Sanità. Libro bianco sulla Centrale Unica di Soccorso Sores. La Carta europea dei diritti del malato. Così non si può andare avanti.
Purtroppo, perchè si sperava le cose andassero meglio, siamo giunti in Fvg alla terza edizione del libro bianco sui disservizi della centrale unica del Nue 112 e della Sores, che hanno di fatto tolto territorialità e vicinanza ai servizi di emergenza. Il testo si intitola: “Sette anni di disservizi e ritardi di soccorso in FVG dopo l’attivazione del NUE 112 e della SORES – Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria” con sede a Palmanova ed è stato predisposto dai rappresentanti dell’Associazione Costituzione 32, in particolare dalla dott. Laura Stabile. Esso è stato presentato ufficialmente lunedì 1 luglio 2024 presso la sede del Consiglio Regionale, con la partecipazione dei Consiglieri regionali Furio Honsell (Gruppo Misto – Open Sinistra FVG), Rosaria Capozzi (Gruppo Misto – Movimento 5 Stelle), Serena Pellegrino (Gruppo Misto – Alleanza Verdi e Sinistra), Simona Liguori (Gruppo Patto per l’Autonomia – Civica FVG) e Francesco Russo (Gruppo PD). Spiace che neppure l’ assessore Riccardi abbia presenziato all’ incontro, e questo si può capire solo rifacendosi alla certezza dei politici attuali al potere di essere sempre nel giusto, nel loro non voler vedere problema alcuno, e nel vivere chi fa solo qualche osservazione come il nemico di turno. E se erro correggetemi.
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Il testo racconta come il servizio di emergenza sanitaria preveda un doppio passaggio di chiamata con reale perdita di tempo, in quanto una persona deve narrare il motivo per cui chiama ad un operatore generico il quale, sentita la richiesta, la gira al servizio preposto ove il richiedente deve di nuovo spiegare il tutto. Ed anni fa mi pare sia pure accaduto che l’operatore non riuscisse ad individuare la località di chiamata, inviando ad altra. Non solo: sono pure accaduti black -out con sospensione del servizio e intervento da Brescia.
Ma per ritornare al testo attuale, in esso sono descritti alcuni casi recenti:«Trieste, malore in campo San Giacomo, 70 enne in arresto cardiaco, i soccorsi arrivano dopo 20 minuti, deceduto. Monfalcone, operaio schiacciato da un carrello, automedica arriva dopo mezz’ora. Trieste, si rompono le acque e il 112 manda l’ambulanza dalla parte opposta della città». (1). Ma un ritaglio di giornale parla pure di un pescatore morto nel Friuli Occidentale, ed un altro, del Messaggero Veneto, dell’ambulanza giunta dopo tre ore dalla chiamata. Forse valeva la pena di mantenere il 118 accanto al 112 europeo, e sono anni che si chiede questo. Ma figurasi se qualcuno ascolta! Pare che per i politici al comandao in Regione ogni richiesta anche in senso migliorativo e di evidenza di una problematica sia vissuta come una offesa personale.
Eppure la sanità ha due pilastri: il sistema di emergenza urgenza e la medicina di base. Ed in Fvg sono agli sgoccioli ambedue.
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E già 2019, l’Aaroi – Emac aveva inviato una lettera alla giunta Federiga ed all’ assessore Riccardi in particolare sui limiti della centrale unica, individuando nelle scelte politiche la causa di disagi per i cittadini. «”Dopo il crollo parziale, (del sistema dell’emergenza urgenza n.d.r.) non è stato smaltato, dipinto, rattoppato. È stato raso al suolo ed è ora iniziata la ricostruzione”, dichiara il sindacato con la firma del presidente regionale Alberto Peratoner, responsabile del 118 dell’AsuiTs. La questione è quella della Sores, la sala operativa di Palmanova che pochi giorni fa ha visto 31 dipendenti su 38 presentare richiesta di mobilità, mentre la Regione rispondeva alla carenza di personale con il “prestito” di 7 infermieri dalle aziende di Trieste, Pordenone e Udine. Un’iniziativa ribadita ieri da Riccardi a margine dell’inaugurazione del nuovo tomografo Pet a Cattinara. (2).
Del futuro parlavano già allora anche anestesisti e rianimatori, disponibili «a un contributo migliorativo». Fino al 2017, scriveva il dott. Peratoner, «il Fvg, tra le prime regioni a istituire il 118, vantava uno dei migliori e più efficaci sistemi italiani di emergenza territoriale». Con la «rocambolesca» istituzione della Nue 112-Sores, tuttavia, la regione «si è infilata in un lungo tunnel oscuro che l’ha portata a un sistema ancora incompiuto, fortemente deficitario, pesantemente lacunoso e soprattutto sfiduciato da utenti e operatori». (3).
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Inoltre per Riccardo Riccardi, a cui ormai paiono affidate le nostre vite, e che quindi per certi versi, secondo me, si può ritenere responsabile, come chi l’ha nominato di alcune situazioni che possono peggiorare la nostra salute fino ad esisti finali nefasti per mancate cure tempestive, per mancanza di MMG, per ritardo nei soccorsi, per …., già nel 2019 la centrale avrebbe dovuto superare alcune difficoltà, che non andavano nascoste, ma neppure strumentalizzate e «Gli operatori della centrale non dovranno soltanto rispondere al telefono, ma svolgere anche un’attività di emergenza sul campo». (4).
Ed ecco comparire sulla stampa locale titoloni per informare che operatori di call center infermieri, avevano diretto persone nell’ uso del defibrillatore, senza premettere che se poi la persona che aveva accusato il malore fosse deceduta, gli improvvisati maneggiatori dello strumento potevano venir trascinati in tribunale dai parenti del morto; e pilotare un parto in auto. (5).
E così il 19 marzo 2023, il Messaggero Veneto intitolava un articolo: “Aiuta la moglie nel parto guidato dall’ infermeria della Sores: il piccolo nasce in casa”, quando l’operatore a mio avviso avrebbe dovuto esser collegato ad un ginecologo o almeno ad una ostetrica che avrebbe dovuto dare indicazioni nel merito; oppure, recentemente, ma ci sono altri casi, il 15 giugno 2024, compariva su ‘Il Fatto Quotidiano’ un articolo in cui si narrava che un giovane ventisettenne di Moraro, in provincia di Gorizia era andato in arresto cardiaco durante una partita di calcio, e la rianimazione era stata iniziata dai compagni di squadra, guidati dagli operatori del 112». Però chi lo aveva ‘tirato di qua’ era stato il personale sanitario dell’ambulanza. Ma se non fosse giunto in tempo, cosa sarebbe accaduto? (6). Inoltre non vorrei che questo metodo diventasse la regola: far fare il medico emergenzista a chi di fatto non lo è, a causa della mancanza di un adeguato e tempestivo sistema di intervento nell’ urgenza, che implica pure il dover restare ore e ore in attesa in pronto soccorso. E in questo settore la politica Fvg non può appellarsi al privato che tanto ama, che quasi direi adora, quasi fosse l’Eldorado, ma non per i cittadini, perché l’ anziana popolazione del Fvg non può permettersi di pagare tutto a prescindere, senza avere neppure certezza della validità delle prestazioni private, ma in particolare perché il privato che punta principalmente al guadagno, non è interessato ad organizzare dovunque pronto soccorso a pagamento. E non siamo in America, dove, peraltro, lo stesso presidente Barak Obama aveva sottolineato i limiti del sistema sanitario, cercando di sostenere aggiustamenti migliorativi.
Inoltre, continuando, quando persone di Udine avevano chiamato il Nue per un nubifragio con fortissima grandinata, nessuno aveva risposto, non permettendo soccorso alcuno. (7). In un altro caso, gli operatori avevano mandato un ambulanza per un caso di un tubo rotto nella casa di una anziana, a cui servivano i Vigili de Fuoco. Ed è inutile accusare i medici in pensione Laura Stabile e Walter Zalukar di disfattismo (8), come fatto ora da un dirigente Luciano Clarizia, presidente dell’ordine degli infermieri di Pordenone ma anche responsabile infermieristico dell’emergenza territoriale (118), della sorveglianza sanitaria e dei rapporti con l’Università per l’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale (9), a causa del Libro Bianco, perchè Stabile ha raccolto fatti di cronaca, ed altrettanti se ne possono trovare o ricordare.
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Per esempio chi abita a Tolmezzo come fa a dimenticare il caso della signora di 82 anni investita a 200 metri dall’ ospedale che aveva dovuto attendere un ambulanza proveniente da Paluzza, avendo negato la Centrale Unica la possibilità alla Croce Rossa, che aveva prestato il primo soccorso trovandosi per caso nei paraggi, il ricovero (10), o quello di un signore morto presumibilmente di infarto o altro problema urgente di tipo cardiocircolatorio a Tolmezzo, in via Divisione Osoppo, il cui fratello ha atteso, in una abitazione vicina all’ ospedale, troppo tempo i soccorsi per il suo parente, o l’anziano deceduto ad Ovaro davanti all’ ambulatorio della guardia medica, chiuso, perché non sapeva che era stata ridotta la sua presenza e quella notte non c’era (11), o il giovane soccorso dalla polizia municipale a Tolmezzo, perchè l’ambulanza non giungeva (12), o ilcaso, a cui ero presente, di una signora caduta sulle scalinate della galleria cooperativa, con ambulanza giunta 20 minuti dopo (avevo il cellulare in mano ed ho visto i tempi)? (13). Inoltre la dott. ssa Laura Stabile non ha mai affermato che i problemi della Sores e del Nue 112 siano attualmente da attribuirsi alla qualificazione del personale o alla sua incapacità, ma all’ organizzazione del servizio che è altra cosa. Infatti nel primo caso uno tenderebbe a dare la colpa degli accadimenti solo al personale, nel secondo alla politica.
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E ancora: per fare altri esempi dalla stampa: “Trieste, muore dopo ritardi nei soccorsi: due infermieri indagati per omicidio colposo” Sottotitolo: “L’uomo colpito da infarto mentre camminava in centro. Il soccorso si è attivato 11 minuti dopo la prima richiesta di aiuto al Nue 112, perdendo minuti preziosi in domande inutili” (14), 25 febbraio 2018; ed in esso si legge: «Due chiamate non sono bastate per avere un’ambulanza in tempo. Quattordici minuti di attesa che a Trieste sarebbero costati la vita ad un uomo di 56 anni. Per questo la Procura ha deciso di indagare per omicidio colposo due infermieri della Sores, la sala operativa regionale emergenza sanitaria che da Palmanova gestisce le emergenze sanitarie dell’intero Friuli Venezia Giulia. Per il Gip i due hanno ritardato l’invio un’ambulanza, anche facendo domande inutili durante l’intervista telefonica» (15), o, recentemente,: ” “Paolo Giovannini fu soccorso in ritardo, spunta l’interrogazione per far luce sul caso” in: triesteprima.it 30 giugno 2024″, ove si legge che il noto fotografo triestino, aveva avuto un infarto il 18 giugno 2024, ma la ambulanza era giunta solo mezz’ora dopo la chiamata al 112, trovando l’uomo cadavere. (16). Ma se i soccorsi fossero stati più tempestivi, forse Paolo Giovannini sarebbe ancora vivo. Ed io ho letto solo velocemente alcune informazioni relativamente al contenuto del libro bianco, terza edizione, e dallo stesso.
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E la politica dovrebbe sapere che se si può condizionare i mezzi di informazione, non si può controllare la trasmissione delle informazioni che viaggiano sul filo dei sussurri, la descrizione di casi di sanità come minimo discutibile che passano di bocca in bocca, sempre più in aumento, che non emergono in altro modo per vari motivi, in primo luogo per mancata fede nella denuncia che potrebbe portare solo ad odio istituzionale in una società come quella del Fvg dove la democrazia è sempre più negata al cittadino ed in un Friuli dove il concetto di cittadinanza non è mai decollato, in secondo luogo per la paura di ritorsioni che credo freni più di una esternazione di cosa sta succedendo in sanità. E l’impressione è che l’assessore continui a fare dichiarazioni sul Messaggero Veneto ed Il Piccolo, alternandosi a Fedriga, e la giunta regionale persista ad organizzare grandi eventi mediatici, attualmente sull’ intelligenza artificiale applicata alla medicina, con riferimento a singole ricerche americane (17), mentre intorno in sanità tutto crolla, in attesa che ogni taglio venga di fatto digerito, e che ci si abitui al poco e quasi nulla in sanità, visto pure che quello che dice pure la minoranza in consiglio regionale viene vissuto solo, pare, con una sensazione di noia ed astio, senza mai esser preso in considerazione . Almeno questo è quello che io penso sulla base di quello che so, ma se erro correggetemi. Ed è inutile parlare di fantascienza, quando la scienza pare non abiti più qui.
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Inoltre nell’ incontro di Trieste, copiando l’esperienza pediatrica della “‘Carta di Trieste’ Carta dei diritti del bambino morente”, si è inventata, alla due giorni sull’ Intelligenza Artificiale, una “Carta di Trieste sull’ intelligenza Artificiale” che spero non abolisca la prima, ma a cui si poteva dare altro nome, che parla guardate un po’ voi, di diritti in sanità MA SOLO per l’uso specifico dell’ A.I. ! (18). Ma quali se è tutta una materia da indagare? Iniziamo magari dai diritti elementari come quelli di avere un servizio sanitario nazionale efficace ed efficiente, con visite che non vadano, per una lettura esami, da novembre 2023 a ottobre 2025 (visita vertebro- midollare a Udine) quando gli esami sarebbero tutti da rifare, e altri tempi fantasmagorici per tutti, con ospedali hub semichiusi in periodo estivo per ferie dell’ ormai risicato personale sempre in Fvg, con altre chiusure previste dal dirigente Mantoan di Agenas, sciorinando dati che pare ci abbia preso tutti per ignoranti, senza medici di base e via dicendo. e INIZIAMO MAGARI A RISPOLVERARE LA CARTA EUROPEA DEI DIRITTI DEL MALATO (19) di cui temo che la politica nostrana abbia dimenticato l’esistenza.
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Carta europea dei diritti del malato.
«1 – Diritto a misure preventive. Ogni individuo ha diritto a servizi appropriati per prevenire la malattia.
2 – Diritto all’accesso. Ogni individuo ha il diritto di accedere ai servizi sanitari che il suo stato di salute richiede. I servizi sanitari devono garantire eguale accesso a ognuno, senza discriminazioni sulla base delle risorse finanziarie, del luogo di residenza, del tipo di malattia o del momento di accesso al servizio (Parimenti non costituirà elemento di discriminazione il Credo religioso professato).
3 – Diritto all’informazione. Ogni individuo ha il diritto di accedere a tutte le informazioni che riguardano il suo stato di salute, i servizi sanitari e il modo in cui utilizzarli, nonché a tutte quelle informazioni che la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica rendono disponibili.
4 – Diritto al consenso. Ogni individuo ha il diritto di accedere a tutte le informazioni che possono metterlo in grado di partecipare attivamente alle decisioni che riguardano la sua salute. Queste informazioni sono un prerequisito per ogni procedura e trattamento, ivi compresa la partecipazione alle sperimentazioni.
5 – Diritto alla libera scelta. Ogni individuo ha il diritto di scegliere liberamente tra differenti procedure ed erogatori di trattamenti sanitari sulla base di informazioni adeguate (Ogni malato ha il diritto di richiedere una second opinion circa il trattamento a cui dovrà essere sottoposto).
6 – Diritto alla privacy e alla confidenzialità. Ogni individuo ha il diritto alla confidenzialità delle informazioni di carattere personale, incluse quelle che riguardano il suo stato di salute e le possibili procedure diagnostiche o terapeutiche, così come ha diritto alla protezione della sua privacy durante l’attuazione di esami diagnostici, visite specialistiche e trattamenti medicochirurgici in generale.
7 – Diritto al rispetto del tempo dei pazienti. Ogni individuo ha diritto a ricevere i necessari trattamenti sanitari in tempi brevi e predeterminati. Questo diritto si applica a ogni fase del trattamento.
8 – Diritto al rispetto di standard di qualità. Ogni individuo ha il diritto di accedere a servizi sanitari di alta qualità, sulla base della definizione e del rispetto di standard ben precisi.
9 – Diritto alla sicurezza. Ogni individuo ha il diritto di non subire danni derivanti dal cattivo funzionamento dei servizi sanitari o da errori medici e ha il diritto di accedere a servizi e trattamenti sanitari che garantiscano elevati standard di sicurezza.
10 – Diritto all’innovazione. Ogni individuo ha il diritto di accedere a procedure innovative, incluse quelle diagnostiche, in linea con gli standard internazionali e indipendentemente da considerazioni economiche o finanziarie.
11 – Diritto a evitare le sofferenze e il dolore non necessari. Ogni individuo ha il diritto di evitare quanta più sofferenza possibile, in ogni fase della sua malattia.
12 – Diritto a un trattamento personalizzato. Ogni individuo ha il diritto a programmi diagnostici o terapeutici il più possibile adatti alle sue esigenze personali.
13 – Diritto al reclamo. Ogni individuo ha il diritto di reclamare ogni qualvolta abbia subito un danno e di ricevere una risposta.
14 – Diritto al risarcimento. Ogni individuo ha il diritto di ricevere un risarcimento adeguato, in tempi ragionevolmente brevi, ogni qualvolta abbia subito un danno fisico, morale o psicologico causato dai servizi sanitari. (20)».
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Preciso inoltre che, secondo me, proprio per prevenzione, si dovrebbe smetterla di pubblicare foto di politici regionali con calici in mano in un locale e nell’ altro, invogliando a seguirne l’esempio. Inoltre anche noi, se è importante che denunciamo per ora al vento i disservizi, dobbiamo però ricordare anche ai ‘sorestanz’ che abbiamo in sanità dei diritti, posti nero su bianco, e smettiamola di piangerci addosso, smettiamo la politica del ‘quando verrà verrà’ ma domandiamo uniti e con forza. E se la politica dice di non riuscire a trovare medici o infermieri non è un problema nostro: ma solo un segno della loro incapacità gestionale e quindi sarebbe opportuno che se ne andassero a casa. Senza voler offendere alcuno questo ho scritto, e se qualcuno si sente tale mi scuso subito con lui. Non è infatti mio costume nè interesse offendere alcuno, ma solo dire la mia su certi argomenti.
Laura Matelda Puppini
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Note.
(1) https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2024/07/sanita-il-libro-bianco-delle-opposizioni-sul-numero-unico-per-le-emergenze-0e34dcc5-a884-4456-a2ac-e4d4c05fdb38.html.
(3) Ibidem.
(4) Ibidem.
(6) https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/06/15/arresto-cardiaco-durante-una-partita-di-calcio-i-compagni-iniziano-la-rianimazione-col-defibrillatore-guidati-al-telefono-dal-112/7588392/.
(7) 24 luglio 2023 “Nubifragio nell’ udinese, il Nue non risponde”, in libro bianco “Sette anni di disservizi e ritardi di soccorso dopo l’attivazione del Nue 112 e della Sores – Sala Operativa Regionale Emergenza Sanitaria in Friuli Veenzia Giulia. Terza edizione. Su di esso troverete latri casi di ritardi nell’ intervento dell’ambulanza.
(8) “Gli infermieri della Sores sono altamente qualificati” in Il Gazzettino, 3 luglio 2024, riportato anche in: https://www.facebook.com/groups/osservatoresanitariofvg.
(9) https://www.fnopi.it/wp-content/uploads/2021/09/Clarizia-Luciano.pdf.
(10) https://www.studionord.news/investita-due-passi-dallospedale-tolmezzo-deve-lambulanza-paluzza/ 10 febbraio 2018.
(11) “La guardia medica non c’è, muore in strada”, Sottotitolo: Renzo Mazzolini aveva 91 anni. Si è sentito male e ha cercato di raggiungere il presidio sanitario, che era chiuso, in: Messaggero Veneto, 26 febbraio 2022.
(12) L’ambulanza non arriva, interrogazione in Consiglio, in Messaggero Veneto, 28/12/2019.
(13) Cade e si ferisce a 500 metri dall’ospedale, resta a terra 20 minuti prima che arrivi l’ambulanza, in https://www.ilgazzettino.it 31 agosto 2020.
(14) https://www.repubblica.it/cronaca/2018/02/25/news/trieste_ritardi_numero_unico_indagati_118-189736608/;
(15) Ivi.
(16) “Paolo Giovannini fu soccorso in ritardo, spunta l’interrogazione per far luce sul caso” in: triesteprima.it 30 giugno 2024.
(17) https://www.insalutenews.it/in-salute/ia-telemedicina-e-terapie-innovative-per-i-tumori-meeting-a-trieste/, ove per la verità si legge però di un possibile super antibiotico, non si sa come testato e con quali effetti collaterali, ma ormai anche in Italia i farmaci li testiamo noi, di un farmaco ormone, per cui vale lo stesso discorso, e di interventi in endoscopia polmonare possibili per problemi respiratori.
(18) per la “Carta di Trieste dei diritti del bambino morente”, cfr. : https://fondazionemaruzza.org/wp-content/uploads/2021/06/CARTA_TRIESTE_ITA_29_GEN_2020_REV_01_LOWRES.pdf; Per la “Carta di Trieste” sull’ Intelligenza Artificiale” stesa il 18 giugno 2024 , cfr. https://www.civile.it/internet/visual.php?num=98604.
(19) https://www.policlinicocampusbiomedico.it/opuscoli-e-video-informativi/carta-europea-dei-diritti-del-malato.
(20) Ivi. A pedice del testo si precisa che esso è stato ripreso dall’opuscolo informativo di Cittadinanzattiva Onlus. La Carta europea dei diritti del malato è stata scritta nel 2002 su iniziativa di Active citizenship network, in collaborazione con 12 organizzazioni civiche dei Paesi dell’Unione europea: Apovita (Portogallo), Cittadinanzattiva (Italia), Confederación de Consumidores y Usurarios (Spagna), Danish Consumer Council (Danimarca), Deutsche Gesellschaft für Versicherte und Patienten e. V. (Germania), Fédération Belge contre le Cancer (Belgio), International Neurotrauma Research Organization (Austria), Irish Patients Association Ltd (Irlanda), KE.P.K.A (Grecia), Nederlandse Patiënten Consumenten Federatie (Paesi Bassi), The Patients Association (Regno Unito), Vereniging Samenwerkende Ouder-en Patiëntenorganisaties (Paesi Bassi). (Ivi).
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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.activecitizenship.net/multimedia/files/insight/VI_Giornata_Europea_dei_Diritti_del_Malato_Il_Consenso_informato_e_la_Cartella_clinica_due_strumenti_di_tutela_del_cittadino.pdf. L.M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/sanita-libro-bianco-sulla-centrale-unica-di-soccorso-sores-la-carta-europea-dei-diritti-del-malato-cosi-non-si-puo-andare-avanti/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/07/carta-europea-images.png?fit=231%2C218&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2024/07/carta-europea-images.png?resize=150%2C150&ssl=1Senza categoriaPurtroppo, perchè si sperava le cose andassero meglio, siamo giunti in Fvg alla terza edizione del libro bianco sui disservizi della centrale unica del Nue 112 e della Sores, che hanno di fatto tolto territorialità e vicinanza ai servizi di emergenza. Il testo si intitola: 'Sette anni di disservizi...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
Così Furio Honsell nel suo comunicato datato 5 luglio 2024: “Oggi in Commissione sanità sono state discusse le proposte dell’Assessore Riccardi per l’Assestamento di bilancio nonché il Documento di programmazione 2025. Non c’è dubbio che alla luce dell’elefantiaco Assestamento di oltre un miliardo e trecentocinquanta milioni, non c’è che da rallegrarsi che per adesso la Sanità abbia ricevuto almeno 169 milioni, che non basteranno per chiudere in pareggio i bilanci delle aziende sanitarie. Riteniamo però molto negativo che i gravissimi temi come il mancato governo delle liste di attesa o la crescita della percentuale di cittadini di questa regione, che almeno una volta in un anno, rinuncia alle cure necessarie, che è percentuale piú alta della media italiana, non sia stato nemmeno nominato. Per dirla con la metafora inglese c’era un elefante nella stanza che nessuno ha notato eccetto noi di Open Sinistra FVG che abbiamo pertanto espresso voto contrario.”
Differenze in busta paga tra Gorizia e Trieste, scrivono 130 dirigenti medici. Sottotitolo: “Chiedono ad Asugi chiarimenti sulle disparità di trattamento per gli obiettivi raggiunti nel 2023 divario di oltre 4mila euro tra l’area giuliana e quella isontina”. 05/07/2024.
“E’ polemica nel settore della sanità locale del Fvg per la forte differenza di retribuzione tra l’area giuliana e quella isontina della “performance organizzativo-collettiva” relativa agli obiettivi raggiunti nel 2023 dalla Dirigenza medica.
Le differenze
All’area giuliana – gli ospedali di Cattinara e Maggiore di Trieste – è stata attribuita una retribuzione di 700/800 euro lordi, a quella isontina – Monfalcone e Gorizia – una retribuzione 7 volte superiore (oltre 5mila euro lordi).
Lettera dei medici
Una disparità che, secondo quanto riporta una lettera di chiarimenti inviata all’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina e firmata da circa 130 medici dell’area giuliana, sta causando “estremo sconcerto e rammarico”.
Pertanto i sanitari chiedono che “il divario di trattamento economico” venga “definitivamente colmato e corretto”. Anche in considerazione che le due aree
appartengono alla medesima Azienda Sanitaria Universitaria, e che gli “Ospedali di II livello di Cattinara e Maggiore, entrambi a Trieste capoluogo regionale, gestiscono urgenze, emergenze e casi clinici ad alta complessità e ad elevata intensità di cura propri di un centro Hub”.
La replica di Asugi
Asugi rende noto che nel 2023, vista la necessità di ridurre le liste di attesa, ha deciso di investire in maniera consistente su progettualità ritenute strategiche per abbattere il più possibile i tempi di attesa.
La maggior parte delle risorse disponibili è stata quindi destinata per progetti con un significativo impegno orario dedicato, che ha comportato conseguentemente una retribuzione di risultato più elevata, rispetto al valore medio, per quei professionisti che hanno partecipato a queste linee progettuali specifiche.
In sintesi, il personale di area giuliana che ha partecipato ai progetti delle liste di attesa ha percepito una quota media di retribuzione di risultato ben superiore rispetto alla quota media erogata ai dirigenti che hanno partecipato esclusivamente ai progetti correlati alla sola retribuzione di risultato collettiva.
I valori medi della retribuzione di risultato erogata per area territoriale devono quindi essere rilevati prendendo in considerazione anche le quote erogate per i progetti per la riduzione delle liste, in quanto parte integrante della retribuzione di risultato.
Risulta pertanto non coerente il confronto tra la quota della collettiva di area giuliana con la collettiva di area isontina, quest’ultima dichiarata pari a 7 volte il valore erogato ai colleghi giuliani – si legge nella nota dell’azienda sanitaria per la quale invece la quota complessiva di risorse destinate alla retribuzione di risultato collettiva 2023 per le due aree territoriali tende al medesimo valore.
La nota del Pd
Il responsabile della segreteria regionale del Pd Fvg Nicola Delli Quadri interviene con una nota sulla protesta dei medici:
“Risulta inspiegabile come ciò sia potuto accadere. Per la medesima area di macro-obiettivi della ‘performance organizzativa-collettiva’ un gruppo di medici di un’area della stessa azienda è stato retribuito fino a cinque volte di più dei medici di un’altra area territoriale. Senza preventive illustrazioni e spiegazioni. Una specie di autonomia differenziata intraaziendale. La gestione complessiva del personale del sistema sociosanitario continua ad essere caratterizzata da superficialità, in qualche caso sciatteria ma soprattutto scarsa considerazione di quanto di prezioso sia il valore del lavoro degli operatori del nostro sistema sanitario pubblico. Senza un rapido e vigoroso cambio di marcia da parte di Fedriga e Riccardi andremo verso la crisi irreversibile del nostro sistema, che trova la nostra fermissima opposizione. Non vorremmo che si passasse dalla intelligenza artificiale ad una sorta di incompetenza gestionale cronica, naturale”.
“Con questi episodi non si motivano né si incentivano i professionisti – spiega il dirigente dem – a rimanere ad operare nel nostro sistema”. (https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2024/07/differenze-in-busta-paga-tra-gorizia-e-trieste-protestano-130-dirigenti-medici-asugi-pd–522492bd-b110-4dc9-9ac8-dc0bdb886268.html?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR3JWDCDeP2vSzsj5nYrv_4BPG-8uCOcNbkSaAp0VfsQjt1ubulUnwiv1EY_aem_MpReOAQsIkSAGyEdUfGdXQ).