Per ricordare Romano Marchetti ad un anno dalla morte.
Romano mi ha regalato, anni fa, un suo collage fatto di parti di articoli scritti sul ‘Carnia’ nel 1945 a guerra appena terminata, che esprimono i suoi ideali allora, e da cui ho tratto qualche spunto per degnamente ricordarlo e per donare a tutti alcuni elementi di riflessione.
REPUBBLICA.
«Tutto quello che è fascismo qui muore.
Dal basso partono le correnti vitali, come nelle piante le linfe: tutta la società si rigenera. Il pensiero, ancor forma, nasce nella nutrice del popolo. Passa il vaglio di intelligenza disinteressata, che lo stesso popolo ha messo a un posto più alto. Giunge alla vetta ed è liberato da tutte le scorie. Brilla.
La Repubblica è eterno progresso.
Nei popoli che nascono vecchi non alligna repubblica.
Non lasciatevi indurre in errore: nella storia Stati di nome monarchici sono di fatto repubblicani, sono in effetti repubblicani, e viceversa. (Nel lessico repubblicano di ieri era il principio monarchico autoritario, che dominava sebbene polverizzato).
Nella monarchia c’è la stasi, l’indurimento degli organi che la sopportano, (che) creano una gabbia di ferro alle forze nuove che continuamente nascono ed urgono. La monarchia ha una sola fine: l’esplosione».
(“Carnia”, 26 maggio 1945, articolo firmato “Demos” uno degli pseudonimi di Romano).
«Vorrei anche dire che, se la futura costituente giungerà a stabilire, com’è sperabile, la Repubblica in Italia, penso che sarebbe bene che il futuro Presidente non fosse la copia conforme di un re eleggibile. […]». (Ivi).
EUROPA.
«L’Europa unita è il mare in cui sfoceranno, alla fine, le molte azioni di oggi».
(“Carnia”, 2 giugno 1945).
«Ma il Carnia non riporta le appassionate e gravi discussioni contemporanee in proposito. Brevemente. Gli amici garibaldini orientati comunisticamente, osteggiavano, irridendo perfino, il suo escludere dall’Europa l’URSS, perché, egli diceva, irrigidita in una ideologia duramente impermeabile.
Gli amici filo-occidentali, molti nella Osoppo, rifiutavano che egli proponesse pure l’esclusione dall’Europa dell’Inghilterra, perché, egli sosteneva, non a Km 30 da Calais ma in mezzo all’ Oceano. Infatti il complesso di Dominio con le colonie […] spostava l’interesse britannico forse nel Pacifico».
(Nota scritta a mano accanto alle frasi sull’Europa. Attenzione. Marchetti scriveva di sé, seguendo l’uso degli ufficiali dell’Esercito Italiano, talvolta in terza persona. Pertanto qui egli = Marchetti).
«Nel campo più particolarmente politico, il P.d’ A. propugna la formazione di una Unione federale europea onde assicurare la pace ed unificare i mercati del nostro continente, e la costituzione dello stato sulla base delle autonomie regionali e delle libertà locali; come condizioni necessarie allo sviluppo di una vera democrazia. Per realizzare questo vasto sistema di riforme, il P. d’A. porterà a fondo la lotta contro ogni residuo di forze reazionarie e fasciste, in modo da impedirne ogni velleità di ritorno sotto qualunque altra forma o colore».
(“Carnia” 21 luglio 1945. Comunicato della Sezione di Zona del Partito d’Azione).
FRATELLANZA DELLE NAZIONI.
«Molte cose saranno in questa sede ripetute, ed a qualcuno sembrerà inutile il nostro sforzo. Ma la verità ha bisogno di esser guardata da più punti di vista: in tal modo soltanto la dimostrazione rimane convincente più a lungo […].».
(“Carnia”11 agosto 1945).
«Ed il Carnia fa presente il bisogno che venga accolta nelle Nazioni Unite anche l’Italia». (Appunto scritto a mano).
«Si sa da Washington che l’on. Moom (?) ha ieri dichiarato che cercherà di presentare presto la mozione “Marcantonio” alla Camera dei Rappresentanti. Nella mozione si autorizza il Presidente Truman a invitare l’Italia fra le Nazioni Unite. Questo è il volere del popolo americano. […]. In precedenza un portavoce del Ministero degli Esteri Britannico aveva dichiarato esser troppo presto per definire l’atteggiamento della Gran Bretagna nei confronti dell’ Italia come membro delle Nazioni Unite».
(“Carnia”11 agosto 1945).
TRIESTE.
«Trieste è la porta del centro Europa: la chiave. Centro Europa e Trieste sono un tutto inscindibile.»
(“Carnia”, 2 giugno 1945).
CARNIA INDIVISIBILE E DISTINTA.
La Carnia è una piccola regione. La lingua, la razza, il sentimento, le consuetudini dei suoi figli, i problemi di carattere industriale, commerciale, agricolo, pastorale, identici – quasi – in ciascuna delle valli, ne fanno un’unità distinta dal Friuli e non scindibile in parti più piccole. I problemi della Carnia sono in Friuli poco sentiti perché non sono gli stessi. Inoltre Udine è troppo lontana».
(“Carnia”, 2 giugno 1945).
CARNIA E FRIULI.
«Il frequente appunto che ci viene fatto è quello di essere di idee troppo ristrette, regionalistiche, l’intenzione di chi parla è […] quello di tacciarci di (essere) campanilisti, cioè gretti e piccini. Noi troviamo immeritata tale accusa e da questa, piuttosto possiamo trovare gli elementi per fare due osservazioni a tutto carico dell’accusatore.
Essi ci scusino, ma noi sinceramente pensiamo che […] nella profondità dell’intelletto rimanga loro ancora un residuo di mentalità fascista: ogni nuova proposta fa nascere nell’animo dell’interlocutore un sentimento (meno spesso un pensiero) […] di approvazione o disapprovazione istintiva irrazionale. La disapprovazione si ha quando l’idea nuova espressa urta contro concezioni, pregiudizi, tradizioni ed abitanti. È tradizione ed è nel sangue di ognuno del posto che la Carnia faccia capo ad Udine direttamente; il contrastare tale abitudine appare quasi delitto di lesa maestà, è qui è il regime fascista».
(“Carnia”, 14 luglio 1945).
«La Carnia deve essere figlia del bosco, dell’acqua, del latte, della frutta e degli alberghi, il Friuli di pianura ha problemi totalmente diversi: la sua industria deve essere piuttosto figlia del campo, della carne, del gelso, della vite, della nafta».
(Ibid.).
Commercialmente le esigenze delle due popolazioni sono diverse, in relazione al fatto che […] la Carnia non sarà mai autosufficiente, e ciò per molti prodotti, mentre il Friuli lo può essere. Del resto e per concludere, agricoltura ed industria diverse determinano bisogni commerciali […] diversi».
(Ibid.).
LA NUOVA ORGANIZZAZIONE POLITICA.
«L’Italia abbisogna di Repubblica, urla il ‘Carnia’. Poi occorre creare le regioni […] previa distruzione delle Prefetture. (…). Quindi (bisogna) creare le ‘sotto province’ fra cui quella della Carnia, perché essa è troppo distante anche ‘moralmente’ da Udine e con problemi del tutto distinti da quelli friulani. Ed è al Cln che bisogna rifarsi per riformare le suddivisioni amministrative italiane».
(Appunto scritto da Romano Marchetti a mano).
«Meglio di tutto sarebbe se le Prefetture venissero abolite e cambiate in organismi puramente economici accrescendole di numero, nell’ambito di una più vasta circoscrizione territoriale, la regione, per tutelare e promuovere, appunto, gli interessi economici uniformi o complementari di una vasta plaga, e far giungere alla Capitale la voce di tali interessi, invece di servire da strumento di indebite ingerenze della capitale in quella che è la vera circoscrizione politica locale cioè il Comune e negli Enti che, come gli Ospedali, le case di ricovero, le case popolari, vi sono connessi, e tanto peggio, di servire da mezzo per ingerenze molto più indebite nelle elezioni politiche, per conservare il potere a ministeri che i rappresentanti del popolo avevano privati dello loro fiducia».
(“Carnia”, 16 giugno 1945).
«Gli organi di giustizia dovrebbero esser ordinati su base regionale e i magistrati esser designati ai loro uffici seguendo lo stesso criterio.
Le attribuzioni di carattere amministrativo da demandarsi alla regione, saranno in parte nuove in parte sottratte a quelle del governo. Potrebbero forse trasferirsi agli organismi regionali compiti finora lasciati alle provincie nei casi in cui fosse necessario sgravare sia sotto l’aspetto burocratico che sotto quello finanziario l’ente periferico. (…). Non si può negare l’evidenza dei fatti che dimostrano aver la nostra zona una fisonomia ben differenziata da quella delle altre zone finitime. Ma d’altra parte la Carnia difficilmente potrebbe affrontare gli oneri derivanti dalla creazione di una provincia a sé quando tale provincia dovesse comportare tutta quella congerie burocratica (questura, organi finanziari e così via) che, per la sua gravosa pesantezza, impedirebbe di raggiungere concrete utilità».
(“Carnia”, 21 luglio 1945).
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Era l’anno 2000, quando Romano faceva questo collage dal suo “Carnia”, se vicino ad un testo scriveva: “Nel 2000 negano ancora”, ritengo le esigenze della Carnia rispetto a quelle del Friuli. Ma nel contempo si chiedeva anche se l’organizzazione sognata nel 1945, che mi ha voluto trasmettere con il collage, non fosse troppo parcellizzata, non sarebbe andata a finire in una organizzazione territoriale a contee.
Era critico anche verso sé stesso Romano Marchetti, come molti intellettuali di un tempo, non come politici e affabulatori odierni, che pensano di essere “la via, la verità e la vita” e chiedono solo fiducia illimitata.
E non bisogna dimenticare che il sogno di questa nuova organizzazione territoriale per la Patria era nata in Romano dopo che aveva vissuto la tragica esperienza di uno statalismo fuori misura e dittatoriale, e par di cogliere il suo grido: “Mai più così!”.
Poi però egli avversò sempre il Movimento Friuli e fu tenacemente contrario al centrismo udinese. E non sognò mai una Europa della finanza, ma invece una Unione Europea che egli immaginava come una grande sala circolare, con tante porte che vi si aprivano, ove i rappresentanti dei vari stati potessero incontrarsi per discutere, mutuata dall’avvocato Beorchia.
PER RICORDARE ROMANO MARCHETTI ED IL SUO PENSIERO CHE MUTÓ ANCHE NEL TEMPO, AVENDO PERÓ COME RIFERIMENTO SEMPRE LA COSTITUZIONE DEL 1948, CHE SOLLEVÓ CON DETERMINAZIONE AD AMPEZZO, DICENDO IO GIURERÓ SEMPRE SU QUESTA, QUANDO BERLUSCONI VOLEVA CAMBIARLA, QUESTO HO DI LUI RIPORTATO.
SEI SEMPRE FRA NOI, ROMANO, nel tuo pensiero, nei tuoi scritti.
LAURA
Laura Matelda Puppini.
L’immagine che correda l’articolo, rappresenta il testo donatomi da Romano e da me fatto plastificare. LMP.
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