Gentilissimi lettori, vorrei ritornare in questo mio articolo, al nostro presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga, ed ai suoi viaggi in USA, naturalmente basandomi su fonti pubbliche.

Autonomia differenziata? Non per le Regioni a Statuto speciale.

Il dott. Fedriga pare punti ad avere un potere forte in regione, come del resto il non eletto Riccardo Riccardi, e si dedica a parlare di autonomia differenziata. Infatti questo si legge su di un comunicato Ansa: «Altrettanto importante – secondo Fedriga – la partita dell’autonomia: un fronte ampio, che abbraccia aspetti di interesse trasversale, quali il riconoscimento costituzionale del Sistema delle Conferenze e l’istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni, fino a toccare questioni specifiche quali l’autonomia scolastica”. Obiettivi, quelli legati al regionalismo differenziato – ricorda una nota».

Ma l’autonomismo differenziato non è possibile per il Fvg e per la altre regioni a Statuto speciale, proprio sulla base dell’ art. 116 del titolo V della costituzione. E sembra che l’obiettivo preminente sia quello di regionalizzare il sistema scolastico, che sarebbe una vera catastrofe, come lo è stato la creazione dei ssr, che ha portato l’Italia sul lastrico ed ad una Babele. (1). E comunque l’Italia non è uno stato confederale, e non è l’America. E o si cambia la Costituzione, o si cambia la Costituzione. 

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Ma cos’è il regionalismo differenziato? Dopo il fallimento del referendum costituzionale del 2016, proposto da Matteo Renzi e bocciato dal popolo, tre Regioni: il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna, che però non sono regioni a statuto speciale come il Fvg, hanno cercato comunque una maggiore autonomia dallo Stato, permessa dagli articoli  114 e 116 del titolo V della Costituzione, introdotti nel 2001. Ed in ogni caso la Lombardia e il Veneto hanno richiesto ai cittadini delle rispettive regioni di esprimersi sull’autonomia differenziata tramite appositi referendum popolari regionali, vinti dal sì; mentre la giunta regionale dell’Emilia Romagna ha ritenuto di poter procedere con la sola approvazione della richiesta di ulteriore autonomia da parte del consiglio regionale (2).

E dopo il referendum, la regione Veneto ha però approvato anche uno «schema di accordo di collaborazione, tra la regione del Veneto e l’Università degli studi di Padova, per la realizzazione di attività di studio, ricerca ed analisi sull’attuazione del titolo V della costituzione, con particolare riferimento al regionalismo differenziato», onde aver chiara la materia a livello giuridico, precisando pure che detto accordo  ”deve regolare la realizzazione di un interesse pubblico” non certo quello di privati. (3). Inoltre il Veneto, dopo il referendum, puntava a diventare Regione a Statuto speciale, ma non le è stato concesso.

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E il Presidente della giunta regionale, invece di occuparsi della situazione difficile del Fvg a livello di sanità, scuola, servizi, territorio, energia, settori che necessiterebbero di un po’ di quei milioni che la giunta sta gettando per fare strade montane per nessuno, nuove piste da sci senza tenere conto dei cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti, o che vorrebbe investire nella inutile ed impattante Cimpello- Gemona e via dicendo, mentre, tra l’altro, fra un po’ il comune di Resia finirà isolato, perché la strada frana e rifrana, e mentre istituti scolastici ipotizzano di chiudere il sabato, dove quella giornata era di lezione, per risparmiare, dopo che sono già stati sacrificati nella loro attività dal covid, si occupa, per altri, di autonomismo differenziato! E quando il consigliere Furio Honsell, nel corso del consiglio regionale del 26 ottobre 2022, ha chiesto due lire per far fronte alle bollette che si prefigurano salatissime per le scuole, il voto della maggioranza è stato negativo, con la giunta in testa. Ditemi voi se non è ora che vadano a casa. E, tra l’altro, come ci ritrovemmo se la scuola passasse del tutto regionale con questi chiari di luna e se il ‘bongiorno si vede dal mattino?’

E più Regioni italiane hanno cercato, in un modo o nell’altro, di venire incontro ai cittadini, alle famiglie, in questo momento difficile, ma la regione Fvg, avendo un miliardo di entrate, ha prodotto sì e no un topolino e limitato nel tempo, che io sappia, cioè  solo la legge 5 agosto 2022, e se erro correggetemi. Forse sosterrà l’acquisto di pannelli fotovoltaici ma, con i prezzi che io ho visto qui, finiranno subito i denari. Perché la reale politica per sostenere l’economia e la gente e quindi, di riflesso, le regioni e lo stato, è quella di mettere un tetto ai prezzi, di calmierarli per legge, come fatto alla fine della seconda guerra mondiale in Italia, e di nazionalizzare i settori strategici come quello energetico, via scelta ora dalla Germania e dalla Francia (4), ma non perseguibile per noi, perchè costa troppo ed abbiamo forse sperperato troppo.

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Ma perché mi preme in particolare sottolineare le scelte di Massimiliano Fedriga, che va avanti sulla sua strada come un ‘caterpillar’?  Perché a mio avviso pare egli le stia perseguendo, incurante di noi cittadini, da quanto si legge sulla stampa, mentre non si sa quanto venga portato al consiglio regionale, perchè, quasi fosse il gran consiglio del fascismo, tutto pare passi per la giunta. E sembra che intenda modificare alcuni aspetti della situazione regionale in modo direi da staccarla dal contesto nazionale e farne una ‘cosa’ a sé stante, figlia sua, degli Usa e di Riccardo Riccardi, in barba al fatto che apparteniamo alla nazione Italia e barattandola come scelta data da quel regionalismo differenziato che però non può richiedere per il Fvg e che non può evitare il consiglio regionale. E se erro od ho mal compreso, correggetemi. E mi scuso subito con il dott. Fedriga. Ma, a mio avviso, bisogna sapere bene cosa fa in Usa, e che accordi firma per noi, se gli è possibile, perchè non è un governatore all’americana, eletto con le leggi americane, ma un presidente della giunta regionale, eletto con il becero rosatellum, ed operante nel contesto italiano.

Ma ritorniamo ai 2 viaggi in Usa del presidente Fedriga ed a 2 articoli nel merito.

Ma ritorniamo ai 2 viaggi in Usa di Fedriga, quando se ne prefigura un terzo, avvenuti ambedue dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, e ricordando i tre ruoli istituzionali che egli ricopre attualmente: presidente della giunta regionale del Fvg; presidente della conferenza delle Regioni e delle Province autonome, e Commissario per l’emergenza profughi ucraini a livello nazionale.

Vi è chi ha detto che è solo andato per commercializzare prodotti, dimentico che gli USA vogliono venderci i loro, ed hanno pure approfittato della guerra Ucraina per imporci il loro gas liquido, estratto in modo più inquinante, che richiede rigassificatori e costa 4 volte tanto; c’è chi ha scritto che è andato ad incontrare il console generale e la console aggiunta ‘una signora di origini friulane’, e il comunicato ufficiale non dice nulla. Ben altro dicono invece due articoli, ambedue in https://www.triesteallnews.it/, uno dei quali, già citato, riporta che Fedriga ha siglato «un accordo innovativo, che punta a intercettare, nei mercati target per il Friuli Venezia Giulia, potenziali operatori economici interessati a investire nel nostro territorio». E così continua: «Accanto agli investimenti austro-tedeschi il FVG pertanto ora mira a intercettare gli interessi statunitensi; tradizionalmente presenti tanto a livello economico, quanto militare (base USAF di Aviano docet), ma che non erano mai stati così preponderanti». (5).

Avesse almeno chiesto il permesso al consiglio regionale se intende ‘intercettare gli interessi Usa” che non sono i nostri, come ben ha precisato Vincenzo Del Luca, presidente della giunta regionale della Campania, (6) che non è nè stupido nè disinformato. Inoltre vorremmo davvero sapere di che investitori statunitensi trattasi, perché spesso le multinazionali giocano spiccioli per poi prendersi il banco. Mica si può fare “dut cussì…”

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Poi vi è un secondo articolo, questo relativo al secondo viaggio di Fedriga in USA, che si intitola: «Fedriga vola a Washington, importante dialogo con gli stakeholder USA», in: https://www.triesteallnews.it/2022/10/.

Qui si legge: «Il presidente del Friuli Venezia Giulia ritorna, dopo la prima ‘missione’ della scorsa estate 2022, negli Stati Uniti, specificatamente a Washington per una serie di incontri con importanti stakeholder economici, coadiuvati dalla Camera di commercio Americana in Italia (American Chamber of Commerce in Italy). Obiettivo principale attrarre clienti e investitori interessati a scommettere sul nord est come polo di scienza, industria e logistica. Non a caso gli stakeholder erano massicciamente provenienti dai settori dell’elettronica e dell’Information communication technology (Ict); e a sua volta il FVG si è presentato come una nostrana Silicon Valley, tra “tecnologie all’avanguardia come la comunicazione quantistica”, la ‘Hydrogen valley’ con la Croazia e la Slovenia e l’Area Science Park di Trieste».

Insomma, consiglieri regionali, per cortesia, il prossimo consiglio regionale, potete far mettere all’o.d.g. “Informazioni precise circa i viaggi del Presidente della giunta regionale in Usa”, perchè il saperlo è vostro e nostro diritto e il rispondere un dovere di Fedriga?

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Sulla Silicon Valley friulana, ora diventata Fvg, ed il messaggio promozionale di Eurotech, datato 2018.  

Ora si parla di Silicon Valley FVG, come idea geniale e creazione del dott. Fedriga, peccato che di Silicon valley, però friulana, avesse già parlato, con ben più competenza, Roberto Siagri nel dicembre 2018, ma in altro contesto mondiale, (7). E lo slogan  faceva parte di una campagna promozionale di Eurotech del luglio 2018, firmata dall’agenzia Lorenzo Marini Group di Milano. (8).

Insomma, il progetto Fedriga non è poi così originale, perché lo si legge pari pari nell’articolo, già citato, ‘Il sogno del Friuli: diventare la Silicon Valley dell’Europa dell’est’, solo che chi lo doveva portare a termine era, in un contesto geopolitico diversissimo, la nostrana ed italianissima Eurotech, mentre ora Fedriga va in Usa a cercare competitors a quello che ha già in casa sua. Ed a mio avviso dovrebbe spiegare al consiglio regionale perché, in solitaria, ha scartato Eurotech, cercando, anzi, di ficcarle in casa una concorrente estera sostenuta dalla Regione Fvg. E io se fossi un consigliere del consiglio regionale (la giunta mi pare che non conti nulla, tanto se dice ‘a’ Fedriga dicono ‘ a ‘ in coro) qualche domanda me la farei e la farei a Fedriga nelle sedi istituzionali. 

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Nucleare USA  in FVG ad Aviano e in transito al porto di Trieste.

E dato che il dott. Fedriga ha a cuore la nostra regione ed il porto di Trieste, e va in Usa, anche a cercare logistica, potrebbe per cortesia chiedere qualcosa di più agli States rispetto a quanto riferito da Nicolas Marzolino dell’ANVCG il 5 novembre 2022 alla manifestazione per la pace a Roma dal palco, che così si è espresso sulla presenza di ordigni nucleari in Italia: «Lo ha detto anche il presidente dell’Anpi che abbiamo Ghedi ed Aviano, ed inoltre anche il porto di Trieste dove transitano navi e ordigni nucleari. Queste armi sappiamo benissimo cosa possono fare».  (9).

Ora su Aviano qualcosa si sussurrava, ma di transiti nel porto di Trieste proprio no … Ma forse non sappiamo tutto neppure su Aviano ora. 

Infatti per quanto riguarda Aviano, così si legge su “Ghedi, gli Stati Uniti accelerano: arrivano nuove bombe atomiche” al capitoletto intitolato: “Dove sono le atomiche in Europa” (10) : «Anche a Ghedi, così pare: l’ultimo rapporto sulle armi nucleari americane in Europa ha rivelato la presenza di almeno un centinaio di ordigni, distribuiti in 6 basi in cinque Paesi. Due sono in Italia: la base di Aviano (dove sarebbero stoccate 20 bombe atomiche B61 modello -3/-4) e quella di Ghedi (con 15 bombe B61). A queste si aggiungono le basi di Kleine Brogel (Belgio), con 15 bombe atomiche B61, Buchel (Germania) con 15 B61, Volkel (Olanda) con 15 testate nucleari, Incirlik (Turchia) con 20 testate B61. Ma l’elenco si potrebbe anche estendere con un ulteriore stoccaggio atomico in una base militare della Grecia”».

E non serve scomodare i servizi segreti per saperlo, esiste infatti un rapporto, trapelato nel 2019, che ha rivelato le posizioni delle basi nucleari statunitensi e NATO a Kleine Brogel in Belgio, Büchel in Germania, Aviano e Ghedi-Torre in Italia, Volkel nei Paesi Bassi e Incirlik in Turchia. (11).

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P.S. E vorrei riportare qui, relativamente agli ordigni nucleari presenti in Italia, quanto riportato nell’articolo di Daniela Padoan intitolato: ” Gli avvocati. Il nucleare di guerra in Italia una presenza negata e illegale”, in: Avvenire, 28 maggio 2022. Sottotitolo: “Un enorme arsenale nascosto nelle basi italiane mette a rischio la sicurezza di tutti”. L’articolo parla di Ghedi ed Aviano, e così continua: «Durante la guerra fredda, all’Italia era stato affidato il compito di rispondere a un eventuale attacco contro i Paesi Nato sganciando testate nucleari americane su Praga e Budapest, come affermato dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga in un’intervista del 2005. La potenza di anche una sola testata sarebbe stata sufficiente a radere al suolo le due città. Il Muro di Berlino è caduto da più di tre decenni, eppure nella base statunitense di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, oggi si trovano almeno venti ordigni nucleari trasportabili con caccia F-16; altre venti bombe atomiche destinate ai caccia Tornado del Sesto stormo dell’Aviazione italiana si trovano nell’aeroporto di Ghedi, vicino a Brescia. In attuazione degli accordi bilaterali con gli Usa e conformemente alla politica Nato, la “condivisione nucleare” prevede che i Paesi ospitanti custodiscano le bombe statunitensi e che, in caso di guerra, i cacciabombardieri possano sganciare gli ordigni atomici sugli obiettivi stabiliti. Per essere pronti a svolgere un simile compito, i piloti delle forze armate nazionali si esercitano regolarmente anche in tempo di pace, mentre lo Stato italiano, secondo l’osservatorio sulle spese militari italiane Milex, affronta un costo direttamente riconducibile alla presenza di testate nucleari che può raggiungere i cento milioni di euro annui. (…)».

Per strappare il velo su una realtà tanto più agghiacciante nell’attuale rincorrersi di minacce atomiche tra superpotenze, ventidue associazioni pacifiste hanno commissionato un Parere giuridico sulla presenza delle armi nucleari in Italia alla sezione italiana di Ialana, l’Associazione internazionale degli avvocati contro le armi nucleari, con status consultivo presso le Nazioni Unite. Lo studio che ne è risultato  – una chiara denuncia dell’illegalità della presenza degli ordigni nucleari sul suolo italiano, in violazione del Trattato di pace del 1947 e del Trattato di Non Proliferazione del 1968, ratificato dal nostro Paese nel 1975, oltre che di varie norme nazionali e internazionali – non nasconde la paradossale difficoltà di ottenere una condanna in via giudiziaria e un conseguente ordine di rimozione delle armi atomiche statunitensi, ma assume una potenzialità che va oltre l’azione giuridica: farci guardare ai vestiti dell’imperatore, per dire che è nudo. I vestiti sono l’insipienza e le convenienze di un potere che sacrifica la sicurezza dei cittadini a un altro concetto di sicurezza; la nudità è la semplice, non nascondibile, presenza in Italia – a 85 chilometri da Milano nel caso di Ghedi, a 95 chilometri da Venezia nel caso di Aviano – di un enorme arsenale atomico, dove le bombe nucleari B61-3 e B61-4 inizieranno a essere sostituite nei prossimi mesi dalle più sofisticate B61-12, dotate di quattro opzioni di potenza, fino a un massimo di 50 chilotoni ciascuna, vale a dire una forza di distruzione superiore a tre bombe di Hiroshima.

I cittadini, se informati, si esprimono con nettezza: il 74% degli italiani, secondo un sondaggio condotto da You-Gov, e addirittura l’80%, secondo un sondaggio commissionato a Ipsos da Greenpeace, sono a favore della rimozione delle armi atomiche dislocate nel nostro Paese. Dal Parere giuridico redatto dagli avvocati Joachim Lau e Claudio Giangiacomo possono nascere iniziative legali a livello nazionale e internazionale, ma anche un’opera di informazione capace di rendere tutti noi non bersagli inermi e svagati – o, al contrario, troppo oppressi per reagire – ma cittadini consapevoli, decisi a tornare allo spirito della fondazione delle Nazioni Unite, quando, con il documento finale della Sessione speciale sul Disarmo dell’Assemblea generale del 1978 (risoluzione S-10/2), venne chiesto agli Stati di abbandonare l’utilizzo della forza nelle relazioni internazionali e rafforzare la sicurezza tramite il disarmo. (…). E dal Dal 26 maggio è in libreria il volume “Parere giuridico sulla presenza di armi nucleari in Italia” (185 pp., Multimage) redatto dagli avvocati Joachim Lau e Claudio Giangiacomo, di Ialana Italia».

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Dato che viviamo in FVG, nel ringraziare chi ci ha trasmesso le informazioni e Avvenire, domandiamo però alla Regione a Statuto Speciale Fvg, nella figura del Presidente della Giunta che viaggia negli States, informazioni puntuali sull’arsenale nucleare che gli USA hanno a casa nostra e agli ordigni nucleari che transitano nel porto di Trieste, e garanzie per la nostra sicurezza. Chiedetelo anche voi, consiglieri regionali, per cortesia, perchè pare che abitiamo in una specie di “polveriera atomica” sotto controllo straniero, sapendo poco o nulla. Almeno quelli di Ghedi hanno bresciatoday!

Senza voler offendere alcuno, ed ancora seriamente preoccupata, ho scritto queste righe, anche per dare voce ai miei pensieri ed alle mie paure, righe che sono ovviamente confutabili, ma con dati a supporto. 

Laura Matelda Puppini

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(1) http://www.nonsolocarnia.info/state-allegri-arrivano-i-tagli-di-renzi-gutgeld-lorenzin-boschi-addio-a-sanita-e-salute/

(2) Cfr. anche, se interessati all’ argomento: Sergio Marotta, Regionalismo differenziato, in: https://www.economiaepolitica.it/_pdfs/pdf-9644.pdf).

(3) Regione Veneto. Bur n. 156 del 23 novembre 2021.

(4) Cfr. https://ilsalvagente.it/2022/09/22/energia-francia-e-germania-verso-la-nazionalizzazione-e-in-italia-si-puo-fare/.

(5) Investimenti made in USA, Fedriga sigla accordo “innovativo” con Italian Trade agency”, in: https://www.triesteallnews.it/, 8 luglio 2022.

(6) Cfr. http://www.nonsolocarnia.info/21-minuti-di-analisi-lucidissima-sulla-guerra-in-ucraina-di-vincenzo-de-luca-governatore-della-campania/

(7) Il sogno del Friuli: diventare la Silicon Valley dell’Europa dell’est, in: https://www.wired.it/economia/business/2018/09/12/friuli-venezia-giulia-digitale-eurotech-siagri/).

(8) https://www.udinetoday.it/economia/carnia-come-silicon-valley-amaro-cupertino.html.

(9) Intervento di Nicolas Marzolino, Consigliere Nazionale ANVCG, il 5/11/22 a Roma per Europe for Peace. Ascoltabile in: https://www.youtube.com/watch?v=CQ9A5EHTx_A

(10)“Ghedi, gli Stati Uniti accelerano: arrivano nuove bombe atomiche” al capitoletto intitolato: “Dove sono le atomiche in Europa”  (in: https://www.bresciatoday.it/social/ghedi-nuove-bombe-atomiche.html).

(11) Esercitazione Nato in caso di guerra nucleare in Europa: occhi puntati su Ghedi, in: https://www.bresciatoday.it/attualita/ghedi-esercitazione-nato.html.

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 L’ immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2022/07/fvg-Fedriga-New-York-Fogolar-famee-friuli-nel-mondo-ea57d9d8-1198-4271-a3b5-6795b2f10afd.html. Laura Matelda Puppini.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/fedriga-1600x1200_1657386434107.Fedriga_Usa.jpg?fit=1022%2C1024&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/fedriga-1600x1200_1657386434107.Fedriga_Usa.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀGentilissimi lettori, vorrei ritornare in questo mio articolo, al nostro presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga, ed ai suoi viaggi in USA, naturalmente basandomi su fonti pubbliche. Autonomia differenziata? Non per le Regioni a Statuto speciale. Il dott. Fedriga pare punti ad avere un potere forte in regione, come del...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI