L’USO DELL’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE  E CONSUMO NOTEVOLE DI ACQUA DOLCE.

Una premessa: in primo luogo, avendo già l’Università di Udine una struttura per lo studio dell’A.I. e sue applicazioni, non si capisce perché spendere 93 milioni di euro, da parte di una azienda sanitaria che dovrebbe venir commissariata, per farne un’altra, per poi, fra l’altro, darla in mano ad uno solo, a cui demandare di studiare un aspetto solo, perché non può essere, a mio avviso, altrimenti.

Inoltre spendere, in una azienda in ‘profondo rosso’ senza aver dato nulla ai cittadini, e che si configura come una piramide senza più base, cioè senza MMG che orientino a livello diagnostico, con possibili tagli di  reparti in ospedali spoke, e aumento delle distanze per una visita specialistica sempre più locata nel carosello delle private convenzionate, prive di controllo pubblico, e con la gente al ‘fai da te’, per un laboratorio per A.I. dal costo di 93 milioni di euro, quando la recessione si profila, pare davvero un’assurdità che mostra solo l’inseguire, da parte della nostra giunta, sogni invece che realtà. E se taglio servizi e piccoli ospedali, magari chiamando Agenas a farlo, se riduco tanto all’ osso la sanità anche negli ospedali hub, tanto che si può già parlare, a mio avviso, di un sistema sanitario Fvg che è praticamente saltato ed ha imboccato la via del non ritorno, non ottengo certo qualità con AI, che diventa in partenza una chimera e comunque prevede medici che non ci sono. Ma finché nessuno tranne tre o quattro si oppongono a questa politica con mezzi legali …. E finché Asufc non viene commissariata, invece che premiare il suo dg, che cosa pensiamo che accada? E se erro correggetemi. Ma torniamo all’ intelligenza artificiale.

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L’intelligenza artificiale è una risorsa inestimabile per lo sviluppo dell’umanità sul pianeta: la capacità di calcolo può migliorare le opportunità di vita e creare nuove e migliori speranze per il genere umano ma niente di tutto questo è gratis e forse molti aspetti continuano ad essere sottovalutati. (1).

Nel 2022 Google, Microsoft e Meta hanno consumato oltre 2 miliardi di metri cubi di acqua dolce: […]  un quantitativo impressionante e, secondo la dott.ssa Veronica Balocco, nel 2027 si stima un consumo di acqua dolce pari a 4,2 e 6,6 miliardi di metri cubi, e questi dati sono pure stati pubblicati su ‘Nature’.  (2). Cioè consumeranno l’equivalente di quasi la metà del consumo idrico annuale del Regno Unito.

Ma a cosa serve tutta questa acqua dolce? «Serve a raffreddare i processori incaricati di svolgere i calcoli necessari agli algoritmi d’intelligenza artificiale: più il processore è impegnato, maggiore è la temperatura sprigionata e maggiore è la richiesta di acqua». (3).

Ed ancora: «L’intelligenza artificiale o AI consuma circa fino a 9 litri di acqua per kWh di energia, utilizzata nelle torri di raffreddamento e nei meccanismi ad aria per distribuire il calore. Man mano che l’intelligenza artificiale […] diventa sempre più parte integrante della nostra vita quotidiana, le risorse necessarie per supportarla sono aumentate in modo significativo. Tra queste risorse, l’acqua svolge un ruolo fondamentale ma spesso trascurato.  […]. (4). Ed anche se parte di quest’acqua può essere riciclata, una quantità significativa evapora. Inoltre altra acqua serve per produrre l’energia elettrica utilizzata dall’ intelligenza artificiale. (5).

Quindi: «Il crescente consumo di acqua da parte dei data center AI ha diverse ripercussioni negative sia sull’ambiente che sulla società. […]  L’uso eccessivo di acqua da parte dei data center aggrava la crisi idrica globale, che colpisce già oltre due miliardi di persone che non hanno accesso ad acqua potabile sicura. Inoltre, intensifica gli effetti del cambiamento climatico, contribuendo a gravi siccità, inondazioni e incendi boschivi che mettono a repentaglio gli ecosistemi e le comunità umane. […]. La pressione sulle risorse idriche può portare a conflitti e disuguaglianze, in particolare nelle regioni in cui l’acqua è già scarsa. Ad esempio, a West Des Moines, Iowa, un cluster di data center che ospitano OpenAI ha impoverito significativamente la falda acquifera locale, riducendo la pressione dell’acqua e influenzando la qualità della vita dei residenti e il valore delle proprietà». (6).

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Inoltre: «Una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle aziende di intelligenza artificiale sono essenziali. Dovrebbero essere rese pubbliche informazioni dettagliate sul consumo di acqua e sugli impatti ambientali. Ciò include dati sull’uso di acqua di diversi servizi e modelli di intelligenza artificiale, nonché confronti con altri settori. […]. Gli utenti e gli sviluppatori di intelligenza artificiale devono anche adottare pratiche più responsabili. È infatti indispensabile evitare applicazioni di intelligenza artificiale inutili o dispendiose e considerare l’impatto ambientale dello sviluppo dell’intelligenza artificiale perché possa essere sostenibile». (7).

Ma Perché, penserete voi, ora mi sto occupando di questi problemi? Perché mi pare assurdo non solo che Asufc con un buco di 126 milioni di euro intenda spenderne altri 93, statali e regionali e quindi nostri, per fare un laboratorio per l’intelligenza artificiale dove impiegare un ingegnere informatico, quando la sanità è come servizi già al quasi default, e l’assessore pensa di tagliare ancora. Non so come si chiami questa politica ma per me non certo oculata. Quindi, in sintesi, non solo avremo un padiglione azzerato e una spesa per costruirne un altro, ma anche dovremo andare a prendere un mare di acqua non si sa dove per realizzare il sogno di questa giunta: quello di investire in scioltezza ed in sogni senza guardare a tutte le sfaccettature e le spese. Ma loro vogliono, pare, e allora sia …. Ma se erro correggetemi.

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GLI USI ATTUALI DELL’A.I. E L’UTILIZZO IN MEDICINA CON I PROBLEMI CHE COMPORTA.

Sinora, da che si sa, l’A.I. è stata prevalentemente utilizzata nelle guerre, anzi pare quasi che in quella ucraina e nella strage degli innocenti di Gaza da parte israeliana, abbia fatto la parte del leone, e che si mantengano pure per testarla. (8).

Cosa importa se migliaia e migliaia di persone soffrono e muoiono: vecchi, donne, bambini, neonati, ragazzi e ragazze, basta che l’A.I. trionfi e sia testata ‘sulla pelle viva’ altrui. E l’uso in medicina, almeno in Italia, è ancora al di là da venire, tanto che si fanno ora i primi passi per utilizzarlo in radiologia, e Fedriga, Riccardi e Caporale lo sanno dato che per l’Asufc è stato previsto un progetto per A.I. unicamente applicata alla radiologia. (9). Però è anche vero che «grazie alla disponibilità di immagini fornite tramite radiografie, ecografie o TAC, è possibile identificare, con un buon grado di affidabilità patologie, tumorali e non, allo stadio iniziale, prima ancora che diventino importanti». (10).

E per quanto riguarda l’uso dell’A.I. in ambito medico, «l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per aiutare nelle diagnosi […], è sempre più diffuso, e porta con sé numerose domande: in che cosa l’IA può essere utile alla medicina? È affidabile? Quali rischi corriamo? I computer sostituiranno i medici?» (11).

Il campo in cui ne si sta studiando l’uso è appunto quello diagnostico, di supporto al medico, in oncologia, cardiologia, pneumologia ed anche il Ministero della Salute ha elaborato un suo testo intitolato: “I sistemi di intelligenza artificiale come strumento di supporto alla diagnostica”, (12) guida da cui non si può esulare.

Però perché l’A.I. possa essere di aiuto alla diagnosi, ci devono essere medici di base e specialisti che orientino la diagnosi e compilino l’impegnativa, e si deve fare gli esami radiologici subito, altrimenti, A.I. o non A.I., quando è troppo tardi è troppo tardi. Per cortesia qualcuno lo dica a Fedriga, Riccardi e Caporale.

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Inoltre ci sono anche dei problemi nell’ uso dell’A.I. in medicina, e non è tutto oro quello che luccica. Ed ogni utilizzo di A.I.  comprende pure problemi legali, etici, di consumo di acqua indispensabile per la vita e di energia, oltre che di altro tipo, che Asufc si è dimenticata forse di inserire. Ma dico io, è sempre bello inseguire i sogni, se però questi non vanno a discapito della cittadinanza intera, al servizio della quale la Regione anche Fvg dovrebbe muoversi, in teoria.

Inoltre con la captazione e strutturazione di dati personali sui cittadini sinora non strutturati (come testi, immagini, suoni, sensori, dispositivi indossabili come magliette, braccialetti, orologi intelligenti, conversazioni provenienti dai social media) a fini medici da parte di chi controlla e legge gli esiti dell’A.I., con la scusa di migliorare la diagnosi e cura, (13) si potrebbe avere, a mio avviso, una palese ingerenza nella vita privata del cittadino e una possibile violazione della sua privacy, mentre nell’ uso dell’ A.I. si potrebbe esulare, coscientemente, dai fattori ambientali che minano la salute di noi tutti, sempre più presenti anche a livello mondiale. Ma il nuovo verbo politico è: “La causa è sempre del singolo”. E se erro correggetemi.

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Che l’A.I, come supporto in ambito medico,  abbia ancora bisogno di essere testata, lo si legge anche nell’ articolo della Fondazione Mario Negri, e potrebbe essere utilizzata pure per proporre un farmaco invece che un altro, evitando qualsiasi differenza e tollerabilità individuale, ma scendendo al puro protocollo, che può fare pure la fortuna di una casa farmaceutica o meno: « Particolarmente interessanti sono i sistemi basati su intelligenza artificiale a supporto dei medici, in quanto in grado di suggerire il modo migliore di gestire o trattare dal punto di vista farmacologico la patologia di un paziente. Il suggerimento derivante dall’IA si basa su linee guida disponibili al momento, su evidenze scientifiche provenienti dalle pubblicazioni su riviste mediche internazionali, sul decorso di pazienti con patologie simili e sulla storia clinica del paziente da curare». (14). Ma già alcuni studi scientifici sono stati messi in discussione successivamente o per i dati limitati o per altri motivi, come del resto accade, i pazienti non sono tutti uguali, la storia clinica, come nel mio caso, potrebbe essere stata completamente errata, e forse viziata da pregiudizi.

Non solo: ora alcuni medici puntano ad una patologia per costruire un quadro del paziente, ma se invece il paziente non rientrasse in quel quadro ed avesse altro? Inoltre l’A.I. può scegliere solo fra i farmaci sul mercato, e se ne mancano, che fa? Chiediamocelo.

Un altro problema è quello dell’uso dell’A. I a livello predittivo in genetica. Ma se ad una giovane in questo modo fosse diagnosticata la situazione di Angelina Jolie, che si fa? Le si tolgono ambedue i seni preventivamente? E se, come dimostrato, alcuni tumori ed altre gravi malattie dipendessero dall’ ambiente? Ma quello alla politica non interessa, se non come fonte di guadagno. O tempora o mores!

Infine le immagini dipendono in primo luogo dai macchinari, e credo che solo un buon ecografista riesca a leggere un’ecografia fatta però come si deve, con l’apposita sonda e via dicendo.

E l’A. I può anche sbagliare e esser malamente utilizzata, come ogni mezzo: infatti, anche secondo il Ministero, i sistemi utilizzati non sono stati sufficientemente testati e supportati da prove scientifiche. «Andrebbero condotti studi clinici metodologicamente più solidi che coinvolgano più centri, ospedali e istituti (multicentrici) e che valutino gli effetti in maniera casuale (randomizzati) su un adeguato campione rappresentativo della popolazione presa in esame, a partire dall’inizio dello studio e fino alla sua conclusione (prospettici)». (15).

Inoltre «I sistemi di intelligenza artificiale, poi, andrebbero istruiti adeguatamente per evitare distorsioni di valutazione. In letteratura, infatti, sono documentati casi di strumenti di intelligenza artificiale che hanno fallito nel rispondere a determinati quesiti (diagnostici, prognostici, predittivi) perché i pazienti per i quali si cercava la risposta non erano adeguatamente rappresentati nel campione con il quale il sistema era stato istruito. Occorre tenere presente anche il fenomeno della black box, cioè la propensione del sistema di intelligenza artificiale a scegliere e fornire risposte “difficili”». (16).

Pertanto il medico risulta importante e «non bisogna immaginare l’intelligenza artificiale come qualcosa che andrà a sostituire il Medico: gli strumenti saranno anche intelligenti, ma le decisioni finali rimangono al Medico specialista per ovvie questioni etiche e deontologiche e di responsabilità». (17).

E non serve l’uso dell’A.I. per vedere, da un elettrocardiogramma, se uno soffre di aritmia, per scoprire alcuni tumori, per diagnosticare alcune patologie più frequenti, e se si deve far fare ad un esame tutta una trafila per giungere ad un risultato già evidente al medico, si rischia di giungere alla cura troppo tardi.

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Inoltre, nell’ articolo di Raffaele Staccini, intitolato: “L’A I sta bruciando miliardi di dollari con una miriade di progetti fallimentari: una ricerca ci spiega il perché”, in: https://multiplayer.it/notizie/, si legge che, essendo l’A.I. sulla bocca di tutti, è andato a finire che molti la vogliono e investono in essa, ma l’80% dei progetti poi fallisce anche perché le aziende non hanno ben chiaro che problemi intendano risolvere con l’A.I, perché mancano i dati necessari per “addestrare adeguatamente un modello efficace”, o perché manca una struttura adeguata per gestire i propri dati ed altri problemi ancora. E persino Open AI, l’azienda che sta dietro il celebre cHATgpt, nonostante il successo del suo prodotto, prevede una perdita per il 2024 di 5 miliardi di dollari. Pertanto io credo che anche Caporale e Riccardi dovrebbero pensarci un po’.

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Infine il caso dell’arresto di Pavel Durov pare perché consegnasse al governo francese le chiavi di accesso ai suoi server, essendo stato accusato di molte nefandezze eseguite da terzi tramite ‘Telegram’ e scarsa collaborazione con i governi, ci fa riflettere su cosa potrebbe accadere in un futuro anche per i server A.I. ad uso medico. E chi ha il server può accedere ai dati e se è la Regione Friuli Venezia Giulia … o Asufc, o il famoso ingegnere …  o Insiel o …. Non so e me lo chiedo. Infatti come non ricordare che, tramite Insiel e senza dirci praticamente nulla, Fedriga, Riccardi e Rosolen, assessori, hanno regalato la nostra banca dati sanitari, una delle migliori al mondo, costruita per curarci, per fini non dichiarati a Novartis, aggiungendovi poi molti milioni in regalo?  (18).

Ma forse volgiamo, in questa società finanziarizzata, al “grande fratello vi guarda”? (19) Speriamo di no. In sintesi l’uso dell’A.I. in ambito medico, in una società a mio avviso priva di etica, potrebbe portare ad un controllo sulle persone da parte della politica? Io me lo chiedo. Infine questo continuo controllo medico porterebbe verso una sanitarizzazione della vita, già presente, foriera di ansia e dipendenza. Almeno la politica ci lasci vivere, quando ci propone di diventare succubi, per il nostro bene, in ogni nostro aspetto da mezzi anche sofisticati non si sa da chi controllati, ma non ci dà né medici né ospedali né tutti i farmaci.

Invece, come ipotizza Gimbe, intitolando un suo corso che si svolgerà in ottobre, l’A.I. potrebbe essere utilizzata a fini organizzativi della sanità, ma se le strutture mancano sempre più, cosa potrebbe fare anche questo sofisticato sistema informatico? Non lo so proprio. (20).

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Ricordo inoltre che Furio Honsell ha presentato una interrogazione sul laboratorio di A.I. che dovrebbe sorgere all’ interno del Santa Maria della Misericordia, quando l’Asufc potrebbe servirsi di quello dell’ Università di Udine, magari inserendo ivi il suo ingegnere. Senza offesa per alcuno, questo articolo ho scritto, per palesare le mie perplessità e per aprire un dibattito. Questo il testo:

«Interrogazione a risposta scritta.  Oggetto: “Sui costi in sanità in FVG e sul futuro laboratorio di Intelligenza Artificiale presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine”.

Il consigliere HONSELL
Premesso che la Regione Friuli Venezia Giulia ha recentemente annunciato la costruzione di un laboratorio di Intelligenza Artificiale (IA) presso il padiglione 6 dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, per un costo stimato di 93 milioni di euro, come riportato da un articolo pubblicato sul Messaggero Veneto l’11 agosto 2024;
Considerato che il padiglione 6, attualmente in funzione con reparti essenziali come ematologia, dermatologia, ginecologia e ostetricia, sarà demolito per fare spazio al nuovo laboratorio, sollevando preoccupazioni sulla destinazione futura di questi servizi fondamentali;
Considerato altresì che la decisione di destinare una somma così elevata a un progetto di laboratorio di IA solleva numerosi interrogativi, sia relativamente ai costi sia sull’organizzazione e sui suoi obiettivi e risultati;
Atteso che, nonostante le ingenti risorse regionali a disposizione in sanità, la sua gestione continua a sollevare pesanti critiche per mancanza di programmazione;
Verificato come le future ed annunciate riforme regionali, ma non ancora pienamente discusse con i cittadini e i consiglieri regionali, potrebbero aggravare ulteriormente la situazione della sanità pubblica regionale, mettendo a rischio l’accesso alle cure per i cittadini;
Rilevato che l’Università di Udine già dispone di un laboratorio di Intelligenza Artificiale (Smact3), che potrebbe essere utilizzato per sviluppare progetti di ricerca, evitando così la duplicazione degli sforzi e l’impiego di risorse in un nuovo laboratorio ospedaliero;

Tutto ciò premesso, interroga l’Assessore competente per conoscere:

  1. quali sono le motivazioni alla base della scelta di investire 93 milioni di euro nella costruzione di un nuovo laboratorio di IA, considerando la presenza di strutture analoghe presso l’Università di Udine e quali obiettivi e risultati si intenda perseguire;
  2. quali sono i criteri adottati per decidere la demolizione del padiglione 6 e dove verranno trasferiti i reparti attualmente ospitati durante i lavori;
  3. come intende la Regione garantire che questo investimento non comprometta i servizi sanitari essenziali per i cittadini e in che modo verrà gestita la programmazione della spesa sanitaria per evitare altri sprechi e garantire una gestione efficace e trasparente delle risorse;
  4. quale sarà il ruolo dell’AGENAS in questa fase di riorganizzazione e come la Regione intende garantire che i dati e le decisioni fornite da questa Agenzia siano trasparenti e coerenti con le esigenze della popolazione.

Furio Honsell.  Presentata alla Presidenza il 27/08/2024»

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Laura Matelda Puppini.

Note.

  1. Edoardo Limone, Tecnologie e consumo energetico, in: https://www.edoardolimone.com/2024/06/24/tecnologie-e-consumo-energetico-2/
  2. Ivi e “Water Consumption of AI: How Tech Giants are Draining the Planet 2024”, in: https://hyscaler.com/insights/water-consumption-of-ai-tech-giants/.
  3. Edoardo Limone, op. cit.
  4. Water Consumption of AI, op. cit
  5. Ibidem.
  6. Ibidem
  7. Ibidem.
  8. Luca Pisapia, L’Ucraina, il laboratorio dell’intelligenza artificiale nei conflitti, in: https://valori.it/ucraina-laboratorio-guerra-intelligenza-artificiale/ e e Luca Pisapia, I sistemi di intelligenza artificiale che dirigono i raid di Israele a Gaza, in: https://valori.it/intelligenza-artificiale-gaza-israele/.
  9. “Valutazione automatica delle immagini diagnostiche tramite l’intelligenza artificiale sfruttando la capacità degli algoritmi di elaborare, identificare e classificare eventuali anomalie o lesioni a supporto degli operatori in ambito diagnostico, in: https://asufc.sanita.fvg.it/it/progetti-ricerca/intelligenza-artificiale-.html.
  10. L’intelligenza artificiale, Chat GPT compresa, può essere utile alla medicina? È affidabile? Quali rischi corriamo? I computer sostituiranno i medici? La parola all’esperto, in: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/lintelligenza-artificiale-in-medicina-tra-presente-e-futuro
  11. Ibidem.
  12. Ibidem.
  13. Intelligenza artificiale in medicina: qual è il suo impatto? in: https://www.marionegri.it/magazine/intelligenza-artificiale-medicina?gad_source=1&gclid=CjwKCAjwiaa2BhAiEiwAQBgyHklB_YhU6y1V3gIK6EZWEL43RJWaHALgYAIsMPETGHTJO5hRKrU-6hoCjo8QAvD_BwE.
  14. Ibidem.
  15. Ibidem.
  16. “L’uso dell’Intelligenza artificiale in Medicina comporta però… anche dei rischi”, in: https://anabonews.wordpress.com/2024/06/05/luso-dellintelligenza-artificiale-in-medicina-comporta-pero-anche-dei-rischi/
  17. Ibidem.
  18. Cfr. i miei articoli nel merito su www.nonsolocarnia.info: “L’accordo tra Novartis, casa farmaceutica svizzera, e la regione Fvg. Le giuste domande di Furio Honsell.”, “Protocollo di intesa Regione Fvg- Novartis: un accordo che a me fa molta paura. Ecco perché.”, “Su 15 milioni spostati da un assessorato all’altro, di cui poco si sa, come sulla realizzazione dell’accordo Fedriga – Novartis.
  19. https://it.wikipedia.org/wiki/Grande_Fratello_(1984).
  20. https://www.gimbeducation.it/corsidettaglio/164/291/l%2526rsquointelligenza-artificiale-in-sanit%2526agrave

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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/lintelligenza-artificiale-in-medicina-tra-presente-e-futuro. (Immagine siglata: “a.i.-gettyimages-1418478131-1-1.jpg”. L.M.P.

https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/08/a.i.-gettyimages-1418478131-1-1.jpg?fit=1024%2C856&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/08/a.i.-gettyimages-1418478131-1-1.jpg?resize=150%2C150&ssl=1Laura Matelda PuppiniSenza categoriaL'USO DELL’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE  E CONSUMO NOTEVOLE DI ACQUA DOLCE. Una premessa: in primo luogo, avendo già l’Università di Udine una struttura per lo studio dell’A.I. e sue applicazioni, non si capisce perché spendere 93 milioni di euro, da parte di una azienda sanitaria che dovrebbe venir commissariata, per...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI