Paolo Ferrari. Guerra al confine nella propaganda nazista.
Sabato 19 novembre 2022 mi sono recata a Cividale del Friuli ad ascoltare un interessantissimo incontro dal titolo: “La Liberazione della città di Cividale: la parola agli storici”, con relatori: Paolo Ferrari dell’Università di Udine, Gian Carlo Bertuzzi docente universitario ora in pensione, Gorazd Bajc professore universitario prima a Capodistria, poi Maribor e Lubiana, e Fabio Verardo dell’Università di Trento.
Riporto qui, per ora, l’intervento di Paolo Ferrari sulla propaganda nazista che, pur essendo il meno specifico, parla di un importante tema generale, che ha influenzato anche tutto il dopoguerra. E la propaganda del Reich fu massiccia. Non ho ovviamente le immagini impattanti proiettate dal prof. Ferrari, ma ho cercato di sopperire con altre sullo stesso tema, trovate in rete. Vi prego di ricordare che queste immagini non rappresentano la realtà ma quello che i nazisti volevano si pensasse. E se leggete con calma vedrete come mezzi propagandistici, strutturalmente similari, sono stati utilizzati poi anche per altre guerre e per quella tra Russia ed Ucraina, nel merito della quale bisogna stare molto attenti a ciò che potrebbe essere la realtà e ciò che è, appunto, propaganda.
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Vittime nella città di Cividale.
Vorrei porre qui, e solo un inciso, quanti vennero uccisi dai nazifascisti, nella guerra di Liberazione, solo a Cividale. Secondo Luciano Marcolini Provenza, presidente della sezione Anpi di Cividale del Friuli, 74 furono i caduti cividalesi, almeno 105 i fucilati alle fosse del Natisone, e 8 i partigiani giustiziati al campo sportivo.
E così si legge in: “Commemorazione dei fucilati alle fosse del Natisone”, in: https://www.anpi.it/eventi/1503/ 2012: «Sessantanove anni sono trascorsi dall’inizio di quelle vere e proprie stragi che vennero perpetrate, per 20 lunghissimi mesi, nei pressi della caserma “Principe Umberto” attuale sede dell’8° Reggimento Alpini. La caserma, nel settembre del 1943, diventa la sede del Comando distrettuale tedesco e sede del Pz.Kp. della 24ª Waffen-Gebrings “Karstjager” delle SS. Essa fu utilizzata, in tutto il periodo successivo, come luogo di detenzione di decine di partigiani, di militari e di semplici civili ritenuti, a torto o a ragione, colpevoli del reato peggiore: quello di aver trovato la forza di opporsi al dominio nazifascista. Furono tantissimi coloro i quali vennero arrestati, rinchiusi, detenuti, torturati e fucilati: il primo fu l’operaio di 24 anni Antonio Rieppi, ucciso il 2 ottobre del 1943, e dopo di lui le vittime furono più di cento. Si continuò a uccidere fino al 1° maggio del 1945, e le testimonianze raccolte nel dopoguerra presso la gente di borgo San Giorgio consentono d’intuire che le cifre dell’eccidio furono forse più spaventose di quelle effettivamente accertate».
Lapide in ricordo degli 8 partigiani uccisi dal nemico a Cividale, nel campo sportivo, il 18 dicembre 1944. (Da: https://www.patriaindipendente.it/ultime-news/gli-assassinati-di-cividale-del-friuli/
Ma passiamo alla relazione del prof. Paolo Ferrari. Egli dopo i ringraziamenti di rito, così ha esordito.
«Propaganda militare.
Io non ho studiato in particolare la storia di Cividale, ma mi è stato chiesto di parlare del contesto in cui si collocano gli eventi di cui parliamo oggi. Ed ho pensato che fosse più originale, e meno scontato, parlare non delle vicende militari in senso stretto, che sono state ampiamente studiate, ma parlare invece di un altro tema, quello della propaganda e della cultura che, durante i mesi del Litorale Adriatico, i nazisti hanno diffuso in quest’ area. Questo perché, secondo me, ci aiuta a capire altri aspetti […] e le tensioni ed i drammi di quest’ area.
In primo luogo stiamo parliamo di un’area di confine dove, dopo l’8 settembre 1943, il confine stesso viene cancellato. Perché essa entra a far parte del Litorale Adriatico (Operationszone Adriatisches Küstenland formato dalle province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana), nella seguente prospettiva, secondo Goebbels (1): «per settembre dovremmo avanzare fino al confine del Veneto, ed il Veneto dovrebbe essere inserito nel Reich in forma autonoma».
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Il disegno generale nazista è noto, come è noto il fatto che le operazioni militari siano state particolarmente complesse in quest’area, un’area che non è come tante altre, ma in cui le tensioni, gli scontri militari ed il controllo del territorio da parte dei nazisti mostrano aspetti particolarmente complessi. Questo è il motivo per cui, anche nella storiografia, pure dopo il 1945, ci si è concentrati sulle vicende militari e sulla guerra combattuta in senso stretto. Ma questo non significa che non sia altrettanto importante studiare la propaganda che venne fatta allora. Infatti i nazisti scrivevano che la guerra senza propaganda è impensabile. E non esiste un discorso militare di una certa importanza il cui successo non dipenda e sia dipeso dalle attività e dai mezzi impiegati per la propaganda. Quindi si può dire che la violenza materiale e quella fatta attraverso la propaganda vanno, in contesti bellici, di pari passo.
Per esempio, qui ho inserito una immagine che forse qualcuno ha già visto, ma che è interessante per la terminologia usata, perché rappresenta un cartello con scritto: “Attenzione! Zona infestata dalle bande!” Faccio notare che questo termine ‘infestato’ non è un termine qualsiasi, e significa che, per i nazisti, i partigiani, in qualche modo, non fanno parte dell’umanità e sono come degli insetti che, appunto, infestano una zona.
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Cartello simile a quello mostrato dal prof. Ferrari. Da: https://www.televignole.it/segreti-del-fascismo-35/.
E questo è un primo indizio di come si muoveva la propaganda nazifascista. Ma a cosa mira la propaganda? Innanzitutto a mostrare le forze dell’occupante, che vuole proporsi, sostanzialmente, come invincibile e vuole minacciare così la popolazione.
E questa è una delle tante immagini che si possono scegliere, in cui vediamo una parata militare in Ozak. E qui in alto vediamo tra i massimi rappresentanti nazisti in Ozak: il supercommissario Friedrich Rainer, Globočnik e comandanti militari. La dimostrazione della forza dell’occupante è il tema costante della propaganda, che si avvale anche di strumenti come gli armamenti.
Per esempio questa che vi mostro è una rivista allora pubblicata che presenta in prima pagina un carro armato tedesco, come segnale di chiara minaccia a chi volesse opporsi. E, sulla destra, ho posto una interessante immagine tridimensionale, presente in una mostra allestita ad Udine, in cui viene rappresentata la forza della Germania nazista contro uno dei suoi principali nemici e cioè il Regno Unito, e mostra le V2 nel momento in cui sono appena state utilizzate per la prima volta, per colpire Londra e l’Inghilterra.
Manifesto di propaganda nazista, con sfoggio di armi, che invitava al reclutamento nelle SS nei territori olandesi, dopo l’invasione tedesca dei Paesi Bassi. Lo slogan recita: “Per il tuo onore e coscienza! Contro il bolscevismo! Arruolati nelle Waffen-SS.” (Da: “Propaganda nella Germania nazista”, https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ssnederland.jpg).
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Noi ci troviamo, comunque, in una zona che vede una escalation molto rapida della violenza e la propaganda nazista sottolinea, via via, tutti i vari aspetti dello sforzo bellico del Terzo Reich: quindi qui si vedono dei carri armati e delle munizioni aeronautiche, ma vediamo pure delle donne volontarie al lavoro, perché anche le donne furono mobilitate, soprattutto nella fase finale della guerra. Queste immagini si riferiscono a Trieste, e mostrano l’impegno assistenziale del Terzo Reich, anch’esso utilizzato come propaganda: in questo caso la distribuzione di generi di uso comune, di sapone in particolar modo.
La propaganda nazista è molto complessa, perché da un lato mira a dare una rappresentazione edulcorata o come meglio dire: una rappresentazione della guerra lontana dalla realtà, dall’altro lato deve tener in qualche modo presente la realtà, deve anche riflettere su questa realtà, pena il diventare inaffidabile ed il non poter convincere più nessuno. Per cui si parla, nella propaganda, anche dei bombardamenti sulla Germania. Alcune immagini d’epoca mostrano i bombardamenti di Berlino, ma accompagnati da questo messaggio: “Nonostante i pesanti bombardamenti, la Germania del Terzo Reich resiste e la vita quotidiana continua, in qualche modo, a svolgersi senza interruzione, come nei periodi precedenti”.
Bombardamenti della Germania nel corso della seconda guerra mondiale. File:Fotothek df ps 0000010 Blick vom Rathausturm.jpg: Peter, Richard sen. File:Bundesarchiv Bild 146-1970-050-31, Berlin, Opfer eines Luftangriffes.jpg: ignoto File:Bundesarchiv Bild 146-941, Essen, zerstörte Krupp-Werke, Luftaufnahme.jpg: U.S. Signal Corps File:Attack on Hamburg.jpg: W.wolny File:Deggendorf getting bombed in 1945.jpg: unknown/U.S. Air Force photo Derivate work (collage): Yiyi – Questo file deriva da: Fotothek df ps 0000010 Blick vom Rathausturm.jpg: Bundesarchiv Bild 146-1970-050-31, Berlin, Opfer eines Luftangriffes.jpg: Bundesarchiv Bild 146-941, Essen, zerstörte Krupp-Werke, Luftaufnahme.jpg: Attack on Hamburg.jpg: Deggendorf getting bombed in 1945.jpg. From https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Bombardamenti_sulla_Germania_durante_la_seconda_guerra_mondiale.jpg.
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Vi è una difficoltà ovviamente a raccontare la guerra vera, e la propaganda si ribassa tanto più, quanto più non si riesce a raccontare una guerra vittoriosa, ma si deve raccontare una guerra in cui la Germania, dal 1943 ma anche prima, è sostanzialmente sulla difensiva ed in maniera costante. Quindi la propaganda, deve riuscire a rappresentare una guerra che sta perdendo, ma nella maniera il più possibile convincente. Come esempio vi mostro questa didascalia che dice: “Centinaia di attacchi terroristici sono stati condotti in Berlino, ed hanno causato nella capitale del Reich gravi danni e tuttavia Berlino vive ancora, lavora ancora, combatte con coraggio, malgrado tutto”.
Questo tipo di propaganda veicola l’idea di una guerra che continua senza problemi.
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Poi vi è un tipo di propaganda sganciata dalla realtà. Qui mi mostro un esempio di come si rappresentavano allora le vittorie del fascismo e l’alleanza dell’Italia con la Germania nazista. Qui vedete invece il resoconto di una giornata di guerra con un bilancio bellico del tutto fantasioso, e nello stesso tempo una rappresentazione abbastanza interessante dal punto di vista grafico: è il sogno delle Hawaii, che rappresenta la carta di dette isole per ribadire la vittoria del Giappone, alleato della Germania.
Ma come sono rappresentati nella propaganda, gli Alleati?
Gli Stati Uniti ed il Regno Unito vengono rappresentati, dalla propaganda nazista, come plutocrazie, in linea anche con la propaganda fascista, soprattutto dei secondi anni trenta, e sono rappresentati come una minaccia costante. Uno dei temi più sottolineati è quello dei bombardamenti come momento in cui le plutocrazie sono all’opera, e attaccano l’Italia e gli italiani.
Cartolina postale d’epoca. Il fascismo e il nazismo cacciano i plutocrati Usa. (Da: https://www.millecartoline.com/prodotto/cartolina-postale-qui-sorgera-la-nuova-europa-vietato-lingresso-ai-non-addetti-ai-lavori-propaganda-molino/).
Ci sono moltissimi volantini e vi è moltissima propaganda che si concentrano sui bombardamenti, non soltanto in generale ma qui su quelli di Trieste (2). Abbiamo pure un giornale con due pagine intere con immagini dedicate ad un bombardamento di Trieste del settembre 1944. E qui come altrove la propaganda si avvale di rappresentazioni che possano molto facilmente colpire la popolazione e che si prestano ad una lettura immediata. Ed, in questo caso, abbiamo molte immagini con un testo molto ridotto.
Inoltre come sono caratterizzati gli Stati Uniti ed il Regno Unito dalla propaganda nazista? Sono caratterizzati come società fondamentalmente malate. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, li si rappresenta come una società con una classe dirigente che è fortemente condizionata dalla finanza ebraica, da una presenza ebraica che viene vista soprattutto come colei che controlla i gangli dell’economia, e nello stesso tempo una società in cui i neri (ma il termine usato allora non era questo) hanno un ruolo molto importante. Quindi gli anglosassoni, che erano arrivati sul continente americano, non erano riusciti di fatto ad imporre la propria egemonia, sempre secondo i nazisti, per cui la società americana veniva rappresentata come una società fondamentalmente non sana.
È interessante come allora venga sottolineato ampiamente l’elemento della presenza dei neri in Usa, anche con dei topos che poi si ritrovano spesso nella propaganda: per esempio quello dei neri come minaccia di aggressione per le donne bianche. Ed in questa foto che vi mostro, vedete, appunto, una donna bianca fra due uomini ed il commento è: questo nero si sente padrone della situazione fra le donne di razza bianca.
E c’è nella propaganda nazifascista un atteggiamento razzista molto chiaro, che prevede una condanna in generale di una società multietnica, formata da componenti etniche diverse.
Questo aspetto viene riproposto in molti modi. Guardate per esempio quanto mostra questa slide. Qui ci sono entrambi gli elementi: a margine ci sono le distruzioni dei bombardamenti ed in primo piano ‘i liberatori’ (gli angloamericani), ed il commento è il seguente: “Roma, madre della civiltà del mondo, oggi dominata dalle più infime razze”. E questo cartellone si trovava in un palco allestito sia a Trieste sia ad Udine durante la guerra.
La didascalia dell’immagine così recita: “Per evitare una simile onta alle città dell’Italia settentrionale, ognuno compia il proprio dovere al suo posto di lavoro. Solo così si aiuteranno i nostri soldati che combattono contro il multicolore etnico. (Da: L’immagine dei nemici. L’America e gli Americani nella propaganda italiana della Seconda guerra mondiale. In: https://journals.openedition.org/italies/2116).
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Il nazismo presentato come il difensore del cattolicesimo e del cristianesimo.
Un altro elemento interessante è che i nemici sono considerati ostili al cristianesimo, mentre il nazismo si presenta come difensore del cristianesimo stesso. E questo aspetto potrebbe stupire, perché la religione non era una componente essenziale del nazismo. Ma qui, in un’area connotata da una forte diffusione della fede cattolica, il nazismo, per acquisire il più possibile spazio, si vuole presentare come difensore del cristianesimo. Ed in questo pannello che vi mostro, si parla proprio in modo sarcastico, di difensori del cristianesimo inviatici da Roosevelt. E vedete una croce che viene abbattuta e a sinistra notate un soldato nero.
Inoltre vi sono immagini che ritraggono il ricco americano temuto e, come spesso avviene per chi si teme, che viene contemporaneamente dileggiato. Vi mostro alcune vignette molto belle: quella di sinistra mostra la democrazia americana ritratta come una donna seduta malamente su di un tavolo, ed accompagnata da uomini, e quella di destra mostra Roosevelt con un corpo di spedizione che in realtà è formato da tante ballerine. Pertanto si può vedere nella propaganda, il sovrapporsi di tutti questi diversi elementi, atti a suggerire che il nemico non è credibile e che è un nemico debole. Ma, allo stesso tempo, la costante della propaganda nazista è quella di suggerire che il nemico è da disprezzare anche dal punto di vista morale, anche dal punto di vista dei suoi comportamenti privati.
Nero americano ruba in chiesa e distrugge facendo cadere il crocefisso. (Da: L’immagine dei nemici. L’America e gli Americani nella propaganda italiana della Seconda guerra mondiale. In: https://journals.openedition.org/italies/2116).
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Altro aspetto caro alla propaganda è quello di terrorizzare le popolazioni, a cui ho già accennato prima. Esso si realizza anche attraverso la comunicazione, in particolare dopo fatti di sangue di rilievo. Per esempio dopo la fucilazione di 15 partigiani, l’elenco dei loro nomi viene diffuso con volantini e manifesti, e per ciascuno di loro vengono dati: nome, cognome, paese e località di appartenenza, e in questo caso vi è pure una agghiacciante aggiunta nei confronti di alcuni di loro, per esempio di Lena Silvio, colpevole dell’uccisione di tre fascisti repubblicani in Portogruaro, ed inoltre dell’uccisione del fascista repubblicano Nardini in San Vito al Tagliamento, che viene impiccato alla presenza “della di lui moglie e dei suoi piccoli bambini”.
Non sono necessari molti commenti a quanto: però è significativo come in questo caso la propaganda voglia proprio precisare il luogo e nome e cognome delle persone colpite da condanna a morte, per trasmettere alla popolazione che c’è una sentenza che si attua in maniera inesorabile e che colpisce senza scampo gli oppositori.
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La propaganda nazista contro ‘ il mostro comunista’.
In quest’area è il mostro comunista che viene posto al centro della propaganda, un mostro comunista che agisce lontano dal confine, come mostra l’immagine di sinistra che si riferisce ai Baltici, dove sta avanzando l’armata rossa, ma che, poi, minaccia direttamente Trieste, minaccia direttamente Udine, minaccia direttamente quello che era stato il confine orientale, però non più esistente, essendo subentrata l’Ozak, altra unità territoriale. È interessante come, ovviamente, Tito sia uno dei bersagli privilegiati della propaganda, che si avvale degli strumenti più diversi, dai grandi manifesti molto lunghi, ad immagini. In questa immagine che vi mostro Tito viene rappresentato con un bigliettino, con un pezzo di carta molto piccolo, che appunto scioglie il nome ‘Tito’ come fosse un acronimo di “Organizzazione segreta terroristica internazionale”, e che si presta ad essere molto convincente.
Ma vi sono molte immagini del “mostro comunista”, di Stalin che regna su di un cimitero. Poi vi è questa immagine di Piazza Libertà ad Udine. Si vedono dei cartelli propagandistici, a tema religioso, non a caso collocati dietro il duomo della città.
Il comunismo presentato come un lupo feroce che viene ucciso dai filonazisti collaborazionisti francesi. Da: Diacronie n. 25,1. ile:///C:/Users/User/Downloads/diacronie-3868-1.pdf
Poi vi mostro un’altra immagine classica del ‘mostro comunista’, rappresentato, come accadeva spesso, in sembianze animalesche, e che minaccia direttamente il mondo, standogli sopra. E la propaganda insiste molto sul fatto che lo sviluppo del nazismo viene minacciato dal comunismo, come la suora rappresentata, e con queste immagini si vuole suscitare il più possibile il consenso al nazismo anticomunista in una popolazione molto credente.
Ed è interessante la frase posta sopra l’immagine, dove si mettono insieme diversi elementi. E di nuovo ritorna, riferito al comunismo, anche l’elemento morale, relativo a comportamenti privati: “Programma. Noi riteniamo ridicoli pregiudizi i concetti borghesi di castità e di fedeltà”, ecc., castità e fedeltà che vengono definite, secondo la propaganda nazista, dai comunisti concetti borghesi, mentre il comunismo vuole presentare l’anima popolare. Ed ancora: “Nei rapporti fra uomo e donna noi pratichiamo il libero amore”, frase posta come citazione da Lenin, che attacca i concetti etici borghesi e popolari.
Però anche il nazismo cercherà di prendere le distanze da quella che è la classe dirigente italiana, e vuole presentarsi, al tempo stesso, come difensore delle tradizioni popolari ed anche come difensore di quelli che sono gli interessi delle classi lavoratrici.
Quindi, in questa immagine, potete vedere una citazione attribuita a Hitler: «Per la massa del popolo la concezione morale della vita si basa unicamente sulla religione». E così si giunge all’estremo, alla rappresentazione di Hitler come difensore della religione, in quanto essa plasma la massa del popolo.
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La propaganda contro i nemici partigiani.
Naturalmente i partigiani sono dei nemici per il nazismo. I partigiani sono rappresentati essenzialmente come coloro che, in una situazione tanto tragica e difficile come quella della guerra, si comportano come dei veri e propri ladri, che sottraggono risorse alla popolazione. (3). E la propaganda cerca di spingere in questa direzione, sottolineando come le difficoltà date dalla guerra vengano ulteriormente aggravate dall’azione furfantesca partigiana.
Manifesto contro i partigiani. (Da: La Resistenza a Milano, in: https://www.comune.cinisello-balsamo.mi.it/pietre/spip.php?article607). Per inciso non ho trovato altre immagini in rete sulla propaganda antipartigiana.
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Ma non sempre la propaganda raggiunge il risultato che si prefigge, nel senso che, come nel caso delle immagini che vi sto mostrando, che hanno per titolo: “Guerra senza fronte”, la guerra sembra una guerra in realtà durissima, e la propaganda non riesce a nascondere il fatto che la guerra è di estrema difficoltà anche per il nazismo e che viene combattuta in territori difficili od impossibili da controllare.
E la didascalia delle immagini dice: “Non paesaggio desertico, ma sconsolata ed incolta terra carsica, dove si svolge senza tregua la guerra contro le bande. La morte sta in agguato dietro ogni collina e dietro ogni roccia”. E vedete che qui abbiamo veramente l’immagine di una guerra molto difficile per i tedeschi.
Invece questo è un volantino, molto piccolo e interessante, che ha la forma di una foglia di tabacco, e, pur non intendendomi molto, credo sia anche piuttosto costoso, ed è stampato su ambedue i lati. Sul primo lato si pone una domanda, sul retro si legge: “Il tabacco non è stato portato via né dai tedeschi né dai fascisti. Questo lo afferma la propaganda nemica che deve nascondere le imprese dei fuorilegge. Costoro, nel solo mese di luglio, solamente in Piemonte, (il manifestino proviene da quella regione) hanno asportato dai vari magazzini e dalle rivendite, quintali 75 di tabacchi vari e quintali 55 di sigarette varie, etc. etc. Ed all’epoca il tabacco, anche se non era un bene di prima necessità, era molto utilizzato e ritengo che quasi tutti gli uomini, allora, fumassero. Ed anche la mancanza anche di questo bene, voluttuario ma tanto ricercato, viene attribuita ai furti partigiani.
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Propaganda antisemita.
I grandi nemici del nazismo sono, naturalmente, gli ebrei. Vi mostro qui una immagine con sullo sfondo la Loggia del Lionello ad Udine, ove sono stati posti dei pannelli con tema: “Capitalisti ed ebrei”.
Il nazismo dimostra di voler attaccare i capitalisti e la borghesia, o almeno questa è la sua strategia comunicativa. Ma sicuramente associa i capitalisti agli ebrei, non senza associarli pure al comunismo, secondo una evidente contraddizione. E si parla di piovra ebraica, che con i suoi tentacoli tutto prende per la sua avidità, e questa è pure una immagine abbastanza consueta. E questa immagine che vi mostro è abbastanza interessante, perché si parla del benessere dei popoli anglosassoni, e qui si vuole rappresentare l’attraversamento del mar Rosso da parte di ebrei vestiti come finanzieri, che attraversano un mare fatto di cadaveri, un mare di morte, e si arricchiscono grazie alla guerra.
Questo è un altro volantino che vorrei farvi vedere perché è molto interessante, stampato sui due lati. Nel primo c’è una indicazione assolutamente banale: “Non portate oggetti” in modo che non venga compromesso il traffico, ed è una indicazione di vita quotidiana che serve a far accettare il messaggio seguente: “gli ebrei sono la disgrazia del mondo” (e se portate oggetti vi derubano).
Il pericolo giudaico. Immagine di propaganda antisemita da: https://www.israele.net/quella-vignetta-da-anni-30-ledizione-internazionale-del-new-york-times
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Propaganda nazista: una propaganda che guarda anche al futuro.
La differenza tra la propaganda nazista e quella della repubblica sociale italiana è che la propaganda nazista guarda anche al futuro, cioè propone pure delle vie d’uscita per il domani: non si limita a voler convincere a combattere ed a resistere, ma delinea pure la possibilità di una nuova organizzazione europea, un “nuovo ordine europeo” che possa rappresentare, e questo è un messaggio inviato alle classi dirigenti del Litorale Adriatico, una occasione di riscatto.
Ma devo proseguire velocemente per motivi di tempo concessimi. I comunisti, come vengono visti dalla propaganda nazista, attaccano la religione, i nazisti invece la difendono, e, per loro, nel futuro la religione cattolica dovrà avere uno spazio, mentre per i sovietici la chiesa cattolica è il peggior nemico. La distruzione delle chiese è uno degli elementi con cui viene connotato il comunismo.
E la propaganda serve anche a raccogliere il più possibile forme di collaborazione, attraverso per esempio grandi manifesti che invitano all’ arruolamento, ma in Friuli c’ è un altro elemento interessante: ed è il recupero, da parte nazista, delle tradizioni popolari. Il folclore viene utilizzato sostanzialmente per lanciare un messaggio molto chiaro: il Friuli è un mondo autonomo, e si vuole utilizzare il folclore per indicare il Friuli come un’area con una propria identità distinta rispetto al resto dell’Italia, anche perché si vuole di fatto staccare il Friuli per inserirlo in una nuova compagine territoriale.
Ed il discorso sul folclore è molto interessante, perché il folclore serve anche a raccogliere il più possibile il consenso all’interno della regione, ed ad offrire una immagine tradizionale che vorrebbe essere di pace e serenità, molto lontana da quella caratterizzata dalle vicende del momento.
Ora vi mostro di nuovo Udine ed una immagine che vuole diffondere l’idea di una identità friulana, ed il Friuli viene rappresentato anche come un mondo privo di contraddizioni, privo dei contrasti anche sociali tipici di altre aree, e come terra di pace e priva di tensioni. Ma soprattutto la propaganda nazista si caratterizza per mostrare un futuro, ed anche il Litorale Adriatico può avere un futuro felice, qualora si affidi al Terzo Reich.
Qui a destra, invece, vediamo Venezia, piazza San Marco. E la didascalia dice: ci si rivolge a piazza San Marco parlando tedesco ma le fiduciose bestie (i leoni) lo comprendono lo stesso. E quindi il mondo tedesco- e questo è il messaggio – è strettamente legato al Veneto ed al Friuli.
E se posso ricordare quanto già detto: il Veneto doveva essere incluso nel Reich. Ed i nazisti avevano prodotto molte immagini propagandistiche sul futuro dell’Europa, e che hanno anche un riferimento religioso: ce n’è una che mostra i tre cavalieri dell’Apocalisse che cavalcano per l’Europa e che portano in Europa distruzione e morte, e, in contrapposizione, una immagine ben diversa e cioè quella di una Europa che deve scegliere, e nel momento in cui sceglierà il Terzo Reich, e sceglierà il nuovo ordine europeo, ne trarrà dei vantaggi innegabili anche per l’area del Litorale Adriatico.
I 4 cavalieri dell’Apocalisse (gli alleati) con le loro bandiere: petrolio, gomma, aria e spazi, mare, quello che cercano avanzando, secondo la propaganda. (Da: Gianmarco Bresadola Banchelli, La satira della sconfitta. I nemici del Reich nelle vignette di un quotidiano nazista dell’Italia occupata, in: “Storicamente”, 1 (2005), no. 3. DOI: 10.1473/stor374. (https://storicamente.org/1bresadola). L’ immagine è così presentata nell’articolo: secondo la propaganda nazista, gli Alleati “erano entrati in guerra contro la Germania al solo scopo di accrescere le loro ricchezze e la loro potenza planetaria: la brama di petrolio e di altre materie prime, la volontà di conquistare il dominio dei mari e dei cieli; erano i nuovi cavalieri dell’apocalisse che stavano disseminando morte e devastazione in ogni angolo del mondo.
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Conclusioni.
Ho ancora un minuto e quindi giungo ad alcune conclusioni.
La propaganda non è qualcosa di distinto dalla violenza, ma è una forma di violenza. Perché la propaganda condivide, con la violenza, lo stesso fine, cioè quello di sottomettere il più possibile le persone ad una volontà altrui.
Un secondo elemento è che la propaganda, per i nazisti, è fondamentale, e da qui l’enorme sforzo operativo in tal senso da parte loro fino all’ ultimo, e pubblicazioni propagandistiche escono fino ed oltre il 25 aprile 1945. E questo sforzo è anche ‘quantitativo’. Il Friuli viene allora inondato da milioni di volantini e manifesti di ogni tipo. Ed è uno sforzo che i nazisti vogliono gestire da soli, direttamente, lasciando da parte la Repubblica Sociale Italiana. Ma ci si può chiedere quali siano i risultati di questo sforzo. Ora noi sappiamo come è finita la guerra, ma sappiamo anche che molti studiosi hanno sottovalutato l’aspetto propagandistico del Reich, ma in realtà la propaganda ottiene molti risultati, non certo però quello di convincere chi ha fatto una decisa scelta partigiana a passare dall’altra parte. Ma è andata ad incidere su quella vasta massa di popolazione che non ha ancora deciso, che ha dei dubbi.
Ed i nazisti teorizzarono che la propaganda dovesse creare un vortice tale da travolgere ogni scelta razionale. Ora già durante la guerra ogni informazione è dubbia, e nessuno sa in cosa credere. Ed allora, come in ogni guerra, giungevano sicuramente alla gente molte informazioni false, e la propaganda voleva creare un turbine che travolgesse le popolazioni e che rendesse almeno una parte delle stesse succube ed incapace di scegliere liberamente senza condizionamenti.
E per organizzare diffondere e produrre tutto questo sforzo propagandistico, questa grande macchina della propaganda, si adoperarono pure molti collaborazionisti, perché non tutto si risolveva all’ interno degli uffici tedeschi. E le idee che allora il Terzo Reich diffuse, furono idee che rimasero anche nel dopoguerra, che animarono il dibattito politico, e che influenzarono i comportamenti e le condizioni, io credo, di una parte significativa della popolazione. Insomma prima di dire che questa propaganda non ha avuto più corso, bisogna certamente fare alcuni ragionamenti.
Paolo Ferrari». (Registrazione e trascrizione dell’ intervento di Laura Matelda Puppini. Detto articolo non è stato riletto dal prof. Paolo Ferrari, ma è fedele a quanto è stato detto. Le immagini però variano). Laura Matelda Puppini.
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Articoli e fonti sull’argomento da cui sono tratte le immagini che ho proposto.
Gianmarco Bresadola Banchelli, La satira della sconfitta. I nemici del Reich nelle vignette di un quotidiano nazista dell’Italia occupata, “Storicamente”, 1 (2005), no. 3. DOI: 10.1473/stor374. (https://storicamente.org/1bresadola).
“1/ Propaganda del odio y del miedo. Una exposición anticomunista en la Francia de Vichy: Le bolchevisme contre l’Europe (1942)” (https://www.studistorici.com/category/numero-25-12016/).
“L’immagine dei nemici. L’America e gli Americani nella propaganda italiana della Seconda guerra mondiale”. In: https://journals.openedition.org/italies/2116.
“Propaganda nella Germania nazista”, https://commons.wikimedia.org/wiki/.
Inoltre ricordo che il prof. Paolo Ferrari ha curato per l’Università di Udine la mostra: “Litorale Adriatico: progetto annessione. Propaganda e cultura per il nuovo ordine europeo (1943-1945)”, 2013. (Cfr. https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/udine-ricorda-la-shoah/2/54838).
Su www.nonsolocarnia.info, per razzismo europeo e propaganda, cfr. l’interessantissimo studio di Annalisa Candido, Dalla xenofobia alla discriminazione religiosa e razziale, alla schiavitù, all’olocausto., pubblicato il 23 gennaio 2019.
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Note.
(1) Paul Joseph Goebbels (Rheydt, 29 ottobre 1897 – Berlino, 1º maggio 1945) politico e giornalista tedesco. Fu uno dei più importanti gerarchi nazisti, Gauleiter di Berlino dal 1926 al 1945, ministro della Propaganda del Terzo Reich dal 1933 al 1945, ministro plenipotenziario per la mobilizzazione alla guerra totale e generale della Wehrmacht, con l’incarico della difesa di Berlino dall’aprile del 1945 e, dopo il suicidio di Hitler, dal 30 aprile 1945 per quasi due giorni cancelliere del Reich. Le sue tecniche di propaganda furono uno dei fattori che consentirono al Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori l’ascesa al potere in Germania, nel 1933. (Da: https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_Goebbels).
(2) Forti bombardamenti colpirono Trieste sia il10 maggio 1944 (cfr. https://www.museodiegodehenriquez.it/10-giugno-1944-ore-9-15-una-pioggia-di-bombe-ferisce-al-cuore-la-citta/) che, assieme ai dintorni, nel corso di tutto il secondo semestre del 1944 e pure nei primi mesi del 1945. (https://catdir.loc.gov/catdir/toc/casalini07/08101973.pdf).
(3) È interessante come i nazifascisti, dediti all’ammasso dei beni della gente, già poverissima, accusassero poi i partigiani di rubare sistematicamente. È noto che, se i cosacchi fossero rimasti in Carnia e la guerra non fosse finita, non ci sarebbe stato più fieno per le vacche della popolazione, già allo stremo, in quanto sistematicamente requisito, nè erba nei prati, e la morte per fame avrebbe raggiunto migliaia di famiglie, che si nutrivano di latte e latticini. (Cfr. anche Michele Gortani, Il Martirio della Carnia, Stabilimento Grafico Carnia, 1966). Inoltre i fascisti non erano certo ben visti per aver costretto gli sposi a donare ‘l’oro per la Patria’ e suppellettili in metallo.
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Le note sono mie. L’immagine che accompagna l’articolo rappresenta la locandina del convegno a cui ho partecipato, tenutosi il 19 novembre a Cividale. Laura Matelda Puppini.
https://www.nonsolocarnia.info/paolo-ferrari-guerra-al-confine-nella-propaganda-nazista/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/Locandina-conferenza-19-novembre-2022-a-Cividale.jpg?fit=724%2C1024&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/11/Locandina-conferenza-19-novembre-2022-a-Cividale.jpg?resize=150%2C150&ssl=1STORIASabato 19 novembre 2022 mi sono recata a Cividale del Friuli ad ascoltare un interessantissimo incontro dal titolo: “La Liberazione della città di Cividale: la parola agli storici”, con relatori: Paolo Ferrari dell’Università di Udine, Gian Carlo Bertuzzi docente universitario ora in pensione, Gorazd Bajc professore universitario prima a...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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