) Così Salvini il 10 febbraio 2020, dieci giorni prima dell’intervento di Novelli alla Camera: Salvini: “Folle chi nega le foibe”. (https://www.agi.it/politica/foibe_matteo_salvini_negazionismo_folle-7041918/news/2020-02-10/). Salvini nel suo intervento a Roma il 28 febbraio 2015, «non ha lesinato citazioni: le foibe, il genocidio degli Armeni, il disastro del Vajont, l’Oriana Fallaci di «Un uomo», don Milani ma anche don Sturzo, elencando una serie di libri da considerare esemplari e che a suo parere dovrebbero essere adottati nelle scuole, «dove si sa tutto dei fenici ma non della nostra storia recente», (https://www.corriere.it/politica/15_febbraio_28/roma-piazza-lega-casapound-rischio-scontri-antirazzisti-95dceedc-bf2b-11e4-911e-3d01b106f698.shtml); e cfr pure nel merito, Alessandro Sala, “Salvini in piazza a Roma, le citazioni, gli insulti ed il nuovo Pantheon”, in: Corriere della Sera, 28 febbraio 2015, e Laura Matelda Puppini, Sull’uso politico della storia, in www.nonsolocarnia,info e www.storiastoriepn.it. Insomma un certo tipo di lettura, ideologica e non storica, di alcuni fenomeni accaduti al per noi confine orientale, pare proprio avere una connotazione politica che accomuna Lega, estrema destra e Forza Italia. Sulla gestione del giorno del ricordo cfr. il mio: http://www.nonsolocarnia.info/25-aprile-e-giorno-del-ricordo-giornate-nazionali-e-non-di-associazioni-specifiche/, sulla nascita del giorno del ricordo cfr. http://www.nonsolocarnia.info/la-lettura-della-storia-al-confine-orientale-ditalia-e-caduta-in-mano-filofascista-chiediamocelo/.

(11) Cfr. nel merito anche il mio: “Perché voterei NO alla proposta di legge regionale Fvg su interventi culturali e scolastici per la conoscenza ed il ricordo del dramma post- bellico al confine orientale e delle ‘foibe’”, in: www.nonsolocarnia.info

(12) Nerina Fontanot, Anna Digianantonio, Marco Puppini, Contro il fascismo oltre ogni frontiera, Kappa – Vu ed., 2016 e “Un operaio comunista tra Friuli, Francia e Spagna. Le memorie di Giovanni Giuseppe Felice «Polo» l’Irriducibile (1905-1979)”, Kappa-Vu, 2021.

(13)http://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act?dir=/rafvg/cms/RAFVG/notiziedallagiunta/&nm=20211010154325003.

(14) Cfr. il mio: “Perché voterei NO alla proposta di legge regionale Fvg su interventi culturali e scolastici per la conoscenza ed il ricordo del dramma post- bellico al confine orientale e delle ‘foibe’ “

(15) L’Anpi entra in classe, l’ira di Novelli. “Inopportuno, disconosce le foibe”, in Messaggero Veneto, 11 ottobre 2019.

(16) La lettura della storia al confine orientale d’Italia è caduta in mano filofascista? Chiediamocelo. In: http://www.nonsolocarnia.info.

(17) https://friulisera.it/la-regione-fvg-vuole-mettere-la-mordacchia-alla-storia-sponsorizza-lesclusione-della-casa-editrice-friulana-kappa-vu-dal-salone-del-libro-di-torino-politicamente-non-gradita/.

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L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta la copertina del cd con le poesi di Leo Zanier lette dall’autore, edito da Kappa Vu, ed è tratta da: http://www.storiastoriepn.it/lultima-intervista-di-leonardo-zanier/.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/10/leo-zanier-IMG_20210921_130814.webp?fit=640%2C796&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/10/leo-zanier-IMG_20210921_130814.webp?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀLeggo su Friuli Sera con vero stupore un articolo che mi turba parecchio, a causa dei problemi generali che pone, e che si intitola: “La Regione Fvg vuole mettere la mordacchia alla storia. “Sponsorizza” l’esclusione della casa editrice friulana Kappa Vu dal salone del libro di Torino… politicamente non...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI