Ho letto l’articolo di Ferdinando Camon, che non conosco e contro cui nulla ho, “La cautela del Papa su Medjugorie”, in: Messaggero Veneto, 11 giugno 2015, e l’ho trovato brutto, superficiale, confuso nelle argomentazioni. E giungo subito a dire il perché.

Innanzitutto Camon fa “di ogni erba un fascio” come si suol dire, mettendo Lourdes, Fatima, Medjugorie sullo stesso piano. Ma la differenza è enorme ed il giornalista dovrebbe saperlo.
Infatti le apparizioni di Lourdes e Fatima, dopo lungo e documentato iter, sono state riconosciute dalla chiesa, come i miracoli ivi avvenuti per intercessione della Vergine, non Medjugorie, già nell’ occhio del ciclone prima della salita al soglio pontificio di Papa Francesco. I motivi sono molteplici, non ultimo il fatto che i veggenti continuano ad avere visioni della Madonna, mentre la chiesa valuta apparizioni al loro termine. E dette apparizioni inziarono nel 1981, quando, morto Tito, in Jugoslavia cominciarono a ribollire i nazionalismi, le comunità locali si risvegliarono  rivendicando nuovi spazi di autonomia politica. Il 24 giugno di quell’anno, sei ragazzi raccontarono di aver visto apparire in una zona detta Podbrdo (sul monte Crnica), una donna giovane e bellissima con un bimbo tra le braccia, che venne subito identificata con la Vergine. Da quel giorno i giovani dicono di avere visioni ricorrenti e di comunicare con la Vergine.

La promozione del culto di Medjugorje fu abilmente usato dai francescani, non esenti neppure da posizioni ultra nazionalistiche, che nella seconda guerra mondiale li vide parte attiva nel sostegno ad Ante Pavelic. Uno di loro, poi, Miroslav Filipovic Majstorovic, guidò il campo di concentramento di Jasenovac, rendendosi partecipe di stragi ai danni della popolazione serbo-bosniaca in Erzegovina. «Non solo, nel 1941, sulla stessa collina che oggi è meta di pellegrinaggio, vennero trucidati dagli ustascia circa 400 civili serbi». Non c’è da meravigliarsi, quindi, se frati francescani, dopo veloce processo, vennero uccisi dai soldati dell’esercito di Liberazione Jugoslavo,  che li ritenevano dei nemici. Con il culto di Medjugorie, i francescani cercarono, alla morte di Tito, di riprendere una posizione di potere sia politico che all’ interno della chiesa. (Note storiche da: Matteo Zola, Il papa contro Međugorje, la fine di una bugia che viene da lontano?, in: http://www.eastjournal.net/ 12 giugno 2015, a cui si rimanda e di cui si consiglia vivamente la lettura).
Che poi, in periodi di crisi si trovino vari escamotage per sopravvivere, è cosa nota. In Italia, improvvisamente, statue della Madonna iniziarono a lacrimare, attraendo turisti o poveracci. E come questi smisero di recarsi ai luoghi del presunto evento, magari per intervento di qualche parroco, smisero di lacrimare anche le Madonne. Idem dicasi per crocifissi e similari.

Comunque non è il Papa a interessarsi direttamente dei carteggi relativi ad apparizioni e fatti collegati, ma la Congregazione della Fede, che è altra cosa.
Ma cosa ha detto Papa Francesco con chiaro riferimento alle apparizioni di Medjugorie?
«Papa Francesco riparla di apparizioni e veggenti all’omelia della messa a Santa Marta e critica “quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana e hanno dimenticato che sono stati scelti, ‘unti’ […]». – si legge su Repubblica del 9 giugno 2015 – . Ed ancora: «Critica, con un interrogativo ironico, quelli che si chiedono: ‘Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?’». E sottolinea come questa non sia identità cristiana, che deve fare riferimento a Cristo. (http://www.repubblica.it/esteri/2015/06/09/news/papa_francesco_veggenti-116446737/).

L’arcidiocesi di Modena ha annullato un incontro con una delle veggenti, dopo che è stato ricordato, «su sollecitazione della congregazione per la dottrina della fede, che fino a ogni ulteriore disposizione da parte della Santa Sede ci si deve attenere a ciò che è stato stabilito dai vescovi dell’ex Jugoslavia nella dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991: «sulla base delle ricerche finora compiute, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni di natura soprannaturale. Pertanto, non è consentito al clero e ai fedeli di nessuna diocesi di partecipare a incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata la loro attendibilità». (Ivi).

Diverso il caso di Lourdes…

Diverso il caso di Lourdes… ove la chiesa ha accettato le apparizioni ed i successivi miracoli, ma interviene anche, saldamente, sui significati che si devono dare ai pellegrini.

Scrive Mons.Brouwet, vescovo di Tarbes e Lourdes, nei suoi: “Orientamenti per il Santuario di Lourdes”: «Il nostro Santuario deve essere il luogo dove tutti coloro che si avvicinano alla Grotta possano comprendere quanto sono amati da Dio», ed in quest’ottica, continuare ad «Edificare la Chiesa predicando il Vangelo e celebrando i sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione».
E Mons.Brouwet continua parlando delle aspettative di chi viene alla grotta di Lourdes, perché ciascuno, credente o no, in gruppo o da solo, viene con un’attesa sia spirituale che concreta, al luogo in cui il cielo ha toccato la terra. Ma tale attesa deve essere fatta volgere, da parte dei religiosi e religiose, all’evangelizzazione,  a far conoscere la tenerezza di Dio per l’umanità, e l’amore di Cristo, amico, per ciascun uomo. (Mons. Nicolas Brouwet, Al servizio della gioia dei convitati, Orientamenti per il Santuario di Lourdes, http://it.lourdes – france.org/sites/default/files/pdf/orientations_mgr_brouwet_it.).

Ed in ciò è completamente in linea con Papa Francesco e con la Chiesa.

Infatti così si è espresso il Papa: «Fondamentale (…) è essere fedele a quest’identità cristiana e lasciare che lo Spirito Santo, che è proprio la garanzia, il pegno nel nostro cuore, ci porti avanti nella vita. Non siamo persone che vanno “dietro ad una filosofia”, ha avvertito, “siamo unti” e abbiamo la “garanzia dello Spirito”». Ed ha aggiunto che il cristiano dimostra la sua fede attraverso la testimonianza. «E’ un’identità bella – ha detto ancora – che si fa vedere nella testimonianza. Per questo Gesù ci parla della testimonianza come il linguaggio della nostra identità cristiana». (Francesco su apparizioni: op. cit.).

Quanto pare lontano dal messaggio papale Medjugorje!

Già nell’aprile 2013, sul blog carnia.la, diretto da Francesco Brollo, prendevo posizione contro la venuta in chiesa di Ania, collegata a “Cuori Puri” a parlare di Medjugorje.

Ma cos’è L’Associazione “Cuori Puri”? Ce lo spiegava un illuminante articolo intitolato: “Santo amore/ Don Barone, il sacerdote dei Vip, ad Affari: ecco Cuori Puri”, di Antonino D’Anna, in: Affaritaliani.it, quotidiano on – line dal portale di libero, 25 novembre 2012.

«Cuori Puri – spiega don Michele Barone, l’ amico dei vip e guida spirituale, assieme ad altri sacerdoti, di “Cuori Puri”, – è un movimento nato due anni fa a Medjugorje dalla testimonianza della conversione di vita della ex topmodel polacca Ania Goldzinowska, che era diventata famosa in Italia per essere uscita dalla torta di compleanno di Silvio Berlusconi cantando ‘Tanti auguri a te’. Era inserita nel mondo dello spettacolo, aveva tutto quello che una ragazza oggi può desiderare: soldi, successo, casa… solo che aveva capito che malgrado tutti gli oggetti, tutto il materialismo che aveva attorno non serviva a nulla. Per questo ha deciso di andare a Medjugorje, dove ha sentito la chiamata e l’invito della Madonna a dare un radicale cambiamento alla sua vita. (…).
Lei è fidanzata col nipote di Berlusconi, Paolo Enrico Beretta, che ha accettato questa scelta di purificazione (per un anno n.d.r) fatta da Ania e la sta rispettando».
Motto di Cuori Puri è: “La più grande trasgressione è non concedersi», facendo della sessualità il centro della vita religiosa, e dimenticando di porre, semmai, come esempio, non la scelta di una ex topmodel ma le scelte di vita verginale e cristiana di tante sante, esempi ecclatanti ed approvati dalla chiesa. Ma ci furono anche grandi Sante che furono spose e madri: come dimenticare Santa Francesca romana?
Ma per tornare ad Ania, dopo il suo arrivo a Medjugorje, iniziò a girare vendendo libri e dvd, accolta a braccia aperte anche dal parroco di Tolmezzo, che avrebbe dovuto avere un atteggiamento maggiormente prudenziale, secondo me, rispetto alla scelta di far parlare Ania in chiesa, seguita da una celebrazione con il Santissimo.
Inoltre don Barone afferma che: «Cristo amava Giovanni perché era l’apostolo vergine, che ha salvaguardato anche la castità», e questa mi giunge invero nuova. Avrebbe, allora, dovuto “buttare a mare”, si fa per dire, Pietro, sposato, ed invece gli dette un compito non di poco conto: edificare la sua chiesa. Inoltre sempre dall’articolo di Antonino D’Anna, si viene a sapere che con Ania giravano altre giovani donne, fra cui Jelena Vasilj, che a Medjugorje aveva avuto delle “locuzioni”, cioè delle sensazioni di voci che le parlavano, della cui natura sarebbe forse stato meglio accertarsi, prima di ritenerle divine.

Infine si viene a sapere, dai siti gossip, che il fidanzato di Ania era invece tale Michele Doto, che la giovane polacca ha sposato il 27 marzo 2014; che era stata in qualche modo coinvolta nel Ruby gate per le serate Bunga Bunga, e che forse si era  ritirata a Medjugorje per vincere la depressione.
Sicuramente in questo modo ha continuato, a differenza di altre, ad accentrare su di sé l’ attenzione. Ed in compenso, con la scusa del suo cammino, che molti leggono come: “dalla perversione alla fede”, girano su siti che parlano ancora  di lei,  immagini di Ania topmodel… discutibili, come minimo, per una dedicata a Dio. (La Sicilia, 26 marzo 2014; ww.oggi.it/people/gallery/ania-goledzinowska-la-quasi-nipote-di-berlusconi-sposa-michele-doto-le-foto-della-cerimonia/; Ania Goldzinowska, Dall’inferno al paradiso passando per il Bunga Bunga, in: http://blog.libero.it/occhidibambina/10270963.html?ssonc=681641462).

Ma ritornando alle apparizioni di Medjugorje…

Nel merito delle apparizioni di Medjugorje, così si esprimeva, dopo essersi lungamente soffermato su altri temi e sull’illuminazione di Paolo, il vescovo di Medjugorje, nel 2009: « In fine una o due parole sulla nostra situazione domestica. Nella settimana dal 17 al 24 gennaio di quest’anno sono stato a Roma. Oltre a salutare, in primo luogo, il Santo Padre nell’udienza generale e ad implorare la sua benedizione apostolica per tutta la Chiesa in Erzegovina, ho visitato anche i più Responsabili della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ho ringraziato in particolare per il fatto che ai Vescovi della regione italiana di Toscana, i quali durante la loro visita ufficiale “ad limina” hanno chiesto alla Congregazione che cosa bisogna pensare sul fenomeno di Medjugorje, l’allora Segretario, l’Arcivescovo Mons. Angelo Amato, ha raccomandato di trasmettere ai sacerdoti e fedeli l’omelia pronunciata qui a Medjugorje durante la cresima nel Corpus Domini 2006; […].
La mia posizione è rimasta quindi, in tutto, quella che ho pronunciato tre anni fa da questo luogo, […] le cosiddette apparizioni quotidiane, note come il “fenomeno di Medjugorje”, non sono riconosciute dalla Chiesa come autentiche né dopo più inchieste delle commissioni e neanche dopo 28 anni di divulgazione tramite i mass media. E non comportiamoci, fratelli e sorelle, come se tali “apparizioni” fossero riconosciute ed autentiche. Se come cattolici, devoti figli e figlie della Chiesa, vogliamo vivere secondo le norme e gli insegnamenti della Chiesa, glorificando la Santissima Trinità, venerando la Beata Maria sempre Vergine, l’Immacolata Madre di Dio e Assunta in cielo, e confessare tutto ciò che la Chiesa nel Credo ha stabilito, non facciamo ricorso a certe “apparizioni” o “messaggi” alternativi, alle quali la Chiesa stessa non ha riconosciuto il carattere soprannaturale.»
(Vescovo, Međugorje: l’omelia durante la cresima, 6 giugno 2009, in: http://www.cbismo.com/index.php?mod=vijest&vijest=361).

E ritorniamo, infine,  all’articolo di Ferdinando Camon. Egli pare cerchi di dare a Medjugorje quell’attendibilità di fede che la Chiesa non le ha mai voluto dare, e di consolare i molti che, con pullmann ecc. vanno dalla regione, ed in particolare dal Friuli, a Medjugorje, ignari della sua mancata accettazione da parte della Chiesa, che però i sacerdoti dovrebbero conoscere, se lo sapevo io nel 2012.

Si sa che intorno a Medjugorje vi è un business, anche di viaggi, da Tolmezzo, da Udine, di emotività che ivi trovano sfogo, ma non si può pensare che il Papa o la congregazione per la dottrina della fede debbano piegare a questi le loro scelte.

Ho visto il filmato, girato nel 2012, da Claudio Mortini, “Medjugorje – 34 anni di visioni o truffa?”, in: https://www.youtube.com/watch?v=jITDFtn8euE, ove ci si rende conto di che giro di affari ruoti intorno a Medjugorje, milioni e milioni di pellegrini, e di che tipo di religiosità, emotivo – idolatrica pagana, vi si viva.

Scrive Federico Carlini, relativamente a  Medjugorje, che quello che dovrebbe essere un luogo santissimo di culto, sembra un “Virgin megastore”, stretto tra alberghi in costruzione dai nomi improponibili, venditori di cianfrusaglie e immaginette sacre, vetture di lusso […], preghiere di massa, confessori di strada e fede genuina. Egli inoltre sottolinea come a Medjugorje si “preghi duro” motto che ha visto scritto su magliette, e si viva «immersi in uno stato di coinvolgimento mistico praticamente assoluto. Si parla quasi unicamente delle apparizioni, dei veggenti, dei presunti miracoli, delle conversioni. Si recita il rosario un po’ in tutte le lingue, non proprio ad ogni angolo ma quasi. Su tutte le preghiere spicca l’Ave Maria in croato, cadenzata da un ritmo ossessivo e quasi ipnotico […]». (Federico Carlini “Bosnia: Virgin megastore. Fotoreportage da Međugorje”, postato su: East Journal l’11 settembre 2010). 

Essendo stata a Mostar, non a Medjugorje per scelta, ho capito che clima caldissimo d’estate e freddo d’inverno vi sia, nella piana di fronte a Medjugorje, che, se non fosse per questi aspetti legati alla religiosità, avrebbe, secondo me, ben poco da offrire.

E non posso che approvare Francesco Papa quando dice che alla fede non servono veggenti, men che meno del tipo di quello di Medjugorje, andato in America, che dice che l’intera Sacra Famiglia lo viene a visitare.  (Ferdinando Camon, “La cautela del Papa, op. cit.”). Certe volte ad esagerare si sbaglia, ma se ti credono e finchè va dritta ….

Impariamo dai nostri vecchi a pregare nelle nostre chiese, a testimoniare il Vangelo, a parlare con gli altri, a fare comunità, almeno nei piccoli paesi, non guardando sempre al fuscello che vediamo nell’occhio del vicino, e non ci servirà più andare a Medjugorje.

Laura Matelda Puppini

 

Laura Matelda PuppiniETICA, RELIGIONI, SOCIETÀHo letto l’articolo di Ferdinando Camon, che non conosco e contro cui nulla ho, “La cautela del Papa su Medjugorie”, in: Messaggero Veneto, 11 giugno 2015, e l’ho trovato brutto, superficiale, confuso nelle argomentazioni. E giungo subito a dire il perché. Innanzitutto Camon fa “di ogni erba un fascio” come...INFO DALLA CARNIA E DINTORNI