A me questo scritto di Honsell pare importante e può fungere da traccia per una discussione, ed è, come gli altri dello stesso autore, un documento politico che ci parla del nostro futuro e di quello dei nostri figli. E senza programamzione non si può far nulla. Ma eisste questa reale programamzione in Fvg? Poi è inutile lamentarsi al bar e fare i soliti pagnistei, magari risfoderando il vecchio “Piove governo ladro”, o magari remare contro qualsiasi osservazione solo per fazione o per partito preso o per il gusto di farlo. Quesi sono comportamenti, lasciatemelo, dire puerili, più che da adulti pensanti. E credetemi, certe volte ho l’impressione di vivere in un’altra Italia rispetto a quella in cui sono nata, che perde via via dignità, popolata da sudditi e non più da cittadini. Vogliamo ritornare un popolo presente e partecipe alla vita della nostra Nazione? Io spero di sì. Laura M Puppini.

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Relazione alla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza regionale 2022 (NADEFR 2022) – Relazione di Minoranza: consigliere Furio Honsell – Gruppo consiliare Misto / Open Sinistra FVG.

Egregio Presidente ed egregie colleghe Consigliere e colleghi Consiglieri,

il NADEFR dovrebbe essere un documento fondamentale al quale riferire le azioni che la Regione intende sostenere con le risorse manovrabili, nelle leggi di stabilità e di bilancio, e nel quale valutare attentamente le risorse non manovrabili. Dovrebbe essere un documento di analisi, anche quantitativa, degli indicatori di risultato e di impatto, nella cui cornice inquadrare la programmazione per il 2022. Purtroppo per la quarta volta questa Giunta non ne coglie la portata e si limita ad aggiornare diciotto piccoli componimenti – letterine piene di propositi più o meno buoni – scorrelate dal contesto.

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Il NADEFR si articola essenzialmente in due parti. La prima parte offre un resoconto indubbiamente prezioso dell’andamento delle dinamiche socio-economiche che investono il FVG e una carrellata, apparentemente ragionevole ma non argomentata, degli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (ai sensi della L. 163/2016), e di altri indicatori derivanti dagli SDG dell’ONU. La seconda illustra invece la programmazione regionale, articolata per missioni, e dovrebbe evidenziare sia formalmente che strategicamente come si intenda operare nel 2022 per migliorare, ove necessario, gli indicatori.

La prima parte del NADEFR 2022 è molto accurata e va espresso un apprezzamento convinto agli uffici statistici della regione che l’hanno redatta. La seconda parte invece, quella programmatica, è insoddisfacente e appare come al solito, uno sterile adempimento. Le due parti sono così incoerenti che né gli acronimi BES o SDG, ma nemmeno la parola “indicatore”, compaiono più nella parte relativa alla programmazione.
Ancora una volta, a nostro avviso, l’obbligo legislativo è stato politicamente disatteso e la valenza strategica del NADEFR ne è stata azzerata. Come è avvenuto sempre, puntualmente, immagino che l’analisi di questo documento/strumento verrà relegata in aula ad un’ora quasi impossibile, e il tentativo non solo di discuterlo, ma anche solo di leggere questa relazione, sarà accolto da rumoreggiamenti di insofferenza da parte della maggioranza. È molto probabile che dalla notte inoltrata del 16/12/2021 fino al prossimo luglio, quando se ne dovrà approvare la versione per il 2023, nessuno farà più riferimento al NADEFR.

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Va subito segnalato che quest’anno, nella presentazione del Presidente, compare verbatim il comunicato stampa che l’Assessore Zilli rilasciò a TV e giornali relativamente alla quota del PNRR che spetterebbe alla nostra Regione. Curioso davvero, che l’Assessore si sia schernita in Aula dicendo che quel suo comunicato che annunciava circa 1 miliardo e 300 milioni di Euro distribuiti nelle direzioni più confuse e opache, per certi versi degne di Ubu Roi, quali i 50 milioni per il collegamento funicolare Porto Vecchio-Opicina (progetto ispirato evidentemente dagli urbanisti latino-americani che a La Paz, Bogotà, Città del Messico hanno risolto così il problema del trasporto pubblico locale in quelle megalopoli), fosse stato lanciato solo per rispondere ad una fuga di notizie. Troviamo infatti riportato integralmente tale comunicato nel NADEFR, che viene esibito, come puntualizzazione del coordinamento Stato-Regione per la ripresa e la resilienza, senza nessuna ulteriore elaborazione, proprio dal Presidente Fedriga e sfoggiato come emblematico delle sue capacità negoziali con lo Stato.

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Non c’è bisogno di notare che di queste azioni derivanti dal PNRR non si parli quasi nella parte programmatica. Anzi ad una mia precisa domanda all’Assessore alla Salute Riccardi relativa agli oltre 150 milioni riportati in quel comunicato per la Sanità e le intenzioni sulle Case della Comunità, a cui si fa riferimento nella Missione 13 “Tutela della salute”, mi è stato risposto che non ne sapeva proprio nulla.

Alcuni giorni dopo, paradossalmente, in Terza Commissione Riccardi ha pubblicamente dichiarato di non condividere il modello delle Case della Comunità. Ci si chiede quindi se intende rivedere la parte che gli compete sul NADEFR perché questa riporta l’affermazione: “si sviluppano le richieste modalità organizzative dei servizi territoriali, sia sanitari che sociali, basate su Case della comunità […]”. Penso sia legittimo dubitare che si possa portare a termine con successo un programma quando la “testa” non ci crede. Purtroppo l’Assessore Riccardi non chiarisce mai come intenda affrontare il raccordo tra sanità territoriale e ospedaliera.

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Altrettanto scoordinamento tra NADEFR e PNRR è emerso in Quarta Commissione relativamente al tema dei collegamenti ferroviari e la qualità del servizio ferroviario. Udine continua ad avere una stazione con livello di accessibilità ottocentesco, come ottocentesco è l’importante collegamento Udine-Palmanova.

Altrettanta assenza di correlazione è emersa anche rispetto ai programmi dell’edilizia scolastica tra il ruolo che gli Enti di Decentramento Regionale hanno svolto e dovranno svolgere e il PNRR. Non si è chiarito nemmeno se le risorse di cui parla il Presidente Fedriga siano da intendersi distribuite annualmente dal 2022 al 2026 oppure in una soluzione unica.
Non si può che concludere così: NADEFR e PNRR due progettualità che si ignorano!

Dagli indicatori emerge una regione che rispetto alla media nazionale presenta molti aspetti positivi, ma anche pesanti arretratezze che non vengono però purtroppo discusse nella parte programmatica. Procederò pertanto io a ad una rapida valutazione di questi.

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La principale arretratezza riguarda la digitalizzazione. Che si parli di e-procurement 43% (66% media nazionale) o di e-government 74% (79%), che si parli di imprese con almeno 10 addetti connesse a banda larga 89,3% (97,5%), di imprese con sito web 71,9% (73,1%), di imprese con vendite via web 9,9% (11,5%), si rileva che questa regione sta perdendo terreno nel settore digitale rispetto alla media nazionale. Ciò è paradossale, perché il FVG è invece sopra la media nazionale sia per il numero di ricercatori 34,4% (25,2%), sia per la percentuale di occupati sovra-istruiti 28,4% (25,3%), sia in tutti gli indicatori sulle competenze digitali e relative ai titoli di studio. Non sarà forse da rivedere il sistema dell’innovazione in FVG?

Forse quel sistema ARGO, tanto decantato, non sembra rendersi conto di cosa stia avvenendo altrove nel paese nei vari settori economici e non riesca quindi a garantire sviluppo e competitività? Non è forse il caso di rivedere la politica di innovazione in FVG, invece di delegarla ad un unico ente? Perché è stato smontato il sistema dei parchi scientifici e tecnologici? L’innovazione è una cultura che va promossa in modo capillare non una rendita di posizione da custodire gelosamente!

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Un’altra grave deficienza della nostra regione riguarda le politiche ambientali. Le misurazioni della qualità dell’aria superiori ai valori di riferimento all’anno sono 89,3% (81,9%), le coste marine balneabili 42,5% (65,5%), l’impermeabilizzazione del suolo 8,0% (7,1%), la durata delle ondate di calore 23 gg (17 gg).
Quanto è riportato nella Missione 9 (Sviluppo sostenibile) e 17 (Energia) non tiene minimamente conto di questa situazione. Anzi l’incipit della Missione 9 sono proprio gli sciagurati incentivi al diesel per autotrazione.
Si rimanda al 2045 qualsiasi obiettivo di abbattimento delle emissioni e non viene proposta nessuna azione di promozione diffusa dei piani di sostenibilità presso gli enti locali, quando invece si potrebbero incentivare i PAESC.

Di ridurre la mobilità su strada poi, non se ne parla proprio in modo convincente, eppure emergono indicatori preoccupanti sia relativamente alla quantità di merci trasportate su strada 28% (21,9%) sia circa gli alti tassi di incidentalità e mortalità stradale.

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Gravissima emerge la situazione della montagna. Alto è l’indice di frammentazione del territorio naturale e agricolo 42% (36%) e la densità abitativa in montagna, a fronte di un 43% di aree montane, vede una popolazione del 18% (35% / 67%). Le politiche suggerite nelle missioni non sembrano assolutamente prendere in considerazione alcuna azione per invertire queste tendenze, anzi il turismo (Missione 7) continua a ragionare solamente in termini di poli sciistici e ovviamente di, a nostro avviso insostenibile, innevamento artificiale.
Non si parla né di sostegno alle attività tradizionali, né di riqualificazione turistica in chiave escursionistica, estiva o sanitaria.

Anche la Missione 16, relativa all’agricoltura, non sembra tenere conto degli agghiaccianti indicatori relativi all’ammontare dei fertilizzanti 523 kg/ha (484) e dei prodotti fitosanitari 16,4 kg/ha (12,4) distribuiti.

Inoltre è scomparso l’indicatore relativo alle coltivazioni biologiche che era molto al di sotto della media nazionale fino a giugno.

Un indicatore preoccupante per la qualità della vita, soprattutto per gli anziani, è l’indicatore sulla dimensione media degli esercizi commerciali al dettaglio in sede fissa, 195 mq (134), che evidenzia l’ipertrofia dei centri commerciali e la scomparsa dei negozi di vicinato.

Segnaliamo infine la scarsa enfasi posta su Gorizia/Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025.
Come già espresso in commissione questo indica che non c’è prospettiva di visione nella programmazione. Il 2025 è evidentemente fuori dall’orizzonte di interesse.

Molte sarebbero le analisi e quindi le azioni che ne discenderebbero da una lettura attenta degli indicatori contenuti nel DEFR. Purtroppo non sono state svolte dalla Giunta e quindi il 2022, pur disponendo di risorse economiche incommensurabili con quanto disponibile negli anni passati, si configura come un anno banale, che non potrà che portare ad un ulteriore declino di questa regione che invece avrebbe un’altra storia e un altro ruolo a cui ispirarsi.

Per questi motivi votiamo con un no convinto a questo NADEFR 2022.

Furio Honsell – Gruppo consiliare Misto – Open Sinistra Fvg».

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