Paola Del Din, partigiana, medaglia d’oro. Una legge che porta al regime. Da Messaggero Veneto, 9 luglio 2016.
Chi diceva che “il potere logora chi non ce l’ha”, commetteva un grave errore di valutazione. Il potere logora chi ce l’ha, se non possiede insieme adeguata preparazione e senso della misura. Il povero Masaniello, ma anche Napoleone Bonaparte, sono esempi storici di questa osservazione, che viene richiamata alla mia attenzione osservando il nostro attuale quadro politico. In una situazione di grave malessere nazionale per la crisi economica internazionale e di disordine della nostra situazione politica, il Presidente della Repubblica cerca una persona che possa essere al di sopra di tante spinte diverse: il quadro ricorda dolorosamente il 1922, anche se troppe forze ritengono di essere al di sopra di tale somiglianza.
A questo punto entrano in lizza forze nuove, che affermano di risolvere la situazione italiana nazionale ed internazionale con le riforme. Noi, gente comune, ci aspettavamo che obbligassero a far funzionare con regolarità, per prima e non costosa riforma, la esistente organizzazione statale, sfrondandola di costose sovrastrutture, eliminando numeri e benefici che le forze politiche si erano arrogate, rispettando con serietà la già troppo manomessa Costituzione, nata dall’ incontro di forze diverse, per ripristinare e salvaguardare Libertà e Democrazia.
Nulla di tutto ciò: tutto deve essere distrutto e rifatto secondo idee nebulose, nate in Parlamento, ma non suffragate da risultati pratici, in quanto nella massima parte, infatti, paiono aumentare le spese anzichè diminuirle.
Zucchero sulle fragole: una legge elettorale che apre la strada alla dittatura nel modo più semplice.
Abbiamo già visto, infatti, qual è la potenza della martellante propaganda politica attraverso giornali e Tv.
Non è difficile perciò prospettare, anche in una unica tornata elettorale, la vittoria dello stesso Partito al Parlamento (quindi anche al Governo) e nei Consigli Regionali (quindi anche nel Senato diventato inutile): ci ritroviamo con questa trovata ai tempi del delitto Matteotti, quando gli allora democratici non ebbero il coraggio di affrontare i prepotenti in Parlamento […].
L’Italia intera ha scontato duramente il desiderio di pacificazione che suggerì quella volta di accettare la situazione; ma oggi noi sappiamo quale fu il seguito.
Sia pure con orientamenti diversi, ma con la stessa idea di base di Libertà, […], e di Democrazia […] siamo riusciti a riconquistare l’unità e l’indipendenza, che parevano distrutte. (…). Riteniamo che sia urgentemente necessario correggere questo andazzo […]. .
Il referendum di ottobre può essere l’occasione opportuna.
Paola Del Din, partigiana, Medaglia d’oro al valor militare.
(Paola Del Din, Una legge che porta al regime, Messaggero Veneto, 9 luglio 2016).
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Mah, con tutte le personalità che si sono schierate per il No al referendum costituzionale, da posizioni antifasciste di sinistra e non anticomunisti viscerali (cito una per tutte Lidia Menapace), con interventi precisi ed organici, di costituzionalisti di vario genere, politici di sicura fede democratica e di magistrati come Casson, de Magistris ed Ingroia (tre fra i molti), non comprendo il senso di promuovere le dichiarazioni di questa socia onoraria di Gladio (si veda http://www.stay-behind.it/soci-onorari e la troviamo in buona compagnia con il vivente generale Mori, ancora sotto processo a Palermo per collusione mafiosa, ed i defunti Francesco Cossiga, il golpista Edgardo Sogno ed il generale Riccardo Basile , noto a Trieste per le sue posizioni nostalgiche del fascismo e contrarie ai diritti della comunità slovena). Si rischia di ottenere l’effetto contrario, una reazione a votare Sì, dato che i “gladiatori” sarebbero per il No…
Se leggi http://www.nonsolocarnia.info credo di non aver portato solo la voce di Paola Del Din.
Infatti, è quello che intendevo dire io. Con tutte le voci autorevoli e non “gladiatorie” schieratesi per il NO, non comprendo il motivo di dare spazio ad una persona come Paola Del Din, che oltretutto ha delle posizioni, rispetto alla Resistenza non nazionalista ed all’internazionalismo, non condivisibili. Personalmente ho già detto in altra sede che voterò NO “nonostante” Salvini, Berlusconi, Grillo, Casapound eccetera: vuol dire che voterò NO anche “nonostante” Paola Del Din.