SALVIAMO IL LAGO DI CAVAZZO! CONTRO I PRELIEVI DIRETTI PER IRRIGARE LA FURLANÌA
Telepordenone. Omar Costantini. La Voce del Friuli. Speciale Lago Di Cavazzo. Intervista di Omar Costantini a Franceschino Barazzutti ed alla Signora Annamaria, andata in onda il 23 luglio 2017.
Mi è giunta la videoregistrazione dell’intervista che volentieri pubblico in questa forma con il permesso di Omar Costantini che sentitamente ringrazio.
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I = Intervistatore. B = Barazzutti.
I.«Ci troviamo sul Lago di Cavazzo, che è una delle perle del Friuli Venezia Giulia, ma purtroppo hai noi, sta incominciando ad emergere dalle sue acque qualcosa di poco pulito. È così Barazzutti?»
B.«È esattamente così. Questo era un lago meraviglioso, era molto più ampio, acqua limpida, acqua temperata, nel senso che qui già a maggio si iniziavano i bagni che finivano ad ottobre, ed io ci sguazzavo, da ragazzino. Era ricchissimo di pesce che ha mantenuto e sfamato l’intera valle nei secoli ed anche durante l’ultima guerra mondiale. Ma cos’è successo?
È successo che, negli anni ’50 la società elettrica SADE di Venezia ha avuto la concessione per costruire una centrale sul lago, la centrale di Somplago, con tre turbine, che utilizzano tutte le acque captate a monte del bacino del Tagliamento per la Carnia, e le scarica nel lago. E da quel momento il lago è profondamente cambiato, perché vi vengono scaricate acque gelide che provengono da quote superiori ed inoltre torrentizie, e quindi ricche di fango. Recenti indagini, come quella dell’ing. Dino Franzil, che è stato, per inciso, premiato con la bandiera verde di Legambiente, hanno dimostrato che nel giro di circa cent’anni, il lago si interrerà.
Ed anche l’indagine e la perizia di Edipower, quando voleva fare il pompaggio dal lago, firmata dall’ing. Garzon, dice la stessa cosa: che fra centodieci anni il lago di ridurrà ad una palude.
L’importante non è sapere se ciò accadrà fra 100- 110 – 120 anni, l’importante è prendere nota che dopo un certo periodo questo lago non sarà più un lago ma sarà un bacino».
I.«I giorni scorsi ho avuto proprio l’occasione di vedere un programma su una rete nazionale, relativo ad un viaggio sul lago Aral, nell’ex Unione Sovietica, (attualmente tra Uzbekistan e Kazakistan ndr) dove, praticamente, dove si mostrava come, in un paio di anni, non fosse rimasto nulla di questo lago, trasformato in un deserto incredibile, con le navi in mezzo al deserto. Si va a rischio che anche qui si materializzi quello che Lei ha detto».
B.«Certamente. Là però per un motivo diverso: perché per irrigare le piantagioni di cotone, hanno deviato il Syr Darya e l’Amu Darya – conosco bene quelle località, io, perché ci sono passato. Ma qui succede, invece, l’opposto. Perché il lago soffre per l’immissione dello scarico della centrale e, con di più, adesso, e ogni anno, quando si verifica siccità, il Consorzio di Bonifica della Pianura Friulana incomincia a dire che vuole prendere le acque del lago per l’irrigazione, dallo scarico del lago, che sarebbe più a valle.
Ma se dovessero prendere la derivazione dallo scarico del lago, il lago avrebbe una ulteriore servitù che renderebbe il livello del lago funzionale alle esigenze di derivazione ed irrigazione loro, del Consorzio. Ma noi, montanari diciamo che non intendiamo negare l’acqua a nessuno, va bene l’irrigazione – anche se dovrebbero utilizzare meglio l’acqua, non a scorrimento, e poi abbiamo il sospetto che vogliano più acqua per far girare le loro turbine – ma contemporaneamente, come risolvete il vostro problema, risolvete anche il nostro. Ed allora l’acqua non la derivate dallo scarico del lago, ma dallo scarico della centrale, con un bypass. Vedete voi, io non sono un ingegnere, come deve essere questo bypass, ma qui i problemi sono: primo: con l’andar del tempo il lago non sarà più lago; secondo: volete derivare l’acqua? Benissimo. Prendetela allo scarico della centrale, non del lago. E si salva il lago, avete l’acqua per irrigare, ed al tempo stesso di continua a produrre energia elettrica con la centrale».
I.«Quale il ruolo della politica? Ne è passata acqua sotto i ponti: centrodestra, centrosinistra, centro, destra, sinistra … Fino adesso la politica che risposte vi ha dato»?
B.«Fino adesso, nel piano di tutela delle acque della Regione, c’è un punto in cui, trattando la criticità del Tagliamento a monte della presa di Ospedaletto del Consorzio, che d’estate resta asciutto, si è detto che, contemporaneamente alla derivazione del sistema di irrigazione, deve venir fatta una valutazione del bypass del lago, captando l’acqua non allo scarico del lago, ma allo scarico della centrale. Quanto nel 2015. Ma finora non è successo niente.
Noi chiediamo alla politica di fare questa valutazione, e non ci limitiamo allo studio di fattibilità del bypass: vogliamo il bypass, e su questo incominceremo una vera e propria vertenza.
PERCHÉ QUI LA PIANURA NON PUÒ DISPORRE DELLE ACQUA COME VUOLE LEI ED A SUO PROPRIO COMODO, PERCHÉ LA MONTAGNA HA GIÀ SOFFERTO TANTO E COSÌ LA VAL DEL LAGO, ALTRIMENTI VIEN FUORI UNA GUERRA CHE VA EVITATA TRA LA MONTAGNA E LA PIANURA FRIULANA.
Inoltre non vorrei essere uno di quegli ingegneri del consorzio Ledra – Tagliamento che vorrebbero progettare la derivazione dallo scarico acque nel lago, perché correrebbero il rischio di figurare, assieme a quelli che hanno progettato la centrale, fra quelli che hanno distrutto un po’ tutto.
I.«Lei in apertura ha detto una cosa importante. Questo lago ha dato tanto non solo alle popolazioni della valle ma anche a quelle della montagna. E qui c’erano tanti tipi di pesci, e via dicendo. Oggi, per esempio, cosa resta del pesce»?
B.«Qui un tempo c’erano anguille, c’erano carpe. Io ho visto un pescatore di Somplago con la pertica, di fronte a dove siamo ora, tirar fuori dal lago una carpa di 12 chili. Mia madre era originaria di Somplago. Mio nonno, suo padre, faceva il pescatore … Mia madre diceva che aveva visto nella “Sempla” nella tinozza del nonno trote enormi, che mio nonno portava a vendere all’albergo Roma. C’erano carpe, ciprinidi, persico, c’era di tutto qui, c’era di tutto. Adesso casa c’è? Le carpe, subito dopo la costruzione della centrale, hanno incominciato a gonfiarsi perché si difendevano dal freddo delle acque coprendosi di grasso, e diventando immangiabili, i ciprinidi sono praticamente scomparsi, le anguille sono scomparse, ed esistono solo quelle stupide trote che immette l’Ente Tutela Pesca per far contenti quei quattro pescatori.
I.«Quelli della pesca sportiva …»
B.«Esatto!!!!».
I.«E c’erano anche altri tipi di animali, anatre e via dicendo … »
B.«C’era per esempio la lontra. Perché i pescatori di Somplago pescavano principalmente con le nasse. E quando la lontra vedeva il pesce dentro la nassa, entrava nella nassa a prendere pesci, tanto per dire, e c’erano anche i “papacroz”, uccelli che pescavano direttamente il pesce, anatre, le gallinelle d’acqua, qui c’era di tutto».
I.«Insomma quello che lanciamo oggi è un appello chiaro e trasparente:
BISOGNA TUTELARE LA NATURA, NON BISOGNA DISTRUGGERE QUELLO CHE LA NATURA CI HA DATO».
B.«Inoltre è di questi giorni il riconoscimento della Bandiera Verde di Legambiente all’ing. Franzil, per gli studi fatti sul lago di Cavazzo, e all’Isnam di Bologna che è un Istituto facente capo all’ Istituto Nazionale per la Ricerca che ha condotto degli studi e che hanno portato ai rilievi che ho illustrato prima. E l’Isnam riprenderà, ai primi di agosto, ulteriori ricerche, finalizzate alla costruzione del bypass.
QUI I PROBLEMI VANNO RISOLTI COMPLESSIVAMENTE. NON SI PUÒ RISOLVERE IL PROBLEMA DELL’ IRRIGAZIONE SENZA RISOLVERE IL PROBLEMA DEL LAGO. BISOGNA AVERE UN APPROCCIO COMPLESSIVO SUL TEMA DELLE ACQUE, UN TEMA MOLTO DELICATO.
I.«In Friul a si dis: A no si po’ comedā cun t’un blec par viergi di che atre bande. (In Friuli si dice che è inutile mettere una pezza da una parte per aprire un buco dall’altra)».
B.«Esat! E nou su sta roba chi no molin! Nou i costruin una vertenza. I vin distribuit continuamentri manifestins a nestra popolazion e intindin coinvolgi duç. Chesta a è una battaglia storica ca val la pena ca vada combatuda fin a la fin. (Esatto! E su questo argomento noi non molliamo. Noi ne faremo oggetto di vertenza. Abbiamo distribuito continuamente manifestini alla nostra popolazione, e vogliamo coinvolgere tutti. Questa è una battaglia storica che val la pena venga combattuta, fino alla fine».
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I = Intervistatore. A. = Signora Annamaria.
I.«Ci siamo spostati sull’altra sponda del lago di Cavazzo e siamo venuti a trovare la signora Annamaria, che è un po’ la custode del lago, una signora che si sta battendo da tempo assieme la signor Barazzutti per salvare il lago perché qui siamo veramente la punto di non ritorno. Ci manca poco, vero Signora?»
A.«Purtroppo a furia di chiacchierare e noi fare niente, siamo arrivati a questo punto. Perché o si interviene subito, o i poteri forti – si chiamano così mi sembra no? – (ma io dico i delinquenti perché riuscire a distruggere una natura così che il Padre Eterno ce l’ha data, bellissima …. ) ….
IO SONO QUI DA 57 ANNI E MI GODO QUESTO PARADISO PERCHÉ NON ESISTE IN GIRO PER L’ITALIA, LASCIAMO STARE IL MONDO UN POSTO COSÌ, CHE È INCONTAMINATO, MA CHE, PURTROPPO, È CONTAMINATO DALLA GENTE CHE VUOLE ARRICCHIRSI ALLE SPALLE DI PERSONE COME NOI CHE CERCANO DI TENERE VIA E ALTA LA BELLEZZA DI QUESTO POSTO MERAVIGLIOSO. SOLO AL PENSIERO CHE FRA CENTO ANNI QUESTO LAGO SARÀ UNA PALUDE … IO NON LO VEDRÒ, FORTUNATAMENTE … MA MI FA MALE AL CUORE PENSARLO …NON CAPISCO PERCHÉ LA GENTE, IL POPOLO, NON SI RIBELLI…
I.«Cioè manca la sensibilità da parte delle stesse persone del luogo, che si stanno facendo deturpare sotto il naso un Paradiso, come ha detto lei, un lembo di Friuli con la sua particolarità, perché ricordo ce qui siamo proprio nel passaggio tra la montagna e la pianura, e nessuno interviene. Cioè siete in pochi che ancora difendete con le unghie il vostro territorio».
A.«Con le unghie e con i denti. Comunque non è che la gente non si interessi. Siamo in un periodo in cui tutti dicono: “Va male. Dobbiamo fare, dobbiamo fare” …Però nessuno viene a dire: “Avete bisogno di una mano?” Quello che io vorrei è fare un invito ai giovani, ce ne sono tanti ad Alesso legati alal propria terre, ma sono legati al Palar che è una cosa bellissima, non si discute, all’ambiente, al calcio alla pro loco, a quello a quell’altro… Ma Pro Loco vuol dire, anche secondo me, Pro il posto. Perché i giovani non vengono, così, spontaneamente, a dare una mano? Ne abbiamo bisogno realmente. Perché io ho la mia età, e la sento, Barazzutti non ne parliamo, siamo pieni di acciacchi, però non ci arrendiamo, siamo di quelli tosti …».
I.«Insome seis di chei da la buine crodie, – come si dice in Friuli».
A.«Su quello non ci piove! Comunque speriamo vivamente e veramente di riuscire a far qualcosa perché adesso, forse, si sta muovendo qualcosa. Me lo auguro, almeno, non vorrei che fossero solo promesse campate in aria perché, purtroppo, andiamo verso le elezioni e le promesse sono pronti a farle tutti. Questa è la terza legislatura che noi passiamo, ed è la terza volta che vediamo venire avanti tutti quei personaggi che promettono, promettono … Un giorno o l’altro, forse, sarà tempo di prendere un “racli”, un bastone, quando promettono e poi …. »
I.«Bene. È stato un piacere conoscerla. È stata molto chiara e trasparente, Signora».
OMAR COSTANTINI –
Trascrizione di Laura Matelda Puppini
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CHI VUOLE VISIONARE IL VIDEO VADA A: https://www.youtube.com/watch?v=pRndNVDk-jE
L’immagini che correda l’intervista è stata scattata da me nel 1991 nel corso di una gita scolastica al lago, di cui prossimamente porrò un resoconto con altre informazioni sul lago stesso ed un’intervista ad un anziano pesacatore. Ovviamente su ogni foto mia che pubblico su www.nonsolocarnia.info vige la proprietà artistica. Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/salviamo-il-lago-di-cavazzo-contro-i-prelievi-diretti-per-irrigare-la-furlania/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/07/FOTOLAGOPIOPPI105.jpg?fit=1024%2C689&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2017/07/FOTOLAGOPIOPPI105.jpg?resize=150%2C150&ssl=1AMBIENTETelepordenone. Omar Costantini. La Voce del Friuli. Speciale Lago Di Cavazzo. Intervista di Omar Costantini a Franceschino Barazzutti ed alla Signora Annamaria, andata in onda il 23 luglio 2017. Mi è giunta la videoregistrazione dell’intervista che volentieri pubblico in questa forma con il permesso di Omar Costantini che sentitamente ringrazio. ________ I...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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