Sanità friulana Ko (knock out). Ancora sulla folle idea di privatizzare parte dei pronto soccorso friulani spaccandoli in due e sulle chiusure estive dell’unico ospedale che dicasi tale in Friuli.
Introduzione.
Non avevo intenzione di ritornare su questa triste ed a mio avviso per noi pericolosa storia dei pronto soccorso friulani spezzati in due tra pubblico e privato, ma la pubblicazione di un articolo mi ha quasi costretto a farlo, mentre ribadisco tutte le difficoltà segnalate e quanto scritto sul mio precedente nel merito, intitolato: “Sanità ed esternalizzazioni. Posso fare una proposta limite? Perché, a questo punto, non esternalizzare anche l’assessorato salute e sanità?”
Inoltre l’attribuire ad una cooperativa i ‘casi meno gravi ‘ in pronto soccorso (così si legge su di un articolo intitolato “Ai privati i casi meno gravi: in Friuli si inaugura la privatizzazione dei Pronto Soccorso”, in https://www.lindipendente.online, pubblicato il 14 giugno 2023 a cui mi riferisco sopra) pone un problema di comprensione in ambito tecnico. Infatti non si può utilizzare l’ambiguità del linguaggio quotidiano invece del rigore di quello scientifico, a meno che non si voglia restare sul vago e rendere tutto possibile. Ma una azienda seria non può funzionare così. Inoltre chi decide se sei un caso ‘meno grave’ finché un medico non ti visita?
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Ma forse il sogno politico di potersi impossessare di tutto l’ambito medico manovrandolo a piacimento, come mi pare già sia in essere, supera ogni buon senso ed a me non pare politica da positiva capacità imprenditoriale, ma il cercare di affrontare una gamma di situazioni critiche arrampicandosi sui vetri, senza analisi e studio alcuno, ed affermando che non si poteva fare null’altro, e ponendo in premessa non dimostrata che, in fin dei conti, anche nel resto d’Italia è così, anche se pare proprio non sia del tutto vero, mentre gli ospedali ritenuti buoni, tra cui non ne compare neppure uno del Fvg, vanno sempre più diminuendo. E se erro correggetemi.
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Perchè, secondo me, il Fvg è poco attrattivo per i medici di pronto soccorso, oltre che per il fatto che non si indicono concorsi ne si indicono pochissimi e per infermieri.
In premessa pongo inoltre il fatto che nessuno credo sia desideroso di venire a lavorare nelle aree di emergenza urgenza in FVG visto come funziona la Sores, a detta del medico Walter Zalukar e dei reclami che si leggono, visto che sicuramente in montagna, alla faccia delle norme, mancano semplici ambulanze per non parlare di automediche con medico a bordo, come la dicitura stessa dovrebbe prescrivere; che la lotta al dott. Peratoner (che, col cuore, aveva scritto una lettera all’assessore per palesare le difficoltà presenti, seguita da una seconda in quanto la prima risultava inascoltata) perpetrata da parte di Riccardo Riccardi che gli ha opposto il dott. Amato De Monte a cui poi ha regalato il posto di direttore della Sores togliendo il concorso già bandito, tanto da esser raggiunto da una azione legale da un medico calabrese che aveva presentato domanda, non fanno ben sperare (1), e dato che ormai qui si è ad una situazione, per la sanità regionale, da ‘lacrime e sangue’ si fa per dire. Ma non è così in Veneto ma in altre regioni non è così. Ma a questo punto, non sarebbe logico che la minoranza si alzasse e chiedesse, come minimo, le dimissioni dell’assessore e la revoca del mandato al dott. Caporale, pur essendo la sua nomina dal punto di vista legale ineccepibile?
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A me pare che la conduzione dell’assessorato sanità e salute Fvg, se questi sono i risultati dopo oltre 5anni sia fallimentare.
Io vi garantisco che nel sistema privato uno che avesse retto l’azienda sanità e salute dell’intera regione Fvg come ha fatto Riccardo Riccardi sarebbe stato, in un modo o nell’altro, già mandato a casa da tempo, o da chi lo ha nominato (non essendo stato eletto) o a furore di popolo, ma nulla di tutto questo è accaduto perché ormai la popolazione, (per lo più anestetizzata da adunate alpine oceaniche, da corse ciclistiche, da sport, dal calcio, da taglietti oltre che da polenta e frico visti come prodotti culturali, e vessata da aumenti dei prezzi e frenata dei salari, da una burocrazia fuori dei limiti umani, che ci riporta a ‘Il castello’ di Kafka, (da leggere), e dai problemi dati a tutta Italia da quella catastrofe che è la guerra in Ucraina da fermare e non certo alimentare, con tutti i suoi risvolti), non sa né ha più la forza di difendere i propri diritti.
E senza aver nulla di personale verso l’architetto Riccardi, mai visto in vita mia di persona, mai incontrato, con cui non ho mai parlato, credo solo che egli sia più adatto ad un assessorato allo sport e grandi eventi che a ricoprire i ruoli delicati che riveste da quasi 6 anni, con questi risultati. Inoltre mi chiedo dove sia il super votato in Carnia e tarvisiano Stefano Mazzolini, mentre la montagna muore, ed è priva persino dei medici di base. Ma forse si interessa solo di far aumentare le entrate degli albergatori e dei ristoratori, e di far contro, nella situazione climatica in cui ci troviamo, a chi vuol difendere ambiente e territorio e poco altro. Almeno io ho capito così da quanto si legge. E se ho capito male mi scuso subito con lui e vi chiedo di dirmi cosa non ho trovato sulla stampa che egli abbia fatto per noi, per i nostri reali problemi di cittadini.
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Detto questo in premessa, vengo all’ oggetto di questa mia.
Il 14 giugno 2023, come già riportato, è comparso su https://www.lindipendente.online un articolo intitolato “Ai privati i casi meno gravi: in Friuli si inaugura la privatizzazione dei Pronto Soccorso” a firma di Salvatore Toscano, che non so se sia il famoso giallista o meno. Leggendolo, pare che l’articolista giustifichi le scelte aziendali del dott. Caporale, che qualcuno mi diceva già ai tempi della sua nomina non essere l’uomo adatto per guidare una azienda così complessa e vasta.
Sull’articolo citato così si legge: «In tutta Italia i Pronto Soccorso annaspano a causa di finanziamenti insufficienti, gestioni poco virtuose e carenza di visione programmatica. Viste le difficoltà nel garantire il diritto alla salute, l’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale ha indetto delle gare per esternalizzare il Servizio medico specialistico e di gestione dei codici minori relativi al Pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia di Udine e degli ospedali di San Daniele e Palmanova. L’ente pubblico istituito dalla Regione Friuli Venezia Giulia nel 2020 cederà dunque per un periodo di sei mesi la gestione di una parte del servizio sanitario. Si prevede una spesa di oltre un milione di euro, calcolata però su un periodo di un anno, una scelta che potrebbe tradursi il prossimo inverno in una seconda fase di privatizzazione.
A Udine, la gara di appalto è stata vinta dalla società Amaltea, la quale fornirà personale al Pronto Soccorso del Santa Maria della Misericordia per i prossimi sei mesi. Secondo Salvo Toscano, op. cit., che però non scirve da dove abbia ricavato detta informazione, oltre alla laurea in Medicina e all’iscrizione all’Ordine, i camici bianchi dovranno essere specializzati in Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza, in disciplina equipollente o in Anestesia e rianimazione. A ciò si aggiunge la partecipazione a corsi certificati Blsd, Acls, Itls o Phtc. Per gli ospedali di San Daniele e Palmanova non sono ancora stati resi noti i risultati del bando, dunque il nome delle aziende private che gestiranno i codici meno gravi dei rispettivi reparti d’urgenza».
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Ora vi sono un paio di piccoli problemi. Da che si legge su di un articolo pubblicato da ‘Il Fatto Quotidiano’ del 17 giugno 2023, a firma di Mariano Turigliatto, intitolato “Medici cottimisti: una storia di ordinario spolpamento di ciò che resta della sanità pubblica”, la Cooperativa ‘Amaltea’ di Vercelli, vincitrice dell’appalto di parte del Pronto Soccorso udinese, è stata costituita il 22 ottobre 2020, con sede in Vercelli, ed è presieduta da Patrizia Piantavigna, imprenditrice, e moglie di «Giuseppe Cannata, 77 anni, ex primario Dea, tuttora negli elenchi dei medici “forniti” dalla Cooperativa di sua moglie agli ospedali dell’Alessandrino, del Vercellese, […] del Catanese. Cannata è consigliere comunale di Forza Italia a Vercelli, eletto con Fratelli d’Italia e allontanato da Meloni in persona per aver scritto su Facebook: “E questi schifosi continuano imperterriti. Ammazzateli tutti ste lesbiche, gay e pedofili” a commento di un post di Simone Pillon». (2). Inoltre l’articolo cita il caso di una donna, recatasi a Novi Ligure al Pronto Soccorso, dove lo stesso è gestito da ‘Amaltea’ cooperativa sociale, e morta subito dopo esser stata visitata da una dottoressa in servizio per la cooperativa, ma che avrebbe svolto come attività prevalente «quella di direttore di un centro di estetica. La vicenda finisce anche in Parlamento con un’interrogazione dell’on. Fornaro, che chiede l’invio di ispettori da parte del Ministero per fare luce sulla faccenda». (3). Inoltre «proprio al Pronto Soccorso di Novi, Amaltea ha inserito una dottoressa laureata nel 2019 a Genova, iscritta all’Ordine dei medici di quella città e poi sospesa dallo stesso, presumibilmente per essersi rifiutata di eseguire le vaccinazioni anti-Covid; la stessa dottoressa figura nei turni all’Ospedale di Acqui Terme dove, però, non avrebbe poi preso servizio a seguito dei controlli eseguiti dai medici dell’ospedale e alle proteste che ne sono seguite. Oppure, ancora, l’incarico a “un medico di età particolarmente avanzata, e con alle spalle una lunga esperienza di anatomo-patologo: insomma, uno che aveva sempre fatto autopsie!” (Il Moscone)» (4). Non da ultimo il vice presidente di Amaltea risulta essere Guglielmo La Mantia, che «è stato anche lui consigliere comunale di FdI a Vercelli, prima condannato a 10 mesi e poi prescritto per irregolarità amministrative (firme false) nella presentazione delle liste per le provinciali del 2011». (5). Infine ‘Amaltea’ ha vinto anche appalti ad sud, e il marito della presidente di Amaltea ha guadagnato una posizione di prestigio. Infatti il 20 maggio scorso l’Asp di Catania ha bandito la gara per l’assegnazione dei sette pronto soccorso di sua competenza. Alla gara hanno partecipato «in due, vince la Cooperativa Sociale Amaltea (quella di Vercelli) con una spesa di 140mila euro per 1385 ore. Poco più di 100 euro all’ora, vale a dire € 800-900 al giorno per medico “a gettone”. (…). Il nome di Cannata […] è, al netto di un’omonimia, fra i sei proposti da Amaltea quello per il quale il direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’Asp di Catania ha dato un giudizio di idoneità positiva […]. Sarà lui, in attesa che la sanità siciliana espleti i concorsi per i posti in organico, a guidare l’esercito dei ‘medici in prima linea’ in sette pronto soccorso di provincia […]». (6). Dopo aver letto questo articolo, da cui io ho riportato solo informazioni senza permettermi di dare giudizio alcuno su ‘Amaltea’ che non conosco, io però ed in ogni caso, vista la cifra da sborsare, qualche garanzia messa ‘nero su bianco’ e precisa a detta cooperativa la chiederei, tanto per restare all’interno del detto: “Patti chiari amicizia lunga”.
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Ma per ritornare all’articolo di Salvatore Toscano, io non ho capito che titoli cita per i medici della cooperativa, e da dove li abbia presi.
Se poi, come scrive Toscano su L’ Indipendente on -line, i medici di Amaltea e gettonisti devono essere specializzati in Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza, in disciplina equipollente o in Anestesia e rianimazione, perché non si bandisce un concorso e li si invita a coprire un posto fisso in Asufc, o almeno precario supplente, senza scindere il pronto soccorso a metà, tra pubblico e privato? Mistero. Ma forse l’idea è di americanizzare la sanità, quando lo stesso Barack Obama ne aveva visto le enormi carenze, e la mancata friubilità per tutti. E noi non abbiamo bisogno nè del sistema lombardo nè di americanate senza neppure essere in USA.
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Poi bisogna vedere cosa significa “essere specializzati in Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza, in disciplina equipollente o in Anestesia e rianimazione” perché esistono anche corsi privati on -line a pagamento, definiti masters di medicina urgenza emergenza catastrofi, di cui ovviamente non conosco la bontà, che garantiscono al 99% l’assunzione, come uno gestito da Techstitute (7), il primo che ho trovato, dove insegnano 4 medici spagnoli ed operativi in Spagna, ma che non è la stessa cosa delle scuole di specializzazione in anestesia rianimazione, terapia intensiva e del dolore legate alle facoltà di medicina, che hanno ben altri obiettivi e corsi, relativi pure alla fase diagnostica, scuole che risultano molto complesse nelle finalità da perseguire, o ai corsi della Scuola di specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza (Cfr. scuole di area medica – classe della medicina clinica generale) in: http://www.miur.it/userfiles/2292.pdf), che richiedono capacità ben più complesse. Ma credo ci siano anche altri corsi privati di questo tipo.
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E poi se una signora ha un problema ginecologico, può il medico della cooperativa mandarla in ginecologia e poi firmare le dimissioni, idem per un bimbo in pediatria, o uno in medicina, etc. etc.? Perché forse i politici non sanno che il pronto soccorso è un reparto strettamente collegato con l’ospedale, non scisso, per qualsiasi codice, visto che non vi è accesso diretto ai reparti se si è in emergenza. E può detto medico di cooperativa e gettonista tenere in osservazione, e se sì dove? Insomma a me pare questa scelta politica aziendale una complicazione delle cose semplici.
Ed almeno, e come minimo, vorremmo sapere che reali titoli hanno questi medici ritenuti di pronto soccorso a tutti gli effetti, e come si relazioneranno con gli ospedalieri e con noi, e se la regione, che ama la tecnologia, ha valutato il tasso possibile di errori sulla pelle altrui in questa confusione possibile operativa e gestionale. Ma temo non lo abbia fatto. «Intant a si fâs, – diceva qualcuno un tempo – poi si vedrà», ed intanto noi perdiamo un sistema che era efficiente ma non lo è più, per finire in uno futuribile di cui nulla sia sa e che, magari, nessuno valuterà. Basta forse, nel nuovo mondo leghista e berlusconiano, che uno qualsiasi esegua le prestazioni?
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Per quanto riguarda poi sempre i medici della cooperativa, essi dovrebbero o potrebbero avere, secondo Salvatore (Salvo?) Toscano, certificazioni di partecipazione a corsi Blsd, Acls, Itls o Phtc. Dietro queste sigle si nascondono dei corsi tenuti da privati a pagamento, di cui alcuni aperti anche ad infermieri e volontari. I corsi ‘Blsd’ sono, per stessa ammissione della ditta che li tiene, corsi destinati a personale laico (non si sa perché vi sia questa discriminazione verso chi è religioso) con istruttori formati per l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico (DAE) e si svolgono in Veneto, Friuli (Pordenone) e Trentino-Alto Adige, insomma nelle cosiddette tre Venezie. L’azienda privata che li propone è pure, da che ho compreso, produttrice di questo tipo di defibrillatore.
Inoltre nella presentazione di detti corsi a pagamento, la ditta proponente afferma che comunicherà alle centrali 118 i nominativi di chi possiede detta certificazione, ma le centrali 118 in FVG non esistono più e non mi pare questa prassi usuale in un sistema che si regga su concorsi. Infatti è il candidato che dichiara i suoi titoli e corsi, non ogni privato che ne tiene uno si mette in contatto con ipotetiche centrali 118 per fornire nomi. I corsi che permettono di avere la certificazione Blsd, di cui certo io non conosco la bontà perché non sono assolutamente in grado di giudicare, sono tenuti da Medicasl – Cardioprotezione, defibrillatori, corsi e forniture, che opera anche nel campo sportivo. Ed il «corso BLS-D (Basic Life Support Defibrillation), con rilascio dell’autorizzazione all’uso del defibrillatore, è studiato per apprendere le conoscenze e le abilità pratiche necessarie per fornire assistenza a vittime oltre a imparare ad usare il defibrillatore mentre si attende l’arrivo del Servizio Medico di Emergenza (SME)». (8).
Ma io non so se i defibrillatori siano tutti uguali e cosa significa semi-automatico, o se la Regione abbia una convenzione di acquisto per defibrillatori da detta azienda. Infine io non so se esistano altre ditte private che tengono corsi per l’uso del defibrillatore, nel qual caso mi chiedo, da ignorante quale sono: perché questa e non altre?
Ma una cosa che non ho capito e cosa serva una certificazione di saper usare un defibrillatore per medici che si devono interessare di codici minori.
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La sigla ‘Acls’ significa “Supporto vitale cardiovascolare avanzato (ACLS)” e si basa sul BLS (Supporto di Base delle Funzioni Vitali), con un’enfasi particolare sull’importanza di una RCP (rianimazione cardio – polmonare) continua e di alta qualità. (9). L’apprendimento avviene «Attraverso istruzioni pratiche e casi simulati, gli studenti di questo corso avanzato miglioreranno le loro competenze nel riconoscimento e intervento in casi di arresto cardiopolmonare, nelle condizioni dell’immediato post-arresto cardiaco, aritmia acuta, stroke e sindromi coronariche acute». (10). Peccato però che chi definisce se una persona sia in arresto cardiocircolatorio non è il medico dei casi non gravi, ma quello di pronto soccorso. Pertanto non si sa a che cosa servano queste certificazioni per chi deve trattare codici bianchi e si spera non verdi.
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I corsi Itls (acronimo che sta per International trauma Life Supports cioè interventi per supportare la vita od il mantenimento in vita in caso di trauma) sono tenuti, da che ho trovato, dalla Associazione privata Aife. Essi riguardano diversi settori (pediatrico, militare, etc.) e, nella loro presentazione, la società che li gestisce scrive: «Negli ultimi anni, la necessità di standard comuni di programmi di verifica di qualità hanno fatto sì che si cercasse di ottenere dei criteri operativi e di certificazione, che, adeguati al livello professionale di ciascuno, accomunassero l’attività di medici, infermieri. Con l’emanazione da parte degli algoritmi infermieristici avanzati per il 118 regionale dell’assessorato alla sanità dell’Emilia Romagna, si rende necessario un adeguamento dei flussi lavorativi e dell’omogenizzazione del personale afferente al sistema 118 romagnolo autisti e infermieri, la decisione della regione di seguire una linea guida riconosciuta a livello internazionale per quanto riguarda i protocolli sul trauma, ci permette di poter crescere a livello professionale ed offrire uno standard qualitativo elevato alla popolazione regionale». (11).
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Anche la certificazione per Corso PTC) – PHTC (Prehospital Trauma Care trattamento pre-ospedaliero del trauma) Gestione del Trauma- tenuto da privati, afferisce ad una fase di pre-ospedalizzazione ed è relativo a personale che si trova su ambulanze e mezzi di primo soccorso in caso si ipotizzi un trauma. (12). Nel caso del corso proposto da ‘hsacademy’, il corso base dura solo 8 ore, che a me pare davvero poco per raggiungere «l’apprendimento delle competenze necessaria ad identificare e trattare tutte quelle situazioni nelle quali sia ipotizzabile o presente un paziente con trauma grave». (13).
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Ma servono davvero queste competenze per un medico per codici bianchi di un Pronto Soccorso? Io credo di no. Ed allora cosa potrebbe servire?
Secondo me questi sopra sono corsi per personale medico e non medico, detti in Fvg impropriamente ormai ‘118’ su ambulanza, e riguardano protocolli seguendo i quali, par di capire, non sei perseguibile per legge, sperando che uno li abbia ben appresi e li sappia mettere in pratica anche in una situazione reale, e sono relativi al trattamento di traumatizzati e politraumatizzati ed infartuati, patologie a cui uno mai darebbe un codice bianco.
Invece, secondo me, chi tratta codici bianchi deve saper diagnosticare bene, che è cosa difficile e dove ci vuole esperienza e non basta un corso on line, deve sapere cucire una ferita e mettere punti di sutura, sapere se uno ha una infiammazione o infezione, conoscere bene farmaci anche antidolorifici, fare una minima ecografia e saperla leggere, e via dicendo. Nulla a che fare con emergenze 118 ora 112, ed affini. Insomma deve essere un davvero ottimo medico di base. Chi ha invece i corsi citati da Toscano potrebbe stare ai bordi di un campo da calcio o nel corso di attività sportive, oltre che su di una ambulanza dopo valutazione di quanto ha realmente appreso, ma essi hanno ben poco a che fare con un ambulatorio per codici bianchi (si spera non verdi o gialli).
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Finale della favola. La sanità friulana gestita da Riccardo Riccardi,Massimiliano Fedriga ed ora Denis Caporale.
Infine preoccupa invero l’articolo comparso sul Messaggero Veneto del 17 giugno 2023, intitolato: “Riduzione dei posti letto e ambulatori chiusi’ a firma di Lisa Zancaner, e relativo all’ ospedale Santa Maria della Misericordia.
Ma andiamo per ordine, come si suol dire. Correva l’anno 2014- 2015, quando, sotto Matteo Renzi e Debora Serracchiani, essendo assessore alla sanità e salute, anche lei mai eletta, Maria Sandra Telesca, iniziavano tagli cospicui in sanità, con il progetto di accentramento ad Udine e ridimensionamento degli ospedali territoriali detti minori o spoke, tanto per dirla seguendo modello e lingua anglosassoni, quasi che la nostra non fosse sufficientemente bella e ricca. Ma ‘fa figo’ ora parlare straniero.
Ci furono articoli ed articoli sempre sul solito Messaggero Veneto, per convincere noi cittadini della bontà del progetto accentratore, parlando di servizi migliorati, mentre, verso fine mandato, sempre dalle pagine dello stesso quotidiano, Riccardi se ne usciva a parlare di difesa del welfare, di cui pare poi, preso il potere, abbia dimenticato il significato.
Insomma, tutto sarebbe stato concentrato al Santa Maria della Misericordia, che avrebbe garantito qualità e le cure più sofisticate, oltre un laboratorio analisi di tutto rispetto ed al servizio di tutto il Friuli. Ma già allora molte contraddizioni e disservizi eran presenti, però nessuno si aspettava la catastrofe attuale. Era allora commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria della Misericordia” di Udine e dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 4 “Friuli Centrale” il dott. Mauro Delendi, che in precedenza aveva svolto analoghe funzioni presso gli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) regionali.
Però già dal 2012, grazie all’ art. 4 del DL n. 158, del 13.9.2012 (convertito in legge n. 189 del 10.11.2012), era stato disposto che le Regioni provvedessero alla nomina dei direttori generali attingendo ad un ’elenco regionale di idonei, ovvero agli analoghi elenchi delle altre Regioni, costituiti previo avviso pubblico e selezione effettuata, secondo modalità e criteri individuati dalla Regione, da parte di una apposita commissione. Quando si dice ‘le Regioni’ non so però se intendesi solo l’assessore a sanità e salute di fatto, non altri. (14).
«Questo derivava dal “processo di aziendalizzazione delle strutture sanitarie, della natura privatistica e fiduciaria del rapporto di lavoro e del principio di responsabilità amministrativa e gestionale del direttore generale. Il carattere privatistico e fiduciario del rapporto con la Regione comporta che la scelta del direttore generale avvenga con un “atto di alta amministrazione” di carattere discrezionale nell’ambito di un elenco (alfabetico) di soggetti idonei». (15). Ma scritto così si potrebbe intendere pure che ogni dirigente sanitario dovrebbe essere un ‘delfino’ una specie di alter ego dell’assessore.
E intanto si giungeva al 2018, ed il popolo del Fvg dava il suo favore alla destra, nominando presidente della giunta regionale il leghista, sin da giovane età, dott. Massimiliano Fedriga, con cui, secondo me, iniziava il declino del FVG, e dove il cittadino incominicava a rischiare concretamente di non contare più nulla. Assessore alla sanità e salute nostra e dei nostri figli e nipoti veniva nominato il non eletto Riccardo Riccardi, con un passato da manager in Autovie Venete, pare per un accordo fra Lega e Forza Italia, che accentrava su di sé anche la guida della Protezione Civile, inviata pure a sistemar strade ed a competere con i Vigili del Fuoco. (16).
Con delibera giuntale n.686 del 29 aprile 2019, veniva bandito un avviso pubblico di selezione per il conferimento degli incarichi di direzione generale delle aziende ed Enti del Servizio Sanitario della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, e come prerequisito si chiedeva «l’iscrizione nell’elenco nazionale di idonei alla nomina di direttore generale delle Aziende ed Enti del SSN, pubblicato sul sito internet del Ministero della Salute in data 12 febbraio 2018 come aggiornato da successive determinazioni del Ministero stesso». (17).
Quindi, nel 2019, dopo la creazione di Asufc e la fine dell’Ass3, Commissario straordinario dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine e dell’azienda per l’assistenza sanitaria n. 3 Alto Friuli – Collinare – Medio Friuli, la funzione di commissario straordinario delle due realtà veniva conferito al dott. Giuseppe Tonutti, (18), carica poi ricoperta dal dott. Massimo Braganti che però, non essendo originario del Fvg ma umbro, ed essendosi liberato un posto dirigenziale nella sua terra, se ne andava con cessazione del servizio il 30 aprile 2021. Lo sostituiva con delibera regionale il dott. Denis Caporale, ragioniere, laureato in giurisprudenza ed avvocato (19), nominato, dall’ 1.05.2021, Direttore generale dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Occidentale ed ancora in carica.
Egli risulta inserito nell’elenco degli idonei alla nomina di Direttore Generale delle Aziende e degli Enti del S.S.N. in attuazione al Decreto legislativo 4 agosto 2016 n°171 e s.m., e quindi nulla si può dire sulla sua nomina, regolare, ma il semplice esser stato inserito in una graduatoria e l’esser stato nominato non implica la capacità di reggere una azienda sanitaria enorme e complessa, tra l’altro in un periodo di difficoltà, che qualcuno vorrebbe di nuovo divisa in sottosistemi più gestibili. (20).
Di fatto ora, dopo l’accentramento ad Udine ed al Santa Maria della Misericordia della sanità friulana, da Serracchiani-Telesca a Fedriga – Riccardi, ci troviamo ad un passo dal baratro, con il Santa Maria della Misericordia che chiude per ferie reparti ed ambulatori, lasciando il Friuli senza sanità pubblica reale o con la stessa ulteriormente rallentata, quando già siamo ad agende chiuse (che sia legale o meno a noi cittadini non interessa), a tempi di attesa per una visita specialistica di mesi e mesi, quando i medici di mg te la prescrivono quando sintomi sono presenti, non certo sul nulla un anno prima, quando le operazioni vanno a rilento e l’impressione per chi entra al Santa Maria della Misericordia è che l’ospedale sia quasi allo sbaracco, senza che nessuno faccia nulla per rianimarlo.
Ed ora, depotenziati gli ospedali territoriali, (perfino a Tolmezzo mi dicono che di fatto la radiologia non funziona più dalle ore 20 alle 8 del mattino successivo, della serie ‘guai un mal di gnot’ e forse altri reparti funzionano così normalmente e non per ferie), dobbiamo leggere sul Messaggero Veneto (21) un piano ferie voluto dal dott. Caporale che taglia e limita ogni reparto, con la difficoltà che vi è poi a riprendere la normale attività e che di fatto pone un ulteriore problema ai cittadini, costretti da questa tanto conclamata sanità regionale dell’’Io sono Fvg’ ad andare fuori regione, mentre il pronto soccorso più grande del Friuli va privatizzandosi? Ma Dio mio, come siamo caduti così in basso? E la sanità, con elicotteri e medici da numeri da circo, esiste qui solo per i turisti, gli sportivi ed i foresti, che permettono di fare pure audience?
Che fare e che dire a questo punto? Intanto spendiamo denaro pubblico per passare da una emergenza ad un altra, perchè non si sa programmare, svilendo servizi essenziali e sostituendoli con soluzioni a metà, mentre la gente non riesce neppure a credere a questi baratri e si illude che la sanità ritorni come prima. Ma temo che con questi managers e con questa giunta regionale non sarà così.
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Senza voler offendere alcuno, questo ho scritto, e se erro correggetemi, ma qualcuno deve pur mettere nero su bianco queste perplessità, che creano anche angoscia ai più, se vuole restare ad abitare qui. E noi siamo il Fvg.
Laura Matelda Puppini
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(1) Cfr. su www.nonsolocarnia.info, “Dagli anestesisti rianimatori piovono pietre sull’organizzazione del ssr Fvg, solo narrando la realtà”; per la nomina dell’anestesista Amato De Monte a direttore della Sores, cfr. “De Monte direttore del Sores, ed è subito polemica. Lascia la direzione di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Udine. Sarà in carica dal primo agosto. Sospeso il concorso per il posto”, in: https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2021/05/fvg-sores-amato-de-monte-nominato-direttore-46f55b0b-462c-4012-a423-a6896d88dfe5.html, 26 maggio 2021; https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2021/05/28/news/la-nomina-di-de-monte-a-capo-della-sores-diventa-un-caso-critiche-alle-procedure-e-azioni-legali-in-arrivo-1.40324491; per la posizione di attacco a Peratoner di Amato De Monte, a sostegno dell’assessore, cfr. https://www.udinetoday.it/attualita/nomina-de-monte-direzione-sores-maggio-2021.html. Inoltre ad un certo punto (aprile 2022) l’Associazione Aaroi Emac di cui Alberto Peratoner è presidente e che ha preso posizione verso l’assessore Riccardi attraverso Peratoner, ha pure dichiarato che darà mandato ai legali di tutelare l’associazione. (https://www.triesteprima.it/cronaca/aaroi-emac-fvg-minaccia-azioni-legali.html e “La scontro anestesisti Riccardi finisce nelle aule di tribunale, in: Il Piccolo, 15 aprile 2022).
(2) Mariano Turigliatto, Medici cottimisti: una storia di ordinario spolpamento di ciò che resta della sanità pubblica, in: https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/06/17/medici-cottimisti-una-storia-di-ordinario-spolpamento-di-cio-che-resta-della-sanita-pubblica/7192533/.
(3) Ibidem.
(4) Ibidem.
(5) Ibidem.
(6) Ibidem.
(7) cfr. la proposta di Techstitute in: https://www.techtitute.com/it/medicina/master/master-medicina-urgenza-emergenza-catastrofi?gclid=CjwKCAjws7WkBhBFEiwAIi1685E-C3zt2lcadHIyVpT4ORxojrnO27htaEVhz7_6juBwixmaFzeMCBoCcqoQAvD_BwE),
(8) Informazioni sui corsi che danno certificazione Blsd tratte da: https://www.defibrillatoriecorsi.it/corso-blsd-treviso-venezia-pordenone/?gad=1&gclid=CjwKCAjws7WkBhBFEiwAIi168zWqXtc-4x97OVa0JtxPn39TqFB2B-yAiwTHXBc61PrSrF-7gpiy1RoCXYgQAvD_BwE.
(9) Da: https://international.heart.org/it/our-courses/corso-per-operatori-acls/.
(10) Ibidem.
(11) https://www.aife.it/wp/itls-italia/
(12) https://www.hsacademy.it/corso-ptc-phtc-gestione-del-trauma-base/.
(13) Corso PTC – PHTC Gestione del Trauma, in: https://www.hsacademy.it/corso-ptc-phtc-gestione-del-trauma-base/.
(14) https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/salute-sociale/sistema-sociale-sanitario/FOGLIA130/#id2
(15) Ibidem.
(16) Cfr. su www.nonsolocarnia.info il mio “Regione Fvg: incendi e mancata convenzione con i Vigili del Fuoco”.
(18) https://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/salute-sociale/sistema-sociale-sanitario/FOGLIA130/allegati/210422_2019.06.12_Caporale_Denis_-_CV.pdf
(19) Regione Fvg. deliberazione n. 591, del 21.04.2021 in: https://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/salute-sociale/sistema-sociale-sanitario/FOGLIA130/
(20) Cfr. su www.nonsolocarnia.info il mio: Quale organizzazione sanitaria si vorrebbe per il futuro in Italia? Parte terza. L’organizzazione ‘ospedaliera’.
(21) Lisa Zancaner, “Riduzione dei posti letto e ambulatori chiusi’ in Messaggero Veneto 17 giugno 2023.
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L‘ immagine che correda l’articolo ritrae l’ospedale di Udine ed è tratta da: https://www.ilfriuli.it/salute-e-benessere/ospedale-di-udine-35esimo-in-italia/ (nel 2020 ora non si sa).
https://www.nonsolocarnia.info/sanita-friulana-ko-knock-out-ancora-sulla-folle-idea-di-privatizzare-parte-dei-pronto-soccorso-friulani-spaccandoli-in-due-e-sulle-chiusure-estive-dellunico-ospedale-che-dicasi-tale-in-fri/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/06/osp-udineingressopsudine2018_Thumb_HighlightCenter227777.jpg?fit=720%2C420&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/06/osp-udineingressopsudine2018_Thumb_HighlightCenter227777.jpg?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀIntroduzione. Non avevo intenzione di ritornare su questa triste ed a mio avviso per noi pericolosa storia dei pronto soccorso friulani spezzati in due tra pubblico e privato, ma la pubblicazione di un articolo mi ha quasi costretto a farlo, mentre ribadisco tutte le difficoltà segnalate e quanto scritto sul...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Furio Honsell aveva presentato una interrogazione all’Assessore Riccardi ““Sull’esternalizzazione dei servizi di Pronto soccorso in ASUFC: come verrà garantito
il coordinamento tra le società private aggiudicatarie e l’Azienda Sanitaria?”.ed in particolare: quale soggetto e in quale struttura effettuerà il triage e la determinazione dei codici
minori, e in quale struttura verranno poi gestiti questi codici dalle società private
aggiudicatarie? La risposta data dall’assessore alla sanità e salute della Regione Fvg è stata la seguente:”La funzione di triage è unica e garantita da ASU FC nei locali aziendali adibiti a tale scopo. Qualora il codice assegnato rientri tra i codici minori definiti da apposita
procedura aziendale, i pazienti sono avviati ad un ambulatorio dedicato, all’interno
del Pronto Soccorso e gestito dall’ente terzo”. Insomma questi medici privati della cooperativa Amaltea, di cui nessuno conosce nomi e in particolare titoli posseduti, si sono piazzati a pieno titolo come avessero superato concorsi al pronto soccorso di Udine, da pari, e stop. Secondo me questo è scandaloso, secondo l’assessore se ho ben compreso ‘normale’. E come non chiamarla : “cinesizzazione” della sanità, per usare un termine non mio?