Fvg. E dopo gli anestesisti ed i rianimatori si fanno vivi gli urologi: non si può andare avanti così. Testo dalla dott. Laura Stabile, senatrice.
Nei reparti di urologia del Friuli Venezia Giulia non si riescono più a operare in tempi ragionevoli neppure i tumori più maligni, quelli della vescica, dove il passare dei giorni spesso si traduce nella perdita dell’organo – la vescica – o della vita. La differenza tra l’invalidità e una vita di nuovo normale o la stessa vita e la morte la possono fare poche settimane di ritardo.
Tutto questo lo denunciano i primari urologi del Friuli-Venezia Giulia in una lettera indirizzata all’Assessore alla Salute, dove si specifica che il ritardo di terapia delle neoplasie uroteliali (alte vie escretrici e vescica), in particolare di quelle che presentano una malattia muscolo invasiva, determina un peggioramento della prognosi, che significa appunto invalidità e morte, altrimenti evitabili.
Attualmente è sospeso ogni trattamento in elezione – aggiungono gli otto primari che hanno sottoscritto la denuncia – e ne derivano pesantissimi ritardi nelle cure di altre situazioni cliniche, come il tumore del rene o la patologia calcolotica, che nei casi complessi rappresentano un rischio non trascurabile per l’organo (rene) e talvolta per la vita.
Risultano così enormemente superati i tempi fissati dalla vigente normativa che fissa l’intervento chirurgico “entro 30 giorni per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente al punto da diventare emergenti, o comunque tali da recare grave pregiudizio alla prognosi”.
Ed è inaccettabile la nebbia che avvolge questo problema in FVG, dove mancano dati ufficiali in merito alle liste di attesa, di cui da almeno 3 anni non vi è evidenza pubblica, nonostante la stessa normativa regionale (legge regionale n. 7 del 2009) prescriva una relazione annuale ed un monitoraggio trimestrale dei tempi di attesa.
Ho quindi presentato un’interrogazione al ministro della Salute per sapere quale sia l’attuale situazione delle liste di attesa per la chirurgia urologica in Friuli-Venezia Giulia e quali iniziative intenda assumere per il rispetto dei parametri fissati dalla legge per i tempi di attesa.
Anche questa volta si è dovuto constatare il clima di opacità e intimidazione che impregna la sanità in FVG, solo grazie a un’indiscrezione diffusa dalla RAI regionale si è avuta notizia della denuncia dei primari, che però hanno declinato l’invito a parlare al microfono. Brutto segno.
Laura Stabile». (Da: https://www.facebook.com/dottoressaStabile/).
L’immagine che accompagna l’articolo è quella che accompagna il testo sull’argomento sul profilo facebook della senatrice FI – dott. Laura Stabile. Lmp
https://www.nonsolocarnia.info/fvg-e-dopo-gli-anestesisti-ed-i-rianimatori-si-fanno-vivi-gli-urologi-non-si-puo-andare-avanti-cosi-testo-dalla-dott-laura-stabile-senatrice/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/04/stabile-174600859_1064333737391553_7240881357245343171_n.jpg?fit=811%2C540&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2021/04/stabile-174600859_1064333737391553_7240881357245343171_n.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀAd una voce, quella degli Anestesisti Rianimatori, sulle problematiche presenti nel ssr Fvg, se ne aggiunge un'altra: quella degli urologi, che lamentano gravi problemi per i loro pazienti oncologici, se si continuano a ritardare interventi chirurgici e cure. Però la notizia di una lettera dei primari regionali Fvg del...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Io sono preoccupato, ho fatto il prericovero il 1 marzo e ancora non si sa quando ci sarà l intervento
A me è parsa interessante l’intervista di Alessandro Di Giusto a Paolo Pischiutti- dirigente ex AAS3 – intitolata “Gli altri morti Covid dei quali non si parla”, datata 19 aprile 2021. (https://www.ilfriuli.it/articolo/salute-e-benessere/gli-altri-morti-covid-dei-quali-non-si-parla/12/240224). In essa il medico rileva come l’Istat abbia segnalato che nel 2020 ci sono stati in Italia 100.526 morti in più della media degli anni 2015-2019, di cui 32.287 presumibilmente per mancata prevenzione o assistenza e cura. Questo perché il Ssn, già in difficoltà in epoca pre-Covid, ha dovuto “inseguire” l’espandersi della pandemia, non essendo preparato nella prima fase, ma soprattutto non riuscendo a prevederne e prevenirne gli effetti della seconda. Nella prima fase di virosi in Fvg si è avuto il 9% di morti in più degli anni precedenti, ma con la seconda ondata l’eccesso di mortalità è arrivato a +45,6%, e fra questi morti vi sono quelli deceduti per trattamento ritardato o mancato a causa di un sistema sanitario sovraccarico. E “I numeri mostrano come il prolungarsi della pandemia si rifletta anche sulla mortalità dovuta a mancata prevenzione o ritardi nella presa in carico. Le operatrici e gli operatori sanitari continuano ad accumulare migliaia di ore straordinarie, che probabilmente non saranno mai recuperate, e di dura fatica, che nessun ristoro economico potrà mai ricompensare”. E oltre la problema del personale assunto con contratto a termine, si nota quello “della sperequazione della distribuzione delle risorse sul territorio dell’Asufc, con la scarsa o assente comunicazione sulle direttive da adottare e il conseguente fai da te, per cui nell’ex Provincia di Udine pare che, in realtà, ci siano ancora tre Aziende: Alto Friuli, Medio Friuli e Bassa Friulana”. Ecosì termina il dott. Pischiutti ““Non mi soddisfa l’affermazione che ‘siamo tutti nella stessa barca’ o sta succedendo lo stesso nel resto d’Europa’. Apprezzo i principi e sono consapevole della validità del nostro Sistema sanitario e del personale che ci lavora, che forse andrebbe ascoltato maggiormente, ma sono stato e resto convinto che si poteva fare di più e meglio. E, soprattutto, date anche le ingenti risorse che verranno investite grazie ai finanziamenti europei, credo e spero sia possibile costruire una sanità pubblica migliore per le sfide che il futuro ci riserverà”.