Perchè NO alla riforma della costituzione Renzi/Boschi e governo al seguito. Le motivazioni, condivisibili, dei liberali.
Su Critica liberale venivano pubblicati i motivi per cui il Partito Liberale invitava i suoi iscritti, simpatizzanti, il popolo italiano, a votare NO alla riforma costituzionale Renzi/ Boschi, che stravolge l’assetto della Repubblica italiana. Li riporto qui, condividendoli e ritenendoli corretti, come pubblicati su Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2016, a firma di Enzo Marzo,direttore della rivista liberale.
«Enzo Marzo, Referendum costituzionale 2016, ecco le ragioni per cui noi liberali voteremo No.
(…). Credo che solo una massiccia propaganda falsificatrice possa nascondere tre fatti incontestabili. Che questa è una controriforma varata dalla classe politica per rafforzarsi come Casta. Che, invece di sopprimere il Senato (come va dicendo Renzi mentendo sapendo di mentire), ci regala un neo-Senato composto da membri non scelti dai cittadini ma “nominati” all’interno della peggiore classe politica del paese, quella degli amministratori regionali e locali, a cui – grande novità – si garantisce l’immunità parlamentare. Che questa è una controriforma che accentra tutto il potere nelle mani di una sola persona.
Moltissimi, giustamente, stanno facendo notare che i danni che provocherà la riforma del Senato possono essere compiutamente calcolati solo se si considera il fatto che si sommeranno a quelli provocati dal nuovo sistema elettorale. L’Italicum realizza il fine di trasformare una minoranza in maggioranza assoluta di governo. Ciò che non osarono fare neppure la legge fascista Acerbo né la democristiana legge truffa. Gli Italiani stanno cominciando a capire che hanno molte ragioni per votare “No” in autunno contro la riforma renziana; i liberali ne hanno qualcuna in più. Noi, prima di tutto, aggiungiamo un altro elemento di riflessione. La riforma della Rai-tv è riuscita ad aggravare il già pessimo sistema di lottizzazione tra i partiti, attribuendo tutto il potere sulla comunicazione televisiva al capo del governo.
Così, il disegno di concentrazione del potere su una sola persona si arricchisce anche di un terzo elemento, non meno grave degli altri. Questo triplice accentramento comporta direttamente o indirettamente il controllo di una sola persona anche sugli altri istituti che dovrebbero bilanciare i poteri dello Stato: Presidente della repubblica, Corte costituzionale, Consiglio superiore della magistratura. Si è alla fuoriuscita dal sistema democratico. Tutto questo è visibile a occhio nudo. Ma i liberali, per la loro particolare sensibilità a favore dello Stato di diritto, hanno qualcosa da aggiungere sui contenuti fondamentali di questa controriforma. Per questo hanno steso un documento che spiega perché i liberali non possono che votare No […]. (…).
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Occorre una urgente mobilitazione di ogni espressione politica e culturale del liberalismo italiano per fermare una riforma costituzionale che nega in radice tutti i principi del liberalismo. Occorre un chiaro NO per queste 5 ragioni liberali:
1 – NO perché si cancella in radice la separazione dei poteri. Il liberalismo nasce con l’esigenza, avanzata da Montesquieu, di “limitare il sovrano”, separando il potere esecutivo dagli altri poteri dello Stato, legislativo e giudiziario; più di recente, riarticolando il potere pubblico in una pluralità di sedi, in un sistema “poliarchico” che impedisca a chiunque di concentrare nelle sue mani tutto quel potere che può limitare la libertà degli individui. Questa riforma ci regala invece un nuovo “sovrano assoluto senza corona”.
2 – NO perché si cancellano i contropoteri. Dall’inizio del ‘900 ogni dittatura, anche la più sanguinosa, ha sentito il bisogno di giustificarsi dandosi una costituzione; ma liberale è solo quella costituzione che frena l’esercizio del potere attraverso un articolato sistema di bilanciamenti e controlli. La riforma costituzionale li azzera, lasciando in piedi un barocco sistema di procedure, inutili e costose, a imbellettare la liquidazione dei contropoteri: infatti la riforma della Rai, i cui vertici vengono scelti direttamente dal governo, e una legge elettorale che, caso unico al mondo, dà la maggioranza assoluta ad un partito anche fortemente minoritario, in questo contesto di riforma costituzionale, annullando completamente il principio liberale dell’equilibrio dei poteri, costituiscono una innegabile realtà di concentrazione di ogni potere decisionale sul capo dell’esecutivo.
3 – NO perché la Costituzione si fa flessibile. La costituzione voluta dai liberali è una “supernorma”, una norma cioè che impedisce la “dittatura della maggioranza”, in quanto pone limiti invalicabili alla volontà che la maggioranza esprime quando fa le norme. Tanto che esiste poi un organo, la Corte Costituzionale, che cancella quelle norme che, pur volute da una maggioranza legittima, ledono quei diritti che la Costituzione sottrare anche alla sua volontà. La riforma costituzionale in combinato con una pessima legge elettorale cancella di fatto questo limite, rendendo inutile la costituzione in quanto tale nell’ottica liberale, perché la rende così malleabile ai voleri della maggioranza da consentire che ogni volontà possa piegare la costituzione e adattarla al volere del momento, anche contro i diritti dei singoli cittadini.
4 – NO perché si complica il sistema di produzione delle norme. Gli esperti hanno dimostrato che dalle nuove e pasticciatissime norme su Senato e procedura legislativa deriverebbero non meno di sette procedimenti legislativi differenti, in un intrico complicato che modifica il sistema parlamentare a indiretto beneficio del governo, introducendo un arbitrio procedurale che nega in radice il senso stesso del costituzionalismo liberale, come kelseniana architettura di procedure per la decisione collettiva.
5 – NO perché si blinda una nomenclatura irresponsabile. Ancora una volta non è solo la pessima riforma costituzionale in sé, ma la perversa combinazione con una legge elettorale farsesca a impedire il sorgere di nuovi movimenti, a cristallizzare il potere nelle vecchie strutture di partiti ormai del tutto delegittimati, a ridurre i parlamentari a pedine di un gioco deciso in qualche stanza segreta da pochi onnipotenti. Il neo Senato sarà composto da membri non scelti dai cittadini ma “nominati” all’interno della peggiore classe politica del paese, quella degli amministratori regionali e locali, a cui – grande novità – si garantisce l’immunità parlamentare.
Enzo Marzo».
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/23/referendum-costituzionale-2016-ecco-le-ragioni-per-cui-noi-liberali-voteremo-no/2756484/).
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/perche-no-alla-riforma-della-costituzione-renziboschi-e-governo-al-seguito-le-motivazioni-condivisibili-dei-liberali/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2016/08/referendum-costituzione.jpg?fit=287%2C203&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2016/08/referendum-costituzione.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ETICA, RELIGIONI, SOCIETÀSu Critica liberale venivano pubblicati i motivi per cui il Partito Liberale invitava i suoi iscritti, simpatizzanti, il popolo italiano, a votare NO alla riforma costituzionale Renzi/ Boschi, che stravolge l'assetto della Repubblica italiana. Li riporto qui, condividendoli e ritenendoli corretti, come pubblicati su Il Fatto Quotidiano del 23...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
http://www.pressenza.com/it/2016/02/no-alla-riforma-della-costituzione