Quale organizzazione sanitaria si vorrebbe per il futuro in Italia? Problemi per trovare personale per le case di comunità e gli ospedali.
Fin dal 2012, Mario Monti ha cercato di intervenire sugli orari e prestazioni dei medici di base, ora MMG, per diminuire le spese e coprire i ‘buchi’ sanitario/assistenziali, ma invano. E si è continuato così, con una politica di intenti, parlando ancora di obiettivi teorici che però gli MMG dicono di cercare di raggiungere già, come quelli di «coordinare e garantire le cure primarie territoriali e la presa in carico dei bisogni socio-sanitari dei cittadini». (1).
Non solo: con l’ultimo Accordo Collettivo Nazionale si sono confermati e consolidati i principi cardine della medicina generale: libera professione convenzionata, scelta fiduciaria, autonoma organizzazione, ma anche evoluzione verso il modello organizzativo con AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali), che non sono però le Case di Comunità, ed il passaggio al Ruolo Unico di Assistenza Primaria. Viene inoltre salvaguardato l’intero monte compensi e consolidato l’incremento in quota capitaria già anticipato dal decreto emergenziale del 2020. (2). E, nel corso dell’ incontro del 6 ottobre 2022 a Tolmezzo, uno dei relatori ha precisato pure che, in detto Accordo, non è esplicitato che gli MMG debbano rispondere al telefono ai pazienti al di fuori dell’orario di ambulatorio.
Le Aft, che sono però aggregazioni solo di MMG, ed anche con un numero alto di pazienti di riferimento, avrebbero dovuto funzionare dalle 8 alle 24, e la notte avrebbe dovuto venir coperta, per ogni esigenza, dai già risicati Pronto Soccorso, il che è impensabile. E dove vi è alta densità abitativa era prevista la continuità assistenziale tramite, presumo, guardie mediche, servizio tolto, invece, dove servirebbe molto di più, e con compiti unicamente di coprire le urgenze, aspetto difficile perché in questi casi serve il pronto soccorso. (3).
Comunque ed in sintesi, non molto tempo fa i MMG, attraverso le loro organizzazioni sindacali e di categoria, hanno rifiutato di entrare a far parte del ssn, il che porrebbe al personale già in servizio pure problemi nel settore previdenziale, e quindi di prestare servizio nelle Case di comunità. (4). Pertanto, per ora, non se ne parla. E se erro correggetemi.
Infine una chicca sulle case di comunità: anche queste sono state divise in hub e spoke, senza precisazione alcuna, tanto per confondere le idee, quando non si riesce neppure a metterle in piedi.
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Ma c’è un altro problema: la carenza di MMG e di infermieri in servizio e reperibili sul mercato. Faccio però notare che, nel lontano 2010, l’Anaao/Assomed, che è di gran lunga migliore del Ministero della Sanità nel fare previsioni scientificamente fondate e non con la sfera di cristallo, aveva pubblicato uno studio che prevedeva la carenza, dopo pochi anni, di un sufficiente numero di MMG sul territorio nazionale, ma le statistiche spesso restano tali, mentre i politici pare non le conoscano, e non si sa quanto leggano e si aggiornino, o attuano una politica attendista, sperando magari che un apprendista stregone risolva i nostri problemi che dovrebbero risolvere loro.
Successivamente, alla fine del 2016, a causa pure del mancato turnover, la carenza di medici nel ssn, sia a livello ospedaliero che territoriale si era fatta talmente pressante ed evidente, che il problema fu ripreso sempre da Anaao – Assomed, in uno studio di Carlo Palermo, Fabio Ragazzo, Domenico Montemurro, Matteo D’ Arienzo, intitolato: “2016 < 2030. Fabbisogno di personale medico nel ssn. La relazione tra pensionamenti, accessi alle scuole di medicina e chirurgia, formazione post-laurea”. (5).
E così si leggeva nel titolo e sottotitolo di un articolo comparso su Quotidiano Sanità il 7 gennaio 2019: «Carenza Medici. L’allarme Anaao: “Situazione drammatica, da Governo misure insufficienti […]», ed ancora: «Studio del sindacato della dirigenza medica e sanitaria sul fabbisogno del personale con una proiezione a 6 anni. Tra medici d’emergenza, anestesisti, pediatri, internisti ci sarà una carenza di 16.500 specialisti. “Ormai la situazione è pesante ed i numeri del presente lavoro indicano che la prospettiva rischia di avviarsi verso il dramma”. Le specialità più carenti saranno i Medici d’emergenza, Pediatri, Internisti, Anestesisti, Chirurghi generali e Psichiatri». (6).
Quindi nessuno ci venga a dire che è colpa del covid o che non si sapeva, oppure che è un’emergenza improvvisa. Ed almeno questo aspetto, credo tutto italiano, non dipende dalla Ue, dalla Nato, dall’Ucraina, dalla Russia, dagli Usa.
Ma ora mancano pure gli infermieri, e non pochi sono passati dal ssn, dove lavoravano tantissimo e pure di notte, e magari bardati a causa del covid 19 e con orari massacranti, al settore privato meno stressante. Forse alcune nuove leve saranno interessate ad operare nelle Case della Comunità, ma ci vogliono tre anni di studio per preparare un nuovo infermiere, ed otto per formare un nuovo medico. E non si può pensare ad una ‘cinesizzazione’ del lavoro nel ssn, come precisato da una dottoressa di cui ho riportato il pensiero sull’articolo “Sanità: sui risparmi e sulle competenze. Verso la “cinesizzazione” del lavoro nel ssn?, su www.nonsolocarnia.info.
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E non a caso la sindacalista Rossana Giacaz, ha sottolineato, un paio di mesi fa a Zugliano, che la politica regionale verso il personale sanitario, con questa giunta, ha favorito più l’esodo che la permanenza. Infatti i concorsi sono stati pochissimi, e «il senso di abbandono e di poca considerazione verso il personale in sanità, ha portato, […] a dimissioni volontarie di molti operatori del sistema, fenomeno mai registrato prima, con fuga verso il privato […]. Ma – continua Giacaz- si è assistito anche a licenziamenti volontari per andare a fare altro, causati dal fatto che il personale della sanità non sopportava più di lavorare in una organizzazione che non era più rispondente neppure al minimo consentito, rispetto a quello che avrebbe dovuto essere presente nel ssr». (7). E gli aspetti riscontrati, che hanno creato questa situazione, sono: «l’assenza di corrette politiche, l’assenza di una visione e progettazione del futuro, l’incapacità di vedere lontano e di avere un obiettivo rispetto alla situazione presente e futura del personale» (8). E nulla si vede neppure all’orizzonte.
Quello che invece si nota, da parte della Regione, è un “tornare a punto e a capo” un riprendere le solite logiche di razionamento del personale, non di razionalizzazione, come se in questi ultimi due anni non fosse accaduto nulla, rincominciando da dove si era lasciato. E sinora l’unica misura messa in campo è la remunerazione delle ore straordinarie, atto dovuto, «con pure ritardi nei pagamenti e disfunzioni nella loro definizione, che hanno portato ulteriore disaffezione nei confronti del ‘sistema sanità’». (9).
In sintesi, a mio avviso, la Regione Fvg si è mossa con un ‘ottica volta ai ‘lumbard’ ed al risparmio, con scelte condizionate, pare, anche da aspetti non meramente organizzativi e gestionali, senza pianificazione alcuna a lungo termine, sposando l’emergenza perpetua e, davanti alle giuste critiche od osservazioni, non ponendosi con un atteggiamento di dialogo, ma utilizzando l’attacco frontale, le risposte che sono non risposte, e via dicendo. E se erro correggetemi. Infine la sanità Fvg ha lesinato i concorsi, rendendo la Regione poco appetibile per il personale.
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Infine ora la stessa Corte dei Conti è intervenuta nei confronti della Regione Fvg sul problema del personale sanitario, sia medico che infermieristico, sostenendo che è insufficiente in due aziende sanitarie su tre, e, dati alla mano, al di sotto degli standard nazionali soprattutto considerando il fabbisogno della sanità del futuro ridisegnata dal Pnrr. (10). E questo è il commento di ‘Friulisera’: tutto questo «dopo che per quattro anni la gestione della sanità targata Riccardi/Fedriga ha privilegiato ideologicamente e concretamente l’idea di una sanità che guardasse con favore al privato dirottando su quello possibilità ed investimenti». (11). Le carenze maggiori si riscontrano in Asufc e Asugi. Naturalmente, riporta ancora Friulisera, «è subito scattata l’autoassoluzione dell’ineffabile assessore Riccardi secondo cui la certificazione delle carenze sarà politicamente utile a “fare leva sullo Stato e sul nuovo governo per una modifica delle regole vigenti sul personale sanitario che punti a risolvere carenze comuni a tutta Italia”. Come dire non siamo noi a doverci adeguare ma il ministero a rivedere i sui progetti». (12).
Non da ultimo ricordo che, nel nuovo ipotizzato assetto sanitario, i fondi per pagare il personale, secondo uno dei relatori intervenuti il 6 ottobre a Tolmezzo, li devono tirar fuori le Regioni e non sono imputabili al Pnrr. Ma ricordo che non esiste solo questo per finanziare il Ssn.
Questo articolo rappresenta la seconda parte dell’analisi dei contenuti presentati il 6 ottobre 2022 a Tolmezzo, nel corso dell’incontro intitolato: “Sanità in Alto Friuli- Bisogni di salute, ruolo dell’ospedale e dei servizi sanitari territoriali, crisi della medicina generale. Si risolverà tutto con il Pnrr?”. A questo seguirà un ulteriore testo, relativo all’organizzazione ospedaliera.
Senza voler offendere alcuno.
Laura Matelda Puppini.
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Note.
(1) https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=101611
(2) Ivi.
(3) http://www.fimmg.org/index.php?action=pages&m=view&p=4049&lang=it.
(4) Per questo problema, cfr. Anelli (Fnomceo): “I medici dipendenti scappano dal Ssn e ora si vuole costringere anche i mmg alla dipendenza. Non è questa la soluzione, serve una riforma del lavoro medico”, in: https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=102092.
(5) Carlo Palermo, Fabio Ragazzo, Domenico Montemurro, Matteo D’ Arienzo, intitolato: “2016 < 2030. Fabbisogno di personale medico nel ssn. La relazione tra pensionamenti, accessi alle scuole di medicina e chirurgia, formazione post-laurea”, in: “d’! Dirigenza medica, n. 10/2017, 27 dicembre 2016, a cura di Anaao/Assomed. Parti di questo studio sono state da me citate in: http://www.nonsolocarnia.info/verso-una-sanita-senza-medici-o-meglio-con-pochissimi-chiediamocelo-alcuni-dati-da-anaao-assomed-ed-alcune-considerazioni-personali/.
(7) Rossana Giacaz della Segreteria Regionale Cgil. Ssr: problemi del personale. Nessuna sanità pubblica è possibile senza organizzazione e nuove assunzioni, in: nonsolocarnia.info. (http://www.nonsolocarnia.info/rossana-giacaz-della-segreteria-regionale-cgil-ssr-problemi-del-personale-nessuna-sanita-pubblica-e-possibile-senza-organizzazione-e-nuove-assunzioni/
(8) Ivi.
(9) Ivi.
(10) “Un disastro chiamato sanità Fvg. La Corte dei Conti certifica le carenze di personale medico e infermieristico”, in: https://friulisera.it/un-disastro-chiamato-sanita-fvg-la-corte-dei-conti-certifica-le-carenze-di-personale-medico-e-infermieristico/.
(11) Ivi.
(12) Ivi.
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Per approfondimenti sul problema, cfr. su www.nonsolocarnia.info i miei:
Sanità, salute, ambiente, società. A caccia di qualche dato e facendo qualche considerazione.
Laura M Puppini. Sanità Fvg, senza peli sulla lingua.
Sanità pubblica. Tra Stato e Regioni “fai da te”, dove si andrà a finire?
Sanità: sui risparmi e sulle competenze. Verso la “cinesizzazione” del lavoro nel ssn?
“Dalla prescrizione medica alla prescrizione governativa. Sanità in black out?”
Fvg. Ospedali marginali, fra “polvere di stelle” e macete.
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L’ immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.anaaopiemonte.info/anaaopiemonte/pochi-posti-letto-turni-di-notte-massacranti-e-straordinari-non-pagati-questa-e-la-vita-del-medico-ospedaliero-nellitalia-del-2016/. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/quale-organizzazione-sanitaria-si-vorrebbe-per-il-futuro-in-italia-problemi-per-trovare-personale-per-le-case-di-comunita-e-gli-ospedali/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/10/medici-ospedale.jpg?fit=600%2C400&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2022/10/medici-ospedale.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀFin dal 2012, Mario Monti ha cercato di intervenire sugli orari e prestazioni dei medici di base, ora MMG, per diminuire le spese e coprire i ‘buchi’ sanitario/assistenziali, ma invano. E si è continuato così, con una politica di intenti, parlando ancora di obiettivi teorici che però gli MMG...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Il dott. Walter Zalukar dice, in un commento, che il PNRR prevede pure un decremento di MMG, che dovrebbero passare da 42.000 nel 2020 a 35.300 nel 2027. Insomma bisogna decidere se passare alla corona del rosario e pregare la Madonna della Salute o, finché si può, al fai da te. Inoltre i compiti del/della segretario/a dei MMG e nelle eventuali case della comunità ma anche negli ambulatori dovrebbero essere presi in seria considerazione, perché va a finire che, su richiesta dei pazienti, essi potrebbero ripetere ricette senza valutazione dello stato di salute del soggetto da parte del medico, che si limita a firmare, o diventare, come spessissimo accade, il referente privilegiato della medicina di base, dato che il medico è impegnato. Perché non è il medico che di fatto risponde per esempio al telefono al paziente ma il/la segretario/a, quando detta figura esiste, durante le ore di ambulatorio e che trasmette al medico situazioni e sintomi, come li ha compresi al telefono e secondo l’idea che si è fatto del soggetto che chiama. Inoltre è la persona che dà appuntamenti, senza conoscere né la storia del paziente né le sue esigenze. E questo scrivo solo per porre un problema sul tappeto. E la mediazione di terzi fra medico e paziente è un problema grossissimo, come in ogni relazione interpersonale.