Ci sono problemi che attualmente fanno pensare, che riguardano la commistione di fatto tra ospedali per adulti e pediatrici, a causa della contiguità e della condivisione degli spazi esterni, che saranno, peraltro, privi di verde finchè, forse, qualche nuova piantina, locata al posto di un bosco già esistente e raso al suolo, attecchirà e crescerà, bagnata non si sa come. Ed il riferimento è al ‘nuovo Burlo’ pediatrico triestino, inserito nel complesso ospedaliero di Cattinara, nella logica del grande polo ospedaliero, piazzato ‘fuori dal mondo’ e caratterizzato da cubature e cubature di cemento.

Il primo problema è dato dal fatto che i bambini devono venir tutelati da virus e batteri, che possono trovarsi in malati dell’ospedale per adulti, in particolare se bambini affetti da tumori e con sistemi immunitari compromessi, ma anche neonati ed in generale tutti i minori non in salute. Ora la soluzione di tenere il pediatrico scisso dall’ospedale per adulti appare anche oggi come quella più logica e garantista dell’igiene e della salubrità dei luoghi, ma forse a ben pochi del ‘gota’ politico’ questo importa.

Inoltre io credo che sia buona cosa pure separare ostetricia e ginecologia, ma anche neonatologia da ospedaloni per di tutto un po’, ma pare che il buon senso dei nostri vecchi non sia più trendy.

Inoltre solo chi di medicina non sa nulla può pensare al bimbo malato come ad un piccolo adulto, perchè «Se c’è un aspetto che più di ogni altro caratterizza la ricerca oncologica sui tumori pediatrici sono proprio i bambini, che richiedono molte attenzioni speciali su diversi fronti. Non si possono infatti adattare a misura di bambino le terapie dell’adulto riducendo semplicemente i dosaggi o la frequenza dei farmaci: se questo è vero per tutte le specialità pediatriche, la necessità di adottare un approccio specifico, ritagliato su misura, è nel caso dei tumori che colpiscono bambini e adolescenti più forte e sentita che mai fin dalle fasi sperimentali». (1).

Eppure, secondo Paolo Radivo, «Obiettivo dichiarato del trasferimento è l’integrazione funzionale dei due ospedali e la gestione interaziendale di alcune aree, in particolare radiologia, ostetricia e chirurgia. Ma nell’era dell’informatica e della virtualità è proprio così indispensabile l’affiancamento fisico? Davvero le sinergie non sarebbero altrimenti praticabili?» (2) senza magari che vada a finire che il nuovo Burlo diventi una appendice al ribasso del ‘Cattinara’ adulto?

Non solo: «La carta di EACH rimarca l’importanza di ricoverare i bambini solo se strettamente necessario e di farlo in reparti dedicati, dove possano trovare compagni di avventura in altri bambini, con spazi dedicati all’apprendimento e al gioco. Essa sottolinea l’importanza del coinvolgimento nel percorso di cura di bambini e genitori, in modo equiparato alla loro età e capacità, oltre a sottolineare che i piccoli pazienti devono poter avere sempre accanto un adulto di riferimento e ricevere visite da persone care». (3). Ma i genitori come possono portarsi, per esempio dalla Carnia a Trieste, pagarsi un alloggio, stanziare senza lavorare, quando magari hanno un lavoro precario ed uno stipendio al ribasso? Ma forse quello che io chiamo ‘l’Olimpo degli Dei’ volge gli occhi al cielo, e non conosce i problemi della terra. E queste indicazioni per i bimbi, come possono conciliarsi con l’idea dell’ospedalone, che unisce vecchi e bambini, pur se teoricamente locati in settori diversi di spazi che diverranno un tutt’uno? 

E così scrivevo in un mio articolo datato 31 dicembre 2021, dopo aver appreso che la regione aveva dichiarato il Burlo Garofolo di Trieste ospedale pediatrico di riferimento regionale, «forse per questo lo si vuole spostare in un edificio nuovo da costruirsi a Cattinara, accanto all’ospedale per adulti, assieme ad una miriade di posti parcheggio comportanti un peggioramento della qualità dell’aria e quindi della vita per tutti, in una commistione fra adulti e bimbi per continuità di strutture e, sparita anche la pineta, esposto ai quattro venti. Perché Cattinara si trova su di un cucuzzolo piuttosto freddo, e la struttura delle sue torri non ha nulla dell’’ospedale umano’ anche perché l’architettura è stata condizionata dallo spazio presente». (4).

Inoltre non è assolutamente chiaro come ed a quali condizioni la nuova Fondazione ‘Burlo Garofalo’, creata all’inizio del 2018  si inserirà in questo nuovo contesto locativo non più suo, perchè il committente è Asugi, ed anche per avere parola sulle altre pediatrie locali pubbliche presenti in regione, vi è solo una via, che sembra proprio quella seguita dalla nostra giunta e maggioranza regionale: quella di convogliare il Burlo, con le sue professionalità e con i suoi bilanci positivi in Asugi, prendendone il controllo politico e portando una realtà di ricerca di tutto rispetto ad adeguarsi ad i nuovi canoni politico- aziendal- affaristici della nostra Regione della finanza e non dei cittadini, e se erro corregetemi. E così si legge come obiettivo della Fondazione: 

«La Fondazione – […] ha l’obiettivo di dare visibilità all’Istituto, dialogare con le imprese e con la società civile di tutto il Friuli Venezia Giulia, affinché nasca una forte alleanza, cresca ulteriormente lo spirito di collaborazione e si creino progetti e azioni di finanziamento a favore dell’Istituto, finanziamenti che serviranno a costruire progetti di ricerca, sistemi di cura e assistenza per i bimbi di tutta la Regione, in un’ottica di rete e stretta collaborazione con tutte le Pediatrie del Friuli Venezia Giulia. La Fondazione avrà il compito di rendere maggiormente visibile l’Istituto a livello nazionale e internazionale, e raccogliere fondi dialogando con il mondo delle imprese, della cultura e dello spettacolo, e con i cittadini tutti, perché solo una forte alleanza può far crescere le strutture sanitarie e la ricerca scientifica, dando valore al lavoro svolto negli ospedali». (5).

Io credo che la fondazione di un ospedale pediatrico debba, in primo luogo, avere come obiettivo il benessere e la cura di bimbi ammalati a cui la speranza in un futuro potrebbe essere stata tolta dal destino avverso, ma cosa volete, ormai siamo nel mondo americanizzato della finanza che sta imponendo la sua prassi e la sua etica sull’Europa dei valori realmente ‘occidentali’ e dell’illuminismo settecentesco, e nella quale l’essere impresa, l’apparire e questioni di marketing la fanno da padrone, quasi che tutto il resto fosse solo una quisquiglia.

Ed il consiglio di amministrazione della neonata Fondazione, che deciderà su ricerche, studi e ‘mercato’, la cui composizione si trova in: https://www.burlo.trieste.it/nasce-fondazione-burlo-garofolo, comprende tutto il gota della nuova economia regionale: da Promoturismo Fvg a Confindustria, dalla Samer & Co Shipping, società costituita a Trieste il primo dicembre 1919 con il nome di Ellerman & Wilson Lines Agency Company Ltd., emanazione italiana del colosso armatoriale britannico EWL (6) con Enrico Samer della Pallavolo Trieste, una rappresentante dell’Università di Trieste ed uno di quella di Venezia e poco altro. Bisogna però precisare, ad onor del vero, che i consiglieri non percepiscono nulla per questo compito, sempre secondo la citata fonte, ma potranno incidere sulle scelte dell’Istituto e della intera pediatria regionale, da che ho compreso, in termini di ricerca ed indirizzo farmacologico, sempre meno in mano ai medici, ma ad aziende che traggono  dalle cure profitti. Inoltre detto Consiglio, definito come «espressione delle Istituzioni del territorio» è stato studiato per rappresentare gli interessi (non si sa di che tipo, forse economici) di tutto il Friuli Venezia Giulia. E «Nella Fondazione hanno un ruolo decisivo la Regione FVG, il Comune di Trieste e l’Università di Trieste che hanno individuato i propri rappresentanti in seno al Cda (Mio per la Regione, Clarich per il Comune e Zacchigna per l’Università)». (7). E se ho capito male ed i miei dubbi sono infondati, scrivetemi, correggetemi.

Ma bisogna pure riconoscere che questa ideona è stata inizialmente di Serracchiani e c in dirittura di arrivo, ma in sanità non pare che il duo Fedriga/Riccardi abbia cambiato rotta, anzi ha imposto un taglio centralistico, verticistico, aziendalistico di gestione di tutta la Regione, come fosse un bene di proprietà viene da pensare, ed ha distrutto di fatto sistematicamente il ssr, con la scusa della privatizzazione che non c’è e con un occhio alla sanità lombarda, ormai alla catasotrofe annunciata, a cui pare proprio guardi Fedriga, dopo aver sponsorizzato ‘io sono Fvg’.  E sarei grata a chi mi dimostrasse che non è così, perché a me questo ‘modus operandi’ fa paura e mi chiedo se sia democratico.  Inoltre l’attuale giunta regionale di Fedriga è quella degli accordi con la Novartis, relativiamente al contratto con la quale io ben poco ho capito, solo che la Regione potrebbe regalare tutti i nostri preziosi dati sanitari coperti da privacy a detta società elvetica, senza neppure contropartita. E si badi che questo non dipende dalla nota casa farmaceutica, ma dal Presidente Fedriga, che ha firmato senza neppure, come spessissimo ormai accade, passare attraverso il consiglio regionale (8). Ed anche per questo io invito i cittadini del Fvg a lasciar perdere Massimiliano Fedriga ed a convogliare il loro voto su Massimo Moretuzzo, perchè il FVG SIAMO NOI.

Inoltre il ‘vecchio Burlo’ è stato ristrutturato, ed io ho visto gli interni zona ambulatoriale, e vorrei sapere perchè sostituirlo con una struttura nuova, sul ‘nido del cuculo’ di Cattinara, costosissima, e che cancella la pineta che aiuta a respirare malati e residenti.

«Innanzitutto – scrivevo tempo fa – a me pare che, nel caso del ‘nuovo Burlo’, si spendano euro, e non pochi, di denaro pubblico per fare un doppione, e questo non mi pare si configuri proprio come un esempio di politica che guarda lontano o che programma le sue spese in modo oculato. E io credo che, se i politici che hanno deciso e le ditte coinvolte dovessero spendere dei loro, si farebbero più cauti nelle spese. Ma ormai in Italia è così, ed anche quanto i nostri vecchi avevano risparmiato a livello statale è stato dilapidato, fra uno e l’altro, fra una Regione e l’altra. Ma si può dilapidare anche i fondi europei e poi restare con le tasche vuote, come mi si è narrato esser accaduto in Bulgaria. E quando i rubinetti sono chiusi, sono chiusi.

Inoltre quale persona assennata taglierebbe, in una città chiusa intorno ad un golfo e già zeppa di case, alberi per mettere cemento inutile? Infatti anche l’Europa, prima di diventare un’entità guerrafondaia al serivizio di Biden e Zelensky, con la ossesione di doversi difendere ad ogni costo non si sa da chi, e di americanizzare cultura, economia e società, proponeva di piantare alberi non di tagliarli e di creare polmoni verdi nelle città asfissiate. Invece a Trieste la Regione intende tagliare la pineta di Cattinara per far spazio ad un mostro di cemento, inutile perché il Burlo poteva stare dov’era, ed è stato pure rimodernato, e togliendo un luogo di frescura e attività alla scuola vicina ed alla popolazione. 

Infatti, come ho già scritto, «da un servizio video pubblicato il 19 dicembre 2022 da https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2022/12/, si apprende che lo storico ospedale pediatrico Burlo è stato dotato di 5 nuovi tavoli per chirurgia pediatrica, per otorinolaringoiatria, ortopedia, oculistica, ginecologia, sala parto; di una nuovissima tac con intelligenza artificiale, di un ambulatorio ortopedico rinnovato, di un secondo ascensore per diversificare l’accesso dei pazienti infetti, di una camera bianca adibita all’allestimento di preparazioni farmaceutiche sterili. E per il 2023 sono previsti sempre al vecchio storico Burlo, la creazione di un hospice per le cure palliative e lavori ulteriori nel settori di oncologia ed ostetricia. Il tutto per una spesa compessiva di 18 milioni e mezzo in tre anni. (9). Ma allora perché distruggere persino una pineta per costruire il nuovo Burlo, quando il vecchio bastava?

Inoltre come fa sempre notare Paolo Radivo, «La Regione ha finanziato con 7,2 milioni di euro l’acquisto e l’adeguamento di tre edifici attigui alla storica sede del “Burlo” in via dell’Istria, dove trasferire alcuni ambulatori, gli uffici amministrativi e tecnici e dove realizzare aree d’attesa, ludoteche, appartamenti a uso foresteria nonché, all’esterno, nuovi parcheggi». (10). Ma come pensano Fedriga e Riccardi di scindere, in un centro pediatrico, l’area della ludoteca da quella delle cure? Non so, ditemelo un po’ voi …

Ed i lavori per il nuovo Burlo e torre covid, implicherebbero anni con dei cantieri edili aperti a ridosso dell’ospedale di Cattinara, con tutto ciò che questo implica: viabilità modificata e ridotta, cessi chimici dovunque, rumori incessanti anche di martelli pneumatici che notoriamente non fanno bene al cuore, a ridosso di un ospedale con pronto soccorso area di emergenza ed anche cardiologia, fumi di materiali, grida di operai. E poi, magari, se qualche medico anche bravo se ne andrà, si accuserà il fato, anche quando il fato come spesso accade, ha un nome ed un cognome. 

Non da ultimo, «il nuovo “Burlo” nascerebbe già vecchio e superato. Si eleverebbe infatti per cinque piani in superficie, mentre i più moderni parametri ospedalieri mondiali ne prescrivono al massimo tre». (11).

E per ora mi fermo qui. Ho scritto questo testo anche perché ho vissuto a Trieste 10 anni, e mi dispiace vederla ‘insultata’, a mio avviso, in vario modo, con il ‘nuoov Burlo’, l’ovovia, il porto di Trieste come futuro porto ucraino, se ho ben compreso, con scelta nazionale, ed un rigassificatore nuovo di zecca, ma anche e soprattutto perché ci sono aspetti su cui non si può tacere, ed i bimbi non hanno voce.  Cerchiamo di averla noi per loro, difendiamo i nostri bambini, difendiamo i loro diritti.
Senza voler offendere alcuno e ringraziando Paolo Radivo ed il Comitato spontaneo per la pineta di Cattinara per le puntuali informazioni e per la sua attività, questo ho scritto.

P.S. Si sono verificati dopo l’inizio dei lavori per il nuovo Burlo e lo ‘sbancamento’ della pineta, allagamenti nelle zone sottostanti, che hanno interessato numerosi cittadini. Da qui una interrogazione del consigliere regionale Walter Zalukar alla Regione Fvg, un intervento presso il Comune di Trieste per delucidazioni del consigliere comunale Riccardo Laterza, capogruppo di Adesso Trieste e un’interrogazione parlamentare di Nicola Fratoianni ed Eleonora Evi, deputati dell’Alleanza Verdi e Sinistra, ai ministri dell’Ambiente e della sicurezza energetica, dell’Interno e della Salute su quali iniziative di competenza intendano assumere, anche attraverso la Prefettura di Trieste, per verificare se esista una correlazione tra gli allagamenti avvenuti il 15, 16, 17 e 18 gennaio 2023 ad Altura e i lavori di ristrutturazione del soprastante ospedale di Cattinara, nonché quali iniziative di competenza a protezione della cittadinanza e dei terreni limitrofi siano state intraprese dagli organi preposti. Per i comunicati relativi all’argomento, giuntimi sempre da Paolo Radivo, cfr. i miei primi tre commenti qui. 

Laura Matelda Puppini

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Aggiornamento. 3 febbraio 2023. Comunicato da Paolo Radivo. 

«Il vice-presidente della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi ha risposto ieri (1° febbraio 2023) in Consiglio regionale a un’interrogazione del consigliere Roberto Cosolini (PD) sull’adeguamento, annunciato da Riccardi stesso il 19 maggio 2022 in terza Commissione, del progetto per il nuovo “Burlo” a Cattinara. Cosolini lamentava «i limiti di quello originario, che rischiava di determinare un ridimensionamento delle attività di ricerca e cura rispetto a quelle attualmente garantite».

Apprendiamo che Riccardi ha affermato: «Le verifiche erano necessarie per capire le condizioni e l’esisto è positivo. Abbiamo appurato che c’è la possibilità di un ampliamento di spazi da mettere a disposizione, e questo nell’ambito del contratto esistente stimandone i maggiori costi, e ci sono le risorse per sostenerli. Ora si deve entrare nel dettaglio, un lavoro che è in itinere».

Ma dove mai nel claustrofobico sito individuato a Cattinara per il nuovo “Burlo” si potrebbero ricavare questi spazi aggiuntivi? Praticamente non ve ne sarebbero verso la chiesa, l’asilo nido comunale italiano o la futura rotatoria su strada di Fiume, se non eliminando l’esile aiuola che separerebbe l’edificio dalla strada d’accesso all’autosilo sotterraneo. Verso via Valdoni sarebbero scarsi e cancellerebbero il giardinetto promesso in compensazione degli alberi da sopprimere. Anche verso Anatomia patologica e medicina legale gli spazi ottenibili sarebbero modesti, comunque a scapito del tetto giardino ed eventualmente della nuova strada per i veicoli dei vigili del fuoco.

Mancando quindi lo spazio per allargare o allungare l’edificio se non di pochissimo, lo si eleverebbe dai previsti 5 a 6, 7 o addirittura 8 piani? Contrariamente al sano principio di “ospedalità orizzontale” raccomandato a livello internazionale? In ogni caso il nuovo “Burlo” accrescerebbe ulteriormente il suo già notevole impatto paesaggistico specie a danno delle scuole e della chiesa. Diverrebbe ancora più ingombrante e minaccioso.

Ingrandire l’ecomostro comporterebbe poi a cascata la necessità di aumentare proporzionalmente il numero di stalli del suo autosilo sotterraneo, che andrebbe dunque ampliato: in larghezza, impedendo la promessa piantumazione di alberi sostitutivi, o in profondità, costruendo un terzo livello come ipotizzato nel 2009? Spazio in larghezza ce ne sarebbe solo sotto il lato sud-orientale della pineta, per qualche metro a nord-est verso l’asilo nido comunale o tutt’al più sotto via Valdoni. Spazio in profondità ce ne sarebbe sì, ma perforando la roccia. Ingrandire il nuovo “Burlo” causerebbe ad ogni modo una dilatazione sia dei tempi, sia dei costi, sia dei disagi per il cantiere, già notevoli.
Peraltro i laboratori del nuovo “Burlo” troveranno sede nel costruendo padiglione servizi C1, ossia in un edificio non direttamente collegato?

Nell’audizione del 19 maggio 2022 i rappresentanti di Regione e ASUGI sostennero che non si poteva modificare il progetto esecutivo per risparmiare la pineta, pena contenziosi con la ditta appaltatrice. Riccardi lo giudicò impossibile a pendenza di contratto e con alle spalle una risoluzione contrattuale, a meno di non voler «buttare via tutto e ricominciare da capo». L’ing. Massimiliano Liberale, dirigente ASUGI e responsabile dei lavori a Cattinara, aggiunse: «Mantenere la pineta vuol dire cestinare tutto il lavoro fatto finora». (…).

Paolo Radivo. Comitato spontaneo per la Pineta di Cattinara»

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(1) https://www.airc.it/news/dal-laboratorio-al-reparto-i-bambini-non-sono-piccoli-adulti

(2) Paolo Radivo – Comitato spontaneo per la pineta di Cattinara- Comunicaro del 21 gennaio 2022.

(3) https://www.tecnicaospedaliera.it/diritti-dei-bambini-in-ospedale-ce-ancora-molto-da-fare/

(4) http://www.nonsolocarnia.info/perche-no-al-progetto-del-burlo-come-pediatria-di-riferimento-ed-hospice-pediatrico-per-la-regione/

(5) https://www.burlo.trieste.it/nasce-fondazione-burlo-garofolo.

(6) https://samer.com/corporate/la-storia

(7) https://www.burlo.trieste.it/nasce-fondazione-burlo-garofolo.

(8) Per gli accordi fra Fedriga e la Novartis, cfr., su www.nonsolocarnia.info, i miei:

L’accordo tra Novartis, casa farmaceutica svizzera, e la regione Fvg. Le giuste domande di Furio Honsell.

Protocollo di intesa Regione Fvg- Novartis: un accordo che a me fa molta paura. Ecco perché.

Su 15 milioni spostati da un assessorato all’altro, di cui poco si sa, come sulla realizzazione dell’accordo Fedriga – Novartis.

(9) Trieste tra ‘nuovo Burlo’ ed ovovia. Ma che politica sta facendo questa Regione? Parte prima dedicata agli alberi di Trieste condannati a morte.

(10) Paolo Radivo, cit.

(11). Ivi.

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Altri articoli pubblicati su www.nonsolocarnia.info sull’argomento:

Comitato spontaneo per la pineta di Cattinara. L’ospedale Burlo Garofolo resti dov’è! No a nuove strade, parcheggi, costruzioni impattanti! E salviamo gli alberi di Cattinara.

Perché NO al progetto del Burlo come pediatria di riferimento ed hospice pediatrico per la regione.

Sul ‘nuovo Burlo’ che non si capisce perché debba ora venir costruito. Fatti, antefatti ed un esposto alla Corte dei Conti.

Trieste tra ‘nuovo Burlo’ ed ovovia. Ma che politica sta facendo questa Regione? Parte prima dedicata agli alberi di Trieste condannati a morte.

La nuova Trieste, targata Fedriga e c. Via gli alberi e largo al cemento a Cattinara, si parla di nuovo di rigassificatore, e poi c’è l’ovovia …

Regione Fvg ed ambiente: tra buoni propositi e realtà.

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L’immagine che accompagna l’articolo mi è stata inviata da Paolo Radivo e mostra il progetto del nuovo complesso di Cattinara con inserito il pediatrico ‘nuovo Burlo’. Guardare per credere ed indignarsi. Laura Matelda Puppini 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/01/Cattinara-Rendering-2.jpg?fit=1000%2C563&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/01/Cattinara-Rendering-2.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀCi sono problemi che attualmente fanno pensare, che riguardano la commistione di fatto tra ospedali per adulti e pediatrici, a causa della contiguità e della condivisione degli spazi esterni, che saranno, peraltro, privi di verde finchè, forse, qualche nuova piantina, locata al posto di un bosco già esistente e...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI