Propongo qui tre testi a corredo e completamento di quanto ho scritto in: Franceschino Barazzutti a Socchieve. Contro la lettera dell’Anci Fvg ai comuni per derivare a fini vari le acque del Lago dei Tre Comuni senza bypass ed altro ancora. O tempora, o mores.

La primo è una interrogazione alla giunta regionale di Furio Honsell, politico e matematico di chiara fama, oltre che consigliere regionale sul lavoro e le eventuali conclusioni di “Laboratorio Lago dei Tre Comuni” istituito nel 2019 dalla Regione Fvg; il secondo testo riporta due notizie sul primo incontro di Laboratorio Lago dei Tre Comuni, avvenuto on-line; il terzo è un approfondimento sul tema delle acque montane di Maurizio Ionico, già pubblicato dal Messaggero Veneto il 31 agosto 2023 con titolo: “La sete della pianura è la fame della montagna”.

1 – Interrogazione a risposta orale di Furio Honsell avente come oggetto: “Salvaguardia del Lago dei Tre Comuni: quali sono gli esiti degli studi e le proposte operative elaborate dal ‘Laboratorio Lago dei Tre Comuni’?”

«Il consigliere HONSELL,

PREMESSO CHE in data 23 agosto 2023 si è tenuta in Regione FVG una conferenza stampa organizzata dal Comitato per la difesa e valorizzazione del Lago dei Tre Comuni e del Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento sul tema della gestione delle acque del Lago di Cavazzo e della realizzazione del bypass che raccolga le acque che defluiscono dalla vicina centrale idroelettrica di Somplago e le portino a valle del lago di Cavazzo, consentendo in questo modo una ri-naturalizzazione di questo specchio d’acqua, e la sua fruibilità da parte della popolazione locale;

VISTO il comunicato inviato in data 26 agosto 2023 a tutti i consiglieri regionali e alla stampa dal Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento e dal Comitato Difesa e Valorizzazione del Lago dei Tre Comuni;

APPRESO della comunicazione effettuata in data 27 luglio 2023 dal Presidente dell’ANCI alle Giunte comunali di 84 Comuni della Regione nel quale si sostiene l’approvazione di un progetto di una condotta che attinga le acque dal canale di scarico del Lago dei Tre Comuni senza fare menzione del canale di bypass delle acque della centrale idroelettrica di Somplago nell’emissario del Lago, creando grave incertezza sul tema della gestione delle acque in Friuli;

TENUTO CONTO CHE ormai da dieci anni la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale ha espresso il parere secondo cui non è sostenibile dal punto di vista ambientale realizzare solo la derivazione senza il bypass e che se questo non venisse realizzato, continuerà lo snaturamento del Lago che nel giro di qualche decennio sarà riempito di fango e detriti e vedrà la scomparsa di molte forme di vita a causa dell’immissione di acque gelide e fangose dalla centrale di Somplago

TENUTO ALTRESÌ CONTO CHE la programmazione di entrambe le opere è ribadita dalla L.R. 13/2019 sulla Tutela dell’ambiente, come prevista nel Piano Regionale di tutela delle acque approvato con DPR 74/2018;

VISTA la legge regionale 6 agosto 2019, n. 13 “Assestamento del bilancio per gli anni 2019-2021 ai sensi dell’articolo 6 della legge regionale 10 novembre 2015, n. 26” e in particolare l’articolo 4, commi 35 e seguenti, in merito all’istituzione di un tavolo tecnico denominato “Laboratorio Lago dei Tre Comuni”;

RITENUTO CHE realizzare solamente la condotta di prelievo del canale di scarico del Lago senza una strategia che tenga conto del bilanciamento del sistema idrico di quell’importantissimo snodo idro-geologico possa avere delle conseguenze molto serie, squilibrando i flussi idrici di un’area molto più vasta, compromettendo anche l’approvvigionamento idrico del CAFC che distribuisce l’acqua potabile in tutto il Friuli centrale e condannando il Lago ad un futuro di mero bacino di raccolta idrica;

VERIFICATO CHE il tema della gestione della risorsa idrica richiede molta attenzione e che questo tema diventerà sempre più grave a causa dei mutamenti climatici e all’assenza di strategie regionali organiche.

interroga la Giunta regionale per sapere: quali siano gli esiti degli studi e delle proposte strategiche elaborate dal tavolo tecnico “Laboratorio Lago dei Tre Comuni”, quali siano le tempistiche e i costi per l’attuazione delle proposte.

Furio Honsell».  Presentata alla Presidenza il 28/08/2023.

_________________________________

2- Due notizie reperite sul profilo facebook di Comitati Salviamo il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, relativamente al primo incontro di “Laboratorio Lago”.

Per quanto riguarda “Laboratorio lago dei Tre Comuni” esso si è sicuramente riunito una volta on -line a causa del covid, nel 2020. Infatti ho reperito questo post dei Comitati Salviamo il Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, datato 18 luglio 2020: « Laboratorio Lago dei Tre Comuni. Prima riunione. La Regione, per cercare una soluzione al degrado del nostro lago, con la L.R. 6/8/2019,N° 13, art. 4, che recita ” al fine di individuare le criticita’ del Lago dei Tre Comuni e proporre le conseguenti soluzioni, finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e garantirne la fruibilità, anche ai fini turistici, in conformità al Piano Regionale di Tutela delle Acque, ha istituito presso la Direzione centrale Ambiente ed Energia, il tavolo tecnico denominato ” Laboratorio Lago dei Tre Comuni “.

Questo tavolo tecnico, è composto da un rappresentante e un esperto della Direzione Ambiente e Energia, da un esperto designato dal Comune di Trasaghis, uno da Bordano e uno da Cavazzo e infine da un rappresentante dell’Arpa. Potrà inoltre partecipare anche un rappresentante dell’Autorità di Bacino.
Inoltre potranno essere invitati a partecipare i soggetti portatori di interessi (Comitati, A2A, Consorzio Bonifica Pianura Friulana, ecc.).
C’è stata a fine giugno una prima riunione in videoconferenza a titolo interlocutorio, in attesa di conoscere le proposte di A2A e del Consorzio Bonifica Pianura friulana.
Alcune considerazioni. Con questa legge si riafferma nuovamente che il recupero di naturalità del lago, dovrà essere realizzato tramite un bypass (quale sarà la soluzione ottimale sarà compito del tavolo tecnico) che porti le acque gelide e talvolta torbide scaricate dalla centrale di Somplago a valle del lago, senza interferire con lo stesso. Le Amministrazioni rivierasche infine hanno ricevuto un ruolo fondamentale in questo Laboratorio, nominando ciascuna un proprio esperto. Noi del Comitato Salvalago saremo vigili e non mancheremo di portare in quella sede le nostre proposte.
Claudio Polano – Comitato Salvalago» (https://www.facebook.com/100485721482759/posts/laboratorio-lago-dei-tre-comuniprima-riunionela-regione-per-cercare-una-soluzion/173949074136423/?locale=ms_MY).
_________________________________

Maurizio Ionico. L’acqua la insegna la sete. La sete della pianura è la fame della montagna. La prospettiva metromontagna. (Titolo originale).

Emily Dickinson ci illumina attraverso un verso tanto sintetico quanto efficace di una sua poesia del 1859: “L’acqua la insegna la sete”. Più ancora dei rapporti scientifici indipendenti dell’Ipcc (Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici), dell’Istat (Istituto nazionale di statistica), dell’Ispra (Istituto superioreper la protezione e la ricerca ambientale) e dell’Arpa (Agenzia regionale perla protezione dell’ambiente), che nessuno legge, tantomeno i decisori.  

Inverni progressivamente con minore neve, piovosità assente da tempo, abbassamento delle falde e della disponibilità  di acqua nei bacini (si stima una perdita per evaporazione di 10.000 m3/a di acqua per ogni ha. di superficie), consistente approvvigionamentoidrico della manifattura rappresentano alcuni fattori che determinano la scarsità di acqua. Hanno sete i campi, le coltivazioni, gli animali, e un po’anche noi.

Come osservano gli studiosi, “la crisi ecologica cambia le geografie”. In altre parole, “la sete della pianura è la fame della montagna”

Ma sete degli uni e fame degli altri non pare far riflettere i decisori sulla necessità di affrontare la complessità dell’argomento mettendo in atto misure e azioni integrate in grado di determinare corrette gestioni dei patrimoni. 

È sufficiente riferirsi al Progetto del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana per la costruzione di una condotta di collegamento tra il “Canale Sade” e il sistema derivatorio Ledra-Tagliamento per il recupero parziale della portata di scarico della centrale di Somplago. Un progetto che in un colpo solo non tiene conto del parere IV Commissione del Consiglio regionale relativo alla tutela del Lago di Cavazzo (gennaio 2014), del Piano regionale di tutela delle acque (D.p.r n. 74/2018) e della Leggeregionale n. 13 del 6 agosto 2019 in tema di energia e ambiente.  Nell’insieme, rappresentano atti che sollecitano a valutare l’adozione di soluzioni progettuali tali da mitigare gli impatti determinati dagli scarichi della centraledi Somplago, recuperare le condizioni di naturalità del lago, preservare ladisponibilità e qualità delle acque. 

Non solo. Su questa vicenda si innesta l’assenza di lungimiranza degli 84 Comuni della pianura che, per il tramite dell’Anci, cioè dell’associazione che unisce i 215 Comuni del Friuli Venezia Giulia, si propongono di deliberare l’assenso al progetto proposto dal Consorzio poiché si tratta di “un’opera importante e tanto attesa da gran parte del territorio”. 

Sete, della pianura, contro fame, della montagna: due registri, due entità che nessuno intende mettere in connessione specie di  fronte alle trasformazioni radicali come il cambiamento climatico destinate a condizionare tutti: luoghi, persone, coltivazioni, animali, industrie che siano, di pianura o di montagna. Comuni del basso contro i Comuni dell’alto anche nella gestione della sete a dimostrazione che è vivo il tarlo delle iniquità nella fruizione concreta dei diritti che si identificano nella reale disponibilità di risorse e beni comuni. 

Eppure la teoria della produzione e gestione dei servizi ecosistemici (paesaggio, biodiversità, assetto idrogeologico, acqua, energia, bosco, agricoltura) richiede integrazione ed alleanze tra le parti attraverso la costruzione di nuove relazioni reciproche ed una comune piattaforma territoriale che porti a sintesi rapporti ora problematici e superi autonome rappresentazioni sapendo generare e distribuire valore. 

Qui, da noi, non è nemmeno all’orizzonte simile ipotesi diversamente da altre parti, nell’arco alpino come in Europa, dove si è alla ricerca di forme e approcci di governance per affrontare assieme gli impatti e organizzare le risorse.

Per governare la complessità data dai fenomeni in atto, gestire le metamorfosi  – urbane e delle Terre Alte – ed i servizie cosistemici serve una proposta metromontana. Attorno questo “quasi – concetto” se ne è discusso ad Innovalp Day solo qualche tempo fa alla ricerca di riannodare i fili tra pianura e montagna e nel tentativo di catalizzare interessi differenti superando la dialettica “centro-periferia” e “alto – basso”. 

Vi è la necessità,  appunto, di affermare un “nuovo policentrismo” capace di affrontare i futuri possibili e le questioni del presente sulla base di un approccio multiscalare, dove i confini amministrativi ed il discorso pubblico meramente urbano non hanno più senso e dove è invece fondamentale affermare le interdipendenze considerato che proprio la montagna produce e gestisce servizi ecosistemici fondamentali per le stesse sorti delle città e della pianura che li richiedono per la loro stessa esistenza. 

Gli ambiti da dove iniziare non mancano: dell’acqua si è detto; l’altro progetto -bandiera è il Tagliamento che esprime l’urgenza del governo delle complementarietà e delle risorse e, non sfugge, la responsabilità di recuperare le “fratture” che si sono generate nel corso del tempo tra le diverse componenti dislocate lungo il suo corso. 

Non è inutile suggerire al Consorzio di Bonifica della Bassa friulana, all’Anci e ai Comuni di pianura, come ad ogni altro soggetto pubblico ed agenzia, di concorrere alla prospettiva di riunire sotto un unico sguardo territoriale contesti che non possono essere più alternativi e conflittuali; di superare la consuetudine, come emerge dagli ultimi atti, di pensare all’economia e alla società “con la montagna alle spalle” e con sguardi speranzosi rivolti a città e pianura. 

Appare del tutto naturale che del nuovo modello di relazioni strategiche – metromontagna appunto – si faccia carico la programmazione regionale che lo può configurare sul piano teorico, tecnico e finanziario nell’ambito di una condivisa visione organica del futuro del Friuli Venezia Giulia dove le diverse componenti territoriali, proprio perché strutturalmente integrate tra loro, possono produrre vantaggi reciproci.

Maurizio Ionico, urbanista, ricercatore».

_________________________________

In attesa che si riunisca la IV^ Commissione sul lago di Cavazzo e sulla lettera con deliberazione del Direttivo Anci Fvg, firmata dal suo presidente, il leghista ex sindaco e ora consigliere comunale a Prata di Pordenone Forino Favot, queste ulteriori informazioni ho riportato.

Invito chi non avesse letto ancora il mio precedente a cui questo si riferisce: Franceschino Barazzutti a Socchieve. Contro la lettera dell’Anci Fvg ai comuni per derivare a fini vari le acque del Lago dei Tre Comuni senza bypass ed altro ancora. O tempora, o mores. , a farlo.

Laura Matelda Puppini.

L’immagine che correda l’articolo rappresenta lo stato attuale del lago di Cavazzo, che peggiorerà sempre più se non viene fatto il bypass. L.M.P. 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/09/9.-diminuzione-livello-lago-1.jpg?fit=1024%2C768&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/09/9.-diminuzione-livello-lago-1.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniAMBIENTEECONOMIA, SERVIZI, SANITÀETICA, RELIGIONI, SOCIETÀPropongo qui tre testi a corredo e completamento di quanto ho scritto in: Franceschino Barazzutti a Socchieve. Contro la lettera dell’Anci Fvg ai comuni per derivare a fini vari le acque del Lago dei Tre Comuni senza bypass ed altro ancora. O tempora, o mores. La primo è una interrogazione...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI