Introduzione.

Questa storia incomincia tanti anni fa, quando la Sade, dopo che il fascismo aveva tolto la possibilità di farlo all’Ente Autonomo Forze Idrauliche del Friuli, decise di sfruttare il Tagliamento e gli altri fiumi carnici per produrre energia elettrica (1), che doveva alimentare il petrolchimico ed il polo industriale di Porto Marghera, e continua fra sfruttamenti del territorio di ogni tipo e tentativi, più o meno vani, di dire no da parte della sempre più esigua popolazione carnica.

Pare di intravedere, sempre più, una linea politica ed economica, già descritta anni fa nei programmi europei (2), che vuole le zone poi dette interne essere quelle di transito e predazione, al servizio di grossi poli, in cui vengono accentrati servizi e abitanti, trasformando la montagna carnica e friulana, ma non solo, in una specie di riserva indiana.  Ma tale ipotesi riprende pari pari un modo di vedere degli anni cinquanta, ben descritto anche da Romano Marchetti nella sua biografia. (3). 

Così siamo passati attraverso lo sciopero per la Carnia (4), le lotte contro le servitù militari, (5), quelle contro l’elettrodotto Somplago – Würmlach per averlo almeno interrato, quelle per la difesa della montagna, e via dicendo, mentre la popolazione si assottigliava sempre più e queste manifestazioni diventavano pure, per noi, un momento di incontro per rivederci ancora vivi. Infatti molti di noi sono anziani e ci preoccupa il non sapere se ci sarà qualcuno a cui passare il testimone.

Lo sciopero per la Carnia, 29 novembre 1967. In testa al corteo: Geremia Puppini, allora direttore didattico di Tolmezzo, con Adriana Pittoni del Cucc. Foto D’Orlando.

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E ci siamo incontrati domenica 8 maggio di nuovo, per protestare ancora una volta.

L’ 8 maggio 2022 ci siamo incontrati, questa volta assieme a vari politici ed a quasi tutti i Sindaci della Carnia, a due passi dalla centrale di Somplago, per urlare, ancora una volta il nostro No. A che cosa?

Facciamo un passo indietro. Il 27 o 28 marzo mi giunge un nuovo comunicato da Franceschino Barazzutti, che io definisco il ‘guardiano del lago’. Esso si intitola: “Basta violentare la Val del Lago!” Lo leggo e trasecolo: non basta la politica regionale per la montagna che mi preoccupa, ora si è messa pure la ‘Siot’ (Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino), ai più ignota, me compresa, a voler costruire, nei pressi della centrale di Somplago, in una valle stretta e chiusa, due generatori termoelettrici a metano per riscaldare il petrolio che va verso l’estero e produrre energia elettrica, «come se non bastassero l’imprevidente ubicazione della stazione di pompaggio sulla sponda del lago e l’adiacente immissario, la bruttura ben visibile dell’enorme serbatoio del petrolio, la centrale idroelettrica con la conseguente rovina del lago, la scomparsa della pesca e la serie di svettanti tralicci con i cavi aerei che portano altrove l’energia e i profitti, l’autostrada con l’impattante viadotto sugli enormi piloni impiantati nel lago»! (6).

Ora a tutto questo si vuole aggiungere un nuovo impianto a fonti fossili, con due camini alti 15 o 16 metri, che spanderanno inquinanti nell’aria della valle e che andranno ad aggiungersi a quelli prodotti dall’ autostrada!

Pertanto come non capire il povero W. P. di Somplago, che ha la casa nei paraggi, quando, intervenendo alla manifestazione contro queste nuove edificazioni, dice: «[…] a parte Franceschino, che ha detto le cose come sono, io ho sentito parlare di un porsi male della Siot verso le amministrazioni; ho sentito dire che (noi carnici) abbiamo già dato abbastanza, ho sentito che rovinano il lago ed il paesaggio, tutte cose importanti e giuste: ma nessuno ha toccato l’argomento principale. Io che sto lì sopra la centrale, cosa devo fare adesso? Devo dar via la casa, devo respirare una parte di quelle 170 tonnellate di gas che ci rifilano, come flit per uccidere le mosche?  Nessuno ha parlato di questo problema. Pensate: sono 170 tonnellate di flit ed io sto lì sopra, come tanti altri di Somplago! Questo è per noi il problema, non le due ciminiere che sono brutte, perché qui è già tutto brutto! Tutto è diventato brutto, ve lo dico io, se magari non avete visto Somplago prima. Ed io vorrei avere una risposta a questa domanda: se mi viene un cancro (per le emissioni) chi mi paga? Devo mettere in vendita la casa ed andare in un altro posto, ma la casa nessuno la vuole? A questo dovete rispondermi, voi amministratori, […]. Perché questo è il punto della questione ed è il nostro problema: noi moriamo come le mosche con il flit!» (7).

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 Ma perché W.P. è così angosciato? Riporto qui l’intervento di Franceschino Barazzutti, mentre due bandiere rosse con l’aquila patriarchina del Movimento Friuli sventolano in cielo, a dimostrare la rabbia non sopita, e Ira mi dice, scherzando, che avrebbe potuto portarne una tutta rossa lei, a dimostrare le varie anime presenti a fianco della centrale. 

Franceschino Barazzutti. Da: https://qui.uniud.it/notizieEventi/citta/universita-del-friuli-tra-le-cinque-storie-di-successo-in-friuli-venezia-giulia-formazione-orientata-al-futuro/?gallery=thumbs.

L’intervento di Franceschino Barazzutti.

Così esordisce Barazzutti, il lottatore: «Come mai questa manifestazione così, all’improvviso? Perché ci è caduta una tegola sulla testa. Perché noi aspettavamo l’attuazione concreta delle disposizioni della legge regionale sul piano di tutela delle acque, che è legge dal 2018, e ci aspettavamo che il tavolo di lavoro chiamato ‘Laboratorio lago’ istituito nell’agosto 2019, presentasse delle proposte per il recupero della naturalità e della fruibilità anche turistica del lago, pure attraverso l’attuazione del progetto di bypass del lago stesso, che porti le acque dello scarico della centrale a valle del lago. Ma tutto questo al giorno d’ oggi non è accaduto, nonostante le nostre insistenze in tutte le sedi istituzionali, e non solo. (8).

Di colpo vengo a sapere dal Sindaco di Cavazzo Carnico che hanno ricevuto dalla Regione una lettera in cui si annuncia l’apertura delle procedure per l’istallazione di due generatori di corrente elettrica e di calore qui, all’interno della stazione di pompaggio. La nostra sorpresa è grande. Perché nessuno ha fatto un cenno, e non intendo a noi, che siamo i Comitati, ma almeno alle rappresentanze istituzionali, alla comunità di montagna, al sindaco di Cavazzo carnico, ai sindaci della valle. niente. Questa è la Siot!

Ma io ho detto, in una riunione in municipio, che la mia data di nascita mi permette di ricordare tutte le tappe di questo oleodotto: è stato costruito dal 1964 al 1967, da parte di una società […] ‘TAL Transalpline Pipeline’, i cui azionisti […] sono: OMV per il 25%; Shell; 24%; Exxonmobil 16%; Erreur oil 11%; Eni 10%; B.P. 9%; Conoxo Phillips 3%; Total 2%.

La Siot è solo la società che gestisce il tratto italiano dell’oleodotto, da Trieste al Passo di Monte Croce Carnico, ed è formata da azionisti per lo più triestini. Questi signori si sono riunti in Svizzera qualche tempo fa, prima dell’invasione russa dell’Ucraina, ed i vertici dell’azienda sono volati a Zurigo, dove era in programma l’edizione annuale del “Transportation oil and gas Congress”. (9). Nel corso di questo congresso, che si svolge a porte chiuse, i colossi del petrolio e del gas si confrontano. Questa volta cos’hanno deciso? Hanno deciso di rendersi autonomi completamente da un punto di vista energetico.

Ma qui, da quando è nata la stazione di pompaggio, attingono dalla stessa, e tutto ha sempre funzionato regolarmente: hanno pompato il petrolio senza problemi, avendo pure corrente in abbondanza. Perché nella centrale attualmente ci sono tre turbine che, funzionando a massimo carico, possono fornire energia elettrica per fulminare tutta la Carnia!  Allora questa nuova richiesta di due generatori è incomprensibile, come è incomprensibile che questi signori della Siot decidano così, solo perché questo fa il loro interesse, senza fare i conti con la valle e con la popolazione. E per di più la ‘Conferenza dei Servizi’ si terrà in modalità asincrona.

Ma vorrei mostrarvi una cosa: vedete questo primo traliccio? Questo fornisce la corrente elettrica a questo secondo traliccio dal quale si dipartono alcuni fili che portano la corrente elettrica in pianura, ed altri che la portano alla stazione di pompaggio. Ma poi hanno deciso forse di estendersi. E così hanno messo un terzo traliccio, da cui partono tre cavi, e più insù ci sono tre ‘spalle’, e da quelle ‘spalle’ partono altre alimentazioni. Serve altra corrente? Prego: eccola lì. Mettano un altro traliccio, senza tanti problemi.

Rupe di San Candido. Foto inviatami da Franceschino Barazzutti e da me già pubblicata in: http://www.nonsolocarnia.info/franceschino-barazzutti-attenti-a-quella-rupe-e-no-a-quella-centralina-relazione-appello-sulla-zona-di-san-candido-di-somplago/

Ma chiediamoci perché, invece, hanno fatto passare l’oleodotto per una valle così stretta, con il lago di mezzo, facendo passare il tubo sotto il lago e poi dietro la rupe della chiesetta di San Candido? E perché hanno deciso di mettere qui la stazione di pompaggio? Per un motivo ovvio. Perché qui potevano attingere, senza grandi trasporti di corrente elettrica, alla corrente necessaria, e così hanno fatto. E vi sono, nella nostra regione, una prima stazione di pompaggio a San Dorligo della Valle, una seconda a Reana del Roiale, la terza è qui, e la quarta è a Paluzza.  

Ma allora, che motivo c’è adesso, per dire: noi non vogliamo più attingere corrente dalla centrale di Somplago, ma vogliamo produrla autonomamente, con questi due generatori, bruciando metano? Ma che razza di autonomia è questa qui? La loro autonomia finisce con una totale dipendenza da quel signore che siede al Cremlino! Stiamo facendo tutti un tentativo per diversificare le fonti di energia, ed invece qui c’è una grossa società che pensa di produrre energia elettrica bruciando metano, quando qui non ce ne è a disposizione! E bruciare metano produce inquinamento! E l’inquinamento che genererebbe sulla Val del Lago un nuovo generatore, è stato studiato analiticamente dall’ing. Dino Franzil: quanti sono i gas emessi, di che tipo, ecc. ecc.  (10). E l’ing. Franzil è un uomo che sa far bene i calcoli […]. E noi del Comitato, abbiamo pure pubblicato questi dati.

A questo punto io credo che, con i due nuovi generatori, uno Ecomax 33 ed uno Ecomax 44, l’inquinamento in questa zona: villaggio Enel, Somplago e Mena, peggiorerà, perché quando qui soffia ‘l’aria disot’ diciamo noi, nel pomeriggio, la parete di San Candido fa muro, e quindi le emissioni stazioneranno in loco.

Inoltre qui abbiamo anche quel ‘monumento nazionale’ che è l’autostrada, che è fortemente inquinante, anche a livello acustico. Nell’ incontro tenutosi con la Siot a Tolmezzo, ci hanno garantito che i generatori non faranno rumore, o meglio: non ne produrranno di più di quanto non faccia un frigorifero. Ma io l’altro giorno mi trovavo qui, vicino alla stazione di pompaggio, e le pompe fischiavano bene!

Oggi i Comitati hanno deciso di organizzare questa manifestazione perché è giusto che la gente dica la sua […] per far capire alla Siot che questa cosa è assurda, incomprensibile, è contro, non dico la logica, ma il buon senso, ed anche per far capire alla Regione ed a chi ha le responsabilità di governo in questa Regione che così non va. Non si può continuare a sacrificare le valli per interessi altrui speculativi, ed in modo particolare questa valle, che di disgrazie ne ha già avute abbastanza!

Tra l’altro, a proposito, qui ormai è stato approvato e giungerà l’elettrodotto Würmlach – Somplago, e ci saranno gli scavi da fare, perché sarà interrato, grazie ad una lotta notevole della popolazione.

Ed ancora: dove andrebbero a prendere il metano per i loro generatori questi signori? Perché qui non c’è metano. Quando ero sindaco di Cavazzo Carnico lo abbiamo portato fino a Cesclans, e ora giunge anche sino a Somplago, ma per utenze familiari, ma qui si parla di utenze industriali! E così altro scavo, altra servitù!

Terminal petrolifero Siot di Trieste. L’oleodotto che da qui si diparte, è lungo 753 km e trasporta 1,4 miliardi di tonnellate di greggio per lo sviluppo di Germania, Austria e Repubblica Ceca. (https://www.ilnordestquotidiano.it/2017/04/14/il-terminal-petrolifero-siot-di-trieste-compie-50-anni/).

Ma non vogliamo sia così. Pertanto la nostra viva preghiera va ai rappresentanti di tutte le istituzioni qui presenti, che ringrazio tanto, ed a tutti i Sindaci della Comunità di Montagna, che hanno votato un documento in cui esprimono la loro ragionata opposizione a questo progetto.

Ma anche a Paluzza si è creata la stessa situazione. Mi auguro che anche lassù facciano sentire la loro voce. (…). E termino facendo un invito a che non succeda che, finita questa manifestazione, ognuno torna a casa e non si interessa più di questo problema. Ma non abbiate paura: noi insisteremo perché non dobbiamo nulla a nessuno, non abbiamo aspirazioni politiche di sorta, perché fra l’altro, io ho già avuto una carriera politica ed ho 85 anni, e quindi ‘vonda’, e noi siamo combattenti liberi. E, proprio perché liberi, possiamo dire la nostra opinione, e possiamo anche sbagliare, ma una cosa è certa: noi siamo attivi su quelli che sono i problemi del territorio! E per quanto riguarda i Comitati che hanno organizzato questo incontro, questa manifestazione, che sono quelli che si interessano del lago e della Val del Lago, essi sono molto attivi e continueranno ad esserlo!

Qualcuno può anche pensare che contro questi gruppi così potenti non si riuscirà a spuntare qualcosa. Se dietro questo ‘qualcosa’ si intendono le compensazioni economiche, noi rispondiamo così: LA SALUTE NON SI VENDE!!!!! (…).
Ed io penso a come saranno gli abitanti del villaggio Sade – Enel, che sta lì, come staranno gli abitanti di Somplago chiamati ‘croz’, rane, ranocchi. Ma sapete perché? Tutto questo territorio, dalla stazione di pompaggio fino alla strada di Interneppo ed oltre, era lago un tempo, ed era la parte più pescosa del lago. Ed il lago ha dato cibo per secoli a questa valle. Ebbene, cosa è successo? Vedete lì? C’è la caverna della centrale, e ci sono tre turbine, ma c’è posto per altre due. L’impresa Monti, che ha fatto i lavori della centrale, per risparmiare, d’accordo con ‘tutta la ghenga’, ha preso il materiale di scavo della caverna e lo ha buttato nel lago, riducendo la parte più pescosa e preziosa. E lì il lago non era molto profondo, ed allora ci stavano le rane, che gracidavano il mese di maggio. E per questo aspetto, agli abitanti di Somplago è stato affibbiato il soprannome di ‘crotz’. Ed io penso di concludere il mio intervento con questa battuta un po’ localistica, e auspico che ci siano altri interventi». (11).

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Questo è l’intervento ‘ufficiale’ di Franceschino Barazzutti, il guardiano del lago, preceduto dal disperato appello di W. P. a cui seguirà una sintesi di tutti gli altri. Ho scisso il testo in due articoli per non renderlo troppo lungo, e permettere di leggere anche altri contributi. 

Laura Matelda Puppini

(1) Cfr. Laura (Matelda) Puppini, Cooperare per vivere. Vittorio Cella e le cooperative carniche, Gli Ultimi, 1988, pp. 175-192. Il volume è leggibile anche in:

(2) Ricordo nel merito un intervento fra gli ultimi, nell’incontro di chiusura di Future forum 2013, tenutosi a Tolmezzo, coordinato da Cramars. E lo ricordo perché mi ero fermata con il relatore, dicendo che così non andava proprio bene, e dicendogli il perché. Però, al tempo stesso, Raffaele Capasso aveva detto ben altro. Cfr nel merito: «La maggior parte del territorio friulano è montano, così come in territorio montano si collocano la maggior parte dei piccoli Comuni dell’intera regione FVG. La crisi economica globale può incidere particolarmente sulla montagna perché si stanno riducendo drasticamente le risorse dedicate ai servizi pubblici e alle infrastrutture nelle aree scarsamente popolate. Al contempo si possono aprire nuove opportunità di sviluppo, purché queste siano opportunamente governate. Immaginiamo le risorse naturali di cui la montagna dispone (acqua, pascoli, foreste, ecc.) che, se ben utilizzate, possono favorire uno sviluppo sostenibile e duraturo, secondo i principi di Europa 2020». (https://www.coopcramars.it/blog/2019/01/29/future-forum-2013-intraprendere-in-montagna-parte-1-2/).

(3) Romano Marchetti, (a cura di Laura Matelda Puppini) Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona. Una vita in viaggio nel ‘900 italiano, Ifsml e Kappa-Vu, 2013, cap. 28, L’emarginazione della montagna, pp. 305-316. Inoltre se prima la politica per la montagna fu dettata dal fascismo che le tolse ogni autonomia, successivamente, secondo Romano Marchetti, dopo la creazione della Regione Fvg, essa fu decisa, attraverso la proposizione di leggi regionali «dalla prepotenza numerica del gruppo democristiano friulano» che mirava a fare della Carnia un feudo del Gemonese, e dall’ aspirazione di Udine a diventare capitale regionale con conseguente boom edilizio e fenomeni di urbanesimo accentuato (Ivi, p. 280).

(4) Cfr. La Carnia tace. Ma non fu sempre così. Il grande sciopero del 29 novembre 1967. (http://www.nonsolocarnia.info/la-carnia-tace-ma-non-fu-sempre-cosi-il-grande-sciopero-del-29-novembre-1967/).

(5) Romano Marchetti, cit., p. 319, nota 22.

(6) http://www.nonsolocarnia.info/basta-violentare-la-val-del-lago-appello-del-comitato-tutela-acque-del-bacino-montano-del-tagliamento/.

(7) Registrazione e trascrizione di Laura Matelda degli interventi alla manifestazione dell’8 maggio 2022. Intervento di V. P.

(8) Cfr. su www.nonsolocarnia,info nel merito:Appello accorato per il lago di Cavazzo, detto anche Lago dei Tre Comuni”  –  “La macabra danza di interessi particolaristici sul morente Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni” – “Lago di Cavazzo o dei tre comuni: basta schiavitù idroelettriche!” –  “Il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni: oltre il presente” – “Invito a conferenza stampa sul Lago di Cavazzo. A che punto siamo?” –  “Politica attenta all’ambiente, salvezza del lago di Cavazzo, piano strutturato per le acque: se non ora quando?” –  “Ancora sul lago di Cavazzo. L’interrogazione di Honsell (GM), la risposta dell’assessore, la nota di Boschetti (Lega) ma in sintesi nulla di nuovo” –  “I comitati e Honsell rispondono all’assessore Scoccimarro sulla salvezza del Lago di Cavazzo” –  “Incontro di rappresentanti istituzionali promosso dal sindaco di Cavazzo Carnico sul futuro del lago” –  “Basta violentare la Val del Lago!!!! Appello del Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento”.

E non sono solo questi gli articoli e gli appelli per il lago detto anche dei Tre Comuni e la Val del lago. Vi pregherei pure di leggere il mio opuscoletto: “Il Lago di Cavazzo, tra sogno, natura e sfruttamento”, sempre su: www.nonsolocarnia.info.

(9) Questo congresso è un evento annuale a porte chiuse che riunisce i leader del settore dei gasdotti (O&G Majors, EPC, operatori di condotte, fornitori di servizi e produttori di apparecchiature) per discutere argomenti come il futuro commerciale e normativo degli attuali progetti di gasdotti, le questioni della crisi -gestione, sostenibilità, integrità e manutenzione, trasformazione digitale, HSSE, nuove fonti di approvvigionamento e decarbonizzazione. (https://swiss–congress-ch.translate.goog/conferences/transportation-oil-gas-congress/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc).

(10) I dati sono riportati pure sul volantino di denuncia della possibile costruzione di due nuovi generatori, da me pubblicato in: http://www.nonsolocarnia.info/basta-violentare-la-val-del-lago-appello-del-comitato-tutela-acque-del-bacino-montano-del-tagliamento/.

(11) Registrazione e trascrizione di Laura Matelda degli interventi alla manifestazione dell’8 maggio 2022. Intervento di Franceschino Barazzutti, a nome dei Comitati organizzatori.

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L’immagine che accompagna l’articolo, mostra alcuni sindaci presenti alla centrale di Somplago l’8 maggio alla manifestazione, agli interventi dei quali è dedicato il secondo testo, ed è stata da me scattata. L.M.P. 

 

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