Ferruccio Tassin. Sulla caserma ‘Luigi Sbaiz’, anche campo di concentramento, che il comune cerca di ‘oscurare’.
«A Visco (Udine), in Friuli, c’è l’ex caserma “Luigi Sbaiz”. Nella grande guerra, fu il più grande ospedale militare attendato d’Italia, vi morirono oltre 500 militari italiani e austroungarici e numerosi civili. In seguito, fu campo per i profughi dei paesi sulla linea del Piave (sofferenze e morti …). Poi fu deposito di artiglieria e presaga fabbrica di filo spinato.
Caserma e campo di concentramento a Visco, anni fa, ed ora a rischio. (Foto da Ferruccio Tassin).
Dal febbraio al settembre 194,3 fu campo di concentramento per civili della Jugosvia. Il luogo sul quale sorge è stato per cinque secoli sul confine fra etnie e culture: latina a ovest; slava, tedesca e ungherese a est. Dal settembre ’43 al 1945 deposito della Wehrmacht, il 5 ottobre 1944, venne assaltato da un gruppo di partigiani e fu asportata una grande quantità di armi.
Nel 1945 vi furono prigionieri 20.000 fra Centici e Domobranci disarmati dagli inglesi. Nel 1947 base di partenza per carabinieri e finanzieri che andarono a riprendere possesso di Gorizia, dal 1947 al 1996 caserma per decine di migliaia di giovani; fra essi, il fumettista Bonvi e il cantante Sergio Endrigo. Per la singolarità, la posizione e il forte valore storico e simbolico, la Soprintendenza ha vincolato il cuore del campo ancora intatto in 20 edifici in muratura (circa 70.000 mq).
Periodicamente il Comune di Visco, che ne è il proprietario (ha lasciato cadere due volte contributi regionali per studiale la valorizzazione del campo) chiede la riduzione del vincolo della Soprintendenza. Un tempo parlava di quantità di metri quadrati da destinare alla memoria (la memoria…a metri quadrati!), ma i tentativi per limitare il vincolo sono – fortunatamente – falliti. Ora si cerca di ridurre il problema all’eternit sui tetti delle costruzioni (l’azienda sanitaria ha constatato che, per ora, non c’è dispersione di fibre di amianto), facendo declinare il grande valore storico e morale del campo al solo problema di sicurezza.
Caserma e campo di concentramento a Visco ora, dopo l’oscuramento.. (Foto da Ferruccio Tassin).
L’amianto è una motivazione reale, ma strumentalmente usata, difatti ci sono, periodicamente, gli operatori con i cani da catastrofe e c’è la sede della Protezione Civile … Certamente ci sarà il problema della sicurezza, ma con questo argomento non si può scusare il disinteresse per l’aspetto storico. Forse è ora di affrontare il problema alla radice, riconoscendo il sito – come richiesto dal grande scrittore Boris Pahor – monumento nazionale, togliendolo dalle mani di chi non lo sa valorizzare (mai una partecipazione ad un convegno di studio sui campi, e ce ne sono stati!). Per questo l’appello è alla politica: faccia la sua parte! Ma, a premessa, giù le mani dal campo! Si lascia che tutto crolli e, ultima vergogna, si è impedita anche la vista del campo con un indegno “oscuramento”.
Sito del campo: campoconcentramentovisco.altervista.it»
Prof. Ferruccio Tassin. – Deputato della Deputazione di Storia Patria per il Friuli.
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