Ho partecipato il 18 gennaio all’incontro sulla sanità tenutosi a Tolmezzo e l’ho registrato ma metterò solo gli spunti salienti in due articoli, anche perché in certi casi gli argomenti si sono ripetuti rispetto a quelli evidenziati in incontri precedenti. E sottolineo come anche voci autorevoli si siano levate alla tavola rotonda sulla montagna dedicata ad Enzo Cainero per sottolineare che, per far vivere e sopravvivere la montagna, si deve potenziare i servizi ed in particolare la sanità e rivedere alcune scelte alla luce del cambiamento climatico.

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Inizio dal mio intervento, che è stato l’unico del pubblico e con alcuni del pubblico che se ne erano andati, e scusatemi se lo faccio, ma chiedo venia e, in fin dei conti, questo è il mio blog.  

Il primo problema che ho evidenziato è la scelta fatta dall’assessore Riccardi di non comunicare con nessuno che la pensi in modo diverso da lui, e mi spiace dirlo e non voglio certamente offenderlo in alcun modo, ma sembra sia proprio così. E questo va avanti da 6 anni mentre alcuni di noi, persone di buona volontà della Carnia, del Friuli ma anche della Venezia Giulia, in forma singola o corale continuiamo a segnalare criticità crescenti in sanità, inascoltati, mentre la situazione va precipitando. E per inciso ieri, 22 gennaio 2025, si è venuti a sapere dalla stampa che anche il Pronto Soccorso di Monfalcone, dopo quello di Udine, è andato in mano a non ben definiti privati. Quindi questo pare anche il modo di fare dei direttori generali delle aziende del nostro territorio, che hanno eretto, come l’assessore, fra le loro persone e idee da un lato e la società civile dall’altra, non un muro di gomma ma un inviolabile portellone di acciaio. Insomma pare che in questa giunta regionale ‘vecchia/nuova’ viga il “fasin di besoi”. Ditemi un po’ voi. Infine nel caso del dott. arch. Riccardi, non si può neppure dire che i cittadini se le siano andate a cercare votandolo, perché lo ha nominato Fedriga, ed anche questo aspetto non è di poco conto, in un sistema che dovrebbe essere democratico.  Ed io ritengo che chi non è capace di ascoltare alcuno, nell’ Italia che non è un regime, dovrebbe lasciare il posto ad altra persona più disposta al dialogo. E se erro correggetemi.

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Posso poi anche capire che Fedriga, inizialmente, non volesse dire parola alcuna sul ssr, anche se, però, si deve esclusivamente a lui l’aver portato in Regione sia Novartis che AstraZeneca, senza dir nulla in precedenza, ma solo a cose fatte, e non si sa proprio con quali vantaggi per noi cittadini paganti, donando fra l’altro alla prima, con il beneplacito di Riccardi e Rosolen, denaro pubblico ed uno dei più organizzati e completi archivi di dati sanitari dei cittadini, raccolti ai tempi di Serracchiani Telesca. (1).
Inoltre io, ma sicuramente per colpa mia, non sono mai riuscita a trovare l’accordo stilato tra noi, che siamo la Regione Fvg, e la seconda casa farmaceutica citata. Ma credo che il Presidente della giunta regionale dovrebbe ora forse interessarsi un po’ di più alle scelte personali del suo assessore, che rischiano di mandare il ssr nel baratro, mentre gli stipendi non aumentano, ma l’energia sì, con ripercussioni non indifferenti sul carovita.

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E secondo me ma non solo, pure la situazione finanziaria ed economica europea attuale presuppone che sia, al di là di altre considerazioni, ora come ora impraticabile la via della privatizzazione ed americanizzazione della sanità in Italia non aumentando gli stipendi ma invece i prezzi dei generi di prima necessità e dei servizi, ed essendo in auge un impoverimento della classe media.

Ed in questo contesto sostenere una sanità per lo più privatizzata non giova ad alcuno, se non alle società private che la erogano e chiedono sempre di più al settore pubblico, men che meno alla popolazione di una regione di vecchi pensionati, poveracci, spesso soli, residenti in luoghi anche distanti da una città, senza un sistema di trasporto pubblico efficiente; con il rischio attuale che, per un motivo o l’altro, grazie a Salvini ed il suo nuovo codice della strada, di vedersi togliere per         qualche balzello la patente. Ed in montagna le distanze sono un grosso problema, come i mezzi di soccorso nell’ emergenza – urgenza, in particolare di notte dove sembra che ancora vi siano solo 4 ambulanze in servizio per tutto l’alto Friuli, cioè per la Carnia ed il Gemonese (2), mentre il problema dell’insufficiente numero di automediche in Friuli e quello della mancanza di almeno una per la montagna è stato anche recentemente sollevato. (3).

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Non da ultimo vi è il problema della carenza dei MMG in Carnia: ce ne sono attualmente 20 in servizio – il 16 agosto 2023 erano 22 (4) – su una popolazione di oltre 35.000 abitanti, per lo più locati a Tolmezzo e nei centri più bassi della zona mentre i paesi e villaggi dell’alta Val Degano e alta val But sono coperti da un solo medico jolly che corre qui e là.

Emblematico il caso del comune di Sauris, polo turistico, che ha un medico di vallata che esercita per 2 ore a settimana. Ed essendo ai primi di gennaio, vorremmo sapere se l’escamotage tutto siglato ‘regione Fvg’ dei medici di vallata, tranne uno, la dott. Chiara Rocco, pensionati volonterosi, verrà riproposto e codificato per gli anni a venire. La figura tutta inventata del “medico di vallata”, doveva essere un momentaneo ‘tappabuchi’ mentre sta diventando una istituzione senza però che il paziente risulti in carico a medico di base alcuno. E in Carnia, sperdute qui e là in 150 agglomerati abitanti, una serie di persone non ha medico di riferimento alcuno.

Quindi si ripropone, quotidianamente, l’ulteriore problema delle guardie mediche, che mente poco accorta ha ridotto sul nostro territorio, facendo così in modo che possa essercene una in servizio contemporaneamente a Ampezzo e Paularo, come accaduto! E le guardie mediche spesso coprono due giorni la settimana: il sabato e domenica ed anche tutte le notti dalle ore 20 alle 8 del giorno seguente.  

E io ricordo sempre che una piramide, come il nostro ssr, non sta in piedi se manca la base ed è inutile interessarsi del piano oncologico regionale se la gente non ha il medico di medicina generale.

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Inoltre l’arch. Riccardi non può confondere le aule istituzionali con casa sua, nell’ atteggiarsi e nel rispondere, non può usare i cellulari altrui per inviare messaggi che travalicano il rapporto istituzionale per esplicitare il suo personalissimo pensiero ai consiglieri di minoranza dopo che gli incontri sono terminati, come pare faccia da che si narra, anche perché la confusione comunicativa di rapporto potrebbe creare un certo imbarazzo ed esser variamente interpretata.

Infine le donne della Carnia non possono, a causa delle distanze, se viene tolto il punto nascita di Tolmezzo, rischiare di partorire per strada, non essendoci più le ostetriche di paese, ed essendo più che mai rischioso, per madri e bambini, la nascita non in ospedale. E ribadisco anche qui, come fatto in un paio di articoli, che il sistema sanitario americano non è da prendere assolutamente ad esempio (5), e non lo dico solo io, e neppure il modello lombardo che lo ricalca in parte.

E mi domando dove stiano i consiglieri regionali di maggioranza votati a rappresentare la popolazione, che non aprono su questi argomenti mai bocca, che non fiatano dai sei anni, pare proprio, e se erro correggetemi.

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Ma passo ora agli interventi previsti nell’ incontro promosso da Pd, Patto per l’autonomia civica, Alleanza Verdi Sinistra.

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MARCO CRAIGHERO PD.  

Nell’introduzione all’ incontro, promosso da forze politiche per tenere alta l’attenzione sul problema della sanità, Craighero ha parlato di quanto già organizzato da Co.S.Mo, dimenticando però i sindacati confederali dei pensionati Cgil Cisl e Uil, ma transeat, dico io. Egli quindi ha accennato alle difficoltà sempre più evidenti nel panorama sanitario per operatori e cittadini. Ed ha detto che «quasi il 10% della popolazione rinuncia alle cure», dato allarmante, ed all’ interno di questa percentuale la fascia over sessanta raggiunge circa il 23%. Ci sono inoltre circa 200.000 persone rimaste senza il Mmg in Friuli Venezia Giulia (6) e per una visita medica in una struttura pubblica si rischia di attendere anche sino a due anni, mentre una visita privata e pagata viene erogata in tempi brevissimi. È una realtà che eguaglianza equità ed accesso universale alla diagnosi e cura non siano più principi scontati e garantiti, mentre la Regione ha aumentato le quote di investimento sul privato, e che chi ricorre al privato non vendendosi garantita una prestazione nel settore pubblico entro i tempi stabiliti non viene rimborsato, pur prevedendolo la legge.

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Quindi egli ha accennato all’ ospedale di Tolmezzo che è anche di tutta la montagna, che ha una importanza strategica per la Carnia tutta, che deve mantenere servizi peculiari e che è un servizio strategico per il territorio e per la popolazione, e che, per questo motivo e per le distanze, dovrebbe mantenere anche delle funzioni proprie degli hub. Invece, ha continuato Craighero, si nota un continuo depauperamento della struttura nosocomiale con pure la fuga del personale a causa dei ritmi estenuanti mentre manca una strategia complessiva anche per attirare. E recentemente la Regione ha deciso che non verranno più svolti interventi di chirurgia senologica all’ ospedale carnico, ma solo in quello di San Daniele, senza pensare, dico io, che le sale di detto ospedale servono pure agli ortopedici, interrompendo così, nella sede tolmezzina, un percorso che aveva ottenuto pure la certificazione ‘EUSOMA’. Eppure l’equipe operatoria è ed era sempre la stessa che si portava ora qui ora là. Ed il depotenziamento del Sant’ Antonio abate e dei servizi territoriali vengono fatti un pezzetto alla volta, mentre aumentano pure, di conseguenza, i disservizi.

E questo provoca disagio alle persone della Carnia, costrette a spostarsi anche per chilometri e chilometri per avere una visita, un esame od una cura, e improvvisamente ambulatori, come quello oculistico, vengono sospesi e non si sa se poi saranno riattivati; i reparti sono in affanno e si fa un gran parlare delle case di comunità ma non si sa come riempirle di personale per una loro piena operatività. Mancano medici di medicina generale, e ci sono migliaia di persone qui, in montagna, che si trovano senza Mmg e manca una copertura adeguata alla sanità territoriale, il che provoca una pressione terribile sul Pronto Soccorso. Inoltre, all’ospedale di Tolmezzo, reparti come quelli di ginecologia e ostetricia e pediatria sono passati da strutture complesse a semplici, con ciò che ne consegue.

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Quello che si vede è che la Regione, in questi anni, ha avuto ed ha molti soldi da spendere, in una congiuntura molto favorevole, e ne investe molti in sanità, ma senza risultato e quindi non si capisce come queste risorse vengano utilizzate, e di fatto il sistema sanitario regionale è peggiorato a fronte di un maggiore esborso. Ed il personale se ne va, se ne vanno giovani professionisti per gli orari di lavoro, i ritmi estenuanti, le poche gratificazioni, e se ne vanno anche verso le strutture private. Ed ormai ci sono pure malati che migrano verso altri lidi.

Anche qui, poi, il quadro complessivo del sistema sanitario, carente di servizi importanti, spinge ora chi può economicamente farlo a rivolgersi alla sanità privata, mentre si sta instaurando una situazione che acuisce le disuguaglianze sociali. «Invece abbiamo bisogno di prossimità, di accessibilità, di competenze, di creare una nuova fiducia» e una corale difesa della sanità pubblica, e è vergognoso che la Regione continui sulla via di questa politica di smantellamento e di incertezza.

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IRA CONTI – DI Co.S.Mo.

Alla introduzione di Marco Craighero è seguito l’intervento accorato e fortissimo di Ira Conti, (letto da Mario Di Gallo) contro ogni privatizzazione della sanità. Ella ha fatto presente il legame stretto, in una società moderna, tra l’universalità delle cure, il trattamento improntato all’equità in sanità per tutti i cittadini e la democrazia, ed ha sottolineato come il sistema sanitario nazionale debba essere sostenuto grazie alla fiscalità generale, quando però, dico io, tutti sappiamo che l’Italia è caratterizzata da una importantissima evasione fiscale. Ira si è soffermata pure sul fatto che il governo stia facendo andare l’Italia sempre più verso una economia di guerra, che investe in armi ed in ipotetica sicurezza, piuttosto che in sanità e salute. Non solo: secondo Ira, la privatizzazione della sanità pare un progetto voluto, che si sta attuando attraverso il depotenziamento del sistema pubblico, per poi “invitare al banchetto” il privato “alla caccia del cliente”, invocando l’emergenza. (7). Inoltre, in quest’ ottica centrata sulla privatizzazione e sulla finanza, i cittadini non sono più persone con le loro storie ed emozioni, ma solo un insieme di organi da sottoporre a qualcuno nel corso di una prestazione. E con l’accentramento dei servizi sanitari e di alcune tipologie di prestazioni in un unico polo, ma questo lo dico io, ci si potrebbe trovare in una situazione di ‘overturism’ sanitario in alcuni ospedali, essendo troppi gli ammalati che si dirigono verso gli stessi, essendo gli unici dove possono ricevere la prestazione prescritta, con pure possibile allungamento delle liste d’attesa. Infine, coloro che devono percorrere anche distanze notevoli sono cittadini in situazione critica come la malattia, che nel nostro ssr vengono messi in difficoltà anche per mille altri balzelli, il che comporta, pure, il mandare “sotto pressione” l’intero loro nucleo familiare, quando ne hanno uno. E certe scelte pesano sulla pelle dei pazienti, dei professionisti e di una società intera.

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MIRCO DORIGO – PATTO PER L’AUTONOMIA CIVICA. 

Nel suo intervento, Dorigo ha sottolineato come nessuno abbia mai fatto una riforma epocale della sanità, ma si sia andati avanti nel manometterla per piccoli passi, un giorno dopo l’altro, fino a giungere alla situazione attuale che è sotto gli occhi di tutti. E si parla di ‘molte piccole forme che trasformano molte piccole cose’ che, sommate, portano verso la privatizzazione, che pare investirà pure, in futuro, il settore analisi per quanto riguarda gli esami non interni ai nosocomi. Non solo: entra in sanità, con la tendenza a privatizzare, anche la competizione, che implica che personale in servizio nel settore pubblico si possa spostare verso il privato per le migliori condizioni di lavoro che offre: per esempio l’orario solo diurno, la tipologia di servizi preminentemente ambulatoriali, e meno burocrazia, meno regole, meno controllo. Dorigo poi ha sottolineato come il tema della sanità sia importantissimo perché riguarda la salute delle persone; ha ribadito gli enormi carichi di lavoro nei contesti ospedalieri per il personale che non può essere operativo al meglio se oberato, si è chiesto, in chiusura, se si debba solo subire o se non sia giunto il momento di prendere in mano la situazione.

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GUGLIELMO PITZALIS – MEDICO I PENSIONE.

Relativamente a questo intervento, mi è parso importante l’accenno del medico Guglielmo Pitzalis alla preparazione sia umanistica che tecnica e culturale che avevano un tempo i medici usciti dalle università negli anni settanta, ed in effetti, a suo avviso, una sanità pubblica implica una preparazione multisettoriale, mentre oggi ci sono bravissimi professionisti tecnicamente preparati, bravissimi chirurghi, bravissimi oncologi e farmacologi, ognuno esperto nel suo settore od ognuno chiuso nel suo laboratorio o ambulatorio o clinica. Ma questo rappresenta un grosso problema perché la sanità pubblica non è riconducibile solo all’erogazione di una prestazione ed alla successiva prescrizione di farmaci da parte di un esperto. E chi ha fatto parte, recentemente, di gruppi e comitati relativi all’ analisi e rilevamento delle criticità del sistema sanitario, riteneva che le lunghe liste di attesa e il dover ricorre al privato facessero scattare una ampia protesta sociale, ma invece, con grande sorpresa, così non è stato, e i cittadini in molti casi hanno manifestato un comportamento rinunciatario. Ma questo fa comprendere pure che molti non capiscono che la sanità è una struttura complessa che non riguarda né solo i medici ed il personale che vi lavora, né solo i farmaci e le case farmaceutiche, né unicamente le tecnologie e gli spazi adatti, ma coinvolge tutti questi aspetti in correlazione e la società nelle sue numerose variabili.

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E non a caso l’art. 32 della Costituzione parla della salute come diritto del singolo individuo e della comunità tutta. Migliorare la salute della popolazione tutta, quindi, è aspetto importantissimo per la società presa nel suo insieme.

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Quello dei medici libero professionisti che lavorano in convenzione è un altro nodo cruciale, ma, dopo il varo del sistema sanitario nazionale universale, gli unici che non erano dipendenti pubblici erano solo i medici di medicina generale e rari specialisti che lavoravano nei poliambulatori dei distretti in convenzione. Perché nella popolazione italiana si è diffusa l’idea che il Mmg sia un libero professionista che può essere liberamente scelto. Ma nella realtà il Mmg rispecchia, nel suo esser assegnato ad un comune, il vecchio sistema del medico condotto, e molti medici di base nei paesi hanno svolto la loro professione in modo similare, splendidamente, ritenendosi professionisti della sanità pubblica.

Da ciò deriva che se vogliamo parlare della stessa, dobbiamo iniziare a parlare dei medici di base e della medicina sul territorio, non dei grandi ospedali detti ‘hub’, ma ciò implica un grande lavoro di concertazione, di coinvolgimento plurimo, di analisi. E questo comporta che obbligatoriamente, si mettano intorno ad un tavolo i sindaci, che sono responsabili della salute dei loro cittadini, i medici di base che lavorano in quella zona, gli infermieri, anche quelli che svolgono per metà libera professione con enti di assistenza o cooperative, gli operatori nei servizi sociali, a pensare, discutere, proporre come migliorare la prevenzione e l’organizzazione territoriale dei servizi. Ed il personale esistente va valorizzato e promosso.

Ma, e questo lo dico io, in Carnia vi era già una sanità organizzata per vallata con i poliambulatori, ove afferiva anche la guardia medica, solo che il sistema pare ora sia stato smantellato.

Infine il dott. Pitzalis ha sottolineato come anche un tempo vi fossero mutamenti in sanità, ma questi avvenivano più lentamente di adesso, e il personale medico si sentiva in dovere di affrontare i cambiamenti in modo propositivo, senza tanti problemi, anche se non era sempre del tutto preparato agli stessi.

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Chiudo qui la prima parte sulle considerazioni riportate dai relatori all’ incontro sulla sanità tenutosi il 18 gennaio 2025 a Tolmezzo, frutto dell’ascolto della mia registrazione integrale della stessa, ed a questo articolo seguirà un secondo con lo stesso argomento a completamento. E scrivo pure che non so come il dott. Fedriga abbia scelto Riccardo Riccardi come assessore alla sanità, non avendo egli mai svolto detta funzione, e quindi non essendo un tecnico specialista di un sistema così complesso, e non essendo neppure disponibile al dialogo ed all’ascolto ma avendo la ‘fretta’ del fare subito e del ‘rappezzare’ ovunque, e se erro in questa mia impressione, correggetemi.

Laura Matelda Puppini

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Note. 

(1) Per l’accordo Regione Fvg Novartis cfr. su nonsolocarnia.info i seguenti articoli: “L’accordo tra Novartis, casa farmaceutica svizzera, e la regione Fvg. Le giuste domande di Furio Honsell.; “Protocollo di intesa Regione Fvg- Novartis: un accordo che a me fa molta paura. Ecco perché.; e Su 15 milioni spostati da un assessorato all’altro, di cui poco si sa, come sulla realizzazione dell’accordo Fedriga – Novartis.
Per l’accordo con AstraZenaca di cui nulla si sa solo che è avvenuto, cfr. sempre su www.nonsolocarnia.info Fvg. Basta sanità a pezzi! E’ ora che la giunta pensi a noi, non solo ad accordi con farmaceutiche!

(2) Cfr. su www.nonsolocarnia.info l’articolo intitolato: “Pier Paolo Pillinini – Direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza di Tolmezzo. “Sanità e Pronto Soccorso in montagna, il presente e le prospettive

(3) “La montagna è senza automedica e chi governa non fa nulla”, in:https://www.udinetoday.it/politica/montagna-friuli-senza-automedica.html

(4) Cfr. in: www.nonsolocarnia.info l’articolo: La sanità in Carnia sta toccando il fondo, mentre l’angoscia cresce e gli anni di vita persi sono fra i più alti della regione.

(5) Cfr. su www.nonsolocarnia.info gli articoli: Verso quale sanità in Friuli e Fvg mentre regna il caos? Chiediamocelo. ; e Sanità problemi e proposte, superando il sogno della privatizzazione che guarda solo agli Usa e che lega salute e bancomat..

(6) Cfr. su www.nonsolocarnia.info gli articoli: Nel 2024: 200.000 pazienti su 1.200.000 abitanti senza medico di base in Fvg. e LoSnami Fvg contro gli ambulatori di vallata: sono fuori da ogni accordo! Inoltre il problema della carenza di MMG in Asufc deve venir discusso con i sindacati..

(7) Cfr. su www.nonsolocarnia.info l’articolo: Sanità Fvg: verso il modello fallimentare lombardo, già messo sotto accusa. Ma in particolare cfr. sempre su www.nonsolocarnia.info il paragrafo: Come si fa politicamente a passare da un sistema sanitario pubblico ad uno privato senza dirlo ai cittadini? Come si fa a chiudere reparti facendo finta di non chiuderli, come sta facendo Zaia in Veneto?nell’articolo: Sanità Fvg, tra documenti variamente interpretati e tendenza alla privatizzazione.

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La fotografia che accompagna l’articolo rappresenta la locandina dell’evento. L. M.P. 

 

 

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