Leggo sul Messaggero Veneto odierno, della maratona psicofisica per far approvare una legge, di cui non si sa quasi praticamente nulla, sull’accoglienza dei migranti.  (d.p.e., Legge sugli immigrati, La maratona in aula fra polemiche e “fughe”, in: Messaggero Veneto, 29 ottobre 2015).  «Come volevasi dimostrare, hanno aspettato l’ultimo momento – penso –  con il risultato di allarmare maggiormente la popolazione».

Non mi si dica che il problema dei migranti è nuovo, non mi si dica che non si poteva affrontare prima, e non so come si possa negare che i vertici europei se ne siano “andati in ferie” invece di discuterne in modo articolato ed organizzato.  “Tranquilli” – diceva Torrenti –  “Tranquilli” – ripete ancor’oggi l’assessore alla cultura – non si sa bene su che base.  Questa “politica regionale”, a me pare una politica del “training autogeno”, che punta sull’auto – convincimento dell’individuo, che non gli accadrà nulla, qualsiasi cosa succeda, ed una politica che punta all’acquisizione di spirito di rassegnazione. Cittadini o Sotàns? A voi la risposta.

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Al ritorno dalla Germania, il 18 di settembre 2015, parlavo, dopo il valico di Coccau, con un italiano, che mi diceva che l’Italia è totalmente impreparata a dare risposte al problema di coloro che si affacciano alla frontiera. Come dargli torto?

E poi, secondo me, continuiamo a comportarci come fossimo la Germania, non guardando la realtà di recessione economica reale, la precarietà dei giovani, la limitazione dei diritti primari come la salute, con leggi e riforme dettate dal dio denaro, cioè dalla finanza. Non siamo la Germania, siamo la Grecia prima di Tsipras, con una corruzione di non poco conto, come rilevato dalla stampa.
E non sappiamo cosa realmente pensi di fare o stia facendo la Germania, per i migranti. E rimando al mio precedente, dal titolo “Migration. Europa, un gigante dai piedi di argilla”, ed alla mia esperienza.

Leggo, pure, un paio di esiti della maratona psicofisica dei consiglieri regionali sui migranti, e mi paiono, come il solito, parole vuote. Non una indicazione di come i migranti saranno distribuiti sul territorio, di dove potranno alloggiare, di come alimentarli, di quali malattie potrebbero essere portatori, di quali scuole potranno accogliere i loro bambini, (sperando siano dotati di documenti), senza mediatori culturali, mentre i nostri potrebbero esserne esclusi per un vaccino. Inoltre i migranti potrebbero avere una non corretta percezione di cosa possono pretendere da noi, in un’Italia ormai languente anche in democrazia, e con milioni di poveri reali, che i ricchi politici, a 12.000 euro netti  il mese, come i ricchissimi manager, non pare vedano. Ma forse  basta chiudersi occhi ed orecchie, sorvolare l’ennesimo articolo che talora compare sui quotidiani relativamente alle italiche povertà, ed hoplà, il gioco è fatto.

Comunque, per quanto riguarda i migranti, ha certamente ragione Miniti nel dire che il problema è sovranazionale e tali dovrebbero essere le decisioni, (Minniti: niente allarmismi, ma l’attenzione è massima, in: Messaggero Veneto, 29 ottobre 2015) ma ormai chi ha eretto muri li ha eretti e tutto si è giocato in quella notte in cui si è concesso ad ogni stato di decidere nel merito come meglio desiderava. Ed abbiamo visto come.

90.000 persone sono entrate in Slovenia – si legge oggi sul Messaggero Veneto – e la tensione fra  Slovenia e  Croazia, (che non  permette ai migranti di sostare sul suo territorio) va crescendo. Anche l’ Austria è ai limiti, e lo era già un mese fa, ed i pattugliamenti, i mezzi – blocchi confinari per non dire che il confine è chiuso ecc. pare si susseguano. (Domenico Pecile, Profughi. Roma chiede altre caserme al Fvg, in Messaggero Veneto, 29 ottobre 2015). Del resto come fare a non comprendere sloveni ed austriaci, quando desiderano avere sul loro territorio un afflusso pianificato? Non si capisce, invece, la Merkel, che afferma che darà asilo solo a coloro che hanno lo status di rifugiato, quasi, in questa enorme massa di spinta, si riuscisse ad isolarne i soggetti che vi appartengono. Ma i politici, ancor di più ora, pare vivano nell’altra metà dell’emisfero, si fa per dire. Pensano alle nozze gay, (e, francamente, non ne possiamo più di sentirne parlare), che sono un problema per la chiesa, non per noi, pensionati, disoccupati ecc …
Sempre sullo stesso articolo, per ritornare al dunque, si legge, pure, che la Germania accusa l’Austria di far passare il confine tedesco a migranti di notte, e fra accuse, controaccuse, smentite, sembra che non si sia capito ancora come intervenire, insieme, per quella che appare la più grande migrazione dalla seconda guerra mondiale. Gli unici che hanno deciso sono quelli che hanno recintato tutto con filo spinato, mentre pare che altri li vogliano seguire. Per quanto riguarda le ex- caserme, (riferimento ivi) sarebbe importante trovare una formula per il loro utilizzo, ma non passandole ai comuni. Infatti come potrebbero controllarle e renderle agibili? Infatti non ci si illuda: ad un nome può corrispondere, di fatto, una serie di edifici, in stato penoso.
Inoltre una volta concentrati i migranti in strutture, come si pensa di procedere, prima che le situazioni diventino esplosive? Mistero.

Orfana di Est Journal, che non mi manda più le sue news, non si sa perché, cerco ragguagli su cosa sta accadendo realmente sulla rotta dei Balcani, digitando su internet il suo nome, ma pare assopito sull’argomento. Penso, sperando di errare, che i politici si augurino, che, piano piano ci abitueremo ad ogni situazione.

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Entro alla Coop-ca, in “sbaraccamento” grazie, pare e pure, a pessimi amministratori.
Raggiunta la cassa, chiedo ad una cassiera se vi siano novità sul loro futuro. È ormai per me quasi un rito il chiederlo, è per me quasi un’abitudine sentirmi rispondere che non vi è nulla di nuovo. Vorrei leggere sul Messaggero Veneto o su il Gazzettino, per par condicio, che il Consiglio Regionale ha dedicato una “maratona” si fa per dire, anche a quelle centinaia di lavoratori della Coop-Ca che perderanno il posto, ed a quelli della Evraz Palini di San Giorgio di Nogaro, che lo stanno rischiando definitivamente; vorrei leggere sul Messaggero Veneto o su il Gazzettino che la Regione sta pensando anche alla loro sopravvivenza, oltre che ai loro diritti, e che si sta occupando pure dell’indotto carnico che viveva intorno a Coop-Ca. In fin dei conti, da che mondo è mondo, si pensa prima ai propri familiari, poi agli altri. E comunque per pensare agli altri vi sono stati mesi e mesi, se un anno fa compariva, in data 29 dicembre 2014, un articolo, in cui si riferiva della richiesta della “Rete diritti e cittadinanza” a Serracchiani, di una legge sull’accoglienza. (La “rete diritti e cittadinanza” alla Serracchiani: Serve subito una legge sull’accoglienza, in Messaggero Veneto, 29 dicembre 2014). Comunque, al di là di tutto, servirebbe che la “Rete diritti e cittadinanza” pensasse anche un po’ a noi, cittadini italiani – rifletto fra me e me …

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Pensando alla Coop-Ca, mi viene in mente Vittorio Cella ed il suo tentativo, con altri, di gestire le acque carniche in proprio per la produzione di energia elettrica, fallito a causa del fascismo. Questa storia, unica, gloriosa, antica, sta chiusa nei volumi dell’archivio storico della Coop-ca, da cui l’ho attinta per il mio “Cooperare per vivere. Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938” scritto nel lontano 1988.
Che fine farà detto archivio? Me lo chiedono in tanti, ma non so che rispondere … È tutto in mano ai liquidatori … od al liquidatore, non lo so. C’è qualcuno che può ragguagliarmi?
E chiudo con la solita frase, che mi distingue: questa è la mia opinione, senza offesa per nessuno, e se erro correggetemi, ma nel caso specifico aggiungo: guardatevi bene dal definirmi della Lega Nord, perché non lo sono. Cerco solo di esprimere ciò che penso e ciò che mi viene detto.

Laura Matelda Puppini

Laura Matelda PuppiniECONOMIA, SERVIZI, SANITÀLeggo sul Messaggero Veneto odierno, della maratona psicofisica per far approvare una legge, di cui non si sa quasi praticamente nulla, sull’accoglienza dei migranti.  (d.p.e., Legge sugli immigrati, La maratona in aula fra polemiche e “fughe”, in: Messaggero Veneto, 29 ottobre 2015).  «Come volevasi dimostrare, hanno aspettato l’ultimo momento...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI