Verso una Europa che sprofonda. Analisi dal punto di vista economico di alcuni aspetti.
Influenzata da mio padre, l’ispettore scolastico Geremia Puppini, anche noto a Tolmezzo come ‘il diretor’, per esser stato per anni Direttore Didattico nel capoluogo carnico, da mia madre, la dott. Maria Adriana Plozzer, che non era europeista, ma sognava la pace per tutti, e da Romano Marchetti, tre laureati che la guerra l’avevano sperimentata sulla loro pelle, ho sempre pensato ad una Europa dei popoli che si tengono per mano in un cammino verso un futuro senza guerre, rispettoso del territorio e di quei beni di prima necessità che servono all’uomo per vivere, da equamente distribuire e non da far accaparrare a pochi fra l’altro già ricchi. Ma mi sbagliavo. Ed anche Dio, penso fra me e me ha sbagliato, (e lo dico servendomi di una frase rubata ad Ezio Candido poeta), nel dare in mano all’uomo un bene così prezioso come la terra, un giardino dell’Eden, ed a permettergli di decidere che farne.
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Ma ritornando a me, ad un certo punto ho iniziato a capire che l’Europa era solo della finanza, e che era ed è in mano ad una stretta cerchia oligarchica che tendeva e tende sempre più ad allontanarsi dal metodo democratico, a lasciare molti problemi irrisolti, a dettare una sua etica e prassi di pensiero imponendola ai cittadini, quasi si trattasse di una nuova chiesa, dedita però a far affari anche per conto degli Usa, da cui a me pare essere totalmente dominata. Ed in questo, credo possa dirsi affratellata a Zelensky, di cui parla lo stesso linguaggio, non agli ucraini, non alla gran parte di noi, cittadini di Europa, che ritengo che di questa guerra, provocata anche dalla Nato che sembra il corpo armato degli States ormai, ne abbiamo ‘le palle piene’ (e scusatemi la volgarità del termine ma rende benissimo l’idea) come penso gli ucraini, che non so quanto credano più alle promesse loro fatte. Ma ormai nulla trapela, tranne che in Ucraina il cappio intorno ai diritti ed alla libertà di stampa si sta stringendo sempre più.
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Mi meravigliai anni fa (era forse il 2017) quando, all’inaugurazione del nuovo palazzo per la Ue a Bruxelles (1), moltissimi giovani scesero in piazza per dire che loro volevano una Europa che rispondesse ai problemi della gente, non chiusa in nuovi costosissimi palazzi, quando bastavano quelli già esistenti. Quei giovani furono immediatamente quasi criminalizzati, eppure avevano ragione, credetemi. Ma non so se questo edificio è quello detto ‘Palazzo Europa’ o meno. Poi, tra l’altro, pare che il Parlamento europeo si riunisca a Strasburgo, ed allora a che serviva una nuova sede mirabolante a Bruxelles, quando i capi di Stato europeo si ritrovano nella nota città francese, ma hanno anche utilizzato la reggia di Versailles? (2).
E scusate se faccio un po’ di confusione fra i vari palazzi sedi Ue: essa ne ha più di uno, tutti costosissimi pure a livello energetico, tutti pieni di sale e salette, per occupare i quali, però ed a mio avviso, pare non sia necessario pensare, altrimenti non saremmo finiti così. E vi è un gran parlare, pomposamente e ora, nel mondo della finanza di ‘start up’ ed innovazione, ma la prima a non pensare è proprio l’Europa, una Europa che ha sposato il modello che vuole i vertici, posti lì di fatto dai partiti, scegliere, ed i popoli soccombere alle loro decisioni. Ed è almeno fantasioso ma per noi poveri cristiani tragico, il procedere nelle decisioni del singolo (per esempio Von Der Leyen o Lagarde od altri) e di un ristretto gruppo oligarchico che segue il capo, facendo salire alla mente ben altri scenari.
Non solo: gli eurodeputati guadagnano una valanga di soldi, mentre pensano a sanzionare noi dicendo che sanzionano la Russia, o meglio per sostenere la politica economica Usa perché vivaddio, un piacere non si nega a nessuno, ammesso sia andata così. E lo dico in tono ironico.
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Infatti il gioco internazionale a cui si è accodata subito la Ue, (con il proclama dei 100 miliardi di euro da spendere in armi per la Germania, il 2% del pil per noi, e le immediate sanzioni anche in gas e petrolio alla Russia della Von der Leyen e poi del Parlamento europeo decise dall’oggi al domani) ruota ed è ruotato intorno ad alcuni dati di fatto: la crisi economica americana, la debolezza del dollaro e la relativa forza dell’euro emergente rispetto ad esso. E che gli Usa nel 2021 fossero già in crisi profonda, ce lo spiega pure Antonino Iero, già responsabile del Centro Studi e Ricerche Economiche e Finanziarie di UnipolSai , nel suo: “Usa vs. Russia (e Cina): debito di guerra o guerra del debito?”, in: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2022/06/06/.
L’autore evidenzia, con grafico che riporta il debito estero verso altri paesi, come gli Usa abbiano accumulato miliardi di euro di debito nel corso di anni e anni, e così si legge ivi relativamente a questo aspetto: «Il grafico sopra riporta i dati alla fine del 2021 (in miliardi di dollari) dei principali undici debitori […] e undici creditori mondiali […]. È immediato rilevare il precipizio debitorio che caratterizza gli Stati Uniti: il Paese nordamericano totalizza oltre diciotto mila miliardi di dollari di debiti verso il resto del mondo! Si tratta di un importo pari al 78,7% del PIL USA. In questo valore si legge bene l’accumularsi, a partire del 1976, di costanti saldi commerciali negativi. Tra le nazioni creditrici spicca la Cina (inclusa Hong Kong) con un attivo di oltre 4.100 miliardi, seguita da Giappone e Germania. Si tratta di Paesi con ampia base manifatturiera, vocati ad esportare». (3). Insomma pare che gli Usa siano una Nazione che compra, importa, ma non paga. Per inciso, secondo la stessa fonte, chi ha sempre pagato i suoi debiti è la Russia, ma cosa volete che sia … noi faremo affari, da ora in poi, solo con l’America!
Ma ciò- continua Iero – è stato reso possibile, fino ad oggi, e “sostenibile” anche se in modo precario, «dal ruolo di moneta globale svolto dal dollaro USA. Ma la contrapposizione che si sta sviluppando tra Occidente da una parte e Russia e Cina dall’altra sta avendo anche l’effetto di sminuire il predominio della valuta USA, quantomeno nella denominazione dei prezzi di una discreta quota delle materie prime». (4). Inoltre l’euro ha iniziato, ad un certo punto, a valere più del dollaro. Ed allora bisogna impoverire la Ue, riportando il dollaro in parità, bisogna indebolire economicamente la Russia e minacciare la Cina, come puntualmente avvenuto dopo l’inizio della guerra in Ucraina.
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Ora direi che, onestamente, come sottolineato da Iero, gli Usa avrebbero dovuto svalutare il dollaro del 34%, il che sarebbe stato un quasi default, ma questo non è accaduto, e questa situazione è stata causata dal fatto che, per dirla in soldoni, gli Usa, allegramente, se ne sono fregati dei loro debiti per anni ed anni, almeno così pare. Quindi, dato che magari, vi è chi ha sostenuto che «Non possiamo condurre i commerci senza guerra», come riportato da Iero nel suo articolo, forse si è preso questo principio come intelligente, e gli USA, invece di pagare i debiti, svalutando il dollaro ma magari volgendo ad una economia più solida, hanno deciso di ravvivare i commerci.
E così, magari, hanno deciso di sostenere l’ Ucraina (dove erano già presenti in un modo o nell’ altro) in guerra, con una scusa o l’altra anche per riportare la loro moneta al centro del mondo, pagare meno possibile i propri debiti, indebolire l’euro, e spostare il peso della loro situazione negativa sull’ Europa, che li ha seguiti incoscientemente a ruota, sanzionando e sanzionando, fino a portare i suoi stati membri più deboli e meno amati al limite della povertà energetica, anche per la fissa di mantenere una politica neoliberista, dove ciascuno fa pagare al prossimo il prezzo che vuole. E vorrei sapere che levata di scudi ci sarebbe stata contro un paese che avesse detto no a questa dissenatezza.
Inoltre se il costo dell’energia aumenta, aumentano anche la povertà ed il prezzo del cibo, mentre da gioiosamente insensati, nessuno fra i governanti europei si occupa dell‘acqua che scarseggia ovunque e, nella nostra regione FVG, vi è chi sostiene ancora che la crisi climatica non esiste e si permette di sparare acqua potabile per creare neve artificiale. Il Po è in secca, si legge da qualche parte. Ma cosa vuoi che sia … i politici neppure se ne interessano, invece di pensare che è una tragedia epocale e cercare di organizzare il settore idrico. Inoltre la produzione di energia elettrica dipende dai grandi impianti idroelettrici, ma se i fiumi, come ora, sono in secca … E non ditemi che non si sapeva da anni che si stava andando verso la siccità, ma non c’è peggior orbo di chi non vuol vedere, peggior sordo di chi non vuol sentire. E si tende a creare situazioni fuori controllo che non hanno alcuna base analitica, previsionale e studio alla base, facendo passare le popolazioni da una emergenza ad un’altra, permettendo così anche interventi a casaccio e non interconnessi.
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Non solo: questa stretta oligarchia al potere politico ed economico in Unione Europea (iniziata in Italia con Silvio Berlusconi che però almeno qualche affare lo sapeva fare) ripropone modelli obsoleti di soluzione dei problemi anche nel settore della finanza, e non sa dire mai di no agli States, ritenuti i naturali colleghi e soci in affari, quando è notorio che gli Usa fanno solo gli affari loro.
E gli esperti Usa e Ue non sanno neppure utilizzare il pensiero divergente per proporre soluzioni alternative a quelle inefficaci ed ormai obsolete, che evidentemente non hanno funzionato, perché quella che manca è l’economia, sono nuova teorie ed approcci economici, non la finanza che è, per sua natura, priva di etica e punta solo all’arricchimento, all’egoismo, alla sopraffazione. Inoltre pensano che alla fine della guerra in Ucraina, che chissà quando finirà, tutto sarà come prima in Europa, il che significa che non sanno vedere più in là del loro naso. Perché anche se la Ue uscisse presto (ed è già troppo tardi) e senza atomiche di mezzo (e me lo auguro perché noi, in Fvg, abbiamo il culo appoggiato, si fa per dire, da decenni sopra le testate nucleari Usa di Aviano) da questa insensata guerra, ne uscirebbe comunque sfinita a più livelli e senza neppure riuscire più a sostenere le popolazioni, dopo aver intaccato servizi e potere di acquisto, ed avendole portate alla povertà energetica ed a non avere più alcuna certezza per il futuro. Ed anche a livello economico nulla sarà come prima in Europa, compresi i suoi progetti per i paesi dell’est, ove delocalizzare pagando meno la mano d’opera. Perché non basta produrre, bisogna anche che qualcuno acquisti e che i prezzi non salgano alle stelle mentre i salari restano bassi, e vi è molto lavoro precario. Insomma questa guerra in Ucraina e le politiche dissennate sanzionatorie, hanno portato la Ue verso un buco nero, di cui io non vedo la fine.
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Ed è incredibile come la Ue ci propini scelte assurde a cui vorrebbe obbligarci di punto in bianco, studiate tanto in una realtà virtuale da non essere assolutamente praticabili nel concreto. Ora vogliono subito tutti con il fotovoltaico entro il 2030, cioè fra 7 anni, c’è chi mormora perché solo in un inverno la Ue ha già speso troppo in metano (5), insomma stanno facendo i conti della serva per noi, mentre dilapidano miliardi in armi all’Ucraina, senza che nessuno sappia più nemmeno perché. E così intitola un articolo di Samanta Airoldi, datato 22 febbraio 2023: “Deficit di 431 miliardi per l’Europa mentre la Russia continua ad arricchirsi” (6), in cui si legge, pure, che il gas è diventato una zavorra per il bilancio dell’Europa, e che la Ue nel 2022 ha speso ben 834 miliardi per acquistare gas, «mentre nel 2021 l’intera Europa per l’energia spendeva meno della metà di questa cifra». (7). E «Gli acquisti di gas e greggio dai Paesi extra-europei sono i principali responsabili della netta inversione di rotta del saldo del bilancio, in Italia come nel resto dell’Europa». (8). Ed è innegabile che le cifre spese per le importazioni, sono risultate appesantite in ogni contesto dall’impennata dei prezzi dell’energia, spingendo in rosso quasi ovunque il saldo commerciale. E riesce ad avere ancora un saldo positivo solo la Germania ma dimezzato rispetto allo scorso anno. (9).
Inoltre l’euro ha perso il suo dominio sul dollaro e la Ue, ma anche ogni stato membro in proprio, si stanno pesantemente indebitando per fornire armi all’Ucraina, di cui, peraltro, in Italia nessuno sa nulla perché è tutto top secret grazie a Draghi.
In questa situazione da catastrofe europea provocata dall’insipienza dei governanti, chi ha risparmiato sono stati, ancora una volta, i cittadini che hanno permesso di non acquistare 4 miliardi di mc di gas rispetto all’anno scorso (10), che sono stati al freddo con un occhio alle lampadine accese, che hanno posto mano ai risparmi.
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Ma che fa ora la Ue? Ci dice che dobbiamo di fatto mettere tutti il fotovoltaico, i condizionatori etc. permettendo il passaggio di ogni edificio, appartamento, stanza, alla classe energetica ‘E’ entro il 2030. Ma forse quando sono venuti in Italia magari in vacanza, i suoi vertici politici si sono dimenticati di vedere in che stato versano alcuni immobili cittadini e non, che però danno almeno un tetto a molti. E c’è chi ha fatto un breve calcolo ai prezzi attuali: il costo totale di detta operazione potrebbe andare da 40.000,00 a 50.000,00 euro per unità abitativa, e sarà praticamente impossibile. Perché se paga lo Stato riprende la situazione del 110, altrimenti i cittadini semplicemente non hanno molti soldi con questi chiari di luna, dove ogni risparmio si asciuga, gli stipendi non aumentano, il caro vita taglieggia ogni portafoglio, ed una automobile nuova, se non cinese, costa come minimo 15.000 euro. Infine non sarà la Ue a dirci che fare anche delle nostre 2 lire e, se si compra l’indispensabile, non si può investire in fotovoltaico, in una Italia, fra l’altro, totalmente metanizzata.
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Con queste decisioni la Ue intende, a mio avviso, continuare a spendere per armi all’Ucraina una badilata di miliardi di euro, aumentando l’inquinamento che una guerra comporta, e spostare verso i cittadini le spese per l’energia, con la banalissima scusa dei mutamenti climatici. Ma credetemi, la nostra penisoletta ben poco potrà fare, se non decidono di limitare le emissioni gli Usa, che vanno ancora in certi casi a carbone e utilizzano tecniche inquinanti per estrarre gas, la Russia, la Cina … Non per nulla si giunse agli accordi internazionali di Parigi, e nessuno pensava ad un muoversi singolarmente come una armata Brancaleone. Ma poi che faranno i paesi dell’est? La Polonia è ancora legata al carbone ed alle sue miniere, che reputa una ricchezza, gli altri paesi Dio solo lo sa, ma in genere fanno anche in Ue quello che gli pare (vedi gruppo di Visegrad con migranti) e si presentano solo quando c’è qualcosa da guadagnare in denaro o prestigio. Però devo dire che questa volta, sulla guerra in Ucraina, Orban a me pare più concreto ed avveduto di altri.
Non da ultimo ci sono pannelli solari che servono solo per l’acqua calda, ma allora si usano i ‘vecchi’ boyler e scaldabagni, e pannelli fotovoltaici per l’energia elettrica, ma sono di diverso tipo e durata, ed è un mercato in evoluzione, e comunque un impianto fotovoltaico per un appartamento cosa circa 24.000, 00 euro, e di più se si devono sostituire i termosifoni, non ha durata infinita e su di un tetto condominiale non si può porre i pannelli per ogni appartamento perché la superficie occupata sarebbe ben superiore a quella del tetto. Poi ci sono pure i condomini che terminano con un giardino privato, e via dicendo. Infine mi dicono sia difficile trovare il materiale e sono poche le ditte presenti nel settore. Vorrà dire che spenderemo un capitale in stufette a bombola a gas (gpl) di cui si sta riempiendo, pare, il Friuli, non so quanto sicure, facendo gli scongiuri perché non ci tolgano il pellet o la legna, od utilizzeremo costosissimi in consumo, termosifoni e stufette elettrici che già esistono. Inoltre l’Italia è piena di persone agè che vivono da sole od in coppia, e non si sentono di certo di spendere ogni risparmio in fotovoltaico, visti i prezzi, per non riuscire poi neppure ad ammortizzare la spesa. L’ interessante, comunque, è che in Italia ogni regione fa come le pare.
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Non solo: ci sono case sotto-monte che il sole lo vedono ben poco, e periodi di nebbie che impediscono ai raggi di raggiungere con la loro piena potenza i pannelli fotovoltaici. Inoltre ora in Fvg, terra zeppa di aree industriali e capannoni dismessi, multinazionali energetiche e non solo multinazionali stanno acquistando per un bianco ed un nero terra fertile per fare campi di pannelli fotovoltaici immensi, ma tanto la finanza ci ha già pensato: a noi umani propinerà farina di grillo e magari cavallette arrosto o cibo sintetico, “tant: alc a l’è alc e nue a l’è nue” (qualcosa è sempre qualcosa mentre niente è niente). Eppoi si sa che i grandi campi di grano erano in Ucraina … Era bella anche se ipernazionalista l’Ucraina, segnata però anche dai suoi miti nazisti come quello di Bandera, e non si sa perché Zelensky non abbia accettato la neutralità, non abbia rispettato gli accordi di Minsk, e non abbia impedito alla Nato di posizionare le sue armi, sancendo un dominio territoriale di fatto a due passi dal confine con Mosca, non abbia smesso di stressare e tormentare le popolazioni russofone, non ucraine dal sangue puro, mantenendo il suo paese integro, senza inseguire sogni di gloria, e diventando il servo di più padroni.
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Ho già riportato che vi è chi dice che la guerra fa smuovere i commerci. Ma non sempre tutto funziona in modo così lineare: ed ecco allora Biden parlare di pace e meno armi all’Ucraina, per poi nel giro di neanche 24 ore o pochi giorni cambiare idea, trascinando la Ue con sé, ecco comparire sui mass media articoli che accennano alla ricostruzione dell’Ucraina, affare miliardario e che durerà decenni, per poi riprendere, in occasione dell’ennesimo viaggio di Biden in zona di guerra, la storiella di Putin cattivissimo ed i russi come l’asse del male e del buonissimo Zelensky, cancellando contesti ed analisi e facendo un uso propagandistico dell’informazione, narrando solo una versione dei fatti. Ma almeno ora i giornali hanno smesso di riempire le loro pagine con bandiere giallo blu. Pare, vi garantisco, una di quelle storielle da teatrino dei burattini, dove il canovaccio ormai scritto si ripete, e dove l’importante è solo il perpetuarsi delle azioni. Ma resta il fatto che gli Usa non sono ancora riusciti a risolvere i loro problemi finanziari, ma perseverano comunque sulla stessa via, senza cercarne una nuova, che magari ritengono potrebbe intaccare il loro prestigio internazionale, ammesso sia ancora presente.
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Poi la Bce si è legata mani e piedi alla Fed Usa, e qualche genio della finanza pensa ancora che, stampando miliardi di dollari, carta straccia, si riesca a superare l’empasse dell’avanzata dell’economia cinese sui mercati, e plauderebbe ad una guerra con la Cina per quella nullità che è di fatto Taiwan per il resto del mondo. Ma si sa che una scusa c’è sempre, magari fatta passare per nobile: basta leggere l’illuminante articolo: “Les noces de la guerre et de la virtues” (Le nozze tra la guerra e le virtù) di Christopher Mott su Le monde diplomatique del gennaio 2023. Ed ancora una volta penso fra me e me che nel 2023 non si dovrebbe avere, da parte dei potenti della terra, una coazione a ripetere gli stessi schemi, ma si potrebbero anche studiarne di diversi, che non portino inevitabilmente alla miseria e distruzione del pianeta ma alla vita ed alla prosperità che esistono solo in presenza di pace.
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E che gli schemi della Fed e della Bce siano ormai similari, ce lo ricorda anche un articolo che riporta il parere di Allen Sinai: «La Bce e la Federal Reserve sono sempre più simili. Usano gli stessi strumenti di politica monetaria ma condividono anche un fallimento: non sono riusciti a sostenere l’inflazione» “(11).
«Di solito la piena occupazione spinge l’inflazione. Il fatto che sia così bassa è un presagio di recessione perché c’è poca domanda, pochi investimenti […] Quanto all’Europa è già in difficoltà: il problema è che Draghi ha utilizzato tutte le munizioni disponibili e se ci sarà una nuova crisi è difficile immaginare cosa il successore potrà inventarsi» (12). nella realtà più alta è però l’inflazione più la miseria è alle porte, si legge da altre parti, e non a caso si guarda con timore a quella che viene definita “spirale inflazionistica”.
Ma se già spiravano in Europa venti di recessione, anche perché manca liquido e si risparmia, almeno in Italia, se possibile e finché possibile, per le spese sanitarie che stanno lievitando a dismisura, in una situazione impazzita ed un mercato senza freni o regole chiare, allora ditemi se occorreva sostenere Zelensky o se non sarebbe stato meglio dargli prima qualche paterno consiglio di non intestardirsi ad entrare subito nella Nato ed Eu, e la Nato (che pare il braccio armato degli USA) non avrebbe fatto meglio a non piazzare, Zelensky consenziente, armi ai confini con la Russia? Ma anche Zelensky è stato forse una pedina, come il suo predecessore, ed ora pretende inchini da tutti noi, non si sa perché. Ed io non vedo Zelensky come un mito, ma solo come una persona, non molto istruita e nazionalista all’estremo, che ormai è schiava del suo personaggio, e che ha dimenticato il suo popolo, magari condannandolo, in buona compagnia, alla diaspora. E se erro correggetemi.
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Ho scritto questo articolo dal punto di vista di una abitante in Ue, di una italiana, e spero di non esser per questo definita putiniana, ma tanto ormai il definire gli altri in un modo o nell’altro è una moda. Però la Ue, secondo me, poteva stare tranquillamente fuori dal conflitto, che ha origini lontane, pur condannando l’invasione di uno stato sovrano ma anche raccontando i pregressi in modo corretto, e senza giungere a portare sulla gogna mediatica ogni cosa che ‘odorasse’ di russo dal grande Dostoevkij al pacifista Toltoj, passando per il balletto e la cultura russe, mostrando veramente di essere caduta ben in basso e di avere sposato, ma rivestendo il ruolo della serva/schiava, i dictat Usa. E non a caso su di un articolo di Luciana Grosso si legge, relativamente alla guerra in Ucraina, sottolienando che è una guerra in ambito europeo: «Quanto alle conseguenze future e probabili queste riguardano soprattutto l’Ucraina (e di conseguenza l’Ue). Se gli Stati Uniti, per ragioni loro, dovessero decidere di allentare il loro sostegno a Kyjiv, ridurre invii di armamenti e fondi, allora al fianco dell’Ucraina rimarremmo solo noi». (13). Non solo: ora gli investitori hanno ripreso a guardare al dollaro non più all’euro come invece i due anni precedenti. (14).
Ora io credo che l’Europa si sia impantanata e di fatto non sappia come andare avanti e cosa accadrà, mentre gli States non hanno risolto nulla, e l’impressione è che si viva alla giornata, seguendo un gioco dei ruoli che va bene per un teatrino ma non per la realtà, basandosi sull’ improvvisazione più che su di un piano strategico, mentre Von der Leyen, fra un viaggio e l’altro in Ucraina a nostre spese, quando basta una videochiamata, si occupa, a differenza di noi che ci arrovelliamo senza sanità a sbarcare il lunario, di far ricercare ed uccidere il lupo già condannato, povera bestia, a morte, che ha sbranato il suo pony preferito, evidentemente lasciato libero o comunque non sufficientemente protetto. (15). Ma il lupo ha fatto solo quello che fanno i lupi per mangiare e sopravvivere.
Senza voler offendere alcuno, questo ho scritto, e se erro correggetemi, sapete io non sono una ‘politologa’ ma leggo e penso, e cerco di capire. Ma si può capire in modo corretto o non corretto. Ma una cosa è certa: siamo entrati in una spirale che non sappiamo dove ci porterà ed il mondo è già cambiato anche a livello economico e per noi cittadini europei in particolare di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, ma non solo, ben in peggio, e posso proprio concludere che ormai “del doman non c’è certezza”.
Laura Matelda Puppini.
P.S. Alcuni dati sul profughi ucraini, convinti che si trattasse di una ‘guerra lampo’.
«Una persona su 5 ha lasciato l’Ucraina, dall’inizio della guerra» – intitola un articolo di Antonio Piemontese in: https://www.wired.it/article/ucraina-rifugiati-italia-anci/ Questo invece il sottotitolo dell’articolo di Annalisa Camilli intitolato: Un anno di guerra nelle storie degli ucraini in Italia, in: https://www.internazionale.it/essenziale/notizie/annalisa-camilli/2023/02/23/profughi-ucraini-italia-accoglienza: «Dal 24 febbraio 2022 sono arrivati in Italia 173mila profughi ucraini, molti di loro sono scappati convinti che sarebbero tornati presto a casa». Ed ancora: Sono cinquemila i minori ucraini senza genitori arrivati nell’ultimo anno, su 20.000 totali. (https://www.conibambini.org/osservatorio/cresce-il-numero-di-minori-migranti-accolti-in-italia/). Comunque i rifugiati ucraini sono tutelati, a differenza degli altri, in Italia ed Europa, godono della protezione temporanea, che prevede l’immediata tutela, creando profughi di serie A e B. Ed in Italia si sono già spesi 754 milioni di euro per accoglierli. (https://www.ilsole24ore.com/art/per-l-accoglienza-profughi-dall-ucraina-spesi-754-milioni-AEKHHmmC). I profughi ucraini, ma solo loro, hanno diritto alle cure mediche, grazie alla parificazione alle persone residenti in Italia, con emissione di tessera sanitaria ed attribuzione di medico di base, come se in Italia esistesse davvero la sanità e pesando ulteriormente su di un settore in piena crisi; è concesso di lavorare; studiare nelle scuole e università italiane; di usufruire di una sistemazione nell’ambito della rete dei centri di accoglienza straordinaria, ricevere 300 euro cadauno al mese dallo Stato, che però toglie agli italiani poveri il reddito di cittadinanza. (https://www.vita.it/it/article/2023/02/23/in-arrivo-un-nuovo-decreto-per-la-protezione-temporanea-delle-persone-/165876/).
E il numero di profughi dall’Ucraina già nell’agosto del 2022 si riteneva fosse vicino ai 7 milioni, di cui il maggior numero si trovava allora in Polonia. (https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/profughi-ucraina-mappa). Secondo l’Unicef «Più di 13,4 milioni di persone sono in fuga, in maggioranza madri e bambini, considerando 5,4 milioni di sfollati nel paese e oltre 8 milioni di rifugiati in quelli di arrivo, mentre sono più di 10,4 milioni i rientri in Ucraina, non definitivi e in condizioni spesso precarie, in quella che in Europa è la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale». (https://www.unicef.it/emergenze/ucraina/). Inoltre: «Il confinamento nei rifugi, lo sfollamento e la fuga delle famiglie dalle zone di conflitto aggravano i rischi di epidemie di morbillo, polio, colera e altre malattie infettive. Gravi le privazioni per l’inverno, mentre l’impatto della guerra rischia di causare una crisi nutrizionale e alimentare di portata globale, e nella regione ha già gettato in povertà 4 milioni di bambini in più rispetto al 2021». (Ibidem). Ora il mumero degli ucraini che scappano dalla guerra è certamente più alto.
Tutto questo perchè Zelensky, in primo luogo voleva entrare subito nella Nato, che ha spaventato la Russia, che non doveva entrare in Donbass, e dar origine alla guerra, ma è davvero il caso di dire per questa situazione: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra.”
Laura Matelda Puppini
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Note.
(1) Cfr. https://www.studiovalle.com/project/nuova-sede-del-consiglio-europeo-e-del-consiglio-dellunione-europea-a-bruxelles/ e https://www.consilium.europa.eu/it/contact/address/council-buildings/.
(2) Riunione informale dei capi di Stato o di governo, Versailles, 10 e 11 marzo 2022. In: https://www.consilium.europa.eu/it/meetings/european-council/2022/03/10-11.
(3) Antonino Iero, Usa vs. Russia (e Cina): debito di guerra o guerra del debito?, in: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2022/06/06/.
(4) Ibidem.
(5). Samanta Airoldi, Deficit di 431 miliardi per l’Europa mentre la Russia continua ad arricchirsi, in: https://www.ilovetrading.it/2023/02/22/deficit-europa-gas-zavorra-per-il-bilancio/.
(6) Ibidem.
(7) Ibidem.
(8) Ibidem.
(9) Ibidem.
(10) https://www.repubblica.it/green-and-blue/2022/12/24/news/energia_gas_risparmio-380389051/.
(11) Eugenio Occorsio, Tutti in fila per il dopo Draghi. Colloquio con Allen Sinai, L’ Espresso. 31marzo 2019, p.46.
(12) Ibidem.
(13) https://www.linkiesta.it/2023/01/aiuti-militari-ucraina-usa-ue/.
(14) https://www.wallstreetitalia.com/gli-investitori-scommettono-contro-euro-non-succedeva-da-piu-di-2-anni/
(15) https://www.lastampa.it/la-zampa/2023/01/11/news/lupo_condanna_morte_uccide_cavallo_pony_von_der_leyen-382938876/
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L’immagine che accompagna l’articolo è tratta da: https://www.wallstreetitalia.com/gli-investitori-scommettono-contro-euro-non-succedeva-da-piu-di-2-anni/. L. M.P.
https://www.nonsolocarnia.info/verso-una-europa-che-sprofonda-analisi-dal-punto-di-vista-economico-di-alcuni-aspetti/https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/02/UCRAINA-cambio-euro-dollaro.webp?fit=980%2C551&ssl=1https://i0.wp.com/www.nonsolocarnia.info/wordpress/wp-content/uploads/2023/02/UCRAINA-cambio-euro-dollaro.webp?resize=150%2C150&ssl=1ECONOMIA, SERVIZI, SANITÀInfluenzata da mio padre, l’ispettore scolastico Geremia Puppini, anche noto a Tolmezzo come ‘il diretor’, per esser stato per anni Direttore Didattico nel capoluogo carnico, da mia madre, la dott. Maria Adriana Plozzer, che non era europeista, ma sognava la pace per tutti, e da Romano Marchetti, tre laureati...Laura Matelda PuppiniLaura Matelda Puppinilauramatelda@libero.itAdministratorLaura Matelda Puppini, è nata ad Udine il 23 agosto 1951. Dopo aver frequentato il liceo scientifico statale a Tolmezzo, ove anche ora risiede, si è laureata, nel 1975, in filosofia presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Trieste con 110/110 e quindi ha acquisito, come privatista, la maturità magistrale. E’ coautrice di "AA.VV. La Carnia di Antonelli, Centro Editoriale Friulano, 1980", ed autrice di "Carnia: Analisi di alcuni aspetti demografici negli ultimi anni, in: La Carnia, quaderno di pianificazione urbanistica ed architettonica del territorio alpino, Del Bianco 1975", di "Cooperare per vivere, Vittorio Cella e le cooperative carniche, 1906- 1938, Gli Ultimi, 1988", ha curato l’archivio Vittorio Molinari pubblicando" Vittorio Molinari, commerciante, tolmezzino, fotografo, Gli Ultimi, Cjargne culture, 2007", ha curato "Romano Marchetti, Da Maiaso al Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel Novecento italiano, ed. ifsml, Kappa vu, ed, 2013" e pubblicato: “Rinaldo Cioni – Ciro Nigris: Caro amico ti scrivo… Il carteggio fra il direttore della miniera di Cludinico, personaggio di spicco della Divisione Osoppo Carnia, ed il Capo di Stato Maggiore della Divisione Garibaldi Carnia, 1944-1945, in Storia Contemporanea in Friuli, n.44, 2014". E' pure autrice di "O Gorizia tu sei maledetta … Noterelle su cosa comportò per la popolazione della Carnia, la prima guerra mondiale, detta “la grande guerra”", prima ed. online 2014, edizione cartacea riveduta, A. Moro ed., 2016. Inoltre ha scritto e pubblicato, assieme al fratello Marco, alcuni articoli sempre di argomento storico, ed altri da sola per il periodico Nort. Durante la sua esperienza lavorativa, si è interessata, come psicopedagogista, di problemi legati alla didattica nella scuola dell’infanzia e primaria, e ha svolto, pure, attività di promozione della lettura, e di divulgazione di argomenti di carattere storico presso l’isis F. Solari di Tolmezzo. Ha operato come educatrice presso il Villaggio del Fanciullo di Opicina (Ts) ed in ambito culturale come membro del gruppo “Gli Ultimi”. Ha studiato storia e metodologia della ricerca storica avendo come docenti: Paolo Cammarosano, Giovanni Miccoli, Teodoro Sala.Non solo Carnia
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