Lettera di più associazioni sulla tappa del giro sul Lussari, ed altre considerazioni nel merito.
Prima parte. La lettera.
Mi è giunta questa lettera aperta, che volentieri pubblico, sottoscritta da varie Associazioni, sul Lussari e la tappa del giro d’Italia, che cerca la salvaguardia di quel monte che rappresenta, ma forse ormai rappresentava, una bellezza unica. Ma la salvaguardia da che cosa? Dal solito ‘grande evento’ dalla solita ‘grande ammucchiata’, voluta dalla giunta regionale e da Stefano Mazzolini, (forse però interessato all’intervento sulla strada, che permetta di collegare il versante sciistico sky veg Lussari Florianca) (1), cioè da quanto può accadere per l’arrivo sul monte della penultima tappa del giro d’Italia, patrocinata inizialmente da Enzo Cainero (2), quel giro che ha lasciato pure simbolici obbrobri come l’arco rosa a Ovaro in Carnia, costruito nel 2013 e che disturba gli occhi limitando il paesaggio, per non vedere poi più tappa sullo Zoncolan e per vedere, invece, l’eliminazione di quella sul Crostis. Ma passiamo al testo della missiva da più firmata e spedita a diversi indirizzi.
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«Al Presidente della Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia, all’Assessore all’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, all’Arcivescovo della Diocesi di Udine, al Presidente dell’UTI della Val Canale-Canal del Ferro, ai Sindaci dei Comuni di Tarvisio e Malborghetto Valbruna, alle Parrocchie di Tarvisio-Camporosso e Malborghetto Valbruna, al Direttore di RCS SPORT.
Le sottofirmate associazioni avevano a suo tempo espresso la loro contrarietà alla tappa del giro d’Italia sul Monte Lussari. Non certo per contrarietà al ciclismo, anche agonistico, ma per le caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche e religiose del Monte Lussari. Il bisogno di spettacolarizzazione, tipico del tempo che stiamo vivendo, cerca di andare sempre “oltre” e raggiungere mete sempre più ambiziose, spesso vulnerabili, guidate dalla sola bussola del business. Con molti sostenitori e sponsor.
Prendiamo atto che la tappa si farà, salvo cattivo tempo che potrà creare problemi di sicurezza sul tracciato per ciclisti e spettatori. Naturalmente facciamo il tifo che tutto si svolga nel migliore dei modi.
Come esercizio di responsabilità avanziamo alcune proposte per mitigare l’impatto di un evento di massa in un ambiente “fragile” : 1. La cronoscalata sia “plastic free”, senza gadget e senza pubblicità all’arrivo di tappa stante la peculiarità di quell’ambiente: lasciamo che il paesaggio, le alpi giulie, l’antico borgo, la chiesa siano l’unico sfondo per tutti;
2. Venga calcolata l’impronta di carbonio dell’evento e compensata. Segnaliamo, ad esempio, di destinare il fondo per effettuare una sperimentazione di rimboschimento sul Carso devastato dagli incendi. Il ciclismo è amico del clima.
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Ci piacerebbe conoscere i dettagli organizzativi e logistici: servizi igienici, la gestione rifiuti, la sicurezza sul tracciato anche in relazione alla regolamentazione dei flussi e le azioni di sensibilizzazione di spettatori. Pensiamo che questo non sia nelle vostre corde. Lo avreste già fatto. Di certo verificheremo gli esiti del post-evento.
Ai ciclisti impegnati nella durissima cronoscalata chiediamo di non gettare oggetti a terra. La terra è sacra. Il gesto visto da migliaia di persone è fortemente diseducante. Il ciclismo è amico dell’ambiente.
Esprimiamo il nostro plauso per il tratto di cronoscalata effettuato lungo la ciclabile Alpe Adria. Certo, saremmo stati ancora più contenti se la solerzia e la velocità con cui è stata cementata la vecchia strada forestale, fosse stata impiegata anche per completare la ciclabile FVG1 ferma da 6 anni alla stazione di Moggio.
Per concludere … noi crediamo che la bicicletta sia amica di un futuro desiderabile. Cosi come lo sono i paesaggi, i torrenti, i pilastri di roccia, il legno che suona, un fiore e un bimbo. La saggezza abita il limite, che accende il desiderio di preservare ciò che ci è caro.
In attesa di Vostre determinazioni.
Le Associazioni: Fiab Udine – aBicitUdine; Italia Nostra FVG; Legambiente FVG; WWF FVG»
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Ma di che cosa stiamo parlando? L’ evoluzione di un discutibilissimo progetto in pochi mesi.
Quello che sappiamo è che la giunta regionale aveva deciso che la tappa che io credevo finale ma invece penultima del giro d’Italia si sarebbe inerpicata sulla salita del Lussari, e da qui tutto uno spendere ed un lavorìo, da molti contestato, per cementificare una via, prima strada militare (3), con fondi anche Vaia (4), per raggiungere il paesino dove vi è un santuario mariano da molti visitato, utilizzando in genere la cabinovia. Ma vi è anche chi è salito e sale a piedi o con gli sci ai piedi. (5).
Ma evidentemente avevo capito male ma non sono la sola se l’articolo di Daniele Paroni, dedicato al giro, intitolato ‘Volata’ sul Lussari: la strada per il Santuario sarà pronta tra 60 giorni’, ha come sottotitolo: «A settembre il responso sulla tappa finale del prossimo Giro d’Italia […]». (6). Quindi allora, nel luglio 2022, par di capire, e se erro correggetemi, dichiarando magari i lavori per la cementificazione della via verso il Lussari urgenti ed indifferibili, la giunta regionale, con Mazzolini al seguito, ha deciso di procedere nel minor tempo possibile a quell’opera, senza sapere in modo certo e definitivo il calendario del giro. E se erro correggetemi. E si deve anche dire che la Regione Fvg, nei suoi comunicati, almeno in questo caso, utilizza un linguaggio poco chiaro. Infatti essa ha prodotto un testo intitolato: «Giro d’Italia: Fedriga, la corsa si deciderà in Fvg sul Monte Lussari» (7), il che è ipotizzabile se si tratta dell’ ‘ultima salita’, ma non è affatto certo in questo caso, visto che il Giro terminerà a Roma. E Marco Lepre mi ha detto che erano state previste, inizialmente, per i ciclisti, più giornate in Fvg, con tappa finale e chiusura del giro a Trieste, almeno erano queste le voci che circolavano, ma poi …
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Ma poi … Nubi si addensano sulla tappa del Lussari.
Tre giorni fa veniva pubblicato, su di un sito specialistico, un articolo che metteva in dubbio la realizzazione della tappa del Lussari. «Giro d’Italia 2023 – Logistica complessa, tappa del Lussari a rischio? Giro d’Italia – La ventesima tappa della corsa rosa prevede una cronoscalata durissima sul Monte Lussari, ma secondo quanto riporta Cyclingnews non è scontato che si disputi. A causa della strada molto stretta, l’assistenza ai corridori in caso di problemi meccanici dovrebbe essere garantita dalle moto, ma questa soluzione non soddisfa le squadre». (8). Questo potrebbe significare che la Regione programma, come a me pare sua abitudine, senza conoscere i problemi ed averli discussi bene con gli organizzatori. E se erro correggetemi.
Ma poi ieri, 7 maggio 2023, si leggeva che, per il Giro d’Italia 2023, la cronoscalata Lussari è confermata. (9). Muniamoci di margherita da sfogliare e vedremo come andrà a finire.
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Quali sono comunque i problemi emergenti per le società, per i ciclisti e gli organizzatori del giro?
Da una fonte mi giungono queste problematiche indicative date dalla salita del Lussari: la presenza di un numero altissimo di tifosi anche sloveni, in ambiente angusto, che pretendono di posizionarsi, come si usa, lungo lo stretto percorso; il fatto che sarebbero solo le moto ad accompagnare i ciclisti, che dovrebbero salire a gruppi non essendoci le ammiraglie ed altre auto al seguito, atte anche a risolvere possibili problemi meccanici, le moto dovrebbero poi salire e scendere in fretta, il che, in una pendenza del 20% può essere pericoloso; rischio, vista la pendenza, di cadute temibili per i corridori dato che la strada è priva di guardrail; difficoltà fisica, nel percorrere la tappa, per la pendenza del percorso che comporta grande fatica, avendo il giorno prima i concorrenti affrontato una tappa lunga e difficile, che prevede di transitare per 4 passi e sotto le tre cime di Lavaredo in Cadore.
Ed io ricordo e penso che i ciclisti siano persone umane da rispettare come tutti noi, cittadini del Fvg, che hanno famiglie ed affetti, e che se devono correre troppi rischi o sobbarcarsi troppa fatica, è meglio soprassedere.
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Ma chi ha segnalato queste difficoltà reali, che però la stampa di settore chiama, eufemisticamente, ‘malumori’? Ambienti olandesi e belgi, pare di capire da un articolo di Antonio Simeoli (10). E così ivi si legge: «La vigilia della grande partenza è stata caratterizzata da un fruscio crescente di malumori di alcuni team, pare di ambiente olandese e belga rilanciate dai media di quell’area, per la regolarità della competizione sportiva nella crono da Tarvisio al Lussari. Malumori innescati da una lettera inviata alcuni giorni fa all’organizzazione dall’Unione ciclistica internazionale che ha chiesto chiarimenti sulle modalità di svolgimento della penultima tappa del Giro. A causa delle pendenze elevate e della strada stretta negli 8 km fino al santuario, i corridori potranno esser seguiti da una moto di assistenza con un meccanico o un direttore sportivo sul sedile del passeggero con una ruota di scorta in caso di forature e non dall’ammiraglia come prevede il regolamento. Il motivo? Facile: se un’auto si bloccasse praticamente la gara dovrebbe fermarsi e la classifica ne risulterebbe inevitabilmente falsata». (11).
Inoltre saranno previsti solo 6000 spettatori, che sono tantissimi per il paese Lussari e che credo non si sappia bene dove mettere, che saliranno al piccolo centro con la cabinovia, (ma ci saranno anche coloro che con la bici o a piedi percorreranno i sentieri) e nessuno potrà stazionare lungo il percorso, ma vi sarà per loro quello che non abbiamo noi: tanta assistenza anche sanitaria di qualità e gratuita, non certo privata, con però il solito apparire dei politici di turno, che ci riempiranno, come sempre, di parole e loro immagini anche dal quotidiano locale. E le schiere della Protezione Civile, guidate dall’assessore Riccardi, avranno solo il tempo di chiudere un occhio, dopo la mega adunata alpina, per riposarsi, mentre noi cittadini del Fvg avremo tutto il tempo, grazie ad un grande evento dopo l’altro, per inventarci soluzioni fai da te ai nostri problemi contingenti e quotidiani. Almeno io la penso così, e se sbaglio scrivetemelo.
Comunque anche sui possibili spettatori vi è più di una incognita: infatti «Non è possibile fare previsioni sulle presenze visti i molti fattori in gioco, che potrebbero condizionare l’afflusso. Paolo Urbani del Comitato Tappa dice: “Bisognerà considerare il meteo prima di tutto. E poi se Primoz Roglic fosse fra i primi posti, potrebbero arrivare 20 mila sloveni a tifarlo. Per il momento l’afflusso al Lussari è stato limitato alle 6 mila persone che avranno il biglietto e saliranno con finestre temporali ben precise, visto che la cabinovia può trasportare mille e 800 persone all’ora e durante la gara dovrà essere utilizzata prevalentemente da ciclisti e organizzazione. Complessivamente, saranno messi a disposizione oltre 10 mila posti auto fra il comune di Tarvisio e quello di Malborghetto, saranno inoltre allestiti dei maxi-schermi alla partenza della tappa, a Camporosso dove parte la funivia, un paio a Valbruna e uno all’arrivo dalla tappa”». (12) . Ma certamente verrà chiuso un casello autostradale e la viabilità verrà modificata, come per la grande adunata Ana/alpina.
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Ma perché la nostra giunta ama i grandi eventi?
“Ma perché la nostra giunta ama i grandi eventi, quando si vivrebbe e viveva anche turisticamente bene pure senza?” – Questa è la domanda che mi frulla per la testa, e la risposta l’ho trovata in una dichiarazione di Sergio Emidio Bini: perchè portano «un importante ritorno d’immagine […] un volano turistico non solo per il Tarvisiano ma per tutto il Friuli Venezia Giulia» (13) solo ipotizzato, però. Ma vi sono foto e video amatoriali che rendono benissimo le bellezze del Fvg, già gettonatissimo senza quei grandi eventi, che ormai ben poche regioni vogliono, e non certo il Trentino- Alto Adige, che ha, per esempio, grossi problemi per gli afflussi al lago di Braies. «Un vero problema, quello dell’overtourism, sollevato dalla municipalità altoatesina già da tempo e che ha fatto sì che, almeno per l’estate, venisse imposto un numero chiuso» – si legge su: https://siviaggia.it/notizie/lago-braies-chiuso-turisti-estate-2019/237605/ relativamente al 2019. Inoltre coloro che si recano a detto lago, intasano spesso la viabilità principale, creando zone rosse e file di ore. E lo scrivo anche per esperienza personale. E pure questo è un problema per chi abita una regione e deve spostarsi non certo per diletto. Inoltre Bini cita, a sostegno della sua ipotesi, «i 5 milioni di telespettatori che nell’ultima edizione della gara hanno seguito la Marano-Castelmonte». (14). Ma i telespettatori non sono reali turisti.
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Infine Castelmonte, con il suo santuario dedicato alla Vergine Maria, come del resto il Monte Lussari con il suo santuario sempre dedicato alla Madre di Gesù e Grado con la Madonna di Barbana, sono già luoghi di pellegrinaggio e turismo non solo religioso, e non hanno bisogno di tappe del giro per esser conosciuti, frequentati, fotografati, immortalati, perché si parli di loro. E io mi ricordo che a Castelmonte ci andavamo, in settembre od ottobre, una volta all’anno, io e mio fratello quando eravamo bambini, con i nostri nonni, e c’era più gente di ora a pregare, c’era davvero, per allora, un mare di folla. E mi ricordo che lungo la salita, che si faceva rigorosamente a piedi, c’erano, sui lati, donne con grandi cesti che vendevano noccioline, noci e forse miele, che molti acquistavano. Pertanto mi sento di dire che questi luoghi sono sempre stati conosciuti, anche prima che arrivasse questa giunta e questo giro d’ Italia, e che forse i componenti della stessa dovrebbero informarsi. Ed esistono ancora i pellegrinaggi ed esiste un ‘turismo’ religioso, non solo sportivo, ma lo sport pare sia l’unico interesse ‘culturale’, di questa giunta vecchia/nuova. E vorrei sapere da Bini che ritorno di immagine ha avuto Ovaro, mentre lo Zoncolan era già noto prima per le piste da sci. Ed Ovaro, con le sue frazioni, con la storia di cui è impregnato, con la antica Pieve di Gorto svettante verso il cielo, con le sue chiesette, non ha certo bisogno di archi rosa per poter diventare meta turistica privilegiata, basterebbe che qualcuno, culturalmente, si impegnasse davvero.
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E mi chiedo: è stata spesa oculata quella della giunta Fedriga per cementificare sul Lussari e, mi dice Marco Lepre, per pagare l’arrivo della tappa del giro d’ Italia? E quanto si spenderà in cessi chimici e per poi pulire, a passaggio dei ciclisti avvenuto, a turisti rientrati? Insomma quanto dovremo sborsare in liquido, non solo in paesaggio noi, cittadini del Fvg, a cui invero molte cose mancano, a partire dalla sanità, per questa operazione ‘di facciata’, per questo, ad avviso di molti, ulteriore sfregio al territorio, alla nostra terra, alla terra dei nostri avi che, per dichiarazione stessa dell’assessore Bini, viene realizzato per attirare altri e non per noi? E noi? Ma questa è altra storia. E così la giunta spende soldi per fare immagine pro- turismo, a sua detta, per poi magari utilizzare, per errore, foto di spazi sloveni ad austriaci come propaganda per la montagna friulana e per le piste da sci targate ‘Io sono Fvg’. (15).
Infine gli interessi privati di albergatori e ristoratori non sono quelli dell’intera popolazione del Fvg, ma solo di una minoranza, ed il territorio non si può piegare agli stessi. E se erro nelle mie considerazioni, correggetemi. Senza voler offendere alcuno, ma per informare e dicutere di questi problemi, se ancora possibile, questo articolo ho scritto ed ho pubblicato la lettera giuntami.
Laura Matelda Puppini
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Note.
(1) Ma per Stefano Mazzolini, l’interesse è anche altro, infatti così si legge sull’articolo di Daniele Paroni “Volata’ sul Lussari: la strada per il Santuario sarà pronta tra 60 giorni”, su: https://www.telefriuli.it/cronaca, datato 30 luglio 2022: «“E’ fondamentale che venga messo a posto questo tratto di strada e anche in sicurezza, collegare il versante sciistico sky veg Lussari Florianca – afferma il vice presidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini».
(2) Enzo Cainero di Tavagnacco, è stato un calciatore, un dirigente sportivo, un commercialista, un organizzatore di eventi ed un project manager. Dal 2003 al 2007 si è occupato pure del giro d’Italia. Uomo politico, inizialmente democristiano e legato a Biasutti, è stato anche candidato come sindaco di Udine nel 2008 per il centro – destra. (https://it.wikipedia.org/wiki/Enzo_Cainero e https://friulisera.it/manager-politico-e-uomo-di-sport-e-morto-enzo-cainero/).
(3) Secondo Marco Lepre si tratta di una strada militare, per un terzo già ‘cementificata’. Il termine cementificazione non è usato a caso, infatti il tracciato esistente è stato rivisto, sotto la direzione attenta della Regione, cementificandolo del tutto, per permettere alle biciclette da corsa del giro di salire. (“Volata’ sul Lussari: la strada per il Santuario sarà pronta tra 60 giorni”. Sottotitolo: «A settembre il responso sulla tappa finale del prossimo Giro d’Italia. Utilizzato conglomerato cementizio ecologico, in: https://www.telefriuli.it/cronaca/). Ma uno dei problemi, secondo Marco Lepre, potrebbe esser dato dalla chiusura delle canalette di scolo dell’acqua, in caso di cattivo tempo.
(4) Per l’utilizzo di fondi Vaia cfr. Alberto Marzocchi: «Giro d’Italia, 3 milioni per cementare 8 km di strada: così i ciclisti arriveranno in cima al santuario del Lussari. M5s: “Inutile violenza», in: Il Fatto Quotidiano, 9 dicembre 2022.
(5) Cfr. per esempio: https://www.turismofvg.it/2018/03/15/scilapinismo-sul-lussari-il-sentiero-del-pellegrino/.
(6) Daniele Paroni, op. cit.
(7) https://www.presidente.regione.fvg.it/massimiliano/fedriga/notizie/comunicati-stampa/dettaglio.html?det=1212949.
(8) Marco Castro, Giro d’Italia 2023 – Logistica complessa, tappa del Lussari a rischio?, 5 maggio 2023, in: https://www.eurosport.it/ciclismo/giro-d-italia/2023/logistica-complessa-tappa-del-lussari-a-rischio_sto9591155/story.shtml).
(9) Cfr. https://cyclingpro.net/spaziociclismo/giro-2023/giro-ditalia-2023-la-crono-del-monte-lussari-e-confermata/).
(10) Antonio Simeoli. Giro d’Italia. Monte Lussari. Assalto respinto. Almeno per ora … https://www.tuttobiciweb.it/article/2023/05/06/1683378176/giro-italia-2023-tappa-monte-lussari-salita-senza-ammiraglie. Prima pubblicazione dell’articolo sul Messaggero Veneto.
(11) Ivi.
(12) “Giro d’Italia sul Lussari: chiuso il casello autostradale e varie modifiche alla viabilità”, in https://www.udinetoday.it/sport/tappa-lussari-giro-italia-ciclismo.html. Articolo di redazione.
(13). https://www.regione.fvg.it/rafvg/comunicati/comunicato.act;jsessionid=B4702C1FD2E86F4A988CDDDF68CD1EB9?dir=&nm=20221017181348002.
(14) Ivi.
(15). Per il territorio altrui spacciato per nostro, cfr. invece: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/08/31/turismo-in-friuli-venezia-giulia-per-i-manifesti-la-regione-sceglie-la-foto-di-un-lago-che-pero-e-in-austria-anche-se-di-poco/6786116/ e https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2022/12/16/new/turismo_foto_piste_slovene_tarvisiano_polemica-12417531/).
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Sul ‘caso’ Lussari, cfr. su www.nonsolocarnia.info:
Dove andranno a finire la montagna ed i paesaggi dell’ alto Friuli se la Regione Fvg va avanti così
ed anche: “Ma non è che alla fine salta la cronoscalata del Lussari?” Sottotitolo: Sporza diffonde in Belgio grande preoccupazione legata a problemi organizzativi che sarebbero insormontabili in merito all’organizzazione della penultima tappa del Giro d’Italia. Evenepoel: “Non potevano accorgersene prima?” in: https://www.cicloweb.it/news/78273482246/ma-non-e-che-alla-fine-salta-la-cronoscalata-del-lussari, 4 maggio 2023.
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L ‘immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://it.wikipedia.org/wiki/Ciclismo_su_strada. Ritrae Merckx e Gimondi al Giro d’Italia 1970,ed è liberamente utilizzabile avendo il copyright scaduto. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/lettera-di-piu-associazioni-sulla-tappa-del-giro-sul-lussari-ed-altre-considerazioni-nel-merito/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/05/CICLISTI-Merckx_con_Gimondi_al_Giro_dItalia.jpg?fit=630%2C365&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/05/CICLISTI-Merckx_con_Gimondi_al_Giro_dItalia.jpg?resize=150%2C150&ssl=1AMBIENTEECONOMIA, SERVIZI, SANITÀPrima parte. La lettera. Mi è giunta questa lettera aperta, che volentieri pubblico, sottoscritta da varie Associazioni, sul Lussari e la tappa del giro d'Italia, che cerca la salvaguardia di quel monte che rappresenta, ma forse ormai rappresentava, una bellezza unica. Ma la salvaguardia da che cosa? Dal solito 'grande...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
E’ stato pubblicato un articolo interessante sull’argomento, l’11 maggio 2023, su Il Manifesto, di Marinella Salvi intitolato “Giro, la salita che fa male all’ambiente”, ove si può leggere, dopo una breve storia della chiesetta:
“Pellegrini ma soprattutto turisti amanti della montagna, riempiono costantemente le stradine intorno alla Chiesa dei tre popoli, questo il suo nome, dove ogni casa è un ristorantino, un bar, una locanda. Per arrivarci il Sentiero del Pellegrino ma anche una più comoda cabinovia che sale da Camporosso e arriva anch’essa sul piccolo spiazzo poco a valle del borgo. Ma c’era un’altra via dal fondovalle a lassù: una vecchia strada militare, impervia, tornanti e sterrato; negli anni ’90 fu fatta una buona manutenzione con una parziale cementificazione così da poterla utilizzare come strada forestale riservata alle emergenze.
Arriva l’occasione del Giro d’Italia e il Monte Santo del Lussari diventa il traguardo della penultima tappa. Si pensa che una cronoscalata da brivido sarà una vetrina magnifica e, si sa, la pubblicità è l’anima del commercio. Ma come far arrivare il Giro, il carrozzone del Giro, lassù? Basta asfaltare la vecchia strada forestale! Detto e fatto, valutazione di impatto ambientale inesistente. «Una striscia stretta di asfalto con salite davvero impegnative che diventa inaffrontabile in caso di maltempo», racconta Maurizio Fermeglia, Presidente del Wwf Friuli Venezia Giulia. «C’è un costante pericolo di caduta di pietre ma non basta, hanno coperto anche i canali di scolo delle acque così che non diano disturbo ai ciclisti lasciando la strada in balia dell’acqua e delle frane». La vecchia mulattiera diventa una salita di asfalto mal concepita e destinata a sgretolarsi nel giro di pochi anni. Che dire? Deve durare un giorno solo, il giorno della tappa. Milioni di soldi pubblici per un solo giorno di gloria. (…). Fatta la strada, sorgoni i dubbi […]. Strada troppo stretta e un piazzale d’arrivo troppo piccolo, si devono scaglionare le partenze e le automobili non possono salire: un corteo di moto da mettere al fianco dei gruppetti di ciclisti che partiranno in sequenza? Quanti partiranno? Con quale tempistica? E, soprattutto, chi quando e come torneranno indietro? Problemi organizzativi e una sequela di ipotesi che si rincorrono mentre il Giro già si snoda lungo la Penisola. Gli ultimi sette chilometri, poi, con pendenze micidiali, hanno lunghi tratti dove da un lato incombono le rocce e dall’altro scende ripido lo strapiombo: si dovranno interdire agli spettatori parecchie zone ma «abbiamo mobilitato centinaia di volontari e di alpini», dicono i responsabili”. E “Lo scandalo è che sono stati utilizzati i fondi della tempesta Vaia!», conclude Fermeglia, «soldi destinati al ripristino e alla cura dei boschi colpiti da quell’evento disastroso. Il tarvisiano non è stato toccato da Vaia, sono milioni di euro dirottati qui per un’opera sbagliata e senza futuro». (https://ilmanifesto.it/la-scalata-che-fa-male-allambiente).
Una piccola precisazione tecnica: quando si dice/scrive “la corsa si deciderà in Fvg sul Monte Lussari” non significa che il Lussari sarà l’ultima tappa ma che questa è la tappa in cui si stabilirà la classifica finale, essendo l’ultima – quella di Roma (che tutta la comitiva raggiungerà in aereo probabilmente da Ronchi…) – una mera sfilata del tutto ininfluente ai fini della classifica.
Detto ciò, si poteva evitare la salita al Lussari? Certo, si d o v e v a evitare. Ogni considerazione è già stata fatta. Dico solo che ci sono anni di tentativi/insistenze per organizzare questo “evento” e c’è stato tempo per intervenire. Molti lo hanno fatto, ma molti non hanno ascoltato.
Di questo passo propongo per i prossimi anni la tappa Sappada, Malga Tuglia, Chiampizzulon, Prato Carnico. Così potranno dire che l’odiosa opera di “sistemazione e valorizzazione” avrà infine avuto un senso: far conoscere e portare in quei boschi migliaia di turisti che, fino a quel momento, non sapevano dell’esistenza di quelle zone ex incontaminate. Poi magari gli facciamo anche fare un giretto sulla nuova fantasmagorica cabinovia Trieste/Opicina.