La sanità Fvg pone delle domande e dei problemi non indifferenti, di cui alcuni sono presenti da anni, in particolare dopo i tagli e le ‘rivoluzioni’ in negativo (nascoste dietro il pomposo termine ‘riforma’) ai tempi di Serracchiani /Telesca, seguiti a ruota da quelli di Riccardo Riccardi, mentre la gente continuava e continua ad ammalarsi, a morire ed a cercare di superare le mille difficoltà presenti per curarsi ed i mille balzelli burocratici. Ma ora dopo che abbiamo raggiunto, in Fvg, a causa del covid- 19, ben tristi primati nazionali nel numero dei contagiati e nei morti, qualcuno ha deciso correttamente di rivolgersi, con una missiva, direttamente al Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, raccontando i problemi presenti maturati dall’esperienza diretta sul campo, ed è l’Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani. Emergenza Area Critica (Aaroi Emac) – Regione Friuli Venezia Giulia, per mano del suo Presidente dott. Alberto Peratoner.

In essa, che è per l’associazione semplicemente la “nota 04/2021”, ed è indirizzata alla cortese attenzione del dott. Massimiliano Fedriga, e per conoscenza a tutti gli iscritti AAROI EMAC FVG, si può leggere quanto segue.

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«Gentilissimo Presidente Fedriga

Le scriviamo nuovamente a distanza di qualche mese a nome di 350 anestesisti rianimatori e medici dell’emergenza urgenza che abbiamo l’onore di rappresentare in questa regione ed a nome di moltissimi altri colleghi che formalmente non rappresentiamo ma che quotidianamente interagiscono e collaborano con noi specialisti della prima linea del fronte COVID e con i quali, condividendo lacrime, sudore, stress, frustrazioni e preoccupazioni abbiamo una assoluta coincidente visione della realtà attuale, una assolutamente esatta percezione della drammatica situazione sanitaria regionale odierna ed una assolutamente precisa preoccupazione che la gestione dell’ emergenza COVID continui ad avere grossissime criticità. Anche a nome di tutti loro abbiamo la presunzione di scriverLe.

Siamo stanchi, veramente stanchi, Presidente, perché da mesi ormai lottiamo in prima linea senza vedere una fine, con truppe ordinarie ormai logore e logorate, con le ferie bloccate e gli straordinari non pagati, senza rincalzi e sostituti, con riservisti lanciati al fronte con poca preparazione specifica, con infermieri, anello essenziale del sistema, raccattati in ogni dove per aprire nuovi posti letto intensivi e supportare pronto soccorso e rianimazioni, senza nessuna esperienza nell’ambito critico, in un livellamento al basso di competenza ed in uno scadimento nell’assistenza al malato.

Siamo frustrati, Presidente, per non poter più dedicare la giusta attenzione, la massima energia, il meglio della nostra professionalità a ciascun singolo paziente critico, perché ormai da mesi stravolti ed inghiottiti in un vortice in cui il nostro tempo ed il nostro lavoro sono dedicati principalmente a trovare un posto letto per tutti, ad inquadrare rapidamente il problema di ciascuno, ad iniziare le terapie cercando di garantirle a tutti con le risorse disponibili, a dimettere il prima possibile, e a riempire immediatamente quei pochi posti letto liberi, con altri pazienti che sono già gravi e sono in lista di attesa per un letto, un monitor, un ventilatore e un infermiere, forse di terapia intensiva …

Siamo provati, Presidente, per il numero notevole ed inusuale di morti che da mesi vediamo ogni giorno nei nostri reparti, non siamo abituati e mai lo saremo e siamo in questo ultimo mese affranti perché l’età media dei nostri pazienti è nettamente più bassa e nessuno è escluso.

Siamo terribilmente preoccupati, Presidente, di dover ogni giorno trattare pazienti critici in reparti non adatti, improvvisati e non preparati alla gestione di pazienti ventilati ed a possibile evoluzione clinica negativa, siamo preoccupati di avere nei nostri ospedali “megareparti” di Medicina con 150 pazienti COVID, siamo preoccupati di avere i Pronto Soccorso della regione paralizzati da pazienti COVID e non COVID, che stazionano nei corridoi e in tripla fila in attesa ed in assenza di destinazione.

Siamo e rimaniamo basiti nel vedere che dopo un anno di bollettini, report e proclami, si aprono reparti di Semintensiva (come già a Palmanova, in questi giorni anche a Gorizia) che in realtà sono a tutti gli effetti Terapie Intensive gestite da anestesisti rianimatori, con pazienti gravi, ventilati e rapidamente tutti intubati in un effetto finale di sottodimensionamento del numero reale di pazienti in Terapia Intensiva. Ora i veri numeri ci dicono che i pazienti gravi in Terapia Intensiva in FVG sono ben di più di quanti dichiarati, superando decisamente il valore del cuttoff di 50% dei posti letto intensivi totali occupati da pazienti COVID.

Siamo molto sorpresi dal fatto che nella prima ondata, quando altre regioni erano in profonda crisi, il nostro SRR ha dato fortissimo ed encomiabile esempio accogliendo da fuori regione alcuni pazienti molto gravi nelle nostre Terapie Intensive, ed ha prestato professionisti (tramite i bandi della Protezione Civile) ad altri ospedali italiani mentre oggi che il problema ce l’ha il Friuli Venezia Giulia, questa ipotesi non è mai stata presa in considerazione e nel vicino Veneto per esempio la disponibilità di posti ci sarebbe stata. Dimostrare di aver bisogno del supporto e della solidarietà di altre regioni non riteniamo sia una sconfitta del sistema.

Siamo molto preoccupati Presidente perché i messaggi anche politici dati alla popolazione non sono stati abbastanza forti e coerenti, e la zona rossa oggi in Fvg non sta dando gli ottimi risultati di quella di un anno fa, e lo si vede chiaramente nei nostri ospedali ove è sempre alto il numero dei positivi e degli ammalati, dove tutte le altre comuni patologie sono presenti e dove i Pronto Soccorso sono letteralmente intasati dai soliti mille problemi precedenti l’epoca COVID.

Con gli amici chirurghi siamo molto preoccupati perché la sospensione delle sale operatorie elettive era sì doverosa per recuperare rapidamente risorse, ma dall’ altra parte non è partita una seria ed organizzata azione correttiva e suppletiva ai fini di attivare immediatamente in nosocomi non covid anche privati-convenzionati almeno la chirurgia neoplastica più urgente … così facendo fra qualche mese avremo ulteriori danni collaterali.

Siamo molto arrabbiati Presidente perché la riforma sanitaria di questa regione, sotto molti aspetti è di fatto rimasta solo sulla carta e durante questa pandemia molti nodi sono già venuti al pettine, il principale dei quali è di fatto l’inconsistenza di una sanità territoriale collocata de iure nel calderone delle aziende uniche ma de facto senza un vero controllo, senza le necessarie sinergie ed integrazioni con la parte ospedaliera, senza i chiari percorsi e senza le adeguate strutture in un risultato finale di un sistema sanitario che permane erroneamente, costantemente ed esasperatamente ospedale-centrico.

Siamo molto infastiditi, Presidente, dalle ripetute recenti passerelle di sindaci, assessori, e politici vari in pieno stile da campagna elettorale, ad inaugurare centri vaccinali in una gara tra città e province a chi è più bravo ed efficiente, non rendendosi conto che anche in questo ambito la campagna vaccinale è partita solamente grazie all’abnegazione ed alla gratuita disponibilità del personale dipendente e pensionato del SSR, gli stessi che già si sono e si sono fatti carico delle criticità dell’ospedale e del territorio.

Siamo infine molto delusi dal fatto che ormai da molti mesi, i vertici della Sanità regionale non ci danno udienza e non ci convocano, non solo per trattare di materia strettamente contrattuale, dove in altre regioni gli aspetti di contrattazione decentrata regionale del “nuovo” contratto sono stati ampiamente trattati e conclusi mentre qui neppure iniziati, ma neppure per ascoltare da chi è in prima linea i veri problemi e le principali criticità. Una volta esistevano addirittura le audizioni nelle Commissioni Regionali per problematiche ben meno gravi e meno specifiche, oggi sembra che nessun sia interessato a sentire i principali attori del sistema od addirittura ci sia la paura di sentire i veri problemi.

Sperando che possa e voglia capire in quale drammatica condizione si trovano gli operatori della “prima linea” del nostro SSR e che possa farsi da tramite per trovare, con i suoi collaboratori soluzioni migliorative per tutti noi e per il nostro sistema sanitario, le auguriamo Presidente buon lavoro, sperando che l’allentamento delle misure di prevenzione e contenimento sociale non provochino l’ennesima risalita dei contagi, perché noi siamo veramente stremati.

Distinti saluti.

Alberto Peratoner – Presidente AAROI EMAC – Regione Friuli Venezia Giulia.

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Questa onesta ed accorata lettera, che fotografa la situazione attuale del ssr Fvg, che segnala delle situazioni reali, che evidenzia delle criticità e pone delle domande all’interlocutore corretto, oltre che palesare i sentimenti umanissimi di chi opera in sanità, che vanno dalla condivisione delle lacrime, del sudore, dello stress, alla stanchezza, alla frustrazione, preoccupazione, ira, fastidio, causati da precisi motivi di lavoro, ha scatenato, non si sa perché, un putiferio mediatico, che spesso però non ha colto la profondità del messaggio, enucleando solo aspetti particolari, e dando allo scritto un significato guerrafondaio totalmente assente.  Ma questo accade perché la stampa ormai interpreta tutto in termini elettoralistici e di lotta fra bande, quasi fossimo alla preistoria ed alla clava, ed è abituata troppo ai cip cip di twitter ed ai pronunciamenti lapidari dei politici che, attraverso un linguaggio semplificato, hanno impoverito pure il pensiero. Ma dovremmo ricordarci maggiormente come si esprimeva il fascismo, per non finire per adottarne le stesse modalità. E pare che, talvolta, qualcuno si dimentichi che viviamo in uno stato democratico basato sulla Costituzione italiana, che permette di esercitare il diritto di critica e la libertà di espressione.

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Tanto per fare un esempio, guardate che chiave di lettura dà Mattia Pertoldi a questo documento, nel suo: “Confronto sulle Intensive. La Regione: dati corretti”, in Messaggero Veneto, 11 aprile 2021.

Il giornalista esordisce con: «Nessun dato truccato sulle intensive». Ma Pertoldi, Lei, e mi scusi se glielo chiedo, ha letto bene il testo della lettera? Nessuno ha mai scritto che i dati sul numero dei pazienti seguiti con modalità da terapia intensiva sono stati truccati (che presuppone una intenzionalità dell’ atto per uno scopo), perché il dott. Alberto Peratoner ha firmato solo che in realtà ci sono reparti, come a Palmanova e Gorizia, di terapia semintensiva, che sono a tutti gli effetti Terapie Intensive gestite da anestesisti rianimatori, ed a suo avviso il numero di pazienti di detti reparti dovrebbe esser sommato a quello dei pazienti in intensiva.

Quindi Pertoldi continua evidenziando un “Atto di accusa”, ma il dott. Peratoner ha solo esplicitato delle criticità a più livelli nel ssr, come ho fatto anch’ io in numerosi articoli guardando il problema dalla parte del cittadino. E il dott. Peratoner ha firmato la sua lettera come presidente di una Associazione di categoria, ed è più che legittimo che tratti del suo lavoro e di quello degli altri soci del sodalizio, pure in questo tempo di covid protratto. Inoltre sempre l’articolista del Messaggero Veneto dice che Riccardi ha schierato “un plotone” per rispondere alla missiva. Ma nella realtà egli ha chiamato, dal mio punto di vista troppo affrettatemente, dei manager nominati dalla politica ai vertici aziendali, di cui quello di Asufc ha già la valigia in mano per aver scelto di trasferirsi, e i primari responsabili delle aree principali dell’emergenza urgenza, che, par di capire dal noto quotidiano locale, hanno fatto quadrato intorno a Riccardi, quasi come i tre moschettieri intorno a D’ Artagnan, senza portare però, sempre leggendo il Messaggero Veneto, un dato che sia tale, senza una analisi dei problemi esposti, senza nulla di nulla, mentre vi è stato chi ha parlato di strumentalizzazione politica. Ma scusate: in che Stato viviamo se una onesta e democratica esternazione di disagio, difficoltà e richiesta di migliorare, viene vissuta come una strumentalizzazione politica? Ma per cortesia …  

Poi scopriamo, sempre da Pertoldi, che, a fianco degli infermieri, e qui proprio non si capisce nulla, nel frattempo «si sono schierate le opposizioni in Consiglio Regionale – che hanno chiesto un’audizione urgente in III commissione del dott. Peratoner e degli altri interessati alla vicenda». (Ivi). Ma forse a Pertoldi è sfuggita l’ultima parte della lettera che parla di problemi che si possono definire sindacali, per i quali è mancato il richiesto confronto tra le parti, un tempo usuale, come usuali erano le audizioni degli attori principali in terza commissione. E dato che alcuni consiglieri della minoranza avevano già chiesto di riunire la commissione sanità, l’hanno nuovamente richiesto per parlare con l’autore della lettera, primario e presidente di una associazione di categoria. Ma come si fa a scrivere un articolo del genere, mi chiedo fra me e me?

Quindi sul Messaggero Veneto si è ripassati al quotidiano strombazzamento sui vaccini, importanti ma che non meritano chili di carta stampata, e le grosse problematiche del ssr, messe in evidenza pure dal dott. Peratoner sono passate in secondo piano, o sono state limitate alla richiesta di conteggio dei pazienti intubati, aspetto pure questo di spessore, ma non l’unico trattato nella missiva.

E chiudo chiedendo a tutte le forze politiche di leggere bene questa lettera, queste righe che fotografano ancora una volta quella sanità quasi distrutta in Fvg, anche nel rispetto di quelle lacrime, di quel sudore e stress, che hanno accomunato, secondo Peratoner, chi lavora in sanità. E vorrei che i politici regionali, se non hanno gli occhi bendati, riconoscessero che ormai per la sanità, qui in Fvg, la misura è colma e che si muore davvero, che muoiono tanti, anche se non vediamo i camion militari allontanarsi con la bare. Infine per problemi così importanti bisogna ritornare a analisi e scelte che coinvolgano il consiglio regionale, eletto dal popolo, sia nella fase di analisi, che in quella di proposizione e di scelta degli adeguati correttivi, non solo nell’approvare o meno una legge dopo l’altra di riforma, che praticamente hanno dato alla giunta ed ad un solo assessore carta bianca ora come allora.

Laura Matelda Puppini

L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta il logo dell’associazione il cui presidente ha scritto la lettera che ho riportato. Lmp.

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