State allegri arrivano i tagli di Renzi/ Gutgeld/ Lorenzin /Boschi/. Addio a sanità e salute?
È il giorno del mio sessantaquattresimo compleanno, ed è sera. Mio marito è occupato a guardare l’ennesima partita dell’Udinese, che a me non interessa proprio. Così decido di andare in piazza, a bere il caffè, a leggere il giornale. Ho acquistato il Messaggero Veneto, per cui decido di sfogliare il Corriere della Sera.
La prima notizia che mi colpisce è il buco fatto al bilancio dello Stato dalle Regioni, che hanno usato i fondi per ripianare il debito della pubblica amministrazione, 26 miliardi in tutto, per finanziare, anche, nuova spesa corrente, in barba alle regole contabili. (Mario Sensini, nuovi rischi per i conti pubblici. La Consulta apre il caso Regioni, in: Il Corriere della Sera, 23 agosto 2015). Tanto che vuoi che sia, tanto in qualche modo si combinerà, tanto … così per incominciare la Corte dei Conti ha dichiarato incostituzionale il bilancio della regione Piemonte, e poi si vedrà… Ed allo Stato mancano, secondo il Corriere della Sera, 20 miliardi da cercare subito, 30 miliardi per il Messaggero Veneto (“Manovra da 30 miliardi. Il Governo cerca risorse. Pronti i tagli per la sanità”, in Messaggero Veneto, 23 agosto 2015). Certo potevano accorgersi anche prima, dico io …
«Il pane è cotto? Sì è anche bruciato. Di chi è la colpa?» – recita una vecchia filastrocca per bambini. Di chi è la colpa di questo sfacelo, e di questo tentativo di recupero tagliando, guarda caso, lo stato sociale? Colpa dello Stato? Certamente, il debito è suo. Colpa delle regioni? Se hanno fatto voragini di bilancio certamente. Colpa del “sistema Italia”, che non sa far pagare in qualche modo chi sbaglia e mandar via i cattivi amministratori? Certamente, come, certamente, la colpa di questo disastro, previsto ed annunciato, non è dei cittadini meno abbienti, ma saranno loro a pagare. E comunque se dobbiamo pagare anche il mancato introito dell’Imu/Ici, sarà meglio diventare anche noi migranti verso nuovi lidi.
Per il Messaggero Veneto, che si fida delle parole pronunciate da Carlo Cottarelli al meeting di Comunione e Liberazione, in sanità: «sono possibili risparmi ulteriori “tra i 3 e i 5 miliardi” senza stravolgere il sistema, senza contare i risparmi sull’acquisto di beni e servizi» (“Manovra da 30 miliardi”, op. cit.) per il Corriere della Sera invece … Ci sono articoli che ti rovinano il compleanno e la vita e quello che qui riporto è uno di quelli.
In ogni caso è stupefacente come questo governo faccia rivoluzioni epocali in 20 giorni, senza uno straccio di contrattazione, di ascolto, così… calando tutto dall’alto, come non si dovrebbe fare in democrazia, tanto da chiedersi che forma di governo ci sia in Italia ora, e facendo scegliere tutto alla volonterosa Lorenzin, un taglio qui uno là, essendosi defilato, pare, il premier, forse al mare, in costa Azzurra, forse a Rimini, forse….
Ma passiamo all’articolo del Corriere della Sera.
Corredato dalla foto dell’elegantissima, e con gioiello particolare al collo, Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute, a p. 3 di “Primo piano”- Corriere della Sera del 23 agosto 2015, si può leggere un articoletto o comunicato, dato lo spazio esiguo concesso, intitolato: “Regioni in rivolta. Scure sulla sanità, al vaglio le misure attuative. Il Ministero: «Discussione ancora aperta»”, non firmato, che riprendo in parte.
«Venezia. Entra nel vivo la manovra decisa dal governo Renzi, e approvata a fine luglio dal Senato per recuperare 10 miliardi di euro in cinque anni razionalizzando la sanità. Una spending review annunciata appunto venti giorni fa che adesso si sta concretizzando, perché allo studio ci sono i provvedimenti attuativi.
Ovvero: appropriatezza delle prestazioni e relativo tetto alle stesse, con l’obbligo per il cittadino che «sfora» di pagarsi quelle in più e «multa» in busta paga per il medico prescrittore; revisione dell’esenzione dal ticket per patologia e dell’acquisto dei farmaci ad alto costo come quelli oncologici; tagli alla spesa farmaceutica ed ai ricoveri impropri; rinegoziazione dei contratti con i fornitori.» (Regioni in rivolta. Scure sulla sanità, op. cit.,). Il Ministero dice che bisogna tagliare sulle voci ove si spende troppo, senza valutare se detta spesa sia indispensabile per le cure. Inoltre chi deciderà se una prestazione, un ricovero, siano più o meno appropriati, men che meno nel caso vengano elargiti ad un politico od ad un ricco, od ad un suo familiare, od all’amico dell’amico, od ad uno che conta ecc., o legato al suo “clan”?. Siamo in Italia, vivaddio …
Pare che si voglia far cassa sui malati i cui farmaci costano troppo: benissimo: si comprino i farmaci, per esempio l’imatinib, da case farmaceutiche indiane invece che da Novartis. È da tempo che Medici senza Frontiere si serve in India … Ma in ogni caso: perché non tagliamo le spese per i politici, i loro viaggi, i loro carrozzoni, le spese per le guerre, l’esercito, gli aerei militari che siamo stati, pare, obbligati ad acquistare, e mille altre spese superflue per il popolo forse non più sovrano? Oddio, non si può. Perché, mi chiedo io, con il buon senso dell’ italiano medio e il criterio della buona massaia? E quanto paghiamo Lorenzin, Boschi, Renzi e Gutgeld, per togliere agli italiani sanità e salute? Mandiamo subito a casa loro, non sono indispensabili, e per far di meglio qualcuno si trova, come non sono indispensabili un direttore generale, uno sanitario ed uno amministrativo per ogni azienda sociosanitaria, e direttori per ogni nosocomio ecc. ecc, costosissimi e che magari fanno buchi come quello di 10 milioni di euro ad Udine, che poi, magari, pagheremo noi con i tagli alla sanità/ salute: basta un dirigente e buoni impiegati per ogni azienda sanitaria, e meno assessori.
In fin dei conti quando ogni ospedale si arrangiava, ai tempi delle usl, e non sono passati secoli, pare che qui, a San Daniele, al San Michele di Gemona, al Sant’Antonio abate di Tolmezzo, i bilanci fossero in pareggio, grazie ad un bravo presidente, a buoni amministratori, ed ad un bravo segretario. Ed anche l’ass3 non ha mai fatto buchi milionari, anzi pare fosse anche in attivo.
Inoltre: perché Lorenzin e Gutgeld non calcolano le spese per i dirigenti in vari settori, non solo quello sanitario, e tagliano pesantemente lì, invece che tagliare farmaci e prestazioni sanitarie anche attraverso i medici di base, che potrebbero avere dei dubbi sull’appropriatezza di una prestazione? «E se uno specialista firma di prescrivere un esame, che faccio?» – mi diceva giorni fa un medico di base.
Ed in ogni caso: se i tagli li studia praticamente Lorenzin (e per avere queste pensate uno basta ed avanza) che paghiamo a fare Gutgeld? Anche qui risparmiamo sul personale. Se Renzi propone le riforme e le porta caparbiamente avanti, tanto da non voler sentir altra campana, che paghiamo Boschi a fare? A cosa servono segretari, sottosegretari ecc.?
Prima di tagli di questo tipo sulla sanità/salute si tagli il superfluo per il popolo, si taglino “boschi e sottoboschi” politici, e privilegi, si facciano pagare almeno i caffè, per i quali risultano 20 mila euro di debiti lasciati da nostri rappresentanti a Roma, si facciano salatamente pagare, a chi di dovere, le feste romane ed i diamanti padani, si fa per dire… ecc. ecc..
Perchè se si va avanti così in sanità, diceva Zaia, il Premier, a cui sta tanto a cuore la modifica della Costituzione, potrebbe ormai cancellare il diritto alla salute da Stato e costituzione, senza perdere altro tempo. (“Regioni in rivolta”, op. cit.).
Pare che si sia già convenuto, in Veneto, che non si potranno sforare le 4 prestazioni a cittadino, (Ivi), con che criterio non si sa, e per chi: per i timidi, per i poveri, per i soliti che pagano e pagheranno tutto, anche con la salute e forse la vita? Conteremo i morti per la spending review? Conteremo quelli che staranno sempre peggio per non aver ricevuto cure adeguate, avendo il medico il dubbio se siano opportune o meno?
Io credo di sì. Io credo che non si sia mai vista pazzia del genere. Come potrà un medico agire in scienza e coscienza ancora, in Italia? Tagliamo invece gli uffici relazioni con il pubblico che di fatto non servono a nulla, ed il Ministero si decida a chiedere ai medici quali sono i settori in cui si presentano spese superflue, per la sanità: credetemi, lo sanno, mentre il Governo cerchi da sé ove vi sono spese superflue per lo Stato e ne troverà tante, io credo, da non dover toccare la sanità.
Ieri qualcuno, ad un convegno, diceva che si deve essere ottimisti, non “veder tutto nero” per il futuro: come fare con questi chiari di luna e con Renzi, che, senza offesa per carità ma per esprimere solo un mio parere, si avvia a diventare il “Papa Re” di un’Italia distrutta, se si continua di questo passo?
Laura Matelda Puppini
https://www.nonsolocarnia.info/state-allegri-arrivano-i-tagli-di-renzi-gutgeld-lorenzin-boschi-addio-a-sanita-e-salute/ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀÈ il giorno del mio sessantaquattresimo compleanno, ed è sera. Mio marito è occupato a guardare l’ennesima partita dell’Udinese, che a me non interessa proprio. Così decido di andare in piazza, a bere il caffè, a leggere il giornale. Ho acquistato il Messaggero Veneto, per cui decido di sfogliare...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
COMMENTO AGGIORNAMENTO AL 25 AGOSTO. L’ERRORE MEDICO LO DEVE DIMOSTRARE IL PAZIENTE. DOVE VIVE IL MINISTRO CHE HA PENSATO CIO’?
Leggo oggi, 25 agosto 2015, sul Corriere della Sera un articolo di Margherita De Bac intitolato: “L’errore del medico? Lo provi il paziente” . Sulla base di uno studio dell’ Università Cattolica di Milano, di cui nulla è dato sapere, campione, numero di intervistati, gruppo di controllo ecc., pare che i medici abbondino in esami per evitare denunce, non per appropriatezza diagnostica, (io credo che il Ministro dovrebbe riflettere su che cosa implichi un errore diagnostico) e che detto fenomeno sia talmente diffuso da far pensare al Ministero della Salute ad un risparmio di miliardi solo evitando la cosiddetta medicina difensiva, che non è, secondo me, questa. Ma alla domanda su chi deve provare che l’esame o la prescrizione sono errate, il Ministro risponde che lo deve fare il paziente, che medico non è! “Spetterà al malato dimostrare che il medico ha sbagliato”- si legge su detto articolo. Se è quello di base di un paesetto, vorremmo sapere da chi andrà poi a curarsi il paziente che ha osato metter in dubbio l’operato di un medico senza esserlo! Perchè poi si configurerebbe la sfiducia del medico verso il paziente, ecc. ecc. Credetemi, a me pare che il Ministro della Salute stia, e mi scusi l’ardire di questa affermazione, su un altro pianeta, che sia distante anni luce dalla realtà, e che per un paziente sia più facile quadrare un cerchio che provare un errore medico!
Io credo che in Italia ci siano miriadi di spese superflue, fra cui il progetto di riqualificazione di piazza xx settembre a Tolmezzo, io sono sicura che non è il sistema sanitario su cui Gutgeld deve far cassa, ipotizzando la malafede dei medici nel prescrivere, tutta da dimostrare, ma sull’evasione fiscale, sui dirigenti, sui lavori pubblici, sull’acquisto di armi e via dicendo; io credo che in un sistema democratico una riforma epocale che peserà sui figli dei figli e stravolge l’intero stato sociale ed economia non può esser affidata, quasi fosse il compitino estivo a casa, a una persona sola,che lo deve risolvere in 20 giorni, per poi farlo passare attraverso una legge minestrone, che tutto ingloba, detta pomposamente, e non si sa perchè “patto di stabilità”; io credo che il premier non possa eliminare la pubblica sanità, con un colpo di spugna, perchè gli è venuto in mente di seguire Berlusconi regalando l’imu ai ricchi, ed io credo che essendo l’Italia uno stato democratico, esistendo ancora le parti sociali, non essendo in dittatura, chi governa non possa agire così.
Se poi gli italiani iniziano ad avere paura di non poter esser curati, essi metteranno via soldi per farmaci e medici anche privati, limitando spese in altri settori e non facendo circolare denaro, causando così un aumento di recessione. Renzi, Boschi, Gutgeld, Lorenzin, che hanno avuto questa bella pensata di far cassa sulla sanità/ salute del popolo italiano che li dovrebbe mandare a casa subito, come pensano poi di aver sotto controllo un settore così importante, anche per gli investimenti? E come possono pensare di risolvere i mille problemi che questa formuletta semplicina e semplicistica di Gutgeld comporta? Ah dimenticavo: Gino Strada ha fatto notare che la sanità dà anche profitti allo Stato. Ne hanno tenuto conto o no, questi signori del “Si può fare, si può fare, basta prendere o lasciare?” senza analisi alcuna della situazione italiana?
A riprova di quello che ho detto riprendo da il Fatto Quotidiano del 1°giugno 2011:
«Ogni anno in Italia abbiamo 120 miliardi di evasione fiscale, 60 miliardi di corruzione, e 350 miliardi di economia sommersa, pari ormai a quasi il 20 per cento della ricchezza nazionale. Ma varrebbe la pena di aggiungere gli oltre 500 miliardi nascosti da proprietari italiani nei paradisi fiscali e su cui non si pagano tasse. Sessanta miliardi di corruzione e 120 di evasione fanno 180 miliardi l’anno. In 10 anni sarebbero 1800 miliardi: esattamente quanto l’intero stock del debito pubblico». La citazione è da: “Soldi rubati”, volume scritto da Nunzia Penelope e pubblicato da Ponte alle Grazie, una sorta di viaggio nei gironi infernali dell’illegalità economica all’italiana. L’ economista Vladimiro Giacchè, che riporta la citazione, dice di aver trovato di grande interesse soprattutto l’approccio al problema da parte dell’autrice. L’illegalità economica non è vista come una questione essenzialmente giudiziaria e neppure principalmente come un problema morale, ma è «prima di tutto un problema di giustizia sociale. L’illegalità economica infatti è quella cosa per cui qualcuno paga i conti di qualcun altro. E questo vale anche quando apparentemente quel qualcuno è lo “Stato” ». (Vladimiro Giacchè, economista, Soldi rubati. A tutti noi, in: Il Fatto Quotidiano, 1 giugno 2011).
Siamo forse migliorati negli ultimi 4 anni?
oggi Gino Strada su facebook:
“Credo opportuno, dopo avere letto alcuni commenti critici al mio post precedente, fare qualche precisazione, per evitare equivoci e malintesi.
Ho sempre ritenuto, detto e scritto che la sanità italiana è stata per lungo tempo una delle migliori del mondo. Purtroppo non è più così, la casta politica – con la pesante complicità di importante parte della classe medica – ha progressivamente smantellato quel sistema negli ultimi decenni, trasformando gli ospedali in aziende il cui primo obiettivo è il pareggio di bilancio e non più la salute dei cittadini. Il risultato finale è che oggi circa dieci milioni di italiani (rapporto ufficiale del CENSIS) non ce la fanno più a curarsi come dovrebbero. Ciò è incontestabilmente vero. Moltissimi medici e infermieri continuano a lavorare con passione, competenza e dedizione, non c’è alcun dubbio. E lo fanno nonostante un sistema sanitario che incoraggia e promuove il profitto, la speculazione, la corruzione sulla pelle dei cittadini e con i loro soldi. È esattamente per il lavoro di queste persone (alle quali va il mio grazie più sentito), non certo per le “politiche sanitarie”, che la nostra sanità sta ancora in piedi, anche se traballa. Dovremmo agire tutti per costruire un sistema sanitario totalmente gratuito, di alta qualità e non discriminante. E i soldi? Si dovrebbe solo – non è facile ma è possibile – liberare la sanità dal profitto, molti miliardi di euro annui. Tagliamo le spese per la sanità eliminandone il profitto, non diminuendo i fondi disponibili. Gino Strada”