Buona Pasqua a tutti ma in particolare a coloro che rispettano gli altri e la carta dei diritti umani, che cercano la pace, che non seguono potere e denaro. Per ora nel mondo si vede solo il Golgota, che non fa sperare in una resurrezione.  Ma se seguiamo il Papa, questa avverrà, e non si deve perdere la speranza. E se siamo uomini e donne, possiamo solo condannare il genocidio degli innocenti che gli ebrei stanno portando avanti scientemente in particolare a Gaza, uccidendo e di fatto torturando uomini donne, bambini, a migliaia, cancellando un popolo per impossessarsi della sua terra e dei suoi beni, proprio loro che furono oggetto un tempo di analogo trattamento e chiamarono ‘giusti’ coloro che li aiutarono a salvarsi. Ma ora proprio ora, invece, scientemente eliminano quei coraggiosissimi  giornalisti eroi che cercano di documentare i loro orrori. Ma neppure ai tempi di Hitler molto filtrava di quello che stava accadendo. E spiace vedere che gli israeliani sono diventati i migliori discepoli del loro carnefice. Nella Pasqua del Signore, nella festa della resurrezione, la nostra mente va ai perseguitati di ora per mano di quegli ebrei che dicono a parole, ma solo a parole ormai, di seguire le tavole di Mosè, ma che si sono trasformati nella rappresentazione del male sulla terra. Che il Dio della vita possa fermare la loro mano assassina e possa mostrare il volto della Sua giustizia a coloro che giocano a tiro al bersaglio con la vita altrui! Solo questo mi sento di scrivere e non credo che questa vicinanza umana possa essere in alcun modo tacciata perchè non si può far a meno di vedere, non si può far a meno di sentire, non si può far a meno di essere idealmente vicini a chi ingiustamente tanto soffre, se siamo cristiani e condannare i carnefici. Laura Matelda Puppini

___________________

Vorrei qui riportare pure il discorso che il cardinale Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, ha rivolto in occasione della Pasqua cristiana: «Come tutti sanno, stiamo vivendo un momento molto difficile, non solo qui in Terra Santa, ma credo anche in molte parti del mondo. Sembra quindi difficile parlare di vita e di speranza, che è il messaggio pasquale, il messaggio del Signore risorto”. In un videomessaggio in occasione della Pasqua diffuso oggi, il  patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa, spiega come “la nostra speranza è il Signore risorto. E la risurrezione di Gesù è il segno dell’amore potente di Dio. Amore di Dio che si è manifestato nella nostra vita come umanità, che è piena di peccato, piena di odio, piena di tenebre, e nonostante tutto, per il suo amore, è riuscito a trasformare tutto in luce, gioia, relazione e desiderio di vita. Ed è questo che voglio ricordare a me stesso e a tutti noi, che apparteniamo a questo Dio, che Gesù Cristo ci ha presentato con la sua vita. L’amore di Dio è stato più potente della morte”.

Contrastare l’odio

Il messaggio della Pasqua è questo, dice Pizzaballa: abbandonare l’odio per amore di Gesù: “E noi apparteniamo a questo Gesù. Apparteniamo a questo amore. Quindi, questo amore dovrebbe anche vincere tutte le nostre paure. Tutto l’odio e la frustrazione che a volte abbiamo nel cuore. E questo è ciò che vedo in molte persone, molti individui, molte comunità, in tutta la nostra diocesi. Da tutte le parti della nostra diocesi, comprese quelle di Gaza, che hanno tutti i diritti di essere arrabbiati e pieni di odio. Non è così”.

Testimoni concreti

Essere testimoni concreti di Cristo risorto, dunque, diventa una priorità. “Quindi il mio messaggio è questo, prima di tutto alla nostra Chiesa di Gerusalemme: non abbiamo il diritto ma il dovere di celebrare la Pasqua. Dobbiamo celebrare perché dobbiamo annunciare con la nostra vita, con i nostri gesti, che apparteniamo all’amore potente di Dio in Gesù. Allora – conclude il patriarca – dico a tutti coloro che vogliono ascoltarci che, nonostante tutto, vogliamo continuare a testimoniare con la nostra vita, con quello che facciamo, con quello che siamo, quanto sia bello vivere con il Signore risorto, con Gesù, qui in Terra Santa Quindi, buona Pasqua a tutti voi. Non abbiate paura. L’amore di Dio è più potente di qualsiasi segno di oscurità e di morte. Buona Pasqua”.

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2025-04/pizzaballa-pasqua-messaggio-chiesa-terra-santa.html.

___________________

Ma il cardinale ha anche così continuato per il giovedì santo:

«Il male che sperimentiamo è reale, il dolore del nostro popolo è profondo, l’ingiustizia che ci opprime è pesante. E non dobbiamo avere paura di riconoscerlo e denunciarlo”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, nell’omelia della messa del Giovedì Santo, celebrata questa mattina al Santo Sepolcro, nella Città Santa. Il patriarca ha esortato i fedeli a “mettersi alla scuola del Cenacolo” nella quale impariamo “la consapevolezza” che il Signore “vive la sua ora con grande speranza, che non è ingenuo ottimismo, ma profonda fiducia che le tenebre non possono sconfiggere la luce. Vorrei che potessimo vivere così il nostro presente, così oscuro e complicato”.

Nel Cenacolo si impara anche ad “alzarci in piedi, decidere: Quella notte Gesù decise di lavare i piedi ai suoi discepoli, di istituire l’Eucaristia, di scegliere di nuovo gli Apostoli come suoi amici, di aprire una strada verso il futuro e di farlo grazie a un atto di donazione più profondo”. “Questo nostro tempo – ha ricordato Pizzaballa – ha fame. La nostra Terra Santa ha fame. In alcune parti del nostro Paese, ha fame persino nel vero senso della parola. Non è solo privata della sua dignità, ma anche del suo pane quotidiano, del suo pane terreno. Ma più di questo, abbiamo fame del pane che Gesù ci dà oggi, che è Lui stesso, che si offre per la nostra redenzione. Vogliamo costruire la nostra vita sulla roccia di Cristo. Abbiamo fame di giustizia, è vero. Ma non della giustizia degli uomini, che sempre manca, che sempre delude e che sempre ci renderà affamati. Desideriamo ardentemente la giustizia che sgorga dal cuore di Gesù”.

La giustizia divina, ha proseguito il patriarca, “ha bisogno oggi di persone che, come Gesù, siano disposte a pagarla di tasca propria. Ha bisogno del nostro cuore, della nostra dedizione, della nostra capacità di perdere tutto, persino la vita, affinché il mondo possa conoscere la vera vita, incontrare la vera giustizia e l’amore, la libertà dalla logica dell’uomo e del potere, che ha origine solo in Dio”. Infine, nel Cenacolo si impara a consolare: “La consolazione che il Signore offre ai discepoli non è certo una pacca sulla spalla. Egli promette loro lo Spirito. Cioè, assicura loro che sarà sempre lì. Consolare significa decidere di restare insieme nonostante tutto. La risurrezione non è altro che questa decisione finale e vittoriosa. Non permettiamo dunque alla paura e alla rassegnazione di rallentare o fermare il corso del Vangelo nel nostro Paese. Insistiamo nel costruire relazioni fraterne e legami di comunione tra noi e con tutti! Non c’è notte che l’amore non possa illuminare, non c’è fallimento che la croce non possa trasformare, non c’è ferita che la Pasqua non possa trasfigurare”.

___________________

E così Papa Francesco che Dio ha voluto ancora in mezzo a noi: In un tempo segnato da guerre, fratture sociali, diseguaglianze e stanchezze profonde, il Vescovo di Roma invita a rallentare, a guardarsi dentro, ad ascoltare. E soprattutto, a non smettere di sperare. Al centro del testo: il volto umano e compassionevole di Cristo, la dignità ferita dei popoli, la responsabilità di chi crede, la necessità di un cambiamento che parta da ciascuno.

«In un tempo segnato da guerre, fratture sociali, diseguaglianze e stanchezze profonde, il Vescovo di Roma invita a rallentare, a guardarsi dentro, ad ascoltare. E soprattutto, a non smettere di sperare. Al centro del testo: il volto umano e compassionevole di Cristo, la dignità ferita dei popoli, la responsabilità di chi crede, la necessità di un cambiamento che parta da ciascuno.

«La nostra convivenza ferita, o Signore, in questo mondo a pezzi, ha bisogno di lacrime sincere, non di circostanza». È l’invocazione accorata dell’VIII stazione, che risuonerà al Colosseo come un’eco della sofferenza collettiva e personale. Lacrime che diventano segno di consapevolezza, non fragilità: segno di chi non si rassegna alla durezza dei tempi, ma apre varchi alla speranza.

Alla XIV stazione, Francesco richiama al riposo del sabato come tempo fecondo, tempo che educa: «Gesù, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato. Allora la creazione intera ci apparirà molto bella e buona, destinata alla risurrezione».

La Via Crucis è anche denuncia di un sistema disumanizzante. Nella III stazione, Jorge Mario Bergoglio afferma: «La via della croce è tracciata a fondo nella terra: i grandi se ne distaccano, vorrebbero toccare il cielo. Invece il cielo è qui, si è abbassato, lo si incontra persino cadendo, rimanendo a terra». Contro «il cantiere dell’inferno» – ovvero una logica di potere che esclude e calpesta – c’è «l’economia di Dio», che «non uccide, non scarta, non schiaccia».

Lo ribadisce con forza anche nella VII stazione: «Disumana è l’economia in cui novantanove vale più di uno. Abbiamo costruito un mondo che funziona così: un mondo di calcoli e algoritmi, di logiche fredde e interessi implacabili». Eppure, «la legge della tua casa, economia divina, è un’altra, Signore».

Nella V stazione, Francesco sottolinea che «c’è bisogno di chi ci fermi, talvolta, e ci metta sulle spalle qualche pezzo di realtà che va semplicemente portato». Il rischio, osserva, è lavorare senza senso, vivere senza direzione: «Si può lavorare tutto il giorno, ma senza di te si disperde». Perciò la preghiera si fa litania: «Ferma la nostra corsa, Signore – quando andiamo per la nostra strada senza guardare in faccia nessuno, quando le notizie non ci commuovono, quando le persone diventano numeri, quando per ascoltare non c’è mai tempo».

Fin dalla I stazione, il Papa mette in guardia contro il rischio del giudizio e della disumanizzazione: «Tu sei ancora, silenziosamente, davanti a noi: in ogni sorella e in ogni fratello esposti a giudizi e pregiudizi». Invita a riconoscere le maschere che spesso ci nascondono, e chiede cuori aperti «quando davanti a me c’è una persona giudicata, quando le mie certezze sono pregiudizi, quando mi condiziona la rigidità».

Non manca un riferimento diretto anche alla comunità ecclesiale. Nella X stazione, Francesco scrive: «Ci conosci uno a uno, per salvare tutti, tutti, tutti. E se la Chiesa ti appare oggi come una veste lacerata, insegnaci a ritessere la nostra fraternità, fondata sul tuo dono. Siamo il tuo corpo, la tua tunica indivisibile, la tua Sposa. Lo siamo insieme».

Riflessione che rilancia il messaggio di inclusione totale, già pronunciato più volte dal Pontefice: una Chiesa per tutti, nessuno escluso, perché «Dio salva non per categorie, ma per nome».

Nella VII stazione, l’invocazione si fa accorata: «Rialzaci!», perché – ricorda Bergoglio – siamo tutti fragili, feriti, ma chiamati a rinascere. «Siamo bambini che a volte piangono, siamo adolescenti che si sentono insicuri, siamo giovani che troppi adulti disprezzano, siamo adulti che hanno sbagliato, siamo anziani che vogliono ancora sognare».

Una Via Crucis che è anche una via di ritorno, un cammino dentro il cuore del nostro tempo. Dove Dio – ci dice il Papa – ci viene incontro non per condannare, ma per rialzare. Sempre».

https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2025/04/18/news/il_papa_per_la_via_crucis_al_colosseo_il_mondo_e_a_pezzi_c_e_bisogno_di_lacrime_sincere-15108957/

___________________

Ed in questa Pasqua dettata dalla morte e dall’ impoverimento ho riportato queste parole di speranza della Chiesa, perchè non si può fermare il nostro cammino, non si può dimenticare la Resurrezione ma al tempo stesso non si può non denunciare ciò che sta accadendo. L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: Senza il mistero della Passione e Morte di Gesù, non capiremmo la portata sorprendente della Resurrezione – Ai.Bi. Amici dei Bambini (aibi.it).  Laura Matelda Puppini

 

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2025/04/resurrezione.jpg?fit=400%2C286&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2025/04/resurrezione.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀBuona Pasqua a tutti ma in particolare a coloro che rispettano gli altri e la carta dei diritti umani, che cercano la pace, che non seguono potere e denaro. Per ora nel mondo si vede solo il Golgota, che non fa sperare in una resurrezione.  Ma se seguiamo il...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI