Incomincio questo secondo articolo, che avrebbe dovuto essere il primo, con le parole di Enzo Cainero mandate in video, pronunciate il giorno prima di sentirsi male. Scusatemi per questo, ma ho avuto dei problemi da computer non mio,  e così ho pensato, intanto, di pubblicare un primo articolo andando sul sicuro.

_______________________

Così Enzo Cainero, da un filmato del 2022 sulla montagna.

All’inizio dell’incontro di Cimolais è stato proiettato un filmato con le parole di Enzo Cainero (1) nel cui ricordo è stato organizzato, pronunciate nel 2022 a Povolaro di Comeglians. Egli ha detto che può portare, relativamente alla montagna ed alle zone più in difficoltà la sua esperienza: quella di una persona che ha percorso la Carnia ed ha conosciuto anche le Valli del Natisone dove gli dicevano di non andare perché poteva restare male. Ma invece ne era rimasto entusiasta, così come della Carnia che è, a suo dire, meravigliosa, ma che però presenta dei problemi. Questi, secondo il geografo Mauro Pascolini dell’Università di Udine citato da Cainero, dipendono, per lo più, dal fatto che i comuni della Carnia fra loro non si vogliono bene. Ma non è certamente questa, secondo lui, la causa dello spopolamento, fenomeno che, a suo avviso, dipende sia dalla denatalità che dal fatto che la popolazione di molte zone di montagna è emigrata nei punti di aggregazione più a valle. Uno di questi è Amaro, e Cainero ha detto di aver avuto modo di vedere e constatare di persona quanto è stato fatto al Parco Tecnologico sito in questo piccolo paese, quando rivestiva la carica di Commissario di Friuli Innovazione, il secondo è Villa Santina. Ma in Carnia, in molte zone, si deve constatare che sono venuti meno i servizi essenziali, e non si possono avere paesi senza una farmacia, senza la posta, senza una banca …  – ha proseguito. Ed è questa la causa prima dello spopolamento. Ed io credo che abbia in questo ragione.

Ma se si va avanti di questo passo, sempre secondo Enzo Cainero, ci si troverà in una situazione di abbandono del territorio per scarsa attrattività, sperando che tengano almeno la cartiera di Ovaro, solo per fare “qualche nome e cognome”, Fleons e altre attività importanti nella zona. Ed egli ha portato pure l’esempio di un paese che sarebbe stato interessato da una strada che lo avrebbe tagliato fuori completamente, ed anche questo è un problema. (2). Ed ha continuato dicendo che senza attività produttive un territorio non può avere un futuro, venendo meno la vivibilità sullo stesso, e questo pare il futuro della Carnia. Per non continuare in questo modo, le autorità politiche devono, a suo avviso, operare in modo che in tutte le zone carniche si creino adeguati servizi ed infrastrutture, si potenzino i trasporti. Ed ha ricordato che dal cividalese partivano corriere che portavano operai a lavorare nel triangolo della sedia, a Manzano, che si è sviluppato anche grazie a questo fattore  che ha permesso, allora, ai paesi di quella zona di sopravvivere, ed anche in Carnia non si può pensare che ogni lavoratore trovi subito la casa a Tolmezzo o Villa Santina.

E Cainero ha ribadito che egli da anni conosce la Carnia ed ha una casa in Carnia, e si è stupito che, per esempio, non ci sia ancora un marchio che ne caratterizzi la produzione, quando anche piccoli paesi giocano questa carta. Pertanto il marchio ‘Carnia’ sarebbe da depositare e sfruttare, e dovrebbe coprire anche la cosiddetta produzione di nicchia. ed ha anche sostenuto che aveva cercato una soluzione simile molti anni prima per Sauris, perché ci si deve pure presentare sul mercato.
Inoltre molti di fuori vengono a comperare case in Carnia, – ha continuato- ed è innegabile che la Carnia ha un patrimonio immobiliare straordinario.

Detto questo, egli ha sottolineato come ci si deve convincere che le cose si possono fare, se c’è comunità di intenti almeno a livello di vallata, perché non è più pensabile progettare solo a livello di paese per non dire di frazione. E facendo le cose insieme tutto risulta più facile. Inoltre Enzo Cainero ha spezzato una lancia a favore della bicicletta e dell’e-bike, che potrebbe esser utilizzata anche da persone non giovanissime, e si è domandato come mai, nel 2022, la ciclabile stazione Carnia- Tolmezzo non sia stata ancora terminata, permettendo ai turisti che percorrono la ‘Alpe Adria’ provenendo dall’Austria, di visitare anche la Carnia e di percorrere la ciclabile che unisce Villa Santina a Comeglians che a suo avviso è bellissima.

Inoltre la Comunità di Montagna deve avere il coraggio di investire in progettualità evitando così di morire ‘con i soldi in mano’ o meglio ‘nel cassetto’. Ed un’altra cosa da fare è pulire il bosco, che è cosa ottima, perché così il bosco respira.

Quindi ha concluso ribadendo l’importanza di una comunità di intenti relativamente ai progetti da attuare ma anche di una programmazione che dicasi tale, ed a suo avviso è pure importante avere un confronto sulle strategie potenzialmente a venire, tenendo conto anche di una realtà che investe l’oggi, il domani ed il posdomani. Ed ha pure accennato alle scuole che, se va avanti così, non ci saranno più in Carnia, ed ha aggiunto che è importante per sopravvivere e vivere in montagna non ritornare a 50 anni fa, ma creare quel clima di partecipazione che si vede anche in alcune feste della Carnia, ma che non può fermasi a queste, altrimenti se si aspetta ancora, la Carnia è finita.

Enzo Cainero. Da: https://www.comitatoparalimpico.it/comunicazione/attivita/notizie/item/lutto-scompare-il-manager-enzo-cainero.html

_______________________

Due mie considerazioni ai margini dell’ intervento di Enzo Cainero.

Due sole considerazioni sull’ intervento di Enzo Cainero: anche io credo che sarebbe importante avere un marchio dei prodotti della Carnia magari da aggiungere a quelli che ne hanno già uno, come Wolf di Sauris per esempio, ormai notissimo.  Ma il marchio ‘Carnia’ a cui mi ero interessata anni fa anch’ io, è già stato depositato da Latterie Friulane tanto tempo fa per il suo latte ed è inutilizzabile, mentre ‘Gugiet’ è improponibile, secondo me, intanto perché non so da dove sia venuto fuori dato che le donne, andando in montagna, non lavoravano a maglia con i due ferri ma con 4 o 5 e corti per non farsi male, e se può essere vero che molte donne potevano portare una piccola borsa in stoffa fra i seni e sotto la camicia, questa però conteneva spesso un qualche segno del marito o fidanzato in guerra o emigrato chissà dove o una piccola immagine sacra, ma non credo questo fosse in uso solo nella nostra montagna, da qui la forma a cuore. Inoltre ‘Gugiet’ è termine troppo vocalico e troppo specifico (La ‘gugje’ sono i ferri per fare la calza e lavorare a maglia, ‘Gugjȃ’ lavorare a maglia) e mal si presta a rappresentare tutti i prodotti carnici realizzati anche altrove da abili artigiani, come per esempio i mascheroni di Elio Cescutti di Vuezzis di Rigolato (3).  

Pertanto un logo per i prodotti carnici, se ancora utile, deve essere pensato. Potrebbe essere ‘Made in Cjargne’ per esempio. Inoltre anni fa mi meravigliai come nei negozi di alimentari di Tolmezzo e non solo, non si lanciassero i prodotti locali. I biscotti ‘Esse’ per esempio, i formaggi della Val Tagliamento o delle nostre malghe, gli sciroppi di frutta, il sidro di mele restavano negli scaffali più bassi mentre in bella vista si vedevano i prodotti reclamizzati dalla tv, i biscotti Galbusera, i Kinder, e via dicendo. Così iniziai a parlare con i negozianti, a chiedere perché facessero così, perché non mettessero almeno anche i biscotti Esse accanto ai Galbusera, perché non reclamizzassero gli sciroppi perché …e vi garantisco che mi stavano ad ascoltare.

Quindi, nei pressi dell’autostazione a Tolmezzo, un negozio che commerciava in particolare prodotti del caseificio Val Tagliamento iniziò a vendere pure salumi ed altri prodotti locali, ed aveva incominciato ad avere un certo giro, ma poi perse il bando di gara per i locali, di proprietà della Comunità Montana, ed andò a finire tutto nel nulla.

Mai come da noi, penso tra me e me, la frase ‘panta rei’ tutto scorre,  assume un reale significato, e neanche attività che potevano avere una interessante riuscita hanno la possibilità di sopravvivere, mentre ogni nuova giunta regionale che arriva inventa, sul nulla, una nuova trovata, della cui bontà si impegna a voler convincere i cittadini con adeguata propaganda, mentre i paesi montani si spopolano, la montagna si sgretola, i prati diventano boscaglia ed i boschi vengono venduti al primo offerente straniero, senza alcuna programmazione e studio di ricaduta sul territorio. E l’idea che pervade questa politica è quella che non definirei neppure berlusconiana, è quella che ritiene che i territori siano scatole vuote da riempire con la proposta del primo che si presenta, dimenticando storia, memoria, studi e attività già progettate e progettabili guardando anche al di là del proprio naso.

Nel frattempo, mentre si fanno convegni su convegni, la fabbrica degli ‘Esse di Raveo’ è emigrata in Austria dove la situazione fiscale è migliore che in Carnia, e  vi è il rischio concreto di perdere pezzo dopo pezzo alcune esperienze. Non solo. A Rigolato, per esempio, due negozi di oggetti vari di tipo carnico e di souvenirs, interessantissimi, sono chiusi, uno sicuramente per la morte dei suoi proprietari, senza che alcuno pensi di riaprirli. Eppure quello di Mirca D’Agaro nata Gusetti, per esempio, aveva molti acquirenti ed erano per lo più turisti attratti da quello che proponeva, compresi oggetti vari e vecchie cartoline, che lo facevano assomigliare più ad un bellissimo ed interessantissimo bazar che altro. Ma a Rigolato c’era anche una attività artigianale di ceramiche artistiche dipinte molto belle ‘Arjla’ poi, da che si capisce, emigrata ad Artegna. (4).

La sede di Arjla a Rigolato, nel 2021, dal suo profilo facebook.

Ma allora sorge spontanea una domanda: cosa ha fatto il comune di Rigolato, (che per inciso  insegue ed ha inseguito solo di fatto, con D’ Andrea sindaco, la realizzazione della variante faraonica che lo taglierà per sempre fuori dai tragitti dei turisti e che potrebbe creare problemi alla riva del Degano sotto Gracco e Vuezzis, per risolvere una strettoia di cui è piena pure la montagna pordenonese che si guarda bene dal chiedere circonvallazioni), per mantenerla in loco?

_______________________

Invece a Roma al XII° Municipio ….

Vorrei qui spendere due parole per il progetto ‘reteimprese’ del dodicesimo municipio di Roma, che si estende da Monteverde a Gianicolense, dai Colli Portuensi alla Pisana, da Massimina a Villa Pamphilij comprendendo pure Porta Portese e Forte Bravetta. Dal profilo istagram di Torpignattara (4) si legge che rete impresa «è una rete non solo commerciale, ma di comunità fra negozi e professionisti che promuovono lo sviluppo integrato di economia e qualità di vita del quartiere».

Avevo già sentito accennare all’esperienza di rete imprese del dodicesimo municipio ad un incontro al parco di Forte Bravetta ed ho risentito parlarne il pomeriggio del 25 aprile e del 26 aprile sempre nello stesso luogo. Nel dodicesimo Municipio di Roma un gruppo di piccoli imprenditori ha deciso, insieme all’assessore competente, di sottoscrivere un progetto da presentare, per esser finanziato, al concorso indetto da ‘Roma Capitale’, a sostegno dei negozi di prossimità e del piccolo commercio, che sono riferimento anche identitario. Quindi l’identità di rioni, cittadini e di paesetti montani di uno stesso comprensorio non deve essere cancellata ma deve diventare un valore per alcuni aspetti peculiari, culturali, di immagine che contraddistinguono una realtà storico- sociale.

Il progetto del dodicesimo municipio, presieduto ora da Elio Tomassetti, ha vinto il concorso, e così sul suo territorio si è passati, dopo una rilevazione statistica dei punti vendita e mercati, a progettare una rete per farli conoscere e far conoscere i loro prodotti, rivitalizzando pure i mercati rionali, ed occupandosi dei venditori ambulanti come una ricchezza aggiunta. Così si è passati alla progettazione esecutiva del nuovo volto da dare al mercato locato in piazza San Giovanni di Dio nel rione Monte Verde, assieme al Comune di Roma Capitale (5), mentre è in programma pure la riqualificazione del grande mercato di Porta Portese, simbolo della città. L’anno scorso, invece, è stato aperto il nuovo mercato di via dei Capasso, che serve la zona ‘Bravetta – Pisana’, sostitutivo di uno precedente, locato in altra via, e piuttosto malandato. Attualmente il nuovo mercato «ospita 15 banchi di cui 7 provenienti dalla vecchia sede di via dei Visconti, e a cui si sono aggiunti 8 operatori. Tra le attività un bar, una panetteria, una macelleria, un banco per i prodotti senza glutine, una pescheria, un banco agroalimentare biologico e un laboratorio non alimentare. L’intera area è arredata con panchine, fioriere e lampioni. Sono parte del progetto anche le zone di carico e scarico merci e un’area di parcheggio per gli operatori e gli ospiti del mercato». (6).

Inoltre, per lanciare il suo ampio territorio, il dodicesimo Municipio lo ha suddiviso in 4 macroaree, ed ha deciso di sostenere attività culturali anche di conoscenza dei luoghi, ed ecco entrare fra queste la valorizzazione del parco e del forte Bravetta, con visite guidate e letture rievocative storiche relative a chi vi perse la vita per la libertà di noi tutti da parte di studenti del liceo classico Malpighi e la valorizzazione della Valle dei Casali, bellissima, senza previsione di nuovi insediamenti ma riqualificando l’esistente anche grazie a capitali privati, il cui progetto si trova rappresentato sulla parte esterna del forte. Infine sono state proposte ‘notti bianche’, cori locali, incontri informativi come quelli a cui ho partecipato, ma anche culturali. E vi è chi ha detto che l’anno scorso, all’ inizio di queste attività, i partecipanti erano pochissimi ma poi, grazie ad adeguata pubblicità, quest’ anno sono davvero aumentati e ve lo dico anch’ io che c’ero.

Ed il dodicesimo Municipio cerca di sfruttare anche risorse locali: ed ecco un noto imprenditore dei Colli Portuensi esperto in marketing, mettere  a disposizione del progetto le sue capacità. Inoltre l’iscrizione al portale: viviildodicesimo.it è gratuita.

Non è però vero che tutti i problemi possono essere risolti in questo modo, perché l’aumento del costo dell’ energia, a causa delle scelte che la Presidente del Consiglio Meloni ha fatto in solitaria prostrandosi agli Usa, potrebbe dare un duro colpo a molti, secondo me, ma questo vale per tutti, anche per i supermercati. Inoltre bisogna che il commerciante inizi a reinventarsi, dicevano a Forte Bravetta, non solo a vivere per difendere se stesso e la propria attività. Comunque avere una rete di supporto pare scelta importante, anche perché tutti i commercianti possano avere la possibilità di sfruttare i vantaggi dell’informatica, tra cui il condividere positività, problemi e difficoltà, e studiare soluzioni anche condivise. Ed ho parlato solo del dodicesimo municipio perché è quello che conosco ma credo che Roma offra più di uno spunto di riflessione ora come ora.

Progetto del nuovo mercato in piazza San Giovanni di Dio. (Da: Il mercato San Giovanni di Dio – LAB71 Architetti, in: .http://www.lab71. it/project).

_______________________

Ma invece in Fvg …

Ma invece in quel Friuli Venezia Giulia che era ricchissimo di paesaggi che erano bellissimi e trasformatosi in una luogo di realizzazione delle politiche americane ed europee neoliberiste, si segue la linea opposta che porta solo allo sfruttamento da parte di terzi scelti da una oligarchia al potere che pensa forse di costruire qualcosa ma in realtà distrugge. E se erro correggetemi.

Quindi la linea seguita a Roma Capitale e dal XII Municipio per essere vicina ai suoi cittadini e per rilanciare in forma nuova il suo territorio, risulta diametralmente opposta a quella del Fvg, ove una giunta piuttosto miope sostiene l’arrivo di grosse società  private (le tanto amate da Fedriga multinazionali) scelte con accordi ‘privati’ pure questi, direi, e se erro correggetemi, da Presidente ed assessori e volte a colonizzare, distruggendo sia il piccolo commercio, sia l’artigianato, sia il territorio, togliendo servizi e relegando la cultura alle manifestazioni sportive ed alle sagre, a cui manca solo quella della ricotta, per dirla, fra il serio ed il faceto, con Enzo Cainero.

Eppure lo stesso Michele Gortani, tanto esaltato per altri motivi, aveva sostenuto che il futuro della Carnia si chiamava anche artigianato, e chi iniziò a lanciare le vecchie lavorazioni, compresa quella degli ‘scarpetz’ fu il Preside dell’ Istituto Comprensivo Di Grazia a Paularo negli anni Novanta, con un progetto che coinvolse la popolazione e che fu riassunto in una importante pubblicazione. Ed attualmente sempre a Paularo, esiste un ecomuseo ‘I mistȋrs’, che riporta esperienze di fine ricamo ma anche attività varie di cui ha curato mostre relative alle seguenti attività: il Menau; il Mulinar, il ‘purcitar’, lo Scalpellino, e riguardanti la “la Mozartina”, “la femenate”  “Mans Daur” dedicata al ricamo, ed “Il stȃli e il cjȏt”. Inoltre cura attività volte a far conoscere i mestieri del casaro, del fabbro dell’arrotino. Ma ben pochi lo conoscono. (7). Pertanto sarebbe vitale mettere in rete tutte queste realtà poco note o che vanno sparendo, rendendole bagaglio comune e fruibile, magari suddivise per vallata, con Tolmezzo, che ormai ha ben poco, con la conca tolmezzina.

Inoltre abbiamo piccole chiese tre- cinquecentesche ricche di pitture, palazzi sottoposti a buona manutenzione per dar loro l’antico volto, affreschi anche su pareti esterne, borghi che, come Gracco di Rigolato o altri, hanno mantenuto il loro volto originale e colorato, oltre che una varietà, sempre meno presente, di fauna e flora, di rocce, boschi e montagne, tanto da creare un unicum, che però va perdendosi perché, dopo “Baita Torino” per la flora, nessuno l’ha saputa valorizzare. Ed ancora: abbiamo in territorio ovarese, oltre l’antichissima Pieve di Gorto, un piccolo museo delle ‘pianelle’ le tegole in terracotta dipinta, ma che narra pure la storia dei tetti dalla paglia alle scandole alle pianelle verdi della ditta Felice; ed il Museo della pieve interessante ma dalla locazione un po’ infelice e raramente aperto. Ed abbiamo a Tolmezzo il Museo Carnico delle Arti (nel senso di artigianato) e dei mestieri voluto da e dedicato a “Michel Gortani”. E questo per dire solo alcune proposte esistenti. Ma testimonianze su come si viveva un tempo in Carnia, fatti a me e mio marito, sono stati anche da me pubblicati sul mio: https://www.nonsolocarnia.info, dove ho posto pure un vero e proprio testo di economia da me scritto nel lontano 1988 ed intitolato: “Cooperare per vivere. Vittorio Cella e le cooperative carniche (1906-1938)”, Gli Ultimi ed.

Invece pare che la Comunità di montagna ora, Uti in precedenza e Comunità Montana ancor prima, non riesca assolutamente a tener conto delle esigenze dei cittadini ed ad accorgersi della ricchezza, che però va svanendo, del territorio montano, che sta trasformandosi sempre più in quella scatola vuota e monocolore tanto amata dai politici, a cui nessuno riesce più a dare un senso, una molteplicità di tinte, un domani, non salvando neppure i toponimi, annotando i loro nomi con la loro ricchezza. Inoltre, come diceva anche Enzo Cainero, come si può vivere in un paese della Carnia senza servizi e cioè, ora come ora, senza medico di base, senza farmacia, senza un taxi, magari senza un negozio di prossimità, senza trasporti adeguati, senza uno sportello bancario o postale, con l’ospedale territoriale depauperato e con il pronto soccorso passato in parte ai privati e dotato di una automedica presente tre giorni a settimana? Chiediamocelo.

Inoltre per progettare il futuro economico di un territorio, se non si ha la saccenza di ritenersi i perfetti, i mandati da Dio, come pensano di essere certi politici che calano dall’alto sui territori, ieri come oggi, proposte improponibili, serve studiare il passato per volgere alcune situazioni positive al presente, in particolare quelle maggiormente legate al territorio ed alla sua salvaguardia e promozione, ed in questo caso: “Roma docet”. Ma bisognerebbe anche utilizzare al meglio come supporto non solo gli esperti che lavorano in regione ma anche quelli che insegnano nelle università, sperando che la politica partitica non abbia creato una tale cesura da far in modo che non esista più, almeno in Fvg, una scienza asservita solo a se stessa ed a nessun potere politico o mediatico.

Cimolais. Foto di Laura Matelda Puppini. 12 aprile 2025.

E chi volete che resti ad abitare questa nuova terra svilita, priva di servizi, di popolazione e di gioia di vivere? E non ditemi che il sistema economico produttivo ed il rispetto e la tutela dell’ ambiente pure antropizzato, sono agli antipodi perché questo è aver studiato ben poco e non conoscere neppure come si sono risolti alcuni problemi comuni in altri luoghi europei e non solo.

_______________________

Ma ritorniamo all’ incontro di Cimolais.

Dopo la proiezione dell’intervento di Enzo Cainero e quello degli amministratori come saluto,  l’incontro tenutosi a Cimolais è proseguito con un filmato relativo a Mauro Corona originario di Erto, che ha parlato brevemente di alcune attività che la montagna proponeva, come lo spacca pietre, e che propone ancora, fra le quali il gestore di rifugio. Ed ha sottolineato l’importanza di fermarsi a guardare le montagne con le loro curve sinuose che indicano la loro conformazione geologica avvenuta in milioni di anni (8). Ma su questo argomento invito a leggere, per la Carnia, il mio: “Contro nuove strade in montagna e per il geoparco della Carnia, terra di meraviglie per il paleontologo”, su www.nonsolocarnia.info. 

Per quanto riguarda invece la montagna pordenonese, da quello che si trova in rete si viene a sapere che « La regione montuosa di Pordenone, comprendente Piancavallo e il Cansiglio, è caratterizzata da una conformazione geologica prevalentemente di origine sedimentaria e tettonica. L’altopiano del Cansiglio, ad esempio, è una vasta sinclinale, cioè una piega geologica a forma di “U” con gli strati che si incurvano verso il basso. La topografia dell’area è strettamente legata alla struttura geologica, con i fianchi dell’altopiano che seguono le inclinazioni degli strati». (9).

Lungo la Val Cellina predominano i calcari, di colore biancastro, giallastro e bruno, con presenza pure di macrofossili. Nella Val d’Arzino, invece, si trova la “Scaglia Rossa” che può contenere al suo interno corpi rocciosi con caratteristiche diverse, ma sempre di origine marina. Sul Monte Cavallo predominano i calcari formati da frammenti fossili di organismi marini che, in quanto tali,  possono contenere abbondanti fossili di diverso tipo. Ed in questo non vi sono grosse differenze fra le Alpi della Carnia e parti della montagna pordenonese, che hanno origine similare. Ma i calcari della montagna del Monte Cavallo e del Cellina presentano fenomeni di carsismo evidenti non presenti, da che so, in Carnia. (10).

E ci sono anche nel pordenonese geositi di notevole interesse, che sono: ‘le sorgenti del Fiume Livenza’, le doline e gli abissi del Cansiglio, le valli glaciocarsiche di Col delle Lastre, la Forra del torrente Cellina, i magredi del torrente Cellina e quelli del torrente Meduna, la Forra del torrente Cosa e le grotte del Pradis, la Forra del torrente Arzino e li Olistoliti di Ringans. (11).

Ma certamente se qualcuno vorrà visitare la sede dell’ Ente Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane a Cimolais  ed il suo sito troverà altre informazioni, materiali e la proposta di visite guidate.

_______________________

Ma nella montagna pordenonese almeno cercano di tutelare un minimo l’ambiente, mentre in Carnia, invece, si fanno solo proposte incredibili, come la maxi pista per motoslitte di 70 chilometri in altissima quota, per fortuna non realizzata, ed altre quisquiglie di questo tipo. Ma la montagna del Friuli Venzia Giulia ha pure una serie di problemi comuni, primo fra tutti lo spopolamento, figlio pure di pessime politiche nazionali e regionali, oltre che di partito, attuali e meno attuali, e della smania di fare spesso senza pensare.  

Centro servizi a Cimolais. Foto di Laura Matelda Puppini. 12 aprile 2025.

Per ora mi fermo qui, ma mi mancano ancora alcuni importanti contributi, che porrò nella terza ed ultima parte di questo resoconto, che ha lo scopo di presentare temi ed esperienze con l’invito a parlarne e condividerle e di far in modo che giungano alla politica. Senza voler offendere alcuno questo ho scritto solo per riportare quanto è stato detto a Cimolais ed alcune mie personalissime impressioni, sorte negli anni vedendo la mia terra, la Carnia, e la Regione a cui appartengo morire. Mi scuso subito con il  Presidente della Giunta e gli Assessori, ma sarebbe importante che guardassero anche ad altri contributi ed esperienze, ed almeno leggessero od ascoltassero quanto detto da Enzo Cainero, che non parlava solo del giro d’ Italia.

Laura Matelda Puppini.

_______________________

(1) Enzo Cainero, commercialista, è stato un calciatore pure di serie A, dove rivestiva il ruolo di portiere, un dirigente sportivo ed un organizzatore di eventi per lo più a carattere sportivo. Era nato a Tavagnacco il 23 agosto 1944 ed è deceduto ad Udine il 28 gennaio 2023. (https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Cainero, dove potete trovare anche informazioni più dettagliate). Il filmato proiettato all’ incontro di Cimolais riporta quanto detto da Enzo Cainero a Povolaro di Comeglians alla casa del Boter nel 2022.

(2) Presumibilmente il riferimento è a Rigolato ed alla variante che distrugge il paesaggio e taglia fuori il paese, favorendo Sappada, secondo me, ma tanto voluta dall’amministrazione D’ Andrea. Nel merito cfr. il mio: “La variante esterna di Rigolato: un’opera costosissima ed impattante, perorata dal sindaco, che non si sa perché debba venir realizzata”, sul mio: www.nonsolocarnia.info.

(3) Per Cescutti originario di Rigolato ed i suoi mascheroni, Ezio Cescutti è un notissimo pittore, scultore, artista del legno con cui costruisce anche mascheroni tradizionali. Cfr. anche sul mio sito nonsolocarnia.info l’articolo: Ezio Cescutti. Personaggi e vita a Vuezzis.

(4) Per questa piccola ma interessante attività di ceramica, cfr. http://www.arjla.it.

(5) L’esperienza nasce in diversi quartieri di Roma, per esempio anche a Torpignattara, quartiere multietnico e con diverse problematiche che fa parte del V° Municipio. 

(5) Cfr. l’articolo datato 21 febbraio 2025 “Piazza San Giovanni di Dio, ok a delibera su nuovo mercato”, in http://www.comune diroma.it . Ivi si legge questa dichiarazione del Sindaco Roberto Gualtieri: «I mercati rionali rappresentano […] un grande patrimonio storico oltre che un importante presidio commerciale e sociale e noi stiamo lavorando da tre anni alla riqualificazione e alla rinascita di tante di queste realtà. Grazie alla grande collaborazione con il territorio e con il Municipio, il Mercato di piazza San Giovanni di Dio tornerà ad essere il fulcro del quartiere con uno spazio più bello, più funzionale e ancora più attento ad un’offerta di qualità».

(6). Cfr. su http://www.comunediroma.it l’articolo “Bravetta, apre il mercato di via dei Capasso”.

(7). Cfr. www.ecomuseomistirs.it

(8) Sulla ricchezza delle montagne della Carnia e del Canal del Ferro anche per la presenza di fossili, si è soffermato pure Michele Gortani, geologo di professione, che così ha scritto nel suo: “Cenni geologici” in Giovanni Marinelli, “Guida della Carnia e del Canal del Ferro, a cura di Michele Gortani, Stabilimento grafico Carnia, Tolmezzo, 1924, a p. 24 che «la Carnia ed il Canal del Ferro sono, dal punto di vista della geologia stratigrafica, la regione più interessante d’ Italia e d’ Europa. Tale specialissimo pregio sta sopra tutto nel gran numero di orizzonti riccamente fossiliferi che vi si presentano raccolti in uno spazio relativamente ristretto, e nella presenza tra essi di parecchi livelli (paleozoici) che si ripresentano solo in lontani paesi e che mancano nel resto dell’Europa meridionale o dell’Italia o del sistema alpino». E il noto geologo cita, per la Carnia, anche terreni devoniani, «calcari chiari di scogliera che assumono talvolta, come nel gruppo del Coglians, potenza di anche un migliaio di metri, e che formano la serie più numerosa e imponente delle cime di spartiacque. Al Passo Volaia ed in tutta la giogaia del Cogliàns, l’origine organica delle grandi scogliere è manifesta per l’abbondanza dei fossili che permettono una minuta suddivisione stratigrafica […]». (Citazioni dal mio: “Contro nuove strade in montagna e per il geoparco della Carnia, terra di meraviglie per il paleontologo”, sul mio sito nonsolocarnia). 

(9) AI Overview, https://www.google.com/search?client=firefox-b-e&q=montagna+pordenonese+pian+cavallo+cansiglio+

(10) regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/ambiente-territorio/geologia/FOGLIA08/allegati. /Geovagando_in_FVG_03.pdf

(11) Ibidem. 

_______________________

L’immagine che accompagna l’articolo è sempre una di quelle da me scattate in zona Cimolais il 12 aprile 2025. Laura Matelda Puppini.

 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2025/04/20250412_130918-scaled.jpg?fit=1024%2C768&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2025/04/20250412_130918-scaled.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀIncomincio questo secondo articolo, che avrebbe dovuto essere il primo, con le parole di Enzo Cainero mandate in video, pronunciate il giorno prima di sentirsi male. Scusatemi per questo, ma ho avuto dei problemi da computer non mio,  e così ho pensato, intanto, di pubblicare un primo articolo andando...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI